giovedì 30 maggio 2013

Tutti contro se stessi ... Pd contro Pd, Pdl contro Pdl, Grillo contro i grillini

Le grandi ammucchiate politiche non si addicono certo ad un paese come l'Italia e le vicende politiche di questi giorni ne sono l'esempio lampante. Pd e Pdl non avendo più un avversario politico non trovano di meglio che polemizzare al loro interno, un fatto che se è normale per il Partito Democratico, è un po' anomalo per il Pdl abituato ad ubbidire agli ordini del suo padrone. Ma questa santa alleanza alla fine porta allo sfinimento i due ex-contendenti. Ed ecco allora che mentre nel Pd il sindaco Renzi riprende a fare la sua opera di guastatore per minare Letta ed il suo governo, nel Pdl sale la rivolta contro il delfino di Berlusconi, Angelino Alfano, che svolge le funzioni di asso pigliatutto: segretario del partito, vice-presidente del consiglio e ministro dell'interno. Due partiti quindi che costretti ad andare a braccetto dopo due decenni di lotta senza quartiere, condotta solo a parole perchè nei fatti almeno il Partito Democratico ha fatto ben poco, rivolgono la loro litigiosità al proprio interno. Al Pd questo nuovo atteggiamento riesce molto bene grazie alla presenza al suo interno di diverse anime incompatibili fra loro, una delle quali guidate dall'infiltrato del cavaliere, Matteo Renzi. Più sorprendente invece le lotte intestine che stanno prendendo piede all'interno del Partito della Libertà, un partito costituito da leccapiedi di Berlusconi, ma sicuramente si tratterà di una lotta di breve durata fino a quando il cavaliere non alzerà la voce e tutti torneranno buoni buoni ai loro posti. Da questo processo di autodistruzione non si sottrae nemmeno il nuovo che avanza, il partito dei seguaci di Grillo, ma qui l'unico ad avere diritto di parola è il saltimbanco che stufo ormai di sparare contro Pd e Pdl, ora se la prende anche con Stefano Rodotà, uno dei candidati del grillini alla presidenza della repubblica. Insomma Grillo nel breve giro di due mesi ha fatto fuori oltre al patrimonio di voti ricevuti a febbraio, anche i due candidati proposti alla carica di Presidente della Repubblica: la Gabbanelli prima e Rodotà dopo, rei di aver mosso delle critiche alla gestione del movimento da parte del saltimbanco e del suo tutor Casaleggio. Ecco queste sono le attività dei tre principali partiti del parlamento italiano mentre i problemi si aggravano: lavoro, disoccupazione, tasse e calo dei consumi su tutti i fronti. Ma a loro che importa ?

mercoledì 29 maggio 2013

Elezioni amministrative tutti vincitori. Anche Grillo che trasforma il clamoroso flop in un successo elettorale.

Fa una certa impressione leggere l'analisi del voto dal teorico del vaffa, del tutti a casa, dell'apriscatole, del siete circondati, e leggere anche da parte dell'antipolitico per eccellenza un ragionamento in linea con la solita vecchia stantia politica italiana. Sappiamo bene che nel nostro paese indipendentemente dalla legge elettorale, dal sistema elettorale e soprattutto dal risultato elettorale, in ultima analisi i nostri politici sono talmente bravi da rigirare i numeri in modo da interpretarli a proprio vantaggio. Nessuno perde mai, nessuno esce sconfitto e tutti hanno motivo di trovare nelle pieghe dei risultati quel risvolto che fa apparire i propri numeri come una vittoria. Oggi ecco che anche l'ultimo arrivato nel panorama politico italiano, quello che doveva stravolgere tutti e dare vita ad una vera e propria rivoluzione, si allinea con questo tipo di ragionamento e fa apparire la "batosta" dei grillini come una vera e propria vittoria. Una storia che gli italiani conoscono bene e che ha portato negli anni al disastro attuale della politica e dei partiti politici che si sono mangiati tutta la loro credibilità. Una fine che farà anche il Movimento 5 stelle e lo farà ad una velocità supersonica considerato che in soli tre mesi ha delapidato un patrimonio di 9 milioni di voti quasi dimezzandolo. Il giochino di Grillo per dimostrare la vittoria è piuttosto ingenuo e banale ma sufficiente per irretire i suoi accoliti per la stragrande maggioranza privati di una propria capacità di analisi e di ragionare. Il comico indossa i panni del matematico e basa tutta la sua teoria confrontando il numero di voti, in termini assoluti, ottenuti dai vari partiti nelle amministrative del 2008 ed in quelle di domenica scorsa. Un giochino semplice e corretto dal punto di vista puramente matematico ma che tralascia un fattore critico che inficia tutto il suo ragionamento. Grillo infatti non tiene in considerazione il numero di astenuti che sono stati quasi il 40% dei votanti ed allora è chiaro che in termini assoluti i voti di ciascun partito sono vistosamente calati a causa appunto del minor numero di voti validi. Un calo che non può certo toccare il Movimento 5 stelle considerato che nel 2008 i grillini costituivano un partito che viaggiava su una percentuale fra l'1% ed il 3% ed allora il Movimento nel cofronto 2013-2008 risulta fortmente in attivo. Per il Movimento il confronto non è certamente un  dato omogeneo come quello di partiti già presenti da diversi anni sulla scena politica. Rimane poi il problema che se i risultati elettorali si analizzano semplicemente dal punto di vista numerico si finisce per ottenere un'analisi puramente matematica di alcun significato politico. Anche Grillo poi nel suo ragionamento non prende in considerazione il dato più eclatante, il numero degli astenuti, il vero primo partito italiano e quindi tutto il suo ragionamento perde di valore politico. Di fatto Grillo e Casaleggio, dopo l'inaspettato successo alle elezioni politiche del febbraio scorso, si aspettavano di conquistare chissà quanti comuni compreso magari Roma ed invece i candidati del M5S non sono arrivati al ballottaggio in alcuna città, dimezzando il proprio consenso se non addirittura riducendolo di 2/3 come in Val d'Aosta. Ma Grillo non ha capito o almeno fa finta di non capire che i voti ottenuti alle politiche erano per la maggior parte voti di protesta da parte di gente che sperava che i grillini iniziassero quel cambiamento promesso. L'arroccarsi nelle proprie posizione, l'aver favorito il ritorno di Berlusconi al governo e soprattutto il tenersi lontano dai mezzi di informazione ha causato il flop alle elezioni amministrative, un tipo di elezioni dove la presenza sul territorio è fondamentale, ma se si delega ad un blog gestito da un guru tutta la propria propaganda politica, questa presenza non può che venire a mancare. E così la protesta si è indirizzata dal M5S all'astensione. Grillo comunque continua a seguire la propria linea e questo potrà avere un solo effetto: l'autodistruzione del Movimento ancora prima che possa combinare qualcosa oltre che occuparsi delle proprie spese e dei propri scontrini. Non sarà una grande perdita.

