sabato 29 ottobre 2016

La trasformazione del PD: da partito difensore dei lavoratori a partito che uccide la democrazia




Oggi il Partito Democratico sancisce definitivamente la sua trasformazione con una manifestazione di popolo. Il partito che difendeva i lavoratori e che partecipava agli scioperi generali per difendere i diritti dei lavoratori (sciopero generale del 1984 per protestare contro il taglio della contingenza voluto dal governo Craxi), oggi fa scendere in piazza i suoi iscritti per appoggiare lo schiaffo che la riforma costituzionale Boschi-Renzi-Verdini affibbierà alla democrazia. Fino ad oggi la trasformazione del Partito Democratico da partito difensore delle classi sociali più deboli e dei lavoratori è stata condotta senza chiedere l'appoggio del popolo, il Jos Act sappresenta il punto più alto di questa trasformazione grazie alla cancellazione dello statuto dei lavoratori, oggi invece il Pd chiama a raccolta il suo popolo per per sancire definitivamente l'abbandono dei deboli, dei lavoratori di quelle classi sociali da sempre difese dal più grande partito della sinistra italiana. Il tutto per difendere una riforma che rappresenta già un "riforma anticostituzionale" in quanto tradisce completamente l'Art. 1 della attuale Costituzione "La sovranità appartiene al popolo". Una sovranità già minata dalla composizione dell'attuale parlamento eletto con un sistema anticostituzionale, ma che sarà completamente cancellata, la sovranità popolare, da un senato non più eletto dai cittadini e da una camera eletto ancora una volta con un sistema che consegnerà la maggioranza assoluta ad un partito minoritario nel paese. La manifestazione odierna (vedremo quali saranno i numeri alla fine della giornata) chiede al popolo di appoggiare questo attacco senza precedenti nella storia repubblicana alla democrazia conquistata con tanti sacrifici, anche di sangue, al paese. La migrazione verso il centro destra portata avanti da Renzi ha portato ad una calo senza precedenti sia di voti in termini assoluti, grazie ad un'astensione sempre crescente, sia di voti per un partito che ha cambiato identità. Un partito che con Renzi si è schierato definitvamente con banche e con confindustria, mascherando questo passaggio con bonus ed elargizioni ad alcune classi sociali in difficoltà (ma tralasaciando proprio le classi più deboli) per poter sventolare ancora la bandiera della sinistra, ma è una bandiera ormai stracciata, piena di buchi che rappresenta la sconfitta stessa della sinistra. Ora alla fine di questo processo sarebbe bene che questo partito cancellasse dal suo nome la parola Democratico e smettesse di definire il proprio governo di centro-sinistra usurpndo un termine che non gli appartiente più. Comunque la partita ancora non è terminata ed il 4 dicembre si giocherà la finale: con un bel NO si può rispedire al mittente un attacco più subdolo e peggiore di quello portato da Berlusconi che mise nero su bianco la trasformazione della repubblica parlamentare, Renzi non ha avuto nemmeno questo coraggio (ma la sua natura è stata chiara dopo il colpo alle spalle portato a Letta) e sta tentando di uccidere la democrazia parlamentare per trasformale in una pseudo-democrazia partitocratica.

venerdì 28 ottobre 2016

Alla fine il quesito è approvare o meno la fine della democrazia parlamentare


Un'analisi che esca dal tecnicismo e dal politichese del testo della riforma, oltre che dal quesito truffa della scheda con la quale esprimeremo il nostro voto, non può che portare alla reale consequenza dell'approvazione della nuova costituzione: la fine della democrazia parlamentare. La democrazia parlamentare consiste sostanzialmente nella fiducia che il governo ottiene dalla maggioranza del parlamento. Con la riforma la fiducia è votata solo da una sola Camera nella quale la maggioranza è espressione di un solo partito con rappresentanti nominati dallo stesso partito e non dal voto degli elettori. E' vero che ci sono promesse per la modifica dell'Italicum, ma queste modifiche saranno eventualmente apportate dopo il referendum. Ecco allora che la legge elettorale, approvata con voto di fiducia e non come espressione di un voto parlamentare, diventa una specie di prefazione della riforma stessa. Il rinvio poi del giudizio di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale rende il voto del 4 dicembre non solo un voto sulla proposta di riforma della costituzione ma anche sulla legge elettorale. E' la stessa Corte ad aver deciso in questa direzione. Se vincerà il NO l'Italicum dovrà per forza di cose essere modificato in quanto non prevede l'elezione del Senato, ma se invece Renzi incasserà il Si a quale scopo dovrebbe cambiare la legge elettorale se per caso la Corte Costituzionale la giudicasse rispondente ai dettami della Costituzione stessa ? Ecco allora che con la nuova Costituzione la fiducia al governo si trasforma da un atto libero di un Parlamento liberamente eletto ad atto dovuto da una Camera di nominati da un partito che ha la maggioranza dei seggi anche nel paese fosse minoritario. LA fiducia si trasforma così in un atto interno ad un partito non importa quale. Questa è la reale consequenza del voto del 4 dicembre, una consequenza abilmente mascherata in un testo che non fa riferimento e non cambia palesemente i poteri del governo e del parlamento, ma che insieme alla legge elettorale altera totalmente l'assetto della nostra democrazia.

mercoledì 26 ottobre 2016

Il razzismo di Goro è sulla coscienza di tutti






Quando gli abitanti di un paese fanno le barricate per non dare accoglienza a una ventina di persone, 12 donne alcune incinte ed 8 bambini, provenienti da esperienze terribili,  e un politico si permette di parlare di INVASIONE, non basta puntare l'indice contro quegli esagitati e contro chi li istiga al razzismo: è troppo semplice. Ed i diti non sono stati nemmeno tanti e quei pochi tutti molto tiepidi. L'episodio di Goro ha radici lontane e ciò che è accaduto ieri è solo il risultato di un percorso folle della nostra società e della nostra politica. Una politica che ha consentito la nascita di un partito come la Lega che ha contribuito fin dai suoi primi vagiti a istigare i cittadini contro il diverso fomentando razzismo, sessimo, xenofobia e chi più ne ha più ne metta. Una politica che non ha capito il fenomeno che stava montando quello della immigrazione causata dalla povertà dei paesi sfruttati dall'occidente e successivamente dalle guerre che l'occidente ha scatenato in nome della democrazia e della libertà. Nessuna formazione politica dal centro alla sinistra più estrema (inutile parlare della destra i cui valori fondanti sono appunto rezzismo e xenofobia) hanno saputo gestire il fenomeno che stava montando tutti presi a non andare oltre il proprio naso quello del voto e del consenso immediato. Si sono preoccupati di controbattere la Lega sul proprio terreno e ne sono usciti perdenti. Ed oggi siamo ad un paese in rivolta per contrastare "l'INVASIONE" da parte di un ESERCITO formato da 12 donne sfinite e terrorizzate con i loro SOLDATI, 8 bambini, affamati e bisognosi di cure. Ed il politico in questione etichetta i paesani di Goro come nuovi partigiani che fanno resistenza contro le truppe inviate da Renzi e definisce poi li stessi come eroi. Questa è l'Italia ... e non puntiamo il dito solo su Goro ma guardiamo anche da dove proviene il dito.

