martedì 24 dicembre 2019

La politica indifferente alle protesta pacifiche



Dopo due mesi di piazze riempite come non accadeva da decenni, si può stilare un primo bilancio e concludere che al momento la politica italiana non si è resa conto del malessere che percorre la società civile del paese. Nessuno, a parte qualche caso isolato e personale, dei partiti che attualmente compongono il panorama politico italiano ha mostrato la minima sensibilità a questo movimento di protesta ed ognuno ha continuato per la sua strada. I comportamenti essenziali che dimostrano questa impermeabilità alla protesta sono diversi.

Lega e M5S per esempio confermano la più radicata delle tradizioni di tutti partiti dell'arco costituzionale che consiste nel cambiare il proprio pensiero a seconda che si faccia parte della maggioranza o dell'opposizione. La Lega per esempio, in occasione dell'approvazione della legge di bilancio, accusa il governo della mancanza del dibattito parlamentare e del ricorso alla fiducia chiedendo addirittura l'intervento del Presidente della Repubblica. Ma quanto accaduto in questi giorni non è altro che la replica di quanto accaduto nel dicembre scorso quando la Lega era al governo ed a lamentarsi era il Pd che si trovava all'opposizione. Il M5S dal canto suo cambia totalmente atteggiamento nei riguardi della richiesta della magistratura di processare Matteo Salvini per sequestro di persona relativo al caso della nave Gregoretti. In questo caso il M5S voterà a favore mentre nell'analogo caso della nave Diciotti voto contro essendo la Lega l'alleato di governo.
Che dire poi dei cambiamenti di casacca che questa volta coinvolgono parlamentari del M5S, il movimento che doveva rappresentare il cambiamento della politica italiana e che invece, appena arrivato al governo, si è perfettamente integrato nel malcostume della politica italiana. Una tradizione, quella del passaggio da un partito all'altro nel corso della legislatura o addirittura della creazione di una nuova formazione questa davvero non votata da nessuno, che rappresenta una delle peggiori abitudini della politica italiana giustificata da una cattiva interpretazione della Costituzione che giustamente non prevede il vincolo di mandato. Chi è sceso in piazza in questi mesi lo ha fatto anche per chiedere una maggiore correttezza e trasparenza nei comportamenti dei politici italiani che invece hanno totalmente disatteso questo richiamo ad una maggiore coerenza.
Le manifestazioni di piazza inoltre chiedevano e chiedono ai partiti ed ai loro leader di mettere da parte l'odio e la violenza, se pur verbale, per tornare ad una dialettica politica ed un confronto imperniato sulle idee e non sulla denigrazione dell'avversario politico. Per tutta risposta all'odiatore seriale, Matteo Salvini, si è aggiunto l'omonimo Matteo Renzi che tramite i suoi fan ed il suo nuovo partito Italia Viva ha massacrato il giornalista Formigli di Piazza Pulita colpevole di aver mandato in onda un servizio sulla fondazione del Matteo di Rignano e sui suoi intrallazzi per acquistare una casa da quasi un milione di euro. Il povero giornalista è stato messo alla gogna sui social dove è stato sottoposta ad un trattamento mafioso con pubblicazioni relative alla sua abitazione ed a particolari inquietanti e minacciosi. D'altra parte i due Matteo non hanno per caso lo stesso nome.
Ma non solo la politica è rimasta indifferente alle proteste di piazza, purtroppo anche la reazione dei cittadini non è stata del tutto positiva. Se infatti le piazze si sono riempite, d'altro canto, stando ai sondaggi, l'astensionismo è aumentato di circa 3 milioni di nuovi indecisi, a dimostrazione che non solo la politica non ha compreso il malessere che circola per il paese, ma anche una buona parte di cittadini con comprende che con l'astensione la situazione politica del paese non può che peggiorare. Ora la domanda è: saranno sufficienti manifestazioni pacifiche ha modificare la rotta di questa politica scellerata, priva di progetti e idee che vadano oltre il semplice consenso popolare ?