lunedì 27 maggio 2013

Dal cri cri al crak crak

Stanno arrivando i primi risultati delle elezioni amministrative che si sono svolte in molti comuni d'Italiana e nella regione Val d'Aosta e si profila la più grande sconfitta che un partito abbia mai registrato nel giro di soli tre mesi, quella del Movimento 5 Stelle. In pochi mesi i grillini, i parlamentari, Grillo ed il santone Casaleggio con la loro intransigenza hanno dilapidato un consenso costituito da molti delusi dalla politica dei partiti tradizionali. Un dato confermato anche dal successo di quello che ormai è diventato, già dalle ultime elezioni politiche, il primo partito in italia: il partito dell'astensione. Se alle elezioni politiche il disaffezionamento alla politica si era tradotto in circa 9 milioni di voti per Grillo, oggi il Movimento 5 stelle, con la sua politica intransigente a livello nazionale (politica il cui principale risultato è stato riportare in auge il Pdl guidato da Berlusconi), ha convinto circa il 40% degli elettori a restarsene a casa. Grillo quindi può annoverare un record invidiabile: quello di aver dilapidato in soli tre mesi oltre la metà dei consensi ricevuti a febbraio. Emblematico il commento del Movimento in Val d'Aosta dove sono stati persi i due terzi dei voti, dal 18,5% al 6,62%, in linea con la politica più becera che non riconosce mai la propria sconfitta "Abbiamo avuto un buon risultato ma siamo stati penalizzati da una legge elettorale vergognosa". Insomma anche Grillo è sceso sulla terra, sprofondando addirittura sotto terra a dimostrazione che una volta che si ottiene il conenso grazie agli strilli, alle urla ed ai vaffa, è necessario far seguire a queste esternazioni i fatti perchè poi le urla si perdono nel nulla se non si perseguono risultati concreti. E non è sufficiente mandare in parlamento gente comune perchè si è finito per contrapporre alla cattiva politica dei partiti tradizionali, un'altra, per certi versi, cattiva politica fatta non solo di inesperienza ma anche di incompetenza. Oggi si può senz'altro dire che la politica tutta, compresi coloro che si chiamano fuori per il solo fatto di definirsi un movimento, ha fallito su tutta la linea e non rappresenta più non solo il paese ma nemmeno la realtà locali come sono i comuni. L'elettorato tutto ha subito un tradimento nelle ultime elezioni politiche, partendo dal Pdl e Pd che si ritrovano a governare insieme mentre i propri elettori certo non l'avrebbero mai voluto, arrivando al Movimento 5 stelle che ha subito tradito il cambiamento promesso, ed oggi i traditi si rifiutano di esercitare il loro diritto di voto verso chi ormai non rappresenta più nessuno.

venerdì 24 maggio 2013

Parole, parole .... ma nessuno sa che cosa fare


Dopo venti anni di disastri e di non governo, l'Italia è il paese, fra gli 8 paesi più industrializzati, che soffre maggiormente la crisi. E questo grazie soprattutto ai due ultimi governi del centro destra troppo impegnati prima a risolvere i problemi giudiziari del plastificato, poi a negare la crisi che invece stava affondando le radici nel paese. La breve pausa del governo Prodi, è stata utilizzata dal centro sinistra per far rientrare l'Italia nei parametri europei, sforati dal governo Forza Italia- Lega nel quinquennio 2001-2006, dimenticando però di mettere in cantiere alcune riforme essenziali che avrebbero dovuto essere prioritarie per riparare i danni del secondo governo del tizio. Così non è stato anche a causa della distrazione di massa messa in atto dal centro sinistra per realizzare il carrozzone del Partito Democratico, e cosi' il terzo governo Berlusconi ha finito per portare il paese in un baratro dal quale ci vorranno ancora anni prima di venirne fuori. Oggi il problema sostanziale sta nel fatto che nessuna delle forze politiche sa che cosa esattamente fare per uscire fuori da una situazione che ha riportato l'Italia indietro di 50 anni, e la discesa la retromarcia ancora non è stata disinnescata. Nessuno sa che cosa fare per il lavoro, per invertire la tendenza della disoccupazione galoppante, problema che costituisce la base di qualsiasi politica che persegua l'obiettivo di far uscire il paese dalla crisi. Senza lavoro qualsiasi riforma, qualsiasi intervento si metta in atto è destinato a fallire miseramente. E' tutto qui il nocciolo della questione ed è tutto qui il problema che nessuno sa come affrontare. Sia in campagna elettorale, sia nelle settimane immediatamente successive alle elezioni, sia in questi giorni con la nuova ammucchiata governtiva la parola lavoro è assente dai programmi di tutte le forze politiche se non per i principi di massima sui quali si è tutti d'accordo. Ma c'è qualcuno che fa proposte serie per ridare vita al paese e per riportare il lavoro fra i giovani ? Di queste proposte e iniziative non si sente parlare. Si parla di Imu, di Iva, di riforma elettorale, di processi, di scontrini fiscali, di bombardieri e navi per garantire la pace, insomma tutti argomenti marginali rispetto al problema dei problemi. Qui sta il vero dramma di un paese che sta morendo: situazione critica a parte non c'e' nessuna prospettiva da come uscire da questa situazione. E vada per le forze politiche che occupano il parlamento da qualche legislatura, ma nemmeno le nuove forze o meglio la nuova forza, quella del Movimento 5 stelle, ha portato qualche nuova prospettiva, vanificando le speranza di molti suoi elettori. Un movimento troppo condizionato dalla "dittatura" del suo fondatore da una parte e dalla completa inesperienza e inadeguatezza dei suoi parlamentari. Ed ecco che allora anche questi parlamentari finiscono per fare proposte od occuparsi di problemi marginali, che dimostrano si la loro attività, ma che sono ininfluenti sui problemi del paese e lontani dai bisogni reali. Insomma di parole ne vengono prodotte moltissime ogni giorno, ma di fatti non se ne vede nemmeno l'ombra.