Quest'anno l'estate terminerà il 4 dicembre


Sembra che nella finanziaria, che ora si chiama legge di stabilità, ci sia anche un articolo che prolunga l'estate e le ferie degli italiani, parlamento compreso, fino al 4 dicembre. Anche se il testo non c'è ancora tutto il governo e i parlamentari si sono già adeguati alla nuova  disposizione: 

- prounciamento della Corte Costituzionale sull'Italicum: rimandato dopo il 4 dicembre

- modifiche alla legge elettorale: rimandata dopo il 4 dicembre

- provvedimento per il dimezzamento dello stipendio dei deputati: rimandato dopo il 4 dicembre

- risposta alla lettera della Ue sulla legge di stabilità: rimandata dopo il 4 dicembre

- provvedimenti contro un paese razzista che rifiuta 12 donne e 8 bambini: rimandati a dopo il 4 dicembre

Sembra che Mattarella, sempre piuttosto restio ad aprire bocca e pronto a firmare senza battere ciglio, abbia chiesto spiegazioni a Renzi su questo codicillo nascosto fra le mance, le quattordicesime, le riduzioni di sanzioni agli evasori, di cui la legge di stabilità è zeppa fino all'inverosomile. Renzi però ha spiegato che fino al 4 dicembre lui, i suoi ministri e quelli del suo partito c'hanno da fa' un casino per convince gli italiani a fa la croce su quel benedetto SI e allora non possono sta dietro alle beghe del parlamento. Tanto vale allora far terminare l'estate al 4 dicembre per decreto che così tutti se ne stanno buoni buoni a non fa niente e dopo se vince il Si ci penserà lui a risolvere tutto, se vince il No ci penserà qualcun altro. Inutile sprecare soldi ora per accendere il riscaldamento alla Camera ed al Senato, a spende un sacco di soldi per l'elettricità e l'illuminazione, meglio chiudere tutto e mandare in ferie il personale che così ci costa meno. Tanto fino al 4 dicembre al parlamento lui ed i suoi fedeli non faranno decidere niente. 

"Ha visto presidente che cosa abbiamo fatto oggi ?" ha domandato orgoglioso il giovanotto di Rignano. Mattarella però sembrava caduto dalle nuvole ed allora Renzi ha proseguito.

"Grillo voleva far approvare una legge che ci dimezzava gli stipendi, anche il suo presidente, e noi in quattro e quattr'otto l'abbiamo rispedita in commissione, tanto se il 4 dicembre si vince, il risparmio è assicurato e non c'è bisogno di un'altra legge"

"Va bene ma con il lavoro e con i licenziamenti che aumentano ? Che pensi di fare ?" Ha ribattutto Mattarella
"Presidente non si preoccupi che se vince il No chiuderanno tutte le fabbriche e le imprese meglio pensare a far vincere il Si. Anzi ho pensato per questo mese e mezzo di prolungamento dell'estate di dare un bonus vacanze a tutti coloro che faranno un viaggio"

Il Presidente della Repubblica allora ha firmato la legge di stabilità, e quindi anche il prolungamento delle ferie fino al 4 dicembre, ma ha suggerito che, per non far arrabbiare i cittadini, sarebbe stato meglio che qualche luce rimanesse accesa sia alla Camera che al Senato e, se possibile, anche a Palazzo Chigi in modo da far vedere che qualcuno che lavora c'è sempre anche in attesa di questo importante appuntamento.
Arriverderci al 5 dicembre.

sabato 22 ottobre 2016

La politica del governo Renzi: il gioco delle tre carte






Le modalità di conduzione dell'azione di governo da parte di Matteo Renzi sono sconcertanti indipendentemente dall'essere in accordo o meno alla sua a zione politca. L'ultima occasione, quella delle legge stabilità, rappresenta un classico esempio della politica renziana anche in virtù del fatto che certi suoi modi di fare in questo periodo sono molto influenzati dal prossimo referendum del 4 dicembre. La legge di stabilità di fine anno è uno dei momenti topici della vita del paese in quanto delinea le linee di politica economica per l'anno successivo. In Italia da sempre è un momento temuto da tutto il paese reale in quanto foriero di tasse e balzelli che rappresentano una storia senza fine anche nell'era delle innumerevoli promesse di riduzione della pressione fiscale dei governi berlusconiani dell'ultimo ventennio. Tutti i governi che arrivano a questo appuntamento si dibattono nel marasma del bilancio dello stato alla ricerca di soldi nel disperato tentativo di fare cassa e di contenere la pressione fiscale oltre che mantenere il deficit nei malefici parametri europei. Ecco perché a questo appuntamento si è sempre arrivati all'ultimo momento per mettere a punto testi, decreti e conti da presentare all'europa ed al parlamento che deve procedere all'approvazione finale. Nell'epoca renziana questo iter è stato stravolto in nome della spettacolarizzazione e della approssimazione ed anche dell'inaffidabilità. Il canovaccio della sceneggiata è il seguente. 
Consiglio dei ministri nel quale Renzi lancia le sue linee guida (fra l'altro annunciate nelle settimane precedenti a suon di spot o di tweet) che consistono quasi sempre in togli di qua, metti di là, aggiungi qui il tutto condito da anatemi contro l'europa che dovrà approvare il tutto.
Conferenza stampa fantasmagorica condita da slogan, slides, annunci che sembra più che altro la rappresentazione di un venditore di gadgse di varia natura. Non cìè un testo, non ci sono cifre, c'è solo il vuoto assoluto ma bene colorato.
Aggiustamenti successivi che alla fine portano in parlamento un testo molto difforme dalle promesse per uscire poi con un provvedimento diverso dal quello entrato in parlamento e diverso dalle promesse fatte.
Quest'anno poi la situazione è resa più drammatica per i risvolti che il provvedimento si pensa possa avere sull'esito del referendum. Eh si perché ci sarà anche gente che voterà non tanto sui principi della riforma costituzionale ma su quanto Renzi sarà disposto a dare o non dare alla categoria di appartenenza dell'elettore. Ed allora le promesse sono mantenute o cancellate a seconda della reazione dell'elettore, tanto il testo non c'è e ci sono solo slide. Nelle conferenza stampa di una settimana fa è apparso l'ennesimo condono per gli evasori fiscali, ah questa volta non si chiama condono ma la sostanza è sempre la stessa: sconti a chi deve pagare multe salate e uteriori sconti, mascherati sotto il solito termine inglese (voluntary disclosure), per chi ha ingenti somme di contante in casa. Naturalmente le reazioni dei cittadini onesti (per fortuna ce ne sono ancora molti in questo paese) sono state tutte negative ricordando ancora una volta che l'ultimo condono, che risale ad un anno fa, doveva essere l'ultimo. E Renzi questa volta invece di andare avanti sulla strada intrapresa, dopo appena una settimana fa marcia indietro e cancella la parte che riguarda il condono per i dententori di contante. Eh beh questa volta c'è il referendum e quindi meglio tornare indietro su una promessa scritta su una slide e non rischiare il travaso di voti dal Si al No. Ecco questa è la serietà del presidente del consiglio e questo è solo l'ultimo episodio. Che dire per esempio della "legge elettorale più bella del mondo e che tutti ci vorranno presto copiare" che sarà probabilmente modificata prima ancora di essere applicata ? Non c'è niente da dire se non che rappresenta l'ennesimo esempio di un modo di governare inseguendo l'opportunià ed consenso (da qualunque parte politica provenga) piuttosto che l'attuazione di un programma condivisbile o meno. Io voterò NO perché i contenuti della riforma costituzionale per la maggior parte non li condivido, ma se una consequenza fosse la caduta del governo non mi strapperei le vesti, nemmeno se al governo andasse il M5S: per governare come Renzi o come il suo predecessore Berlusconi non ci vuole molto.

