martedì 30 aprile 2019

Con il governo del cambiamento, cambia il clima del paese

In realtà è innegabile che il governo gialloverde, autoproclamatasi governo del cambiamento, qualche cambiamento lo abbia davvero portato nel paese: il clima che si respira da qualche mese a questa parte è diventato pesante. Però è anche vero che si tratta di un cambiamento che parte da lontano addirittura dalla discesa in campo di Berlusconi e del suo primo governo, per arrivare a raggiungere i toni più alti oggi con lega e M5S al governo ma soprattutto con la superstar incontrastata di questo esecutivo: il ministro dell'interno o meglio ancora della propaganda Matteo Salvini. Fu infatti Silvio Berlusconi a portare al governo, per la prima volta dalla caduta del fascismo, due formazioni di destra come la Lega e come Alleanza Nazionale di Fini. E fu ancora lo stesso Berlusconi a disertare per la prima volta la festa di liberazione del 25 aprile paventando la contrapposizione, anche in questa occasione, fra destra e sinistra, fra comunisti e fascisti. Fu quel governo insomma a dividere per la prima volta il paese in occasione del 25 aprile mettendo in campo un revisionismo storico senza precedenti oltre che falso e fuorviante. Senza poi parlare delle esternazioni eversive dei leghisti al governo: una su tutte quella del ministro Castelli che saltellava in piazza al grido di "chi non salta italiano è". Il percorso è iniziato in quel lontano inizio di anni 90 per arrivare ai giorni d'oggi nei quali un ministro di fatto con le sue continue esternazioni ha sdoganato di nuovo razzismo e fascismo. Certamente razzisti e fascisti non sono sbocciati all'improvviso ma in qualche modo restavano un pò sotto traccia e non si erano mai palesati come in questi ultimi mesi. Dal tiro al piccione iniziato subito dopo l'insediamento del governo fino ad oggi con le manifestazioni a Milano o a Predappio dove addirittura la Rai si è impegnata per trasmettere un servizio osceno da apologia del fascismo. Il tutto sotto l'occhio vigile del ministro della propaganda Matteo Salvini sempre pronto a sottolineare la "razza" o il colore della pelle quando le forze dell'ordine catturano un extracomunitario che commette un reato, come altrettanto pronto a sorvolare sugli stessi reati quando a commetterli è un italiano e per di più della sua stessa parte politica (stupro commesso dai due di Casapound docet). E così oggi dopo aver sottovalutato e sorvolato sulla nascita di formazioni neofasciste che, secondo la Costituzione e secondo la legge, avrebbero dovuto essere chiuse, ci ritroviamo con i fascisti bellamente per strada a fare i loro saluti romani con la complicità del governo e del ministro che dovrebbe essere il responsabile della sicurezza. Sorvolare su queste esternazioni tacciandole come folcloristiche o peggio ancora ignorarle del tutto per puri fini elettorali può davvero essere pericoloso e segnare un punto di non ritorno.