martedì 21 maggio 2013

Il problema dell'Italia ? Una classe politica vecchia e nuova totalmente inadeguata

Le cronache politiche italiane sembrano la strana rappresentazione di un film fantascientifico, niente a che fare con quella stagione degli anni 60-70 che prese il nome di neorealismo durante la quale si cercava nella sle cinematografiche di raccontare la vita reale del paese. Oggi la politica, nel momento più grave della storia socioeconomica del paese dalla fine della guerra, sembra sempre più vivere su un altro pianeta e non solo per i "tradimenti" messi in atto da tutti gli attori verso l'elettorato, quanto poi per occuparsi di questioni marginali rispetto ai bisogno reali della popolazione. Ogni giorno governo e parlamento si dovrebbero occupare del problema più grave che ha il paese in questo momento, senza la cui soluzione non si va da nessuna parte: il lavoro. Inutile rimandare o far risparmiare agli italiani una tassa come l'Imu se poi non si consente ai giovani di lavorare e di crearsi un futuro, quei 100-300 euro risparmiati svaniranno nell'attimo di un respiro e non risolveranno proprio un bel niente. Senza poi parlare del fatto che quei 300 euro saranno recuperati in qualche altro modo. Ma i vari partiti si occupano soprattutto di questioni ben più ininfluenti dell'Imu sulle sorti della nostra economia. Il grande dibattito in questi giorni, portato avanti da quel movimento che avrebbe dovuto cambiare tutto il cambiabile in Italia, riguarda l'ineleggibilità di Berlusconi. Signori grillini e signori del Pd, ma chi se ne frega a questo punto se Berlusconi sia ineleggibile oppure no. In un paese non dico normale ma quanto meno con una democrazia salda, Berlusconi sarebbe stato preso a calci dal suo stesso partito prima e dagli elettori poi, ma noni italiani siamo un popolo di furbi pronti a seguire qualsiasi pifferaio che si metta a vaneggiare alzando la voce e magari lanciando improberi ed offese verso tutti. Il successo del Pdl prima e del Movimento 5 stelle non può che essere dovuto a questo: due personaggi molto bravi a tenere la scena, due attori nati che, ognuno a modo suo, sono riusciti a depistare dal loro vuoto politico milioni di persone. A questa lotta per l'ineleggibilità del cavaliere (fra l'altro venuta fuori dopo che oltre 8 milioni di persone lo hanno votato), il Pd, sempre pronto a distinguersi nelle proposte-cavolate, aggiunge una norma tesa a impedire ai movimenti, tipo quello dei grillini, di presentarsi alle elezioni. Alla faccia della democrazia insomma. Il Partito Democratico, ormai allo sbando, considerato che non riesce ad imporsi con le idee, con i programmi sta pensando bene di ricorrere a decreti e leggi ad partitum per eliminare in un colpo solo Berlusconi e Grillo. Sta tutta qui l'anomalia italiana. Mentre da una parte ci sono due formazioni politiche ad personam, che hanno fondato il loro successo sui rispettivi fondatori e sulla loro capacità comunicativa, dall'altra abbiamo un partito che non avendo a disposizione un personaggio come Berlusconi o come Grillo, avrebbe dovuto rappresentare la vera forza politica trainante con progetti, programmi e idee. Ma questa forza politica oltre a non avere un comunicatore, non ha nemmeno un'anima a causa della estrema eterogeneità degli appartenenti al partito. Un'eterogeneità che ha permesso di far parte del partito fino a ricoprire incarichi importanti a personaggi come Renzi, un vero e proprio infiltrato dalle file nemiche. Ecco allora che nessuno ha idee su come risolvere la crisi. Da una parte c'è un uomo il cui unico obiettivo è sempre stato quello di garantirsi una specie di immunità a vita, dall'altra un comico schizzofrenico che si è circondato da persone totalmente digiune dalla politica e dai meccanismi delle istituzioni (come se alla Ferrari dopo la scomparsa di Enzo avessero messo alla sua guida uno scaricatore di porto, con tutto il rispetto per questi lavoratori) in modo da poterle manipolare a proprio piacimento, ed infine un partito incapace di dare vita ad un progetto politico solido per governare un paese in piena crisi economica, finanziaria e sociale. L'inciucio è questo ... oggi in Italia non esiste una classe politica adeguata per il governo di un paese democratico e quindi sottostiamo al potere dell'europa e della BCE.