venerdì 21 ottobre 2016

Ma il popolo del SI entusiasta dell'appoggio di Obama lo sa che .....


Ormai le speranzae di portare il dibattito sul referendum costituzionale a trattare argomenti di merito e di contenuti sono svanite ed è sempre più difficile ascoltare interventi che analizzino i contenuti della riforma soprattutto alla luce dei problemi del paese. SI perché è facile dire si modifica questo, si cambia quest'altro e via dicendo ma quello che prevede la riforma è davvero quello di cui avrebbe bisogno il paese ? Difficile per i sostenitori del Si dare risposte che per forza non possono che appoggiarsi su dichiarazioni di principio e di fede, un pò più facile il compito dei sostenitori del No che utilizzano dati reali, quelli appunti del disastro nel quale si dibatte l'economia, il lavoro, il vivere civile nel nostro paese. E allora non rimane che "scontrarsi" su aspetti secondari da trattare un pò con ironia ma senza mai perdere di vista che la questione è importante in quanto si tratta di cambiare la Costituzione. E allora si va dalla foto di quattro masai che appoggiano il Si, alla vignetta della sonda europea che arriva su Marte e si schianta alla vista del cartello Io voto NO. Poi ci sono dei fatti scenici e di comunicazione, molto cari al presidente Renzi, che se visti superficialmente possono sollevare entusiasmi ma se poi analizzati si scoprono quanto siano pervasi da falsità e ipocrisia. L'ultimo in ordine di tempo è la visita della famiglia Renzi, con tanto di codazzo di personaggi vip opportunisti (da Benigni ad Armani), negli Usa per prendersi l'appoggio incondizionato di Obama alle riforme del buon Matteo con tanto di supporto al Si nel referendum del 4 dicembre. Ora è ragionevole dubitare che Obama conosca i contenuti della riforma Boschi-Renzi-Verdini oltre lo spot della scheda elettorale, o che qualcuno l'abbia tradotta in inglese per fargliela leggere e quindi il suo appoggio è in linea con la politica americana nei confronti dell'Italia: fino a che fate riforme dui qualsiasi natura che riguardino i vostri fatti interni va sempre bene, importante che rimaniate dei fedeli servitori. E non c'è dubbio che questa riforma elimina diversi problemi che potrebbero nascere nel servilismo italiano agli Stati Uniti. Ma se Obama conoscesse la nuova costituzione si renderebbe conto che il percorso dell'Italia è esattamente il contrario di quello degli Stati Uniti. La costituzione americana del 1789 prevedeva due camere, un bicameralismo perfetto, con i senatori nominati dai parlamentari nei vari Stati, sulla falsa riga della riforma Boschi-Renzi-Verdini. Nel 1913, ben 124 anni dopo e non 68 come nel nostro caso, la costituzione americana fu modificata e l'elezione dei senatori divenne diretta e così rimane tutt'ora. Il bicameralismo nel tempo è stato limitato ma non cancellato (anche se la cancellazione nel caso della riforma Boschi-Renzi-Verdini è un falso ... uno dei tanti propinati agli elettori), prevedendo una commissione bicamerale che provvede a trovare un accordo fra camera e senato per appunto limitare all'infinito la navetta (la navetta infinita è un'altra falsità del repertorio del Pd per sostenere la riforma, la lentezza nell'approvazione di certe leggi dipende solo dalla politica che non "vuole" approvare detereminati provvedimenti). Quindi Obama che benedice la riforma e la cancellazione renziana della nomina diretta dei senatori e del bicameralismo perfetto, è poi il presidente che si bada bene da apportare la stessa modifica alla costituzione degli Stati Uniti. Insomma è un appoggio di facciata per dire, sulla costituzione fate come vi pare importante è che rimaniate servitori fedeli. Insomma niente di nuovo sotto il sole se non una nuova renzianata per farsi bello ma che potrebbe, speriamo, rivoltarglisi contro.

 