mercoledì 18 dicembre 2019

Toccherà ancora ai cittadini salvare la democrazia


L'ennesimo tentativo di modificare la Costituzione in versione antidemocratica dovrà anche questa volta passare attraverso il referendum costituzionale. Dopo i tentativi di Berlusconi prima e di Renzi poi di tagliare la democrazia, è arrivato il Movimento 5 Stelle che in nome del solito populismo in versione risparmio di spesa, ha varato, con la complicità di tutto il parlamento, il taglio del numero dei parlamentari sia in Senato che alla Camera. Di Maio e soci però, anche in questa occasione, hanno festeggiato prima del tempo. Dopo la sceneggiata dell'ottobre scorso nel giorno dell'approvazione definitiva della riforma messa in atto davanti a Montecitorio, ecco che oggi arriva la notizia che la riforma dovrà passare al vaglio del referendum popolare. Insomma dopo l'abolizione della povertà, la risoluzione della questione dell'Ilva, il buon Di Maio per ora mette a segno un altro flop. La tanto decantata riduzione dei parlamentari in realtà è una mera operazione di drastica rappresentanza democratica del parlamento in quanto si tratta di una riforma che riduce esclusivamente il numero di senatori e deputati senza essere accompagnata da una rivisitazione delle funzioni del parlamento. Anzi proprio questa rivisitazione avrebbe dovuto guidare la eventuale riduzione dei rappresentanti dei cittadini. Fatta in questo modo invece il tutto si riduce ad un dimezzamento di parlamentari che si tramuta in una drastica diminuzione di rappresentanza con una significativa percentuale di cittadini che non avranno rappresentanti nelle istituzioni. Per esempio si potevano portare le autonomie territoriali nel cuore del sistema di governo, rivedendo la struttura del Parlamento e adeguandone la composizione. Avere quindi per esempio una camera della autonomie a composizione ridotta ed una Camera dei deputati inalterata come rappresentanza del corpo elettorale. Per la questione del risparmio sarebbe stato sufficiente semplicemente ridurre lo stipendio del parlamentare senza nemmeno toccare la Costituzione. Si è scelta invece la strada di ridurre il numero dei rappresentanti dei cittadini in parlamento per occuparsi successivamente di legge elettorale ed eventuale correttivi per mitigare gli scompensi nel sistema parlamentare italiano conseguenti a questa riduzione. Ma in Italia sappiamo benissimo come vanno a finire questi impegni presi a posteriori. Insomma si tratta dell'ennesimo tentativo di riformare una Costituzione che in realtà andrebbe benissimo così come è ed il problema caso mai sarebbe piuttosto la sua completa attuazione piuttosto che la sua riforma in uno o più punti. Ma la classe politica di questa stagione politica, che prosegue da oltre 25 anni, si mostra ad ogni occasione inadeguata a qualsiasi riforma tesa a rendere più moderno ed efficiente un paese che ormai si distanzia sempre più dalle democrazie più evolute e moderne. Il rischio è che questa volta, sotto la spinta populista, la riforma possa superare il referendum in quanto quasi tutte le forze politiche sono favorevoli. Ed allora sarà davvero un primo passo pericoloso all'abbattimento della democrazia parlamentare che tanto sta sullo stomaco ai 5 stelle ed al suo fondatore.

