giovedì 28 novembre 2019

Il marasma della politica italiana



Se si riuscisse a ragionare mettendo da parte le proprie idee politiche, che nonostante la caduta (purtroppo) delle ideologie rimangono idee di destra di centro e di sinistra, sulla qualità della politica italiana non potrebbe che uscirne un quadro desolante, sconcertante di una classe dirigente lontana dalla realtà del paese. Una classe dirigente che non ha più il senso del proprio ruolo nelle istituzioni e nel governo del paese, dove per governo si intende sia la maggioranza che l'opposizione che, in una democrazia, dovrebbero entrambi lavorare per il bene del paese. Le scene viste ieri e oggi alla Camera sono da un lato disarmanti ma al tempo stesso dovrebbero mettere il paese in allarme sui propri rappresentanti che usano il parlamento per scazzotate da mercato dei bassifondi o da palcoscenico per le proprie vicende personali. Ieri la Lega ha messo in scena una rissa per mascherare ancora una volta le proprie responsabilità durante i 14 mesi di governo insieme al M5S tentando di scaricare tutto su Conte e l'attuale governo. Indipendentemente dalla bontà o meno dell'accordo sul fondo salva, quell'accordo è stato raggiunto in europa a giugno ma i ministro leghisti ancora devono vederli a Bruxelles. Salvini si scaglia contro Conte con parole roventi accusandolo di alto tradimento e invocando la galera. Nel suo delirio è affiancato dalla Meloni che accusa il governo di succhiare il sangue agli italiani. Nessuno dei due però tenta di spiegare i motivi per cui questo accordo sarebbe un tradimento del popolo o una sua vampirizzazione e non trovano di meglio che arrivare alle mani alla Camera. Oggi invece la Camera, mentre si discute su un decreto per i terremotati, sempre un deputato leghista utilizza il tempo riservato al suo intervento per chiedere la mano della sua fidanzata che sta fra il pubblico. Ecco questo è il senso della Stato che questi politici hanno e che usano il Parlamento o come una palestra per prendersi a pugni oppure come un luogo per risolvere le proprie questione personali. Gente come questa meriterebbe solo una bella serie di calci nel culo per essere spediti a casa. Se poi usciamo dal parlamento ed andiamo direttamente nei partiti la situazione non migliora anzi diventa anche peggiore. Si va da un partito che viene condannato a restituire 49 milioni rubati, questa volta si agli italiani, ma in comode rate da estinguere in 80 anni, a partiti/movimenti che sono teleguidati da una società privata alla quale versano una percentuale dei loro stipendi (cioè con soldi pubblici si finanzia una società privata), ad altri (qui quasi tutti) che si sono inventati le fondazioni per raccogliere fondi in maniera poco trasparente. Politici che dichiarano allegramente di possedere un patrimonio di 15mila euro che poi si comprano una "casetta" da oltre 1 milione di euro ottenendo un prestito di qualche centinaia di migliaia di euro e poi ci vengono a raccontare che è tutto regolare. Certo molto probabilmente tutto legale, ma se parliamo di opportunità politica o semplicemente delle qualità che dovrebbe avere un politico per essere un rappresentante delle istituzioni, forse da dire ci sarebbe molto.
Con questo quadro per qualsiasi cittadino onesto, indipendentemente dalle proprie idee politiche, dovrebbe essere complicato se non impossibile scegliere i propri rappresentanti: nessuno degli attuali partiti/movimenti politici ha qualità morali, culturali, sociali, politiche oltre che competenze adeguate per guidare le istituzioni di un paese moderno che intenda progredire e far crescere la qualità della vita dei propri cittadini.

lunedì 25 novembre 2019

Oltre le piazze ci sarà speranza ?