domenica 19 maggio 2013

Il Partito Democratico figlio di una mutazione genetica


Il Partito Democratico e' sempre sembrato come una strana cosa agli occhi di chi aveva vissuto gli occhi gloriosi del Partito Comunista Italiano, gli anni 70, l'epoca per intenderci di Enrico Berlinguer. E' vero che il grande segretario del PCI fu l'ideologo del compromesso storico, messo a punto con Aldo Moro, ucciso poi dalle Brigate Rosse, ma quel compromesso non aveva niente a che vedere con la "sottomissione" attuale del Partito Democratico al Pdl di Berlusconi. Che il Pd fosse un grande carrozzone, una specie di arca di Noe' che raccattava chiunque volesse salire a bordo (almeno Noe' accettava solo due esemplari, uno maschio ed uno femmina, per ogni specie) senza porre limiti nè di provenienza nè tanto meno di ideologia. Una specie di Torre di Babele politica che non avrebbe potuto che generare caos nella sinistra italiana portandola allo sfascio. Dopo il primo successo conseguito subito all'indomani della sua formazione, la caduta del governo Prodi, il Pd ha inanellato una serie di successi negativi fino ad arrivare alle vicende di questi ultimi mesi che probabilmenti porteranno alla fine annunciata di questo partito. Il fatto impressionante è constatare come certi personaggi che hanno una storia completamente diversa e connotata come appartenente alla sinistra italiana, abbiano cambiato completamente idee nel momento in cui sono entrati a far parte del Partito Democatico e soprattutto dopo che arrivano a posti di responsabilità all'interno del partito stesso. Il caso emblematico di questa trasformazione arriva proprio oggi da Guglielmo Epifani, nuovo segretario del partito ed ex segretario del maggior sindacato italiano, la CGIL. Due esternazioni oggi che se provenissero dalla bocca dell'Epifani segretario della CGIL avrebbero fatto pensare ad una dichiarazione rilsciata sotto l'effetto di una grande sbronza o di droghe pesanti. Un ex sindacalista che si pronuncia per l'inutilità di manifestazioni di piazza, riferendosi a quella di ieri della Fiom, non può che avere due spiegazioni: o ha avuto un episodio di amnesia irreversibile oppure è stato sottoposto ad un processo di mutazione genetica per poter far parte del Partito Democratico. Epifani di fatto ha rinnegato il suo passato da sindacalista quando era lui invece di Landini ad organizzare manifestazioni di quel genere, ma al buon segretario non è stata sufficiente questa incredibile dichiarazione. Ha proseguito criticando Vendola e affermando che non gli piace chi scappa davanti alle difficoltà, riferendosi naturalmente a Vendola ed al voto dei suoi contrario alla fiducia del governo Letta. Eh no caro Epifani, Vendola, purchè non mi sia politicamente simpatico, non è fuggito ma ha solo voluto mantenere ciò che aveva promesso in campagna elettorale: "Mai un governo con Berlusconi". Lui non è fuggito ma di sicuro voi avete "bruciato" milioni di voti di cittadini che ancora credevano nel vostro carrozzone. Ed allora come non pensare ad una mutazione genetica per dare una spiegazione a certe affermazioni difficilmente giustificabili ?

venerdì 17 maggio 2013

Oggi sembrava di essere a tutto il calcio minuto per minuto .... ma era politica

E' venerdì ma sembrava una domenica di altri tempi quando alle 14.30 si accendeva la radiolina a batteria e si ascoltava la mitica trasmissione "Tutto il calcio minuto per minuto" per seguire le partite di seria A, serie B e sierie C che si giocavano tutte insieme. Un tourbillion di collegamenti, commenti, goal, una goduria che ormai altro non è che un lontano ricordo. Oggi però i nostri politici hanno voluto farci rivivere una di quelle epiche domeniche grazie ad una serie di avvenimenti che ben si collocano in ambito calcistico.
Si inizia con il governo che pensa ed il goal fantasma. Alfano annuncia che è stata segnata una rete ed invece è stato semplicemente colpito un palo. Si il solerte leccapiedi del magnaccia di Arcore scambia un tiro finito sui legni con una rete, l'Imu, la famigerata tassa sulla casa non è stata abolita ma semplicemente rimandata. La prima rata con scadenza 16 giungo 2013, è stata spostata al 16 settembre 2013 in modo che nel giro di 3 mesi ci ritroveremo a versare tutto ciò che lo scorso anno abbiamo pagato in 6 mesi. Ma per gli allocchi che ci credono basta urlare al goal e tutti sono convinti di essere in vantaggio.
Dopo il goal fantasma la linea passa al Pdl, che esulta per una vittoria non ancora conseguita e prima ancora che l'arbitro fischi la fine della partita. E quando questa partita sarà finita, il tizio dirà, così come ha urlato oggi, di aver vinto, ma in realtà tutti, anche i cerebrolesi che lo hanno votato, si renderanno conto di aver ancora una volta perso come accade ormai da venti anni. Intanto non sarà restituita l'Imu del 2012 come promesso, ma naturalmente nessuno più lo ricorda, e poi l'Imu, che per ora è solo rinviata, se andrà bene sarà abolita ma per essere trasformata e conglobata in un'altra tassa omnicomprensiva di Imu e Tarsu. Ma cambiando nome, di fatto l'Imu non esisteraà piu', come dare torto al plastificato.
Passiamo ora la linea ad un campo dove ormai non si gioca più a causa di un'invasione che ha causato la sospensione della partita. E' il campo del Partito Democratico ormai in balia degli avversari interni ed esterni che lo rendono incapace di imporre un gioco proprio. Il capitano di questa squadra allo sbando ormai segue i dettami ed il gioco dell'avversario di sempre, segnando un autogoal dopo l'altro, una squadra allo sbando che alla fine di questa partita probabilmente si scioglierà e non avrà alcun futuro.
Infine un breve collegamento per quelli che hanno scelto di non giocare e di stare in panchina, i grillini del Movimento 5 Stelle. Fuori dal gioco, incapaci di far valere il proprio potenziale, ormai nessun allenatore li farà scendere in campo e si dovranno accontentare dei vaneggiamenti del loro presidente, che come tutti i presidenti non capisce niente di calcio ed in questo caso di politica. A fine stagione questa squadra sarà fortemente svalutata e potrà essere comprata con due lire per andare a rinforzare magari proprio lo squadrone del tizio che probabilmente farà mambassa di yutte i titoli ed anche delle amichevoli.
Il campionato italiano ? Una volta era il più bello del mondo ... ora addirittura esportiamo giocatori ed allenatori ... solo i politici non varcano i confini della nazione.