giovedì 12 dicembre 2019

Quando sembrava tutto finito ... tornano le piazze


Quello che è accaduto in questo 2019, non solo in Italia, sembra un controrivoluzione, una ribellione alla tecnologia ed un ritorno al passato che diventa però di nuovo attuale. Quando tutti si imbarcavano in analisi socio-culturali-tecnologiche relative al predominio dei social con i quali siamo tutti connessi attraverso video e tastiere nelle più svariate forme rispetto alle forme di comunicazione e socializzazione più antiche, che prevedevano il contatto umano, ecco che la situazione si ribalta completamente e tornano ad essere protagonisti quei luoghi ormai deserti: le piazze. Tutto sembrava perduto, almeno per i ben informati e detrattori della tecnologia, e si descrivevano soprattutto i giovani ormai relegati a colloquiare e comunicare in maniera alienante ed ossessiva con il loro smartphone o al più con le loro tastiere lasciando da parte il famoso contatto umano. Certo dietro la propria tastiera, magari nascosti da uno falso nome o da uno pseudonimo spesso impersonale (corsaro55, napal76, etc.) tutti diventano capitani coraggiosi o addirittura condottieri di gruppi social costituitisi in pochi click ma formati da una schiera di nomi spesso sconosciuti e senza volto. Con questa tecnica si è addirittura formato un movimento politico arrivato anche la governo che, dopo una prima manifestazione di piazza, ha abbandonato la realtà vera per nascondersi dietro piattaforme surreali dove si discute (o si sragiona), addirittura si vota senza mai un confronto reale e serio fatto di faccia a faccia, tavole rotonde, assemblee con discussioni a viso aperto. Sarà un caso che proprio in questo anno nel quale sono tornate di moda le piazze anche quel movimento si sta sgretolando e sciogliendo come neve al sole ? Insomma quando tutti sembravamo relegati a starcene chiusi nelle nostre case con il nostro pc a incazzarci con i tweet deliranti di pseudo politici o pseudo giornalisti, scrivendo a nostra volta tweet, commenti e post che finivano nell'etere senza sapere se fossero mai letti (e soprattutto capiti) da qualcuno, qualcuno ha avuto l'idea di tornare in piazza. E subito l'iniziativa è piaciuta come se si trattasse di una novità (magari per i più giovani lo era veramente) e le piazze si sono riempite subito. Ci siamo ritrovati, giovani e meno giovani, a fianco a fianco, a guardarci negli occhi, non più a leggere tweet e post ma ad ascoltare parole vere pronunciate da persone vere che abbiamo avuto proprio davanti a noi. E non è accaduto solo in Italia, anzi forse l'Italia è l'ultima arrivata a riempire le piazze. C'è il movimento di Greta che manifesta in tutto il mondo, ci sono i Gilè Gialli con iniziative a volte discutibili, ci sono i ragazzi di Hong Kong, e ci sono le sardine. Insomma è tutto un fermento che non ha abbandonato i social ma li sta utilizzando in maniera diversa con l'obiettivo finale comunque di ritrovarsi uno vicino all'altro a far sentire una voce unica. Quindi tutto bene ? Beh è ancora presto ma per ora ci fermiamo qui con un'interrogativo per quanto riguarda il nostro paese: riuscirà questo movimento pacifico che si estende in maniera trasversale fra le varie componenti politiche ma anche da Nord a Sud in tutto il paese ha cambiare realmente le cose ? Questa è la domanda sulla quale iniziale a riflettere per evitare che anche le sardine si spengano o meglio affoghino come altri movimenti del passato fagocitate da una politica fagocitante.

venerdì 6 dicembre 2019

Appello ai media: liberateci da Salvini


I milioni di italiani che sono stufi delle sparate di Matteo Salvini e che quindi non lo seguono sui social, non hanno modo di evitare le bravate del leader leghista in quanto ha ad ogni sua esternazione giornali, radio, televisioni, siti web, personaggi più o meno famosi si impegnano per rilanciare i suoi allucinanti post e tweet. Non se ne viene fuori e l'unico modo sarebbe rifugiarsi su un'isola deserta irraggiungibile e qualsiasi tipo di segnale via etere o via cavo. Il Matteo verde, giustamente soprannominato il cazzaro (naturalmente verde), ne spara almeno una al giorno e sia che si tratti di argomenti seri (purtroppo anche su argomenti seri le sparate del cazzaro sono prive di senso e di sostanza) oppure di pure e semplici cazzate da far impallidire un adolescente, la risonanza dei media è impressionante e raggiunge ogni oasi sperduta del nostro paese. La notizia odierna è che il buon cazzaro verde non mangerà più Nutella perché la Ferrero usa per la famosa crema al cioccolato delle nocciole turche e quindi arrecherebbe danno agli agricoltori italiani. Povero senatore a cosa si è ridotto per attirare l'attenzione, però il suo bel risultato l'ha ottenuto in quanto alla sonora cazzata in tanti anni risposto, da Mentana per arrivare a Selvaggia Lucarelli per arrivare a Fiorella Mannoia. Ed allora si scopre che la Ferrero utilizza nocciole di vari paesi del Mediterraneo per un semplice motivo: le nocciole italiane non sarebbero sufficienti. Ma poi il buon Matteo verde perché se la prende con la Ferrero e per prendersela magari usa uno smartphone che di certo non è prodotto in Italia ed al suo interno non avrà niente di italiano. E poi Salvini lo sa che Ferrero ha 6000 dipendenti in Italia a cui quest’ anno riconosce un premio di 2000 euro, ha il 40 % di dipendenti donne, organizza stage per i figli dei dipendenti all’estero, un asilo nido e un’attenzione non proprio comune al welfare aziendale. E lui non trova di meglio che prendersela con le nocciole turche.
Povero Salvini bisogna capirlo. Ha dovuto abbandonare il suo cavallo di battaglia, l'immigrazione, perché l'attuale ministro dell'interno fa meglio di lui (57 ricollocazioni al mese contro le 10 di salviniana memoria). Non può approfondire l'argomento MES perché non saprebbe da dove iniziare oltre le dichiarazioni ad effetto ("Nottetempo i conti correnti degli italiani saranno prosciugati) che sono smentite dal semplice uomo della strada che abbia almeno letto una pagina di qualsiasi quotidiano serio. E domani sarà in piazza a pasturare i suoi fan proprio sul Mes .. ci sarà da ridere. Non gli rimane che buttarsi su materie più semplici ma anche su queste non va oltre l'applauso di quelle decine di persone che lo acclamano e che non riescono nemmeno a capire una pagina di testo di un sussidiario della terza elementare.
Ora un appello ai giornalisti, vips e chiunque sia colpito dalle "stronzate" salviniane: per favore non le rimbalzate sulle vostre pagine on line o pagine social, è come sparare sulla croce rossa e in questo modo non fate altro che raggiungere anche quei poveri milioni di italiani che tentano di stare lontano il più possibile dal cazzaro verde. Lasciatelo cuocere nel proprio brodo.

lunedì 2 dicembre 2019

Il Mes: ennesima occasione per litigare e non far capire niente


Quando si deve parlare di Europa, qualunque sia il problema, l'argomento o l'accordo da raggiungere, per Salvini e la Meloni è comunque un'ottima occasione per sollevare un polverone oltre il quale non far capire niente. Il dubbio, che è quasi una certezza, è che anche entrambi non capiscano niente del problema che stanno trattando e che usino qualunque pretesto per fare cagnara e per non dire apertamente quale sia il loro reale obiettivo: uscire dall'Europa e dall'euro. Lega e Fratelli d'Italia non vanno oltre le accuse al governo che "minaccerebbe i risparmi degli italiani" o che starebbe facendo accordi sul "sangue degli italiani". Poveri italiani presi per la giacchetta e citati da qualsiasi leader (Salvini, Meloni, Di Maio, Renzi) come se tutto il paese fosse con ognuno di loro e come se ognuno di loro facesse esclusivamente il bene del paese. Ma qualcuno ha per caso ascoltato qualche parola accessibile a tutti "gli italiani" che consentisse loro di capire il significato delle accuse rivolte al governo dall'opposizione ? Qualche italiano medio ha potuto farsi un'idea dei vantaggi (sostenuti dal governo) e dei rischi (sostenuti dall'opposizione) che si nascondono dietro questo accordo sul così detto Fondo Salva Stati ? No dalle bocche dei politici tutti non è uscita alcuna parola che fosse utile al cittadino per capire le ragioni dell'una e dell'altra parte. Tutti in questa vicenda stanno dando vita ad un gioco molto sporco. I più ipocriti e bugiardi sono la Lega, per bocca di Salvini, ed il M5S, per bocca di Di Maio, che hanno gestito la trattativa fino al giugno scorso senza sollevare obiezioni insormontabili o scatenare la gazzarra di questi giorni in nome di un presunto tradimento del Presidente del Consiglio Conte. Ora entrambi, dopo sei mesi durante i quali non si sono occupati del problema, improvvisamente si svegliano. Il leader leghista sempre troppo impegnato a pasturare con bufale i suoi sostenitori senza svolgere come dovrebbe il suo incarico di senatore ora di ministro prima. Il signor "Prima di Tutto" incapace e inadeguato a svolgere qualsiasi incarico istituzionale e sconfessato anche dai sostenitori del Movimento 5 Stelle. Oggi i tre protagonisti, Conte Di Maio Salvini, hanno fornito l'ennesimo spettacolo squallido all'interno del parlamento. Conte, che tenta di sfilarsi dalle accuse salviniane a sfondo propagandistico-elettorale, accusa Salvini di ignoranza del problema per mandare un messaggio allo scettico dell'ultima ora che gli sedeva a fianco, Luigi Di Maio. Luigi Di Maio che non apre bocca, non fa un cenno di assenso, non applaude mai per arrivare a non presentarsi in Senato dove lo aspettava l'ex alleato di governo. Oltre che inadeguato un vero e proprio vigliacco. Ed ora tutto rimandato alla prossima settimana quando ci sarà il voto del parlamento nell'ultimo giorno utile prima del voto europeo. Ecco una vicenda che, comunque la si pensi sul famigerato Fondo Salva Stati, mostra la solita politica italiana che ormai da anni appare guidata da personaggi inadeguati a governare un paese.

giovedì 28 novembre 2019

Il marasma della politica italiana



Se si riuscisse a ragionare mettendo da parte le proprie idee politiche, che nonostante la caduta (purtroppo) delle ideologie rimangono idee di destra di centro e di sinistra, sulla qualità della politica italiana non potrebbe che uscirne un quadro desolante, sconcertante di una classe dirigente lontana dalla realtà del paese. Una classe dirigente che non ha più il senso del proprio ruolo nelle istituzioni e nel governo del paese, dove per governo si intende sia la maggioranza che l'opposizione che, in una democrazia, dovrebbero entrambi lavorare per il bene del paese. Le scene viste ieri e oggi alla Camera sono da un lato disarmanti ma al tempo stesso dovrebbero mettere il paese in allarme sui propri rappresentanti che usano il parlamento per scazzotate da mercato dei bassifondi o da palcoscenico per le proprie vicende personali. Ieri la Lega ha messo in scena una rissa per mascherare ancora una volta le proprie responsabilità durante i 14 mesi di governo insieme al M5S tentando di scaricare tutto su Conte e l'attuale governo. Indipendentemente dalla bontà o meno dell'accordo sul fondo salva, quell'accordo è stato raggiunto in europa a giugno ma i ministro leghisti ancora devono vederli a Bruxelles. Salvini si scaglia contro Conte con parole roventi accusandolo di alto tradimento e invocando la galera. Nel suo delirio è affiancato dalla Meloni che accusa il governo di succhiare il sangue agli italiani. Nessuno dei due però tenta di spiegare i motivi per cui questo accordo sarebbe un tradimento del popolo o una sua vampirizzazione e non trovano di meglio che arrivare alle mani alla Camera. Oggi invece la Camera, mentre si discute su un decreto per i terremotati, sempre un deputato leghista utilizza il tempo riservato al suo intervento per chiedere la mano della sua fidanzata che sta fra il pubblico. Ecco questo è il senso della Stato che questi politici hanno e che usano il Parlamento o come una palestra per prendersi a pugni oppure come un luogo per risolvere le proprie questione personali. Gente come questa meriterebbe solo una bella serie di calci nel culo per essere spediti a casa. Se poi usciamo dal parlamento ed andiamo direttamente nei partiti la situazione non migliora anzi diventa anche peggiore. Si va da un partito che viene condannato a restituire 49 milioni rubati, questa volta si agli italiani, ma in comode rate da estinguere in 80 anni, a partiti/movimenti che sono teleguidati da una società privata alla quale versano una percentuale dei loro stipendi (cioè con soldi pubblici si finanzia una società privata), ad altri (