lunedì 27 giugno 2022

Merito di chi vince o demerito di chi perde ?

 


Alla fine di qualunque competizione, sia sportiva che non, si discute sempre sugli eventuali meriti del vincitore e i demeriti dello sconfitto. Naturalmente nel mezzo sta sempre la soluzione e la vittoria di uno dei contendenti è sempre da mettere in relazione con i demeriti del perdente. Una analisi equilibrata è fondamentale sia per non sopravvalutare i meriti del vincitore che per non sottostimare i demeriti del perdente, analisi che dovrebbe essere condotta in qualsiasi ambito compreso quello politico. Naturalmente in politica nessuno si sogna di fare una simile analisi ed il risultato finale è quello che conta anche quando il vincitore assoluto, ormai da diversi anni, è l'astensionismo. E' quanto accaduto anche nelle ultime elezioni amministrative che si sono concluse ieri con i ballottaggi. L'astensionismo al secondo turno ha superato il 60% dopo che al primo turno aveva toccato circa il 45%, numeri sempre crescenti e impensabili per chi ha vissuto l'era della prima repubblica. Altri tempi quelli quando sia che andavi a votare per le politiche o le amministrative sulle schede trovavi sempre gli stessi simboli ed i vari candidati erano riconoscibili senza se e senza ma. Oggi tutto è cambiato. Quando vai a votare per il sindaco del tuo comune trovi simboli o liste irriconoscibili e spesso incollocabili che hanno un solo obiettivo: favorire l'astensionismo o allontanare la politica dal cittadino anche quando il cittadino dovrebbe essere coinvolto in prima persona come nell'elezione del sindaco. E che succede ? Che un candidato eletto in uno schieramento opposto a quello della destra dichiara apertamente di non essere legato a nessun partito e nessun schieramento politico mentre chi lo ha in qualche modo appoggiato lo "elegge" a suo rappresentante e quindi annovera il suo successo come una vittoria. E' quanto accaduto per esempio a Verona dove il successo del candidato opposto alla destra, Tommasi, viene annoverato dal Pd come un suo successo. Rimane poi da stabilire in queste elezioni quanto peso abbia avuto la sufficienza, la litigiosità e l'incapacità del centro destra che si è diviso sui propri candidati. Due esempi su tutti. A Catanzaro il candidato del centro destra dichiara di essere un uomo del centro sinistra e quindi al ballottaggio non viene giustamente votato, a Parma il centro destra propone un candidato che 10 anni fa ha portato il Comune al disastro e sull'orlo del fallimento e quindi al ballottaggio prende una sonora batosta. Insomma il Pd esulta ma la vera partita si giocherà il prossimo anno e se non si fanno le giuste valutazioni saranno dolori.

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mercoledì 22 giugno 2022

Si allunga la lista dei politici che hanno preso per il culo il paese: Di Maio e M5S


E così è caduto definitivamente anche l'ultima illusione della politica italiana. 
  • Dopo Berlusconi e Forza Italia che, nonostante tre governi, hanno preso in giro il paese su ogni punto del loro programma (pensioni, lavoro, riforma giustizia) fino ad arrivare alla ridicola votazione nella quale il Parlamento ha "riconosciuto" Ruby come la nipote di Mubarak

  • Dopo la Lega di Salvini che ha tradito la coalizione di centro destra andando al governo con il M5S salvo poi chiedere i "pieni poteri" in virtù di un successo elettorale significativo

  • Dopo Renzi che nonostante il tentativo fallito di cambiare la Costituzione e la promessa di abbandonare la politica, si fa eleggere nel Pd, promuove il governo con M5S, il nemico di sempre, poi si sfila dando vita ad un nuovo partito
Ora era il turno del M5S. Il movimento della democrazia diretta, dello streaming, dell'uno vale uno, in questa legislatura ha voltato faccia a tutti questi bei principi utilizzati esclusivamente per ottenere consenso ma non certo per poi applicarli. Ecco, che vinte le elezioni del 2018, il M5S ha tradito ogni punto del suo programma fino ad arrivare oggi al suo leader più in vista, Luigi Di Maio ministro degli esteri, che bellamente cambia tutti gli equilibri politici in parlamento dando vita ad un nuovo partito o movimento come lo si voglia chiamare. Le motivazioni ? Semplici e di bassa lega politica: poiché la regola del secondo mandato era stata confermata da Beppe Grillo e quindi Luigino avrebbe dovuto abbandonare la politica nel 2023, il buon ministro ha pensato bene di sfilarsi e tentare con il suo nuovo movimento di mantenersi una poltrona, qualunque sia. 
Commenti a questa nuova carambola del sistema politico italiano ? Uno solo: ARIDATECI LA PRIMA REPUBBLICA.