giovedì 18 aprile 2019

Il ministro che attenta alla democrazia ed il paese dorme


Continua senza sosta l'opera del ministro Salvini che agisce nel governo come se fosse non un ministro ma un presidente del consiglio con le deleghe di tutti i ministeri, in ambito politico con la sua campagna elettorale permanente per arrivare alle elezioni europee con l'intento di portare la Lega in Europa a distruggere l'Europa stessa non a cambiarla, in ambito privato passando a visitare tutti i luoghi dove si mangia scattando selfie in mezzo a folle festanti che non vedono l'ora di stringergli la mano. Il tutto nella più completa sudditanza dell'alleato di governo che ora fa qualche strillo ma che ormai è completamente stritolato da questo personaggio tuttofare. Un'azione incessante quella del ministro che invade tutti i campi possibili dei vari ministri del governo giallo verde. Le due recenti direttive sono l'ultimo esempio di quanto questo ministro possa essere pericoloso per la democrazia e per tutti i poteri dello Stato. Nella prima direttiva travalica i vertici militari dal ministro della difesa a scendere ordinando alle navi Ong, anche quelle italiani, di incrociare nelle acque territoriali italiane. La sua direttiva non è stata rivolta solo alle forze di polizia, delle quali il ministro dell'interno ha la responsabilità, ma anche alla marina ed alla guardia costiera che sono sotto la responsabilità del ministero della difesa. In pratica ha prevaricato lo stesso Presidente della Repubblica che la Costituzione individua come il capo delle forze armate. Un atto gravissimo ma che non ha suscitato l'indignazione che avrebbe dovuto. Ma Salvini non si ferma e ieri ecco una seconda direttiva che questa volta mette in discussione i sindaci delle città italiane. Con questa direttiva il ministro autorizza i prefetti a prendere i provvedimenti necessari per il degrado delle città nelle cosi dette zone rosse, provvedimenti che sono di stretta competenza dei sindaci. Altro atto gravissimo che questa volta mette in discussione i sindaci cioè coloro che rispondono direttamente ai cittadini in quanto eletti con il voto popolare. Insomma Matteo Salvini se ne infischia di tutte le regole democratiche del nostro paese, partendo dalla Costituzione a scendere e nessuno sembra in grado di fermarlo in questo delirio di onnipotenza. Naturalmente il ministro dell'interno non si ferma ai così detti problemi di sicurezza e dell'immigrazione (una vera e propria ossessione) ma entra a gamba tesa anche in ambito economico. Ieri ha ripreso il ministro Tria che timidamente aveva sottolineato con estrema sincerità che nel Def, appena approvato, è prevista l'aumento dell'Iva e non c'è nessuna misura per scongiurare questo tragico aumento. Salvini lo ha ripreso (insieme al suo zerbino Di Maio) assicurando che l'Iva non aumenterà ma senza dire né come né perché né tanto meno indicare quali sarebbero le misure che eviterebbero questo aumento (non previste nel Def). Insomma che li teniamo a fare tutti quei ministri ... ?

lunedì 15 aprile 2019

Il fascismo del terzo millennio



Fanno tenerezza tutti quei giornalisti che alla domanda "Ma Salvini è fascista", si perdono in giustificazioni arrampicandosi sugli specchi per emettere la loro sentenza "No no no Salvini non è fascista". Cari signori, spiace dirlo ma Salvini è il prototipo del fascista del terzo millennio. Certo non ci si può aspettare che indossi la camicia nera o verde, che proponga marce su roma (anche se in passato lui ed i leghisti le hanno evocate in più occasioni), o che scenda in piazza insieme ad i suoi amici verdi con il braccio teso. Certo che no, ma il suo fascismo anche se diverso nella forma ha le stesse radici nella sostanza. Salvini non va a cercare i suoi oppositori casa per casa per propinare olio di ricino, ma quello che fa sui social non è certo diverso per significato. Come classificare i suoi post, che sbeffeggiano e tentano di ridicolizzare i propri oppositori, se non di stampo fascista ? Che differenza c'è fra propinare olio di ricino oppure pubblicare una foto di due manifestanti donne lasciandole alla gogna social più barbara e sessista ? Nessuna la sostanza è esattamente la stessa. Come giudicare il suo disprezzo per una festa come il 25 aprile data che ha sancito la liberazione dell'Italia dal fascismo e dal nazismo se non come una delle tante esternazioni di stampo fascista ? Il 25 Aprile è una festa che ha segnato la nascita della democrazia, della repubblica italiana e della Costituzione: tutti quegli elementi che consentono oggi ad un personaggio come Salvini di stare al governo pur non essendone degno. E come giudicare i suoi legami con i fascisti di Casapound o il suo fraternizzare con pregiudicati e condannati se non come una rappresentazione della sua anima fascista ? Che natura può avere un provvedimento come quello della legittima difesa, che certifica l'impotenza dello Stato nel combattere la delinquenza e soprattutto l'assoluta non intenzione di rafforzare lo Stato stesso demandando al cittadino la ricerca della propria sicurezza, se non come un provvedimento di stampo fascista ? E che dire del razzismo più becero di questo ministro che è sempre pronto a stigmatizzare ogni minimo atteggiamento discutibile di un qualsiasi immigrato di colore per poi passare sopra su qualunque malefatta compiuta dall'uomo bianco, un razzismo insito e ben integrato con il fascismo.
Un fascismo che trasuda da ogni suo post, da ogni sua parola scritta o pronunciata, da ogni sua foto postata in maniera inconsulta. Senza se e senza ma .... basta con questo buonismo sulla figura del ministro dell'interno ... è un ministro la cui politica si rifa al fascismo più buio.