Le manifestazioni delle sardine sono forse l'unico esempio della storia della repubblica italiana di cittadini che scendono in piazza senza alcun simbolo di partito per dare vita ad una manifestazione politica. Qualunque cosa dicano i detrattori di questo nuovo movimento, nessun partito e nessun sindacato sta dietro a queste persone di ogni età che da un paio di settimane hanno iniziato ad occupare le piazze in nome del loro disgusto verso la politica attuale. Nessuno si deve sentire escluso da essere oggetto di questa protesta né naturalmente i partiti di destra guidati dalla Lega ma nemmeno i partiti di sinistra con ciò che è rimasto dei principi e dei valori della sinistra stessa. Tutti a loro modo hanno contribuito ad allontanare i cittadini dalla politica dando vita ad un astensionismo che ha toccato punte del 40% e tutti dovrebbero riflettere sul messaggio di questo movimento spontaneo che ormai quasi quotidianamente scende in strada in qualche città. Tutti in qualche modo hanno fatto promesse poi non mantenute al semplice scopo di ottenere il consenso, tutti hanno imbrogliato la gente semplificando problemi molto più complessi e per i quali nessuno aveva la reale intenzione di risolvere, tutti in qualche modo ha trasformato la dialettica ed il confronto politico in un'arena nella quale distribuire odio e nella quale denigrare l'avversario del momento. Tutti hanno occupato spazi come tv e radio per la semplice propaganda vuota e ripetitiva fatta di tante parole ma di pochissimi fatti. La punta massima di questa strategia politica è stata raggiunta con Matteo Salvini, inutile negarlo, che quotidianamente invade i social network coi suoi post e tweet intrisi di odio emulando lo spirito di un bullo di quartiere. Salvini, ma non solo, ha sdoganato un linguaggio intriso di violenza e di razzismo che ha consentito ai suoi sostenitori di sentirsi autorizzati a seguirne la linea senza alcun rispetto per alcuno, che fosse un avversario politico o, peggio ancora, che fosse una persona diversa (per razza, per religione, per stato sociale, etc.). In questo linguaggio Salvini da sempre ingloba il paese usando a vanvera il termine italiani come se tutto il paese fosse in accordo con le sue farneticazioni da bar dello sport (con tutto il rispetto per i frequentatori dei bar sportivi). Finalmente qualcuno ha deciso di ribellarsi a questo modo inadeguato di far politica al quale tutta la politica si è allineata senza opporre una resistenza adeguata. E l'unico modo per opporsi era quello di utilizzare mezzi e modalità opposte: il silenzio di manifestazioni politiche assolutamente pacifiche e senza simboli di partito alcuno. L'obiettivo sarebbe quello di sollecitare la parte sana della politica (che nel manifesto delle sardine è affermato esistere) per cambiare e tornare ad un clima politico più sereno e più adeguato ad un paese civile, ma soprattutto più vero nel rapporto con i cittadini. Qualcuno riuscirà a raccogliere questo messaggio e qualcuno riuscirà davvero a cambiare le carte in tavola ? Se non accadrà saprà questo movimento reagire e costringere gli attori della politica a questo cambiamento magari diventando attore lui stesso ? E' ancora prematuro capire quale sarà il cammino ma intanto è necessario riflettere sulla eventuale evoluzione del movimento e riflettere su quanto sta avvenendo. Per esempio alcune settimane fa si è votato in Umbria e la Lega di Salvini ha fatto il pieno, giovedì scorso le sardine si sono riversate in piazza a Perugia per manifestare nel giorno della presenza del leader leghista in Umbria. E' vero che il movimento ancora non era nato al momento delle elezioni umbre, ma queste persone dove erano al momento del voto. Insomma scendere in piazza pacificamente va benissimo, come si sta facendo in questi giorni, in tutta l'Emilia Romagna, ma poi come si può convertire tutto questo fermento in fatti concreti per almeno contrastare e impedire un nuovo successo del populismo dell'odio e della violenza ? Speriamo che le piazze continuino ad essere tante e la partecipazione numerosa, ma se niente cambia a partire dalle elezioni in Emilia Romagna che si farà ? Si abbandonerà tutto o si penserà a qualche altra forma di lotta ?