 

martedì 14 giugno 2022

E' tutta colpa di Putin anche i 14 euro della margherita di Briatore

 


Terminata la sbornia delle polemiche sul voto dei referendum, ennesima dimostrazione che politica e paese sono un tutt'uno, si torna alle questioni serie: alla guerra Russia-Ucraina in atto e le sue conseguenze soprattutto sul mondo occidentale. Di fatto si tratta di una terza guerra mondiale anche se anomala rispetto alla prima ed alla seconda. C'è uno stato invasore, la Russia, che semina morte e distruzione in uno stato sovrano, l'Ucraina, ma sul terreno sono presenti solo le truppe dei due stati almeno ufficialmente, ed il resto del mondo partecipa armando lo stato sovrano invaso. Quindi di fatto tutti i principali attori del mondo occidentale che hanno partecipato a prima e seconda guerra mondiale partecipano anche a questa guerra. Oltre a fornire armi all'Ucraina poi si è pensato di indebolire la Russia con sanzioni economiche, sfornate al ritmo di una ogni 15 giorni, contro lo stato invasore. Purtroppo sanzioni che si ritorcono contro chi le ha emanate a causa della famosa globalizzazione che ha reso l'economia globale talmente concatenata e interdipendente che colpire un paese significa poi colpire tutti i suoi partner commerciali. Senza pensare poi che non si va a colpire gli unici settori che potrebbero mettere in ginocchio la Russia: le sue esportazioni di gas e petrolio. Non solo non si fa a meno di queste fonti energetiche ma si è ceduto al ricatto russo del pagamento in rubli delle sopracitate forniture. In questa situazione si innesca poi la speculazione su tutti i fronti possibili. 
Il prezzo del petrolio ha iniziato a salire prima dello scoppio della guerra ed ora, con il petrolio a oltre 120 euro il barile, i timidi effetti di aver cancellato a marzo qualche accisa sui carburanti sono già finiti e siamo già al prezzo di oltre 2 euro alla pompa ? La Russia però non ha chiuso i rubinetti e quindi cola della guerra ?
Stessa sorte per il costo dell'energia, elettrica e gas, in ascesa dalla fine dello sorso anno e non si vede la fine. Il governo stanzia 200 euro di rimborsi che per ottenerli è necessario fare domande che costano più dei rimborsi. Ma Putin non ha chiuso le forniture di gas e allora ?
C'è la crisi del grano, dell'olio di girasole e non si sa di quant'altro perché ormai sembra che tutto si produca in Ucraina, anche quella pasta italiana prodotta con "solo" grano italiano che però sembra provenire dall'Ucraina. Forse una volta mietuto viene invito ad Odessa per essere ripulito e tornare in Italia mentre ora è bloccato in Ucraina.
Nel frattempo la BCE di Cristina Lagard (Draghi non potevi rimanere tu ?) alza i tassi e provoca un altro collasso della borsa italiana che aggiunto a quelli dovuti alla guerra sta mietendo i risparmi dei piccoli investitori. Ma che ce frega è colpa di Putin.
In compenso in Russia chiude McDonald e tutti i punti vendita del marchio americano sono sostituiti da un marchio russo che fa affari d'oro. Il rublo si rivaluta grazie ai pagamenti di noi occidentali che, mandiamo armi in Ucraina, ma contemporaneamente finanziamo l'invasione di Putin.
Conclusione: recessione per il mondo occidentale, inflazione galoppante, potere di acquisto in discesa soprattutto in Italia unico paese europeo nel quale gli stipendi sono diminuiti dal 1990 in poi, spread a 242 punti. Quando accadde al primo governo Conte fu quasi impiccato .. ma ora c'è Draghi a lui tutto è permesso tanto è colpa di Putin.
Per fortuna che c'è la pizzeria di Briatore che alla modica cifra di 14 euro vi serve una pizza margherita, se poi ci volete anche una spruzzatina di tartufo si può fare ma dovrete arrivare a circa 49 euro, sapetela farina costa c'è i grano fermo nei porti ucraini. Mi raccomando prenotate in tempo perché sembra che fino al 30 giugno non ci sia un tavolo libero. Questa è l'Italia.