mercoledì 19 ottobre 2016

L'Italia reale non è da Obama


Difficile non provare un certo disagio nel vedere scendere dall'aereo di Renzi tanti personaggi noti, definiti vip, ai quali è stato regalato un volo verso Washington comprensivo di cena con Obama. Se si fa eccezione per la schermitrice Bebe Vio, recente vincitrice di una medaglia d'oro alle paraolimpiadi di Rio, gli altri non hanno niente a che fare con il paese reale e non avrebbero avuto certo bisogno del "passaggio" offerto dal presidente del consiglio a spese naturalmente nostre. Il disagio aumenta quando nello stesso giorno della cena arriva la notizia dei "successi" annunciati del Jobs Act dopo che sono terminati i regali del governo agli imprenditori: calo delle assunzioni a tempo indeterminato, aumento dei licenziamenti, esplosioni del precariato grazie ai vaucher. La vetta si raggiunge quando il presidente degli stati uniti si lancia a gamba tesa nella campagna per il referendum costituzionale sponsorizzando il Si e auspicando un prosieguo del governo Renzi anche in caso di sconfitta il 4 dicembre. Ora niente di nuovo in merito all'appoggio del presidenti Usa al presidente del consiglio, è sempre stato così ed i governi italiani hanno sempre ripagato gli Stati Uniti con una sudditanza incondizionata in ogni situazione (perfino quando un pilota americano con una bravata tranciò in due la funivia del Cermis causando 20 vittime), ma entrare nel merito di un referendum sul quale l'unico sovrano è il popolo la dice lunga su questa sudditanza. Naturalmente tutto nel silenzio totale del partito democratico. Il tutto comunque nasce dalla personalizzazione voluta, nonostante il successivo passo indietro fatto esclusivamente non per convinzione ma per opportunità, dal presidente del consiglio. Personalizzazione assurda ed anche se vogliamo anticostituzionale in quanto il capo del governo, in quanto appunto responsabile del governo del paese, dovrebbe essere al di sopra delle parti e non "gettarsi" a corpo morto in una campagna elettorale a favore di uno schieramento. Ma questo sarebbe il comportamento di uno statista ed in Italia di statisti non se ne vedono più da tempo, politici tanti e quasi tutti di basso spessore sia politico che istituzionale e molto spesso anche civico. Ed allora, mentre Matteo Renzi fa del contenimento dei costi della politica una delle bandiere più significative della sua riforma, il presidente del consiglio, che è sempre Matteo Renzi, sperpera denaro pubblico con un aereo che costa 40.000 euro al giorno e portandosi dietro un codazzo di personaggi che non rappresentano la maggioranza del paese, ma quella minoranza che lui difende a spada tratta. Nel frattempo a Washington Obama la dice chiara chiara a Renzi: "Patti chiari, amicizia lunga" e Renzi ride ... perché naturalmente pensa una battuta del c...o alle quali lui ci ha abituato e non capisce il significato: "Ti ho invitato con il tuo codazzo, ti ho elogiato .. ora tu continua a leccare come avete fatto sempre". Tranquillo Obama lui lo farà come lo hanno fatto tutti i governi italiani .... ma l'Italia non è quella secondo Matteo ... è un'altra.

martedì 18 ottobre 2016

Renzi ubriaca tutti con le slides ma dopo un buon caffè magicamente ecco un altro condono per evasori fiscali


Nell'era renziana siamo abituati ormai a conferenze stampe con effetti speciali: slides colorate ed animate, frasi ad effetto infarcite di ipocrisia, contenuti oggettivi e sui quali discutere zero. L'ultima conferenza stampa per presentare la legge di stabilità per il 2017 è stata l'ennesima rappresentazione della sceneggiata renziana. Si narra di consigli dei ministri nei quali più che discutere dei provvedimenti, i vari responsabili dei dicasteri, armati di computer portatile (rigorosamente targata mela morsicata) e di iPad, siano impegnati a dare una forma grafica esplosiva ai proclami lanciati dal presidente del consiglio. Ultimamente infatti da questa attività è stata esclusa la Lorenzin causa il suo flop del fertility day. Il buon Matteo in questo modo evita sapientemente critiche a caldo da parte dei giornali e dei tecnici del governo che hanno bisogno di qualche giorno per capire qualcosa della manovra, quando gli animi del paese si sono raffreddati e l'attenzione si è spostata su altri tempi. Questa volta il segretario del Pd ha superato se stesso tenendo la conferenza stampa di sabato mattina e si sa che giornali e media il sabato e la domenica hanno altri problemi da trattare, calcio e sport vari in testa. Fra l'altro poi non presentando un testo, una bozza di decreto, delle cifre, dei conti, come dovrebbe fare ogni buon amministratore che presenta un bilancio, è anche difficile tentare di fare un'analisi critica del provvedimento. Poi le notizie e le magagne arrivano nei giorni successivi alla snocciolata e metteono a nudo quanto il rottamatore, il buon politicante, il nuovo che cambia .. non sia altro che alla resa dei conti che un prodotto della più vetusta politica sia della prima repubblica che della seconda. Certo non è facile far quadrare i conti dello Stato e diventa più difficile quando per opportunità elettorale si elargiscono mance a destra e a sinistra senza un piano organico e ben definito che vada oltre la più vicina tornata elettorale. Sarebbe più onesto, ma sicuramente impopolare, dichiarare apertamente al paese che non si è in grado di fare quello che tutti aspettano: ridurre le tasse, ma realmente non togliendo una tassa e riprendendosi i soldi in qualche modo meno chiaro e limpido. Ed allora per mantenere le promesse, nella quali il Renzi è campione forse più del padre putativo Berlusconi, si ritrova a racimolare qualche miliardo nella solita maniera: qualche condono in quà e là magari ben mascherato. Fra l'altro un sistema che si è sempre rivelato un flop rispetto alle attese in quanto chi evade non si fida dello Stato e lo Stato fa di tutto per non meritarsi la fiducia in quanto queste sanatorie arrivano con puntualità esasperante e da parte di governi di qualsiasi colore. In questa legge di stabilità si cancellano gli interessi di mora con una sanatoria che va a favore naturalmente di chi, trovato con le mani nel sacco, ha fatto resistenza e non ha pagato rispetto a coloro, pochi, che hanno ceduto e sborsato quanto dovuto con tanto di interessi. Un esempio portato da Repubblica, giornale proRenzi, è quello di Maradona che grazie a questo provvedimento potrà beneficiare di uno sonticino di ben 35 milioni di euro, ammesso che ceda e non aspetti la prossima legge di stabilità che magari potrebbe prevedere un ulteriore sconto. Altro beneficiario del provvedimento sarà Fabrizio Corona beccato con quasi due milioni di denaro nascosto e sul quale dovrebbe pagare multe che prevedono intorno al 35-40% di interessi ma che se la caverebbe a buon mercato con nemmeno 100 mila euro. Naturalmente questo provvedimento riduci-multe non va sotto il nome di condono ma, nome a parte, la sostanza è la stessa: chi è onesto paga tutto fino all'ultimo centesimo, il disonesto alla fine riceve sconti non indifferente sulla sua evasione di tasse. In questo modo chi non sarebbe tentato di evadere .. ?

La mutazione genetica del Partito Democratico all'insaputa dei suoi iscritti




"La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse. La Costituzione non è una semplice raccolta di norme: oggi non meno di ieri è la decisione fondamentale assunta dal popolo italiano sul come e sul perché vivere insieme. È il più importante fattore di unità nazionale e di integrazione sociale, proprio in quanto assicura il consenso della comunità sui princìpi della convivenza al suo interno e permette di dirimere i conflitti di opinioni e di interessi.

Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi   di   maggioranza,   anche   promuovendo   le   necessarie modifiche   al   procedimento   di   revisione costituzionale.   La  Costituzione  può e  deve essere  aggiornata,  nel  solco  dell’esperienza   delle  grandi democrazie  europee,  con riforme condivise, coerenti  con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga  maggioranza dal referendum del 2006."