mercoledì 15 maggio 2013

Il movimento 5 stelle entra a tutti gli effetti a far parte della casta


"Lo manderemo tutti a casa", "Apriremo il parlamento con un apriscatole", "Arrendetevi siete circondati", "Siete degli zombie viventi". Sono alcuni dei gridi di battaglia con i quali per mesi Grillo ha tuonato su tutti i media nazionali, giornali e televisioni, facendo presa in oltre 8 milioni di elettori. Non era difficile conquistare cosi' tanta gente dopo gli scandali che hanno attraversato tutti i partiti politici e dopo le difficoltà ad abbattere i priviligei dei politici stessi in un momento nel quale si chiedono grandi sacrifici al paese. Sacrifici insopportabili che hanno portato molte persone ad atti estremi come il suicidio. Riporre la fiducia a chi prometteva di abbattere questi privilegi e di ristabilire un minimo di uguaglianza sociale era da mettere in conto. Quello che non ci si aspettava che questa fiducia fosse tradita in soli tre mesi e che quel movimento che avrebbe dovuto portare la rivoluzione dentro il parlamento in poco tempo si è immediatamente adeguato ai comportamenti della cosidetta casta. In tre mesi i grillini non hanno saputo altro che riconsegnare il paese a Berlusconi e litigare fra loro per la questione della diaria, oltre a mettere in scena delle farse come le dirette streaming durante le consultazioni per il nuovo governo, o le quirinarie dove un eletto da poche migliaia di persone è stato fatto passare come un investito dal popolo per la presidenza della repubblica. Ma ieri si è toccato il fondo ed il Movimento 5 stelle è entrato a tutti gli effetti nel club della casta. Ieri la camera ha sancito la legittimità delle coppie di fatto ma solo per i deputati, cioè ha esteso l'assistenza sanitaria di cui godono i deputati anche ad eventuali compagni dei deputati stessi dello stesso sesso. Si avete capito bene. Mentre in tutta europa si emanano norme per il riconoscimento delle coppie di fatto, in Italia una prima norma per tale riconoscimento è emanata solo ed esclusivamente per i deputati. E come hanno votato i grillini ? Si sono astenuti contribuendo a far passare il provvedimento. A favore hanno votato Pdl, Pd e Sel, astenuti M5S e Scelta Civica, contro solo la Lega. Un provvedimento passato sotto silenzio e del quale naturalmente si sono badati bene da pubblicizzare, ma un provvedimento che non fa che rafforzare quella miriade di privilegi di cui godono i nostri parlamentari. Niente consultazione sul web da parte di Grillo e dei suoi per un provvedimento così ingiusto verso le tante coppie di fatto che vivono nel nostro paese, niente diretta streaming per una votazione cosi' indegna, niente di tutto questo, silenzio assoluto e da oggi possiamo senz'altro dire che, così come già Pd e Pdl anche il Movimento 5 stelle ha tradito alla grande il voto di coloro che avevano riposto fiducia nella loro rivoluzione.

martedì 14 maggio 2013

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle .... quando vi sputerete negli occhi l'un con l'altro ?


Siamo tornati indietro agli anni dell'ultimo governo Berlusconi con un aggravante: due terzi degli italiani pensavano di essere usciti dall'incubo ed invece c'è stata una ricaduta e come tutte le ricadute il malato, il paese e le persone che avrebbero voluto cambiare, stanno peggio di prima. L'intransigenza di colui che "urlava" il cambiamento e la scelleratezza di un "baraccone" che mai è stato un partito, hanno riportato al governo in modo più tracotante, più superbo, più irriverente di prima, il plastificato e tutti i suoi cortigiani. Dopo i ministri che sfilano per difendere il padrone dalle grinfie della giustizia, oggi altri leccapiedi scendono in campo e lo fanno addirittura dall'interno delle istituzioni. Il presidente della commissione giustizia al Senato, Nitto Palma, esterna il suo fine pensiero facendo sapere alla nazione che se Berlusconi fosse condannato in via definitiva sarebbe il primo leader occidentale ad essere eliminato dalla scena politica. Già ma il Nitto tralascai di dire che in tutto il mondo occidentale qualsiasi leader nelle stesse condizioni del suo padrone sarebbe già stato cancellato dalla scena politica, anzi si sarebbe autocancellato, come in molti hanno già fatto semplicemente per aver semplicemente copiato una tesina ai tempi dell'università. Ma questi atteggiamenti da politici con un minimo di morale e di rispetto per i cittadini onesti che li hanno votati, sono completamente sconosciuti da parte di chi sta alla corte di colui che ha fondato il suo impero sulla truffa e sui favori politici. Dopo Nitto arriva un altro gigante della politica che, affinchè lo si possa notare, deve sparare cazzate a raffica e possibilmente urlando. Si tratta del nano Brunetta che inveisce contro la presidente della Camera Boldrini, prima perchè la presidente non si è rivolta a lui con lo stesso titolo, che poi non si sa di che cosa sia presidente trattandosi solo di un capo gruppo, e poi la vorrebbe accusare di non essersi indignata per le contestazioni ricevute da lui e le cortigiane di Berlusconi a Brescia. E come faceva la Boldrini, donna pensante, a condannare l'incondannabile ? Se la presidente della Camera avesse aperto bocca in merito alla manifestazione di Brescia per prima cosa vi avrebbe detto di dimettervi da qualsiasi carica parlamentare e istituzionale e vi avrebbe preso a calci nel sedere o nei denti a seconda dell'altezza. Infine per concludere una giornata di allegra follia arriva il solito saltimbanco genovese che si erge a salvatore della patria lanciando il suo solito anatema un po' fra le righe: "O noi si vince ovunque o la rabbia esploderà". Già povero anche lui ormai sembra in preda al delirio di stampo berlusconiano, si ritiene onnipotente e fa finta di non rendersi conto che la miccia della rabbia l'ha accesa proprio lui ed i suoi parlamentari riportando il Pdl al governo. Nel frattempo che tutti sparano cavolate che fanno incazzare la gente con capacità di intendere e di volere, qualcuno si da fuoco insieme alla famiglia a causa della casa che gli hanno messo all'asta per un debito di 10.000 euro. Si avete letto bene 10.000 euro quelli che Berlusconi dava a Ruby solo per togliersi la camicetta o per soffiargli il naso. Ecco sta qui il dramma di questo paese: un capo di governo accusato di spendere milioni per trombarsi una minorenne mentre a un poveraccio tolgono la casa e la mettono all'asta per un debito di 10.000 euro. E stiamo ancora a parlare ...

lunedì 13 maggio 2013

Non ci sono più parole ormai ... solo parolacce


E' difficile mantenere un tono pacato per commentare gli avvenimenti politici di questi ultimi tre giorni, un incubo che ritorna puntualmente ad ogni udienza che riguardi il plastificato. Un clima del quale si pensava di esserci liberati per sempre in questo paese cosi' assurdo e fuori da ogni logica,  invece la mummia è stata prima riesumata dal voto di oltre 8 milioni di decerebrati (ormai non esiste altra spiegazione sensata) e successivamente dalla respirazione bocca a bocca effettuata con cura ed in maniera efficace da un comico travestito da politico. Il superinquisito e processato non finisce mai di stupire per la sua indecenza e per quella delle persone che si radunano nelle piazze ad applaudire colui che invece dovrebbero contribuire a sotterrare e assicurarsi che non riemerga. Qui non si tratta più di politica ma di decenza. Non è tanto rilevante il processo o i processi in quanto tali, ma il fatto che un uomo politico, un capo di governo, il capo cioè di uno dei poteri dello stato democratico, usi la propria posizione ed il proprio potere economico per scagliarsi contro un altro potere dello stato o per condizionare le forze che rappresentano lo stato stesso nell'esercizio delle proprie funzioni. Dovrebbe essere un concetto semplice da capire ed invece il plastificato ha fatto il lavaggio del cervello con la persecuzione a suo carico da parte della magistratura e altre baggianate simili. E lui continua nel suo delirio come sabato quando ha osato paragonarsi a Tortora, uno che si è dimesso da parlamentare per farsi processare, è stato condannato e si è fattto la galera fino a quando la sua innocenza è stata riconosciuta, insomma una storia improponibile da vergognarsi al solo pensare un parallelo simile. Ma la irriverenza del tizio è senza confini ed oggi è tornato sull'argomento addirittura apostrofando i familiari di Enzo Tortora dicendo loro che avevano perso un'occasione per stare zitti. Roba davvero da tirargli qualcosa ma per fargli male seriamente. Ed oggi paradossalmente il palstificato è più forte del 2008 quando aveva vinto per la terza volta le elezioni. Oggi ha incastrato, con la complicità di Grillo, il Partito Democratico costringendolo ad un governo insieme e si sente in una botte di ferro sapendo che può contare su un patto di non belligeranza da parte degli ex nemici. Anche in questo caso la manifestazione di sabato è stata emblematica con il ministero dell'interno che manifesta contro la magistratura per difendere sempre lui, il suo padre putativo. Unico fatto positico di questo week end allucinante sta nell'aver visto un certo numero di persone scese a contestare lui ed i suoi scagnozzi, a lancirali improberi, a scagliare la propria rabbia anche se solo verbale. E' un segnale che dovrebbe essere ascoltato da politici e governo, invece che andarsi a rinchiudere lontano dalla gente e dalla realtà in un monastero dove non arrivano i problemi che stanno facendo morire il paese. Ma la corda si sta spezzando ormai e dopo il tradimento di tutto il parlamento nei confronti degli elettori episodi come quelli di sabato saranno sempre più frequenti.

sabato 11 maggio 2013

Il Pdl manifesta, il Pd raccoglie i cocci, il M5S litiga, il governo va in ritiro ... mentre il paese muore


Se la politica è sempre rimasta molto lontana dal paese reale, in questi ultimi venti anni tale distanza con l'acuirsi della crisi economica e con il recente governo "impresentabile" al paese è diventata interstellare. E quanto accade nella giornata di oggi ne è un esempio concreto. Abbiamo un governo che non rispecchia la volontà popolare che aveva, attraverso il voto, espresso concrete indicazioni per un governo Pd-M5S. Grillo ha rifiutato di seguire la volontà dei suoi oltre otto milioni di elettori, il Partito Democratico lo ha seguito su questa strada tradendo a sua volta il proprio elettorato al quale da mesi andava dicendo mai con Berlusconi, ultimo a seguire la strada del tradimento è stato il Pdl che ha accettato di formare la grande coalizione dopo che lo stesso Berlusconi aveva demonizzato Bersani ed i suoi. Insomma tutti hanno scelto la strada del fregarsene delle promesse fatte in campagna elettorale e, dopo aver ricevuto i voti, di comportarsi a modo proprio. Oggi i due partiti che hanno dato vita alla "strana cosa", il governo Pd-Pdl, sono uno contro l'altro mentre Grillo ha da fare con i problemi interni in merito alle tante demonizzate diarie dei rimborsi spese spettanti ai parlamentari. Il Pdl addirittura scende in piazza dando vita ad un'altra manifestazione eversiva contro un potere dello stato, quello della magistratura e della giustizia. La giustizia che avrebbe la grande colpa di tentare ad ogni costo di riuscire finalmente propinare una condanna definitiva al capo del partito, come se fosse una colpa fare luce sugli innumerevoli comportamenti illegali del cavaliere. Secondo la teoria di questa banda che si chiama Pdl, l'investitura del popolo ed i voti ricevuti anche alle recenti elezioni sarebbe il lasciapassare per Berlusconi e sue attività al limite della legalità. Poicheè ha ricevuto tutti questi consensi allora a lui tutto è permesso. Ma oggi c'e' qualcosa di diverso rispetto alle precedenti esternazioni degli accoliti del cavaliere: c'è il silenzio assordante sia del Presidente della Repubblica che del Partito Democratico. Il PD è di fatto oggi diventato complice di questa assurda manifestazione, troppo impegnato a riparare i propri cocci e soprattutto a difendere l'indifendibile, il governo Letta. Meglio quindi starsene zitti e ripararsi dietro quella pseudo riunione che darà l'investitura ufficiale al nuovo segretario del partito. Fa strano oggi sapere che Epifani, ex segretario della Cgil, diverrà segretario di un partito complice di Berlusconi. In questo caos politico il governo va a trascorrere un weekend in un monastero a chiedere la grazia per la propria sopravvivenza. Letta da buon democristiano invece di tenere un consiglio dei ministri nella sede istituzionale, Palazzo Chigi, porta tutti a mangiare e bere nella campagna senese, un po' come faceva Berlusconi che utilizzava le proprie residenze. Insomma Pdl, Pd e lo stesso governo se ne fregano altamente delle istituzioni, dello stato e soprattutto del paese che in questo momento deve vedersela con il lavoro che scompare ogni giorno di piu', con i soldi che sompaiono con altrettanat velocità tanto che sono in calo addirittura i consumi dei beni alimentari, con i giovani ai quali sono state tagliati speranze e sogni. Ma a loro alla fine che importa ? Le poltrone le hanno ed anche chi voleva mandarli a casa intanto ha occupato le sue brave poltrone e sembra di trovarsi molto bene.

venerdì 10 maggio 2013

Peggio di quando governavano Pdl e Lega


La situazione politica attuale è quanto di peggio si poetesse prevedere per un paese al servizio da venti anni di un tizio che usa lo stato, il parlamento, il governo e tutte le istituzioni per i propri interessi.  Negli ultimi 7 anni almeno c'era un presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, che tuonava contro le esternazioni del plastificato e che cercava in qualche modo di bloccare le sue leggi ad personam. Durante il suo ultimo governo esisteva in parlamento un minimo di opposizione nei due partiti Pd e Idv i quali, anche solo verbalmente, protestavano agli attacchi della magistratura. Nei fatti poi non accadeva quasi niente, ma almeno una voce di protesta si alzava verso le intemperanze di un uomo disposto a tutto pur di tenersi lontano dagli innumerevoli processi in cui è coinvolto. Paradossalmente ora che il tizio non è più presidente del consiglio e quindi dovrebbe essere un minimo indebolito, il plastificato è più forte di prima. Nessuna voce si alza più contro di lui e le sue minacce verso quella magistratura che da anni rincorre le sue malefatte senza riuscire a metterlo nell'unico posto dove meriterebbe di risiedere, una bella cella e possibilmente senza un raggio di sole. Perfino Giorgio Napolitano, sfiancato dall'età e sotto ricatto grazie anche alle proprie scelte scellerate (rimanere sulla poltrona di presidente della repubblica e imporre il governo Pd-Pdl), non rilascia dichiarazioni contro le nuove e pericolose dichiarazioni del tizio e contro le iniziative dei suoi leccapiedi. Condannato in secondo grado nel processo Mediaset, indagato per corruzione all'epoca del governo Prodi ed ora i magistrati di Napoli hanno richiesto anche il rinvio a giudizio, in procinto di subire una condanna per incentivazione alla prostituzione minorile per il caso Ruby, al cospetto di questa serie di avvenimenti giudiziari un silenzio assordante sale dal Partito Democratico dal Presidente della Repubblica e dal parlamento tutto. Unica fievole voce è quella dei grillini, una voce piena di ipocrisia in quanto diretti responsabili della situazione che si è venuta a creare nel governo del paese, vanificando anni di proteste e di minacce del capo comico che si sono ridotte a permettere che si insediasse questa schifosa maggioranza al servizio totale del cavaliere. Come se non bastasse per domani è prevista una nuova manifestazione contro la magistratura degli adepti del Pdl, un'assurdità tutta italiana dove un partito di governo scende in piazza per manifestare contro lo Stato e contro le istituzioni, se non è eversione questa ditemi di che cosa si tratta. Domanda: ma i parlamentari del Partito Democratico non si sputano in faccia da soli quando si guardano allo specchio ?

mercoledì 8 maggio 2013

Dal "tutti a casa" alla vecchia politica da prima repubblica passando per "l'apriscatole"


Prima del 24-25 febbraio 2013 si pensava che questa legislatura sarebbe stata la legislatura del cambiamento dopo 20 anni di disastri a causa di ben tre governi guidati da Berlusconi, dopo i risultati delle elezioni questa speranza sembrava concretizzarsi, nonostante il deludente risultato del Pd, grazie ad una possibile alleanza di governo fra il Pd stesso ed il Movimento 5 stelle. Era una buona occasione per iniziare davvero a cambiare qualcosa nei palazzi del potere. Speranze vane che invece si sono tradotte nella peggiore legislatura che si potesse immaginare con i due partiti nemici da sempre che hanno finito per spartirsi le poltrone del governo, dei sottosegretari e delle commissioni. Un abbraccio mortale che ancora una volta ha finito per mettere il paese sotto ricatto del cavaliere, che pur non governando, tira le fila della maggioranza minacciando ad ogni minimo problema di far cadere la debole impalcatura. Questi sono i risultati dell'intransigenza di coloro, i grillini, che si erano presentati all'apertura delle camere con un apriscatole che probabilmente però non si erano resi conto che fosse completamente malfunzionante. Il M5S si è tirato indietro su tutti i fronti rinunciando ad iniziare il cambiamento e mandando in fumo tutte le promesse fatte ai propri elettori compresa la tanto sbandierata rinuncia alla diaria per i rimborsi spesa. La più diretta consequenza della intransigenza dei grillini è stata la formazione del governo Pd-Pdl con tutto ciò che ne sta seguendo in queste ore con la nomina dei sottosegretari. Una grande ammucchiata ed un grande papocchio che non potrà durare a lungo e che quasi certamente porterà al progressivo sgretolamento del Partito Democratico che si trova ora a governare a stretto contatto di gomito con personaggi come Quagliariello ed altri simili.

giovedì 2 maggio 2013

Berlusconi il vero rottamatore


In questi ultimi mesi è andata molto di moda la figura del rottamatore, un termine coniato da Matteo Renzi sindaco di Firenze che si è autoinvestito di questo ruolo, un ruolo peraltro già occupato dal comico Beppe Grillo che ha dato vita al suo movimento al grido di mandiamoli tutti a casa. In realtà mentre questi due signori non fanno altro che parlare parlare e lanciare anatemi, il primo contro il proprio partito in una sorta di karakiri all'italiana ed il secondo contro tutti e tutto, c'è un altro signore che, fingendosi un politico che ha dedicato e dedica la propria passione per il bene del paese, ha messo in atto la più grande rottamazione che la storia della Repubblica ricordi. L'unico obiettivo di questo signore, Silvio Berlusconi, è stato da sempre mettere in sicurezza la sua persona ed i suoi affari dagli innumerevoli processi in cui sapeva prima o poi di essere coinvolto a causa della gestione dei propri affari alquanto allegra ed al limite della legalità. Sfasciati i partiti della prima repubblica e soprattutto uscito dalla scena politica il suo principale protettore, Bettino Carxi, il signore di Arcore ha pensato che l'unico modo per tenersi lontano dai palazzi di giustizia e da eventuali condanne fosse quello di scendere in campo in prima persona. Per ottenere il suo scopo era necessario comunque procedere allo sfascio del sistema democratico  e di quelle organizzazioni che sono alla base di una qualsiasi democrazia che si ritenga tale: i partiti. Intanto ha iniziato dando vita ad una formazione politica che di partito non aveva assolutamente niente, Forza Italia. Una specie di setta dove tutti obbediscono in maniera incondizionata al capo, lui il cavaliere. Nessun organo direttivo, nessuna diffusione sul territorio se non impiantando dei circoli che somigliavano e somigliano più a dei club privati che ad una organizzazione di partito. Vinte le prime elezioni il tizio ha capito che non era sufficiente e così ha messo in atto una seconda strategia: quella di annientare i due alleati più vicini a Forza Italia: la Lega e Alleanza Nazionale. Un compito non facile ma che è stato portato a termine con successo e che avrebbe portato con se altri effetti collaterali non di poco conto anche in campo avversario. Alleanza Nazionale è stata inglobata del Pdl e poi stroncata nonostante il tentativo di Fini di smarcarsi e di ridarle vita. La Lega è stata tenuta sulla corda per 20 anni con la carota del federalismo, del quale al Berlusconi non interessava un fico secco, ma che serviva per tenere ancorato quella specie di partito degli uomini con le corna. Oggi la Lega è ridotta al lumicino ed è mantenuta in vita sempre dal cavaliere quel tanto che basta per non farla morire lasciandole governare tre regioni del nord per il giochino della macroregione. L'ultimo colpo che mancava al Silvietto era la frantumazione dell'avversario politico e in questo ultimo anno ha messo a segno anche questo colpo. Prima accettando di appoggiare il governo Monti insieme al Pd, un trabochetto nel quale l'ingenuo Bersani è caduto come una pera cotta quando alla fine del 2011 avrebbe vinto le elezioni senza colpo ferire, ed ora stringendo il Pd in un abbraccio mortale per dare vita a quella strana cosa, demonizzata per anni, di un governo insieme. In questa ultima fase del suo lavore di rottamatore Berlusconi ha avuto un complice d'eccezione in Beppe Grillo. Il comico avrebbe potuto segnare la fine del piano criminale del dittatore di Arcore se avesse dato vita ad un governo insieme a Bersani, Berlusconi avrebbe in quel caso probabilmente chiuso la sua carriera per sempre. Ma Grillo non poteva scegliere questa strada perchè anche il suo giochino si sarebbe rotto ed avrebbe dovuto prendersi quelle resoponsabilità che sa benissimo di non essere in grado di prendere, sia lui in prima persona sia a maggior ragione l'armata Brancaleone dei suoi parlamentari scelti fra gente che oltre a non saper come muoversi, normale per chi è alle prime armi, trabocca di una presunzione senza limiti tipica degli "ignoranti". A Grillo è scoppiata in mano la patata del successo elettorale e fra le due alternative, prendersi responsabilità di governo e continuare a fare il saltimbaco che spara ovunque senza protare proposte concrete, ha scelto questa seconda strada (più remunerativa fra l'altro). E così Berlusconi al no senza condizioni di Grillo ha tirato un sospiro di sollievo, portando a compimento una rinascita insperata fino a qualche mese fa, con l'effetto collaterale ma non trascurabile di aver frantumato anche il Partito Democratico. Ora dopo aver distrutto il sistema dei partito, la repubblica parlamentare, Berlusconi si appresta a mettere in atto il colpo di scena finale: la riforma costituzionale per dare vita ad una repubblica parlamentare nella quale lui sarà o senatore a vita oppure il primo presidente della repubblica italiana in un sistema alla francese. E non si vede chi possa ancora ostacolarlo in questo piano di rottamazione reale.