venerdì 22 novembre 2019

Il rigurgito razzista


Come può un essere umano diventare razzista ? E' una domanda che ci si pone soprattutto in questo periodo storico nel quale in Italia sembra esservi un risveglio di questo sentimento disumano e per certi aspetti inconcepibile. E' difficile pensare che un bambino possa avere dentro di se il seme del razzismo fina dalla nascita, basterebbe andare in qualche scuola dell'infanzia e vedere come bambini di razze diverse giochino tranquillamente insieme senza nessun problema. Ecco allora che questo seme non può che venire piantato e coltivato quando il bambino cresce e diventa adulto se non riceve educazione ed insegnamenti corretti. L'Italia, fino all'esplosione del fenomeno immigratorio, non ha mai avuto una presenza di persone di colore o di altri continenti sul proprio territorio a differenza di altri paesi come Francia ed Inghilterra che, grazie alla loro politica colonialista del XVIII e XIX secolo, hanno sempre avuto al loro interno comunità di africani e/o indiani. L'immigrazione, sicuramente mal gestita dalla politica italiana di ogni colore, ha portato sul nostro territorio persone dal continente africano e dal medio oriente in fuga dalla guerra o da paesi sfruttati dal mondo occidentale per le loro risorse naturali e quindi resi inadatti a condizioni di vita decenti per un essere umano. Questo flusso è stato usato in prima analisi per appiattire il mercato del lavoro e togliere diritti ai lavoratori grazie alla disponibilità di nuova forza lavoro con poche pretese sia salariali che come condizioni di vita. Successivamente, quando l'offerta di forza lavoro a basso costo è diventata superiore alla domanda, gli immigrati sono stati spesso "arruolati" dalla malavita organizzata soprattutto nello spaccio della droga e in attività criminali. Chi si è avvicendato al governo di questi ultimi 10 anni si è dimostrato comunque incapace di gestire il fenomeno immigrazione. La sinistra (o presunta tale) ha utilizzato l'immigrazione come merce di scambio con l'Europa per ottenere maggiore flessibilità nella finanza pubblica rispetto alle regole stringenti imposte dall'Europa stessa, la destra ha invece seguito la strada della contrapposizione fra popolazione locale e immigrati spargendo il seme dell'odio e rappresentando l'immigrato come l'unico responsabile della mancanza di lavoro, della delinquenza e della mancanza di fondi per lo stato sociale (tutto appannaggio degli immigrati). In entrambi i casi la politica di fatto ha ingannato i cittadini: i primi, la sinistra, facendo apparire l'immigrazione come un'emergenza ma non adoperandosi in alcun modo per gestire un'integrazione che avrebbe sottratto "forza lavoro" alla malavita organizzata; i secondi, la destra, dipingendo gli immigrati come un pericolo per il paese e come gli unici responsabili della mancanza di lavoro o della attività malavitose. La destra guidata dalla Lega ha avuto quindi buon gioco mettendo in contrapposizione fra loro le fasce più deboli della società e soffiando sul fuoco del razzismo che si è rinvigorito grazie ad una campagna fondata sulla menzogna e sulle così dette fake news.
In Italia: gli stranieri non sono il 30%, ma solo l'8,5% della popolazione, i musulmani non sono il 20%, ma solo il 2,3% della popolazione, la disoccupazione non è al 40%, ma solo 10,7% e non per colpa degli immigrati, i morti per terrorismo islamico sono zero quelli per terrorismo italiano o crimini commessi da italiani come i femminicidi sono migliaia, gli stranieri versano 8 miliardi di IRPEF e 13 miliardi di contributi previdenziali producendo il 9% del PIL, pari a 130 miliardi all'anno, gli omicidi non sono in aumento, ma sono diminuiti da 627 a 355 in dieci anni, le rapine non sono in aumento, ma sono diminuite da 52.210 a 30.040 in dieci anni, i furti non sono in aumento ma sono diminuiti da 1.637.000 a 1.252.000 in dieci anni.
Questa falsa percezione è stata creata ad arte da un politica, quella di destra e di Salvini, che ha sfruttato l'inadeguatezza della sinistra a gestire un fenomeno che non rappresenta più un'emergenza quanto piuttosto un fenomeno endemico da gestire piuttosto che da contrastare con la chiusura delle frontiere. Da qui nasce la recrudescenza razzista nel nostro paese, dalla paura alimentata ad arte dalla Lega che, non dimentichiamolo, è nata come un partito razzista di contrapposizione fra Nord e Sud dell'Italia. Una recrudescenza che ormai si manifesta quotidianamente sia in episodi della vita di tutti i giorni ma anche e soprattutto sui social dove il razzista protetto da tastiera e monitor si sente "autorizzato" a sparare a zero sui diversi, dove per diversi si intendono persone con colore della pelle diverso dal nostro ma anche persone di origine diverse pur essendo sempre italiane.
E' il momento di dire basta a questa propaganda fondata sulla menzogna per ottenere consenso, è il momento di dire basta ad un razzismo fuori dal tempo e dalla storia, è il momento di capire che siamo tutti su una stessa barca quella traballante di un pianeta destinato a soccombere non per la naturale evoluzione delle cose ma per mano di un essere che si ritiene intelligente e padrone dell'universo.

giovedì 21 novembre 2019

La Lega non è solo razzismo


La Lega non è solo un partito razzista, fascista, xenofobo e antisemita come vorrebbe far apparire il suo leader, la Lega è un partito che ha un programma molto peggiore del semplice razzismo e questo particolare è spesso dimenticato per rincorrere l'aspetto più esteriore e violento: quello dei post diffusi in rete da Salvini ed il suo mentore Morisi. La strategia social della Bestia è abbastanza chiara e squallida: diffondere odio con tweet e post ad effetto per distrarre da quello che è il reale progetto leghista. Un progetto che prevede si il razzismo, la guerra ai più deboli ed ai diversi ma anche un progetto che intende mettere in pericolo la democrazia, continuare a scavare il solco che divide le classi più agiate da quelle più deboli del paese fino ad arrivare al progetto originale della secessione. Forse da questi aspetti è necessario partire per promuovere un programma di contrasto a questo folle progetto.
La Lega è per l'autonomia fiscale delle regioni, il progetto più ambizioso e più pericoloso per il paese, un progetto che intende separare la parte più ricca e produttiva del paese, il Nord, da quella più debole, le regioni del Sud. Lo scopo di questo progetto è quello di arrivare finalmente a dividere il paese per raggiungere il principale obiettivo per il quale è nata la Lega: la secessione.
La Lega è favorevole alla privatizzazione del sistema sanitario per dare un colpo mortale ad una delle principali voci della spesa pubblica e quindi iniziare a distruggere lo stato sociale a favore naturalmente delle classi sociali più agiate.
Salvini, lo ha detto anche recentemente, piuttosto che introdurre qualsiasi altro tipo di tassa preferirebbe continuare con la "pace fiscale" che in termini più chiari significa altri condoni per tentare di agevolare chi fino ad ora ha frodato il fisco in barba a tutti i cittadini onesti che pagano le tasse. Una linea che la Lega intenderebbe seguire anche nel settore dell'edilizia e dei lavori pubblici con la deregolamentazione proprio degli appalti pubblici, uno dei settori dove la corruzione e la politica delle tangenti trova terreno fertile in questo paese.
Tema caro alla Lega è poi la famosa flat tax al 15%. Chi non sarebbe favorevole ad una diminuzione delle tasse, promessa da tutti coloro che sono stati al governo negli ultimi 30 anni, ma portata a termine da nessuno. Ma la riduzione delle tasse con l'introduzione della flat tax vorrebbe dire due semplice cose: favorire ancora una volta i ricchi e tagliare lo stato sociale alle classi medio-basse ed ai lavoratori.
Salvini guarda con ammirazione Orban e Putin rivelando un'idea di democrazia autoritaria incompatibile con la nostra Costituzione.
Da ministro dell'interno, Matteo Salvini, ha rivelato la sua indole autoritaria con i decreti sicurezza, una specie di bastone da utilizzare con le classi più disagiate e con le persone più deboli (migranti poveri senza dimora lavoratori sfruttati che scioperano attivisti che tentano di difendere l'ambiente) e senza rivolgere l'attenzione verso le mafie, la criminalità organizzata, gli evasori.
Infine la Lega si affianca ai negazionisti dei cambiamenti climatici mettendosi di traverso a qualsiasi tentativo di contrastare la distruzione dell'ambiente in nome di una presunta crescita del paese e del Pil.
Ecco allora che per contrastare la destra a guida leghista è sufficiente elaborare proposte di segno contrario alle proposte leghiste senza fossilizzarsi solo sul problema immigrazione che sicuramente è un tema importantissimo ma per il quale è necessario lavorare con gli altri stati europei e non solo, perché il fenomeno immigratorio non sarà fermato semplicemente con il blocco di quale nave ma cambiando la politica verso gli stati più poveri e sfruttati.