Bellissime parole che non sono il manifesti del fautori del No del Partito Democratico, dei dissidenti, ma bensì sono contenute nel Manifesto dei Valori del Partito Democratico approvato nel febrbaio del 2008 e che quindi dovrebbero essere le linee guida dello stesso partito per ciò che concerne la Costituzione e i suoi aggiornamenti. Peccato che il Pd a guida Renzi abbia dimenticato completamente questo testo oltre ad aver dimenticato la prima parte della Costituzione stessa. E' difficile far rientrare la riforma costituzionale per la quale andremo a votare il 4 dicembre come una riforma che sia "un fattore di unità nazionale ed integrità sociale", a giudicare infatti dall'acceso dibattito di queste settimane sembra piuttosto una riforma che divide il paese. E lo divide non solo fra maggioranza ed opposizione, fatto già grave per una legge come la Carta Costituzionale che dovrebbe stabilire le regole della convivenza democratica, ma divide anche lo stesso partito di maggioranza che ha proposto, per mano del governo, la riforma stessa. Nemmeno il partito promotore della riforma è unito, impensabile quindi che lo possa essere il paese. E che dire poi del passo di questo manifesto che "obbligherebbe" il Partito Democratico a "mettere fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza" ? E' ancora fresca nella memoria l'ultima votazione alla camera nella quale si è approvata in via definitiva la riforma per sottoporla poi a referendum: una camera semivuota nella quale solo la maggioranza ha partecipato al voto. Questo è avvenuto non per una "bizza" od una "ripicca" delle opposizioni, ma per le modalità attraverso le quali si è svolto il dibattito durante tutto l'iter parlamentare: attravero strattagemmi e voti di fiducia di fatto si è annullata la voce degli oppositori cancellando emendemanti e discussioni. Insomma una riforma che il Partito Democratico ha portato a termine "tradendo" tutti i principi del suo manifesto costitutivo in materia di Costituzione. Un partito che quindi ha continuato nel suo percorso di trasformazione, voluto e imposto da Renzi, che ha spostato l'asse del partito stesso verso il centro destra mettendo in atto riforme come quella del lavoro nella quale si è cancellato qualsiasi diritto dei lavoratori conquistato con anni di lotta. Un partito che, sebbene già scolorito fin dalla sua nascita, con l'approvazione di questa riforma non è stato in grado nemmeno di rispettare i valori sanciti al momento della sua fondazione. Questo è la serietà della formazione politica che si appresta a modificare radicalmente la Costituzione e l'assetto democratico della Repubblica.

domenica 16 ottobre 2016

Ma pensi davvero che voterò SI per qualche decina di euro ? ... NO NO NO


Ponti, slide, soldi di qui, soldi di qua, bonu, sgravi, assunzioni, cancellazioni, e per tutti quelli che rimarranno fuori da questo snocciolamento di cifre ... 10 euro sul canone tv e così vissero felici e contenti in attesa di votare SI il 4 dicembre. Il Presidente del Consiglio mette in scena l'ennesima rappresentazione della legge di stabilità fatta di slides e annunci ma senza dati concreti, testi scritti e cifre consolidate come se fosse una commedia di Dario Fo (pace all'anima sua). La speranza è che tutti coloro che saranno toccati in qualche modo dalla bacchetta magica delle promesse renziane se ne ricordino il 4 dicembre e facciano quella benedetta croce sul SI. Ma qui non siamo alle elezioni europee o qualche altra elezione amministrativa o politica, in quel caso in fin dei conti male che vada il vincitore lo dovremmeo sopportare per 5 anni, il 4 dicembre si vota per una posta più alta: la Costituzione. Se pensiamo che l'attuale Costituzione è in vigore da 68 anni, un SI al 4 dicembre ce lo terremo per diverse decine di anni mentre un NO risedirebbe al mittente una riforma peggiorativa costringendo il parlamento ha prendere atto ed a fare finalmente le vere riforme che servono al paese. Che poi mi viene da ridere quando i sostenitori del SI sostengono la vetustà della nostra carta costituzionale se si pensa alla costituzione degli Stati Uniti nata nel 1787 e mai sottoposta ad una revisione come quella imposta da Renzi. Si sono state effettuate delle correzioni su vari emendamenti ma mai un trattamento di revisione profondo come quello per il quale andremo a votare il 4 dicembre. Comunque la posta in gioco in questo caso non si può comprare con qualche milione di euro da destinare ad una categoria piuttosto che ad un'altra, l'unica strada da seguire è capire (impresa ardua davvero) se la riforma migliorerà o peggiorerà le cose e quindi andare a votare a seconda del nostro pensiero. Purtroppo saremo chiamati a votare su una serie di articoli che riguardano materie diverse che sarebbe stato utilie tenere divise (per esempio nuovo Senato e sua elezione da una parte, riforma del titolo V dall'altra) ma così non è ed allora si tratterà di dare un voto unico a tutta la riforma indipendentemente dai "regali" promessi in questa legge si stabilità. Tralasciamo quindi la sbornia di cifre e sildes concentrandoci sugli articoli della nuoav costituzione che toglierà il voto ai cittadini per il senato violando l'art. 1 che sancisce la sovranità del popolo, per dare vita ad un Senato di politici con doppio lavoro (immaginate un sindaco che debba anche svolgere la funzione di senatore). Grazie Renzi per le tue promesse, ma non serviranno a farmi cambiare idea: IO VOTO NO.

venerdì 14 ottobre 2016

A due mesi dal voto: un NO senza se e senza ma


Sopportare ancora due mesi di discussioni e di tweet sulla Costituzione non sarà semplice per chi ha ormai raggiunto la propria convinzione. Anche perché di dibattiti interessanti e con contenuti adeguati non ce ne sono e si va avanti a botte di tweet e di parole d'ordine propagandistiche che non servono a chiarire le idee. Forse se ognuno si leggesse il testo della riforma e si facesse la propria idea sarebbe la strada migliore, ma non è nemmeno semplice leggere un testo scritto in politichese con continui rimandi a norme e articoli proprio il contrario di quello che dovrebbe essere la Costituzione: semplice e comprensibile a chiunque. La convinzione che questa riforma fosse un pasticcio si è insinuata sin dai dibattiti parlamentari e la versione finale del testo è stata la conferma ci questa convinzione. Ecco le ragioni principali del NO maturate dalla presentazione della riforma ad oggi e che non necessitano altri approfondimenti.
  1. Nessuna legge e nessun riforma che toglie o limita il voto ai cittadini, avrà mai il mio consenso. La democrazia conquistata con tanta fatica non può essere azzoppata come nella nuova costituzione che elimina il voto per il Senato (pur mantenendo questo ramo del parlamento compiti importanti) e per le Province che non sono cancellate ma solamente cambiano denominazione
     
  2. I senatori col doppio incarico politico: i senatori del nuovo senato saranno nominati fra sindaci e consiglieri regionali che si dovranno dividere e fra le due cariche, con minor tempo da dedicare a quella principale (un sindaco che deve anche fare il senatore finirà per svolgere male entrambi i compiti).
  3. Il bicameralismo viene semplicemente complicato introducendo almeno 5 o 6 categorie di legge il cui percorso legislativo seguirà sempre il doppio binario Camera-Senato introducendo però problemi di interpretazione a causa di un articolo scritto in maniera appunto interretabile. Rimane poi un quesito: siamo sicuri che in un paese come il nostro con una classe politica inadeguata che sforna leggi anticostituzionali a ritmo impressionante il bicameralismo vada cancellato e non piuttosto rafforzato ?
     
  4. La riduzione della spesa sarà irrisoria rispetto a quanto si sarebbe potuto ottenere modificando un solo articolo: quello che stabilisce il numero dei deputati e senatori.  
L'unico aspetto parzialmente positivo rimane la modifica del Titolo V che tenta di riassegnare allo Stato competenze che dovrebbe essere univoche per lo Stato stesso e non lasciate al libero arbitrio delle singole regioni. Queste modifiche purtroppo non riguardano la sanità o la riguardano parzialmente mentre è proprio la sanità che rappresenta una delle criticità maggiori che avrebbe avuto bisogno di una unificazione sotto l'egida dello Stato.
Sarebbe stato molto più logico che il referendum avesse previsto quesiti diversi per problematiche molto diverse fra loro, ma poiché il voto sarà solo un Si o un No ... il mio sarà NO e si riparte da capo per fare quella riforma che veramente servirebbe al paese: ridare ai cittadini il potere di scegliere, eliminare la burocrazia, punire senza se e senza ma chi non rispetta la legge, inserire l'obbligo di mandato per cui chi cambia squadra lascia il parlamento.

martedì 11 ottobre 2016

Renzi: Se vince il NO torniamo indietro di 30 anni .... MAGARI


Uno degli slogan preferiti da Matteo Renzi è la "minaccia" (presunta dico io) che se vince il NO l'Italia torna indietro di 30 anni. Benissimo proviamo a immaginare e torniamo indietro al 1986....

- Berlusconi non era ancora entrato in politica e non aveva iniziato a rovinare l'Italia
- Salvini, Bossi e la Lega non esistevano
- Esisteva ancora il Partito Comunista Italiano con circa il 34%
- C'era la destra e la sinistra e se ne conoscevano esattamente le differenze
- Non esisteva il lavoro precario (cococo, jobsact, voucher, partita Iva etc.)
- La pensione era una meta certa
- C'era lo statuto dei lavoratori e l'art. 18
- La benzina costava circa 1.258 lire al litro .. €0.65
- In tv potevi vedere un film senza interruzioni pubblicitarie
- Ancora esistevano i concorsi pubblici
- Non esisteva il salario accessorio (pochi euro per i quali i lavoratori si scannano)
- Non esistevano i ticket nella sanità pubblica
- Se un insegnante puniva un alunno non era denunciato dal genitore dell'alunno stesso
- Appena laureato o diplomato avervi concrete poccibilità di trovare un lavoro stabile e potevi pensare di mettere su famiglia
- L'Iva era al 19%
- Non esistevano i Pockemon e non vedevi per strada una flotta di zombie che camminavano con gli occhi fissi su uno schermo
- Renzi purtroppo era già nato ma aveva solo 10 anni

C'è anche qualche lato negativo: le direzioni dei partiti non erano trasmesse in diretta e quindi non si poteva assistere a spettacoli di vera e propria satira come quelli messi in scena oggi dal Partito Democratico. Le chiamano discussioni democratiche che possono essere sintetizzate in questo modo: 
1. il segretario fa la sua relazione accusando chi contesta la sua linea, 
2. si alternano "veri" lecchini che osannano il segretario e "finti" oppositori che strillano contro il segretario, 
3. il segretario conclude regalando un "mentina" agli oppositori
4. i lecchini votano a favore del segretario e i "finti" oppositori nemmeno votano

Fine dei lavori ed il sipario si chiude. Nel dopo spettacolo i lecchini continuano ad osannare mentre i finti oppositori si dividono fra quelli che riprendono a "strillare" e quelli che abbassano la voce in virtù "della mentina" ricevuta.
Ecco se vince il NO questo ci mancherà molto.

Dopo aver ascoltato le ragioni del SI di Renzi, Boschi e compagnia, i motivi qui esposti mi sembrano molto ma molto più seri per votare NO.

venerdì 7 ottobre 2016

Pubblicità: perché se Bruce Willis passa a Vodafone dovrei farlo anche io ?



Gli spots pubblicitari non mi hanno più entusiasmato dai tempi di Carosello quando la pubblicità era relegata a circa 15 minuti alla sera dopo il telegiornale e si trattava di vere e proprie scenette spesso comiche e piacevoli da vedere. Non si trattava di spot invasivi ma di momenti di spettacolo che ti godevi tranquillamente e senza messaggi eclatanti o fuorvianti come gli attuali. E comunque lasciavano il tempo che trovavano anche in mia madre che quando andava a fare la spesa non comprava certo un prodotto perché lo aveva visto pubblicizzato a Carosello ma quasi sempre perché il rapporto prezzo/qualità la soddisfaceva. Poi sono arrivate le Tv commerciali e la pubblicità ha invaso la televisione tanto che attualmente gli spazi pubblicitari occupano quasi al 50% le ore di trasmissioni. La Tv pubblica, che avrebbe dovuto limitarsi anche in virtù di una canone versatole dai cittadini, ha seguito anche lei quella strada ed anche in maniera più maldestra della tv commerciale (basta guardare un partita sulla Rai ed una su Mediaset o La7 per vedere la differenza). Ed oggi siamo subbissati dagli spot pubblicitari la cui qualità è inversamente proporzionale alla quantità trasmessi. E' rimasto per fortuna l'insegnamento di mia madre: non dare peso alla pubblicità ma piuttosto al rapporto prezzo/qualità di un prodotto. Anzi l'avversione agli spot pubblicitari attuali fa si che più un prodotto venga pubblicizzato e più me ne tenga lontano. Per quale motivo una persona che viene ossessionata da un attore o personaggio dello spettacolo o dello sport in maniera ridicola e banale dovrebbe acquistare o utilizzare il prodotto reclamizzato dal personaggio in questione ? Forse il protagonista di uno spot fosse un personaggio qualunque otterrebbe meno successo ? Secondo me vedere un attore come Bruce Willis o Alessandro Gasman fare il "cretino" per ricercare il segnale di un ipotetico provider di telefonia mobile oppure per osannare una "schifosa" insalata di tonno in scatola rende lo spot ancora più ridicolo di quanto non lo sia nei contenuti, oltre ad essere deleterio per l'attore o lo sportivo di turno. Vedere Claudio Amendola che fa pubblicità ad un sito per scommesse on-line, una delle piaghe della nostra società il gioco dìazzardo, rende lo stesso attore odioso e se capita di vederlo in qualche trasmissione tv o film non si può che pensare alla sua pubblicità. Meglio sicuramente gli spot che "esaltano" fino all'eccesso le qualità "miracolose" di un prodotto facendo ricorso a volti sconosciuti, anche se poi la qualità del messaggio è talmante di basso livello che personalmente quando vado a fare acquisti, non ricordo nessuno di quei prodotti.

giovedì 6 ottobre 2016

Per la serie tutti i motivi del NO .... semplicemente perché chi promuove la riforma spara falsità una dietro l'altra


Purtroppo ancora una volta non è facile entrare nel merito e sostenere le motivazioni del NO, ma è indispensabile smascherare tutte le fandonie che il presidente del consiglio ed i suoi accoliti nella campagna per il sostenimento del Si al referendum. Si è già parlato del quesito referendario ingannevole e che indirizza l'elettore inequivocabilmente verso il SI indicando nel titolo della legge solo alcuni dei punti toccati dalla riforma ma soprattutto falsificando poi i contenuti della legge stessa. Oggi sappiamo per bocca di Matteo Renzi che quel titolo era a conoscenza delle opposizioni e che è mai stato emendato nel corso del dibattito parlamentare. Ora, volendo anche mettere da parte le modalità attraverso le quali si è svolto il dibattito (cancellando di fatto qualsiasi emendemento proposto dalla opposizione attraverso voti di fiducia e canguri), in realtà si scopre che le affermazioni del Presidente del Consiglio sono FALSE. Ecco infatti una serie di emendamenti proposti dal M5S intesi a modificare quel titolo ingannevole (se non si leggono bene nell'immagine il testo lo trovate qui). Devo dire che durante il dibattito in qualche occasioni avevo notato gli emendamenti che mi erano sembrati volti semplicemente a fare opposizione, oggi invece si scopre che gli emendamenti avevano un obiettivo ben preciso ed importante: quello di sottrarre gli elettori dalla vera e propria truffa che si stava perpretando ai loro danni con la scheda per il voto referendario. Ecco allora che questo episodio, che viene completamente alla luce con le false accuse da parte di Matteo Renzi verso le opposizioni colpevoli di non aver emandato il titolo, dimostra ancora una volta il carattere autoritario del capo del governo che per sponsorizzare la sua riforma anche e soprattutto attraverso una serie di spot falsi, tendenziosi e fuorvianti. Se sta accadendo questo in un paese che ha ancora una costituzione che almeno negli intenti garantisce la demcorazia, che cosa potrà accadere quando la nuova costituzione per esempio toglie il voto ai cittadini per un ramo del parlamento che rimane e che ha un ruolo decisivo per leggi importanti come quelle che riguardano le leggi europee ? E che credibilità può avere un governo ed una maggioranza che, oltre ad usurpare il termine democratico, è disposto a tutto più di far valere la sua linea: dalla sostituzione dei propri parlamentari nelle commissioni, al ricorso al voto di fiducia per leggi essenziali come la legge elettorale e la riforma della costituzione che dovrebbero patrimonio di tutti, all'inganno in nome della semplicità perpretato su una scheda referendaria, alle bugie ed alla falsità come se si trattasse di un semplice spot pubblicitario per promuovere una riforma che trasformerà una democrazia in una oligarchia. Per tutto questo VOTO NO

mercoledì 5 ottobre 2016

Per la serie tutti i motivi del NO ..... i tweet di Renzi e del Pd aiutano ...


Benché il presidente del consiglio faccia di tutto, maldestramente a dire il vero, per cancellare la personalizzazione del prossimo referendum constituzionale, è impossibile non andare a votare senza pensare ad un voto comunque pro o contro il governo. E non solo per le sua dichiarazioni appena approvata la riforma (se vince il No mi dimetto e lascio la politica) ma anche e soprattutto per come il testo della nuova costituzione è stato approvato dal parlamento. Intanto la riforma è stata proposta dallo stesso governo, contrariamente a quanto dovrebbe accadere per una riforma della costituzione che dovrebbe essere materia del parlamento, poi il percorso parlamentare è stato tempestato sia di emendamenti inutili da parte dell'opposizione (basta ricordare gli 8 milioni di Calderoli) sia di canguri, voti di fiducia, rifiuti di modifiche per arrivare allo scandalo del voto finale in un'aula occupata solo dai parlamentari della maggioranza. Insomma la Costituzione che dovrebbe essere un patrimonio di tutti è stata trattata alla stregua di una semplice legge approvata con il voto del governo. In questa situazione risulta poi difficile votare esclusivamente per il merito della riforma ma chiunque, anche inconsapevolmente pensa di votare o contro o a favore del governo. Anche l'alto numero di astensioni che i sondaggi prevedono confermano che il valore di questo voto sarà ridotto rispetto a quello che dovrebbe essere. Il Partito Democratico poi, nonostante il tentativo di spersonalizzazione del suo segretario, continua nel trattare l'argomento a suon di parole d'ordine e di slogan che sono esclusivamente delle dichiarazioni di fede e non certo di spiegazione del merito. D'altra parte se si va a colpi di tweet rimane difficile spiegare la riforma a botte di 140 caratteri. Ecco alcuni tweet lanciati oggi:

Con questa scelta ci giochiamo il fututo dei prossimi 20 anni. Accompagnatemi in questo percorso di riforma spiegando #LeRagioniDelSì

O si vota sì e la riforma passa o si vota no e di riforme costituzionali non si parlerà per anni

La riforma costituzionale vuole dare più semplicità all'Italia

Altro che riduzione della democrazia noi stiamo riducendo la burocrazia

Insomma se non passa la riforma non se ne potranno fare altre per anni ... e non si capisce perché visto che di riforme costituzionali ne sono state fatte diverse da quando è stata varata la nostra carta costituzionale, l'ultima quella di Berlusconi nel 2006 e quella che ha "sciaguratamente" introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione. Si vuole dare più semplicità all'Italia ma naturalmente non si dice in che modo considerato che per stabilire se una legge dovrà passare in Senato ci vorrà un'interpretazione autentica ammesso che chi l'ha scritta sappia anche cosa ha scritto. Per non parlare poi di una delle più enormi bufale che rguarda la riduzione della burocrazia: si sta cambiando la costituzione non certo la miriade di legge e leggine che nel nostro paese danno origine ad una burocrazia asfissiante. Che poi la burocrazia è figlia anche di un popolo, quello italiano, il cui sport preferito è tentare di aggirare e fregare la legge che per tentare d arginare i raggiri diventa sempre più complessa, insomma il classico cane che si morde la coda. Le riforme di cui avrebbe bisogno il paese sono altre: prima su tutte una classe politica non corrotta che non aspettasse alcun grado di giudizio per dimettersi quando sospettata di qualche reato e soprattutto una classe politica coerente e rispettosa del voto popolare che non cambiasse bandiera ad ogni cambio del vento.
 

martedì 4 ottobre 2016

Per la serie tutti i motivi del NO .... si cambia prima di applicarla totalmente






Uno dei cavalli di battaglia di Renzi e soci per promuovere il Si riguarda il fatto che la riforma Boschi-Renzi-Verdini riguarda solo la seconda parte della Costituzione e non i principi fondamentali che nessuno si sogna di toccare. In realtà quei principi non saranno modificati formalmente ma rimarranno comunque inapplicati soprattutto per quegli aspetti pervisti dall'attuale Costituzione e non attuati. In effetti la parte II della carta costituzionale dovrebbe riguardare gli strumenti tecnici per attuare i principi contenuti nella prima parte, ma non si capisce, e nessuno lo spiega, come la riforma possa agevolare il rispetto di tali principi. Forse prima di modificare la seconda parte sarebbe stato meglio applicare totalmente la prima parte che invece è completamente disattesa in diverse parti. Addirittura la riforma proposta entra in rotta di collisione con l'art. 1 della Costituzione che assegna al popolo la sovranità, una sovranità azzoppata dalla riforma che toglie ai cittadini il voto per l'elezione del Senato. Ecco che per questa seconda camera, che rimane di importanza non indifferente per molte problematiche non secondaria, è sottratta all'elezione popolare e sarà nominata dalla politica addirittura eleggendo alla importante carica di senatore sindaci e consiglieri regionali costretti a svolgere un doppio incarico. Se questa non è cancellazione della sovranità popolare non saprei proprio come chiamarla. Questa inosservanza della prima parte della carta costituzionale si va a sommare alle altre già presenti uno dei principali proprio nell'articolo 1: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro" e nell'art. 4: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto" Si può dire che il diritto al lavoro è effettivo per tutti i cittadini quando la disoccupazione giovanile viaggia al 40% ? E in che modo che le modifiche apportate alla seconda parte renderanno effettivo questo diritto a tutti i cittadini ? Piuttosto che sprecare tempo a cambiare 47 articoli non sarebbe stato molto meglio fare in modo di rispettare i principi sanciti dalla prima parte ? E non sarebbe stato questo il vero compito di un partito di governo che ha l'ambizione (e la sfacciataggine dico io) di inserire nel suo nome il termine democratico ? Ed ancora art. 32: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Un altro diritto sancito dalla costituzione e negato alla maggioranza dei cittadini a meno che non si voglia considerare rispettato questo diritto quando si va a prenotare una visita urgente e ci dicono che c'è una lista di attesa di sei mesi mentre se sborsate 100 euro l'esame ve lo fanno in tempo reale. Ecco un governo e un parlamento serio prima di pensare ad apportare modifiche ad una costituzione disattesa in molti dei suoi principi fondamentali dovrebbero preoccuparsi di appunto di consentire il rispetto dei diritti sanciti da quei principi. A meno che la riforma non abbia proprio l'obiettivo di affossare ancora di più quei diritti in modo da dare vita ad uno stato nel quale chi arriva al potere, più o meno in maniera democratica (uno stato dove va a votare la metà dei cittadini aventi diritto non può definirsi democratico ed ha comunque fallito), possa governare indisturbato grazie a norme costituzionali che lo agevolano indipendentemente dal consenso più o meno minoritario.

Per la serie tutti i motivi del NO .... chi l'ha scritta


L'idea di votare No è maturata subito fin dalle prime battute in parlamento prima ancora di conoscerne il contenuto delle modifiche che proposte all'attuale costituzione. Il motivo sta nella mancanza di autorevolezza da parte di chi ha scritto le modifiche e di chi poi alla fine le ha approvate. Un parlamento che non ha i requisiti per cambiare nemmeno una virgola della Costituzione in quanto si tratta di un parlamento eletto con una legge dichiarata poi incostituzionale. La consulta, dopo aver dichiarato il Porcellum incostituzionale, si è poi esercitata in un volo pindarico per garantire la legittimità al parlamento stesso e non dare origine ad un vuoto politico non di poco conto: a cascata sarebbero risultati illegittimi il Presidente della Repubblica e la Consulta stessa compresi tutte le nomine effettuate da senatori e deputati della legislatura attuale ma anche delle passate legislature. Sancire la legittimità era un atto dovuto, ma un parlamento serio avrebbe dovuto prendere atto della sentenza, approvare una nuova legge elettorale cancellando gli aspetti incostituzionali e quindi andare di nuovo al voto. Questo avrebbe consentito di avere un nuovo parlamento che a pieno titolo si sarebbe potuto dedicare alle riforme. Ed invece si è arrivati a modificare si la legge elettorale (probabilmente reintroducendo altri elementi di incostituzionalità) approvandone una che già da per scontato l'esito della riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum. Infatti l'attuale Italicum non prevede l'elezione del Senato e quindi, qualora il referendum fosse respinto, anche la legge elettorale dovrebbe comunque essere rivista. Un gran pasticcio che mette ulteriormente in evidenza l'inadeguatezza dell'attuale parlamento. Oltre a questo aspetto, sempre come consequenza della legge elettorale, si è arrivati all'approvazione della riforma Costituzionale da parte di una minoranza piuttosto che, come dovrebbe essere, da una ben nutrita maggioranza. La riforma è stata approvata da una maggioranza che rappresenta nel paese circa il 15-20% degli elettori e come se non bastasse la stessa riforma è stata approvata a colpi di fiducia, di tagli di emendamenti fino ad arrivare all'approvazione definitva con la presenza in aula della sola maggioranza. Insomma un altro grandissimo pasticcio che solo per questo motivo meriterebbe di essere respinta al mittente dal voto popolare. La Costituzione, nata dopo il periodo fascista e dopo la tragedia del nazismo, mette in atto limiti, vincoli, regole al potere in modo da evitare il ripetersi della salita al potere di un singolo potere costituito. La nuova Costituzione, stravolta dall'attuale riforma, è scritta invece in modo da facilitare questa l'ascesa al potere di una minoranza in nome della governabilità e della efficienza. Ed infatti, altro evento anomalo, la riforma, di fatto è stata scritta e varata dal governo, mentre invece il governo non avrebbe niente a che fare con le funzioni del governo stesso. L'attuale Costituzione è stata emenata quasi all'unanimità assumendo quindi un valore simbolico non indifferente, la nuova costituzione approvata a colpi di maggioranza e proposta dal governo, perde di fatto tutto questo valore simbolico e rimane una legge non condivisa dal parlamento: una Costituzione di serie B rispetto a quella che attualmente regola la vita delle istituzioni del paese.