lunedì 13 giugno 2022

La politica e i cittadini a braccetto maltrattano la democrazia

Spesso in Italia si sentenzia che la politica è distante dai reali bisogni dei cittadini, che si occupa di problemi che non sono la priorità del paese o che non rispecchia la realtà del paese stesso. Potrebbe sembrare esattamente così ma poi arriva un semplice referendum e tutto questo castello cade miseramente facendo scoprire che in realtà la politica è esattamente lo specchio del paese. D'altra parte non potrebbe essere altrimenti ed oggi più che mai in quanto quasi tutti i partiti, chi più chi meno, vanno a raccattare personaggi da candidare non in base alle loro capacità politiche e amministrative come si faceva una volta, ma in base alla loro notorietà in altri campi. Qualcuno addirittura ci voleva far credere che chiunque, anche il semplice cittadino preso dalla strada, potesse andare in parlamento a rappresentarci. In realtà è stata portata in parlamento una degna rappresentanza di un paese che ha perso la bussola.
Accade che la classe politica da anni tenta senza successo di riformare una giustizia zoppicante e inadeguata ad un paese moderno, che trascina processi per decenni per arrivare spesso a sentenze contraddittorie che si smentiscono nei vari gradi di giudizio. Ma queste riforme non arrivano o se arrivano sono semplici leggine atte a favorire il politico di turno che le mette in campo, un politico che poi nonostante questi tentativi viene rieletto senza alcun ritegno. Di fronte a questa incapacità cronica arriva un giorno il genio della politica italiana, Matteo Salvini, che appoggiato da un branco di reduci da lotte di civiltà, i radicali, e da un suo omonimo, finto progressista di sinistra, Matteo Renzi, raccolgono un referendum proprio sulla giustizia. Il referendum propone quesiti incomprensibili al cittadino medio (anche anche per sua colpa, ma probabilmente anche al promotore stesso del referendum, e pensa di risolvere il problema della giustizia in Italia. Attenzione: tutto questo mentre il promotore sta al governo ed avrebbe tutti i titoli per riformare la giustizia. Il referendum arriva al voto ed il cittadino italiano che fa ? Non è nemmeno in grado di sparare un bel NO a quei quesiti (un paio veramente criminali) e quindi si adegua al comportamento inadeguato del politico: non va a votare in barba alla democrazia ed a chi ha dato la vita per garantire il diritto di voto a tutti. Ed ecco allora che il politico di turno, per giustificare questo insuccesso planetario, porta giustificazioni allucinanti per completare il quadro. La più assurda: l'accorpamento con le elezioni amministrative ha portato a non votare per il referendum.
Per inciso anche alle elezioni amministrative che si svolgevano in contemporanea si è registrata un'astensione ormai preoccupante, circa il 46%, a dimostrazione che ancora qualche anno e a qualcuno verrà in mente di cancellare il voto democratico magari portando a giustificazione un bel risparmio per la spesa pubblica. 

sabato 11 giugno 2022

Classe politica cialtrona e inadeguata

 


Domani si andrà al voto per un referendum sulla giustizia voluto dalla Lega e dai radicali e molto probabilmente non si raggiungerà il quorum necessario del 50% degli aventi diritti al voto affinché il referendum sia valido. Purtroppo molti rappresentanti delle istituzioni e molti organi di informazione, non ultima la televisione pubblica, si sono spesi in questi ultimi giorni al fine di agevolare gli elettori a non esercitare un diritto sacrosanto di una democrazia, quello del voto. Le giustificazioni più accreditate rispetto a questa soluzione, quella del non voto, sono due: i quesiti sono per lo più al fuori della portata del cittadino medio (che quindi la politica e l'informazione ritiene un perfetto imbecille incapace di informarsi), la Costituzione prevede il non voto. Tutte ragioni sacrosante se non fosse che non esercitare un diritto per il quale a suo tempo hanno sacrificato la propria vita migliaia di persone è un atto irresponsabile, ipocrita che offende la memoria della nostra storia. Certo i padri costituenti hanno previsto l'astensione come un atto non illegale, ma se qualcuno di loro potesse tornare in vita e rendersi conto dello stato della nostra democrazia molto probabilmente si pentirebbe di quella scelta. 

E' vero che abbiamo una classe politica inadeguata e cialtrona, incapace di mettere in campo una riforma essenziale e critica per la vita democratica di un paese come quella della giustizia, ma se rinunciamo a esprimere il nostro voto proprio su una questione come quella sottoposta all'attuale referendum non si fa che certificare tale inadeguatezza ed alzare bandiera bianca. C'è un semplice modo per DAVVERO protestare contro questa inadeguatezza: andare al seggio prendere le schede dei referendum e mettere una bella croce sui NO. Un NO sarebbe come a dire alla politica: queste sono questioni delle quali dovete occuparvi voi. Senza contare che poi almeno due dei cinque quesiti referendari sono veramente osceni e non andare a dire NO sarebbe come dire fate come vi pare.

Il primo riguarda la legge Severino "Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi" l'unico strumento in Italia per evitare che persone con sentenze definitive possano essere elette in parlamento o altri organismi elettivi". Naturalmente al centro destra ancora brucia che Berlusconi sia stato estromesso dal Senato proprio grazie a questa legge di civiltà.

Il secondo riguarda la custodia cautelare che il referendum prevede di eliminare. Il problema non sarebbe tanto eliminare la custodia cautelare quanto fare in modo di accelerare i processi ed evitare che persone rimangano in carcere per tempi lunghi senza che si celebri il processo. Sarebbe come dire che poiché ci sono molti evasori allora si eliminano le tasse. ù

Il vero problema della giustizia in Italia sono le lungaggini processuali e questi referendum non servono assolutamente a niente, meno che meno a risolvere i problemi della giustizia in Italia. La soluzione però non è rinunciare al voto, non ragioniamo con il paraocchi e senza una prospettiva a lungo termine. Qualcuno domani potrebbe dirci che poiché ormai a votare si reca una minoranza dei cittadini, le consultazioni di qualsiasi genere sono abolite. 

Andate a votare e se non sapete perché votate semplicemente NO ma NON RINUNCIATE AD UN DIRITTO SACROSANTO PER LA DEMOCRAZIA.

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mercoledì 8 giugno 2022

In una democrazia al voto non si rinuncia mai

 


E' una paese strano il nostro che ha vissuto una dittatura fascista sconfitta pagando un prezzo di sangue non indifferente ma che si è dimenticato molto presto tutte le brutture di un regime dittatoriale. Fra le più pesanti l'impossibilità dello svolgimento di votazioni di qualunque genere. Il momento più alto di una democrazia sta proprio nelle consultazioni popolari che siano elezioni politiche, amministrative o referendum, la votazione è lo strumento che il popolo ha per manifestare il proprio pensiero. A differenza di altri paesi in Italia a volte si abusa di questo strumento grazie ad una classe politica inadeguata a governare ma anche ad un popolo molto individualista e poco incline a pensare in termini di comunità. Uno degli abusi è stato proprio l'utilizzo di uno strumento previsto dalla Costituzione: il referendum. Il popolo italiano si è dimenticato che grazie al referendum abbiamo il divorzio in Italia e abbiamo una legge che regolamenta l'aborto (nonostante l'obiezione di coscienza che consente ad un dipendente pubblico di non rispettare una legge dello stato). Certo poi una classe politica incapace di promuovere leggi di civiltà spesso si è impegnata a promuovere referendum inutili invitando addirittura gli elettori a disertare le urne. Un comportamento inaccettabile per un rappresentante delle istituzione di una repubblica democratica. Fatto sta che negli ultimi 25 anni mai è stato raggiunto il quorum nei vari referendum. Un fatto gravissimo per la democrazia. Un comportamento anche surreale perché in questi anni si è esultato per le elezioni in Afghanistan (poi abbandonato al suo destino) e in Iraq portando questi eventi a giustificazione delle invasioni di quei due paesi come esempio di "esportazione di democrazia". Poi accade che nel nostro paese, esportatore di democrazia, si svolga una votazione per un referendum qualsiasi e chi è contrario invita allegramente i cittadini a non andare a votare. E quel che è peggio è che i cittadini seguono quell'invito criminale. Oggi poi siamo arrivati all'assurdo: c'è chi invita a non andare a votare non per ragioni inerenti al tema del referendum ma semplicemente perché per recarsi al seggio è obbligatorio indossare la mascherina. Siamo alla follia pura. AL VOTO NON SI RINUNCIA MAI.

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