mercoledì 20 novembre 2019

Sardine e .... gattini


Il nenonato Flash Mob delle Sardine ha ottenuto un primo risultato: mettere in difficoltà la Bestia salviniana. Sono circa tre giorni che il dispensatore di odio twitta contro il neonato movimento di protesta gattini in tutte le salse. E' una palese dimostrazione di incapacità politica di rispondere con fatti alle contestazioni pacifiche e silenziose di questi ragazzi che finalmente hanno mostrato al paese che ci si può liberare della pseudo politica leghista. Un politico che siede in parlamento, ex ministro, leader del partito che sembra avere il maggior consenso nel paese, dovrebbe avere a disposizione tutti gli strumenti adeguati per rispondere a questa contestazione che sembra stia dilagando. Ma è inutile avere gli strumenti se non si hanno poi le capacità per utilizzarli, e Salvini questa capacità certamente non la possiede. Fino a che si tratta di lanciare messaggi ad effetto e volgari contro l'emigrante, contro chi delinque purché di colore, contro il rom o la nave Ong di turno, allora tutto funziona alla perfezione. In questo caso però per rispondere ad una folla silenziosa che circonda i luoghi della sua propaganda ci vogliono argomenti, ci vogliono progetti, ci vogliono risposte che non siano gridate ed urlate ai quattro venti, non basta più baciare il rosario. Ed ecco allora che il "capitano coraggioso" pronto a sfidare a petto nudo il diverso, il povero, il debole, all'improvviso diventa un gattino che solo nelle immagini che pubblica mostra i denti aguzzi che tentano di agguantare la povera sardina. Oltre l'immagine ad effetto però non si va. Ed allora la Bestia tenta di trasformarsi in polipo e di sguinzagliare i suoi tentacoli all'interno dei gruppi social che si sono prontamente formati raggiungendo migliaia di iscritti in poche ore. Ecco questo è il pericolo dal quale ora si devono difendere le sardine perché la Bestia è pronta a seminare zizzania e odio con post subdoli con l'intento di creare scompiglio all'interno dei branchi di sardine. Le provocazioni sono a volte ingenue ("pensavo che questo gruppo non si occupasse di politica") a volte più subdole ("va bene la protesta ma ora chi si vota in Emilia Romagna ?") ed il rischio di "abboccare" è elevato (d'altra parte stiamo parlando sempre di pesci) ma per fortuna poi ci sono le piazze e le strade delle città che fanno diventare tutto più reale e concreto rispetto alla piazza virtuale dei social. L'iniziativa per il momento ha avuto il pregio di far venire allo scoperto una parte non indifferente del paese che è insofferente non solo alla politica leghista, ma anche alle modalità utilizzate per la propaganda tambureggiante fatta di odio, razzismo, xenofobia e antisemitismo. Dopo le prime manifestazioni di piazza di Bologna e Modena e dopo quelle che arriveranno nei prossimi giorni (Sorrento, Reggio Emilia, Palermo, Rimini, Parma, etc. etc.) si potrà fare un consuntivo della partecipazione e ci sarà da affrontare il problema di come incanalare questa protesta per ottenere risultati a breve termine. Si perché va bene manifestare in silenzio, pacificamente e senza simboli di partito ma poi ci saranno le urne (Reggio Emilia e Calabria) ed è lì che la protesta dovrà dare una risposta concreta, altrimenti la protesta rimarrà sterile e rischierà di fare la fine dei girotondi.

venerdì 15 novembre 2019

La vera Bestia


La Bestia è il nome che è stato dato alla macchina infernale messa in piedi da Matteo Salvini per la sua propaganda elettorale continua 24 ore du 24. Una macchina che, anche grazie all'ausilio di account twitter falsi, troller e bot invade i social post spesso deliranti, in più occasioni falsi e fuorvianti e comunque sempre privi di contenuti ed esclusivamente propagandistici. I troller ed i bot poi servono per rilanciare le farneticazioni messe in rete dallo staff del leader leghista. Poi però ci sono le dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini quando intercettato ed intervistato da qualche giornalista nelle sue scorribande in lungo e in largo per l'Italia nell'attività frenetica di continua campagna elettorale. Dalla Sardegna al Veneto, dall'Umbria all'Emilia Romagna per finire poi in Toscana e Calabria. Ed è proprio in occasione di queste dichiarazioni dal vivo che si capisce chi sia la vera bestia: lui proprio lui il Matteo verde. Raccapriccianti le dichiarazioni in merito alla scorta di Liliana Segre ed alle minacce che riceve quotidianamente. "Anche io ne ricevo ogni giorno" a minimizzare se non annullare il significato delle minacce alla signora Segre: minacce razziste, antisemite di stampo nazista rivolte ad una sopravvissuta ai campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Come può una mente normale equiparare quelle minacce con quelle che riceve un politico, che per professione semina odio a piene mani, nella sua attività di propaganda ? Non c'è nessun filo logico se non quello di un uomo profondamente razzista fino nel profondo dell'anima. Ma non basta. Ieri la prima sentenza di condanna per i carabinieri che provocarono la morte di Stefano Cucchi. A suo tempo Salvini si lanciò nella solita tremenda e violenta dichiarazione piena di odio: "La sorella di Cucchi mi fa schifo. Difficile pensare che ci siano carabinieri che pestano per il gusto di pestare". Ieri finalmente la prima sentenza che stabilisce quello che doveva essere evidente per tutti: Stefano Cucchi morì perché pestata a morte da alcuni carabinieri. E Salvini che fa ? Beh avrà chiesto scusa per quelle dichiarazioni violente può pensare qualsiasi persona sana di mente. Eh no il Matteo verde sentenzia che quella è la dimostrazione che la droga fa male ed alla replica del giornalista che gli fa notare che Cucchi non è morto per la droga ma per le botte ricevute da qualche carabiniere lui controbatte: "Perché non posso dire che la droga fa male ?". Ecco questa è la voce della bestia umana che risiede in quell'orrenda persona che è Matteo Salvini. Ognuno può avere le idee politiche che vuole, ci mancherebbe, ma è inconcepibile che una persona sana di mente possa dare seguito e credito a un personaggio come Matteo Salvini.

giovedì 14 novembre 2019

Un paese inadeguato a se stesso


Le recenti vicende drammatiche di questi giorni, che purtroppo sono figlie di un passato recente e meno recente, danno il senso di un paese inadeguato per essere considerato un paese civile, moderno ed al passo con i tempi. La punta dell'iceberg di tale inadeguatezza è naturalmente la classe politica che ha la responsabilità di governare il paese, ma la classe politica riceve questa responsabilità dai cittadini e quindi di conseguenza in ultima analisi sono i cittadini stessi ad essere inadeguati per il proprio paese. Da dopo tangentopoli in poi si sono succeduti al governo del paese tutti i partiti politici che sono entrati in parlamento, dalla Lega (il partito più vecchio presente nelle istituzioni), a Forza Italia, a Fratelli d'Italia (il partito più a destra del paese), al Partito Democratico, ai vari partitelli che si sono formati e sciolti come neve al sole, a Leu, il partito più a sinistra in questo momento, per arrivare alla formazione più giovane, il Movimento 5 Stelle. Insomma non esiste nel parlamento attuale una formazione politica che non sia stata al governo o che non ci sia arrivata nella corrente legislatura. I problemi drammatici di questi giorni sono quindi figli di tutti e nessuno si può tirare fuori. Prendiamo il caso dell'Ilva o ex Ilva. Tutto è iniziato con l'incidete all'alto forno del 2015, o meglio tutto è iniziato per chi non conosceva quella fabbrica di morte. Di morte per gli abitanti di Taranto ma di morte anche per i lavoratori: 48 dal 1993 al Luglio 2019, quasi 2 morti ogni anno. Ma prima del 2015 nessun politico si occupa dell'Ilva, ma dal 2015 in poi inizia un vero e proprio calvario che probabilmente terminerà il prossimo gennaio con lo spegnimento dei forni e la chiusura della fabbrica, diventata Arcelor Mittal, annunciata dai proprietari indiani. E dopo l'annuncio che accade ? Mentre un paese normale cercherebbe di affrontare unito il problema, si utilizza come al solito l'evento per fare polemica politica. Alle "minacce" politiche del governo al grido "La Mittal non può chiudere la fabbrica", rispondono le polemiche dell'opposizione che accollano all'attuale governo la prossima chiusura della ex-Ilva. Risultato: migliaia di persone a spasso, la politica che si scanna ed i cittadini che vanno dietro a chi urla di più. E solitamente chi urla sta sempre all'opposizione da dove è facile urlare sul niente per pi quando si troverà al governo concludere niente. Vogliamo parlare di Venezia ? La vicenda è più tragica. Dopo l'alluvione del 1966 si discute, progetta e si propone per tentare di salvare Venezia ma concretamente ci vogliono 27 anni per partire con un progetto, il Mose, che non convince parecchie persone. Nel 2013 quando l'opera invece di essere terminata subisce un primo stop a causa di indagini, arresti e via dicendo e così il prossimo termina passa al 2020. Ma ora dopo l'alluvione dei giorni scorsi il termine si sposta al 2021 anche se in molti ancora hanno dubbi più che fondati sul funzionamento della diga. L'opera è realizzata per l'80% e dovrebbe essere interesse di tutti per arrivare alla conclusione, anche perché Venezia è patrimonio di tutti e tutto il mondo ci guarda con occhi stupiti. Naturalmente la polemica arriva puntuale dal solito personaggio pronto a sfruttare il momento: Salvini dichiara che i 3 miliardi previsti per incentivare l'uso delle carte elettroniche al fine di contrastare l'evasione fiscale, andrebbero dirottati subito su Venezia. Sciacallaggio politico allo stato puro e naturalmente con il consenso di molti cittadini che per un selfie con il leghista venderebbero non solo l'anima.
La storia non finisce qui. Si potrebbe parlare del ponte di Genova, si potrebbe parlare del terremoto dell'Aquila e del terremoto di Marche, Umbria e Lazio e di tanti altri problemi che in altri paesi sono risolti in un tempo accettabile mentre da noi o rimangono irrisolti o risolti in tempi biblici. Di fronte a questo fallimento Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Partito democratico non dovrebbero più esistere come accadrà al Movimento 5 Stelle al quale sono stati sufficienti 16 mesi per bruciare il consenso acquisito con una legislatura di opposizione. Politici come Salvini, Meloni, Berlusconi, Casini, Renzi, Orlando dovrebbero essere già a casa da un pezzo e invece siamo ancora qui a parlare di questi personaggi.

giovedì 7 novembre 2019

Un paese senza futuro


I recenti avvenimenti del paese Italia dimostrano che siamo un paese destinato all'estinzione e che si mantiene in piedi grazie solo ad una minoranza di cittadini che possono essere definiti eroi: quelli che pagano le tasse, che fanno onestamente il loro lavoro (equamente distribuiti fra pubblico e privato), che non credono a scatola chiusa alle dichiarazioni dei politici, che insomma hanno una testa pensante.
Che futuro dovrebbe avere un paese nel quale è minacciata la sicurezza di una arzilla vecchietta di 90 anni sopravvissuta da Auschwitz grazie alle intemperanze di una parte della politica che siede addirittura in parlamento.
Che futuro dovrebbe avere un paese che inizia ad occuparsi di un insediamento industriale, portatore di morte, solo perché si verifica un incidente mortale e in 7 anni non riesce a prendere una decisione univoca cambiando le carte in tavola ogni 6 mesi.
Che futuro può avere un paese nel quale un movimento nato come il nuovo che avanza, che avrebbe dovuto rappresentare il cambiamento, che avrebbe dovuto dare un colpo mortale alla casta, forma un governo prima con il partito più vecchio e più fascista del parlamento, per poi allegramente passare della parte opposta formando un altro governo con lo stesso presidente con il partito figlio (non riconosciuto) del partito comunista italiano.
Che futuro può avere un paese dove un politico che nella sua carriera non ha mai ottemperato agli impegni assunti (assenteista al comune di Milano, assenteista al parlamento europeo), che è leader di un partito ladro certificato grazie ad una sentenza definitiva, diventa ministro, viene scoperto a trafficare con una paese come la Russia e continua ad essere idolatrato da milioni di seguaci.
Il problema di questo paese non è solo la qualità della politica che lo governa quanto la qualità del popolo che ha generato questa classe politica. Un popolo che per il 35% si disinteressa della politica non andando a votare perché "nessuno mi rappresenta" ignorando che in questo modo delega ad altri la propria rappresentatività. Un popolo la cui maggioranza appoggia dei partiti come Fratelli d'Italia e la Lega che non si riconoscono nella Costituzione, che si ispirano a principi storici che hanno provocato milioni di morti ed hanno tentato di sopprimere la libertà. Un popolo che inneggia ad un politico che si permette di equiparare le minacce fascio/naziste ad una scampata ad Auschwitz con le "minacce" che riceve lui nell'esercizio della sua funzione politica e che sono poi il frutto delle proprie esternazioni piene di odio verso gli avversari.
Insomma non si trovano motivi validi per essere "ottimisti" sul futuro di questo paese.

lunedì 4 novembre 2019

Razzismo figlio dell'ignoranza e dello sdoganamento politico


Nonostante gli episodi di razzismo sia siano intensificati in questi ultimi mesi, il razzismo non è nato all'improvviso da un giorno all'altro ma è sempre stato presente anche se sotto traccia nel nostro paese. Oggi grande indignazione per l'episodio di Verona dove Balotelli è stato oggetto di sfottò razzisti che lo hanno portato ad uno sfogo plateale, ma nel calcio il "razzismo" è sempre stato presente. Che dire della propensione dei tifosi non solo ad incoraggiare la propria squadra ma anche e soprattutto a coprire di insulti e sfottò le squadre ed i tifosi avversari ? Non è anche questa una forma di razzismo che mette una contro l'altra tutte le tifoserie delle varie squadre italiane ? Che necessità c'è di offendere gli avversari piuttosto che esclusivamente incoraggiare la propria squadra ? Oggi al razzismo calcistico contro gli avversari si è aggiunto il razzismo nella sua peggiore forma, quello contro il diverso dove per diverso si intende un essere umano con la pelle di colore diversa e/o di nazionalità diversa. Ma anche questo tipo di razzismo è sempre stato presente anche se non manifestato sia perché l'Italia ha conosciuto il fenomeno immigratorio in ritardo rispetto ad altri paesi, ma anche per un certo timore a manifestare questo orribile sentimento verso altri esseri umani come noi stessi. Il razzismo, in Italia come in ogni parte del mondo, è una bandiera tipica dei partiti di destra, partiti che sono rimasti ai margini della vita politica nel mondo occidentale fino alla caduta del muro di Berlino e con esso delle "famigerate" ideologie. In Italia razzisti e fascisti sono, pur presenti nel panorama politico, sono rimasti sotto la cenere fino agli anni 90 quando il buon Berlusconi portò per la prima volta nel suo governo la Lega e Alleanza Nazionale (partito fascista figlio del MSI di Almirante). Fino a quel momento nessuno si prendeva la briga di mettere in discussione determinate feste come il 25 aprile o il 1 maggio e nessuno si permetteva di fare parallelismi assurdi fra fascismo e comunismo. Poi da quel primo governo Berlusconi in poi è stato una sdoganamento continuo fino ad arrivare alla recrudescenza in atto da un anno e mezzo grazie a Matteo Salvini ed al suo linguaggio violento, razzista e xenofobo. Se oltre a questo sdoganamento politico, ci mettiamo l'ignoranza storica cronica il gioco è fatto: la Lega, il peggiore partito della destra italiana, si permette di mancare di rispetto ad una sopravvissuta di Auschwitz come Liliana Segre, raggiunge un consenso da mettere paura per gli sviluppi futuri. Razzismo, xenofobia e antisemitismo sono addirittura arrivati in Parlamento con il voto al Senato sulla Commissione proposta dalla Segre stessa, grazie anche all'incapacità dei partiti di sinistra di arginare questo fiume in piena che rischia di travolgere la nostra democrazia (il Pd intende lasciare ad una commissione di 27 persone il libero arbitrio di censurare post razzisti sul web senza far intervenire la magistratura, una scelleratezza unica). Non sarà facile uscire da questo vortice nel quale ci siamo infilati, soprattutto se chi dovrebbe portarci fuori dimostra incapacità totale nell'arginare le stupidaggini, le falsità e l'odio distribuito a mani basse da un personaggio come Salvini.

domenica 3 novembre 2019

Le frottole verdi e quelle bianche


In politica il popolo italiano è abituato a sentirsene raccontare di tutti i colori, anche prima dell'avvento dei social, ma sembra aver ormai acquisito una specie di difesa immunitaria che lo rende immune dalle sparate dei politici italiani. Nella precedente legislatura abbiamo avuto Renzi che ne ha sparate diverse dal "Letta stai sereno" al "se perdo il referendum smetto di fare politica". Poi è stato sostituito dal bugiardo e racconta frottole per eccellenza che è Matteo Salvini, presentatosi al governo con la promessa di eliminare le accise al primo consiglio dei ministri per poi proseguire con le sue sparate quotidiane soprattutto in tema di migranti (l'invasione, porti chiusi/aperti ed in ultimo l'aumento degli arrivi da quando non c'è più lui a difendere i confini). In questi giorni è tornato in auge anche il Matteo di Rignano, che dopo aver promosso la nascita del nuovo governo M5S-Pd ed aver lasciato il Pd per formare il suo partitello, ha ripreso con le esternazioni attaccando quotidianamente il governo salvo poi dichiarare che durerà fino al 2023. A occhio e croce Conte rischia la fine del povero Letta salvo che, se sarà così, non sarà certo il buon Matteo Renzi a sostituirlo ma bensì il Matteo fasciorazzista della Lega. La battaglia di questi giorni è sulle microtasse previste nella legge di bilancio del governo Conte 2 per portare a casa il blocco dell'aumento dell'Iva. Una battaglia di propaganda piuttosto che una scelta seria per la finanziaria 2020. Infatti la famigerata Iva sbandierata come uno spauracchio avrebbe potuto essere gestita secondo parametri "razionali" piuttosto che svenarsi nel cercare quei soldi necessari a bloccare questa eredità tramandata di governo in governo. Si sarebbe potuto per esempio aumentare l'Iva di beni non essenziali e diminuire quella di generi di prima necessità come richiesto da più parti ed utilizzare quei 23 miliardi per ridurre le tdasse sul serio. Certo un provvedimento del genere sarebbe stato dettato dalla razionalità e non dalla pancia ed oggi come oggi quindi non digerito dalla maggioranza dei cittadini che ragionano ... forse nemmeno con la pancia. Detto questo il governo si appresta ad approvare qualche piccolo balzello per riuscire a far quadrare i conti e naturalmente apriti cielo. Non solo da parte del Matteo verde che dall'opposizione vede la sua azione facilitata perché può sparare a zero senza proporre soluzioni alternative, come d'altra parte faceva anche da ministro. Il Matteo bianco invece inizia la guerra contro il governo che appoggia demonizzando la tassa sulla plastica dimenticando almeno due aspetti: ma non è stato il suo governo ad introdurre la tassa sulle buste di plastica ? ma non è lo stesso Renzi a schierarsi a favore di Greta nella lotta contro la distruzione dell'ambiente ? Insomma come al solito il Matteo bianco cambia parere e posizione ogni mezza giornata e le spara a vanvera gareggiando in questa gara allo sparacavolate con il suo omonimo verde. Intendiamoci la lotta contro l'inquinamento e l'opera di distruzione dell'uomo sull'ambiente non può essere portata avanti da un singolo paese o con queste microinterventi di efficacia discutibile, ma sparare a zero senza proposte alternative è semplicemente uno dei tanti giochetti politici indirizzati verso il consenso piuttosto verso una reale soluzione ai problemi.

sabato 2 novembre 2019

Immigrazione: da Salvini a Lamorgese niente cambia


L'ex ministro dell'odio e della propaganda, Matteo Salvini, continua la sua eterna campagna elettorale sfruttando come sempre il tema a lui caro, quello dell'immigrazione, ma in realtà è la solita musica fatta di bufale e notizie false: porti aperti, invasione, meno male che il decreto sicurezza c'è. Tutte una serie di fandonie buone solo per coloro che si bevono i tweet del leader leghista. Partiamo dall'ultima fandonia quella del decreto sicurezza. In realtà sulla base di quel decreto, a dispetto del suo nome, l'insicurezza sta aumentando. Grazie al decreto infatti gli immigrati irregolari arriveranno a 680.000 entro la fine dell'anno per raggiungere il numero di 750.000 nel 2021. Tutto grazie alla cancellazione della protezione umanitaria e della chiusura di diverse strutture di accoglienza con la consequente messa in strada di migliaia di immigrati. Questi sono i numeri che smentiscono i discorsi ed i tweet dell'odiatore seriale. Stessa storia sulla questione dell'invasione e dei porti chiusi/aperti. Come ormai è noto i porti non sono mai stati chiusi se non nella testa del leader dei uno dei tre partiti fascio/razzisti presenti in parlamento, la Lega appunto. Il Salvini da ministro teneva in mare le navi delle Ong fino a quando o un magistrato, o l'emergenza sanitaria, o il coraggio di un comandante portavano all'attracco della nave ed allo sbarco del suo carico di esseri umani. Oggi è cambiato solo il fatto che la nave Ong viene fatta attraccare quando si è raggiunto un accordo sulla redistribuzione degli immigrati senza costringere la nave a stare inutilmente in mezzo al mare come faceva il ministro dell'odio. Rimane il fatto che il traffico di navi Ong è più o meno lo stesso dei 14 mesi gestiti dal consumatore di nutella e mojito. Per quanto riguarda l'invasione, sebbene ci sia stato un aumento degli sbarchi soprattutto di quelli autonomi (grazie alla nuova strategia che prevede partenze dalla Tunisia), i numeri dicono che fino al 31 ottobre gli sbarchi in Italia sono stati 9.427 contro i 23.370 di tutto il 2018, Quindi siamo in linea, anzi al di sotto, dei numeri dello scorso anno nonostante le esternazioni del leader leghista. Quindi niente di nuovo sotto il solo: la politica sull'immigrazione del nuovo governo Conte nonostante la Lega sia stata sostituita dal Pd non è cambiata, Matteo Salvini continua nella sua propaganda anzi ora che non ha più impegni governativi (prima li aveva ma se ne fregava ugualmente) l'ha intensificata senza modificarne la sostanza fatta di bufale un tanto al chilo. Insomma con il nuovo governo non ci siamo nemmeno liberati delle esternazioni social di un energumeno che gioca con la superficialità e l'ignoranza di una parte notevole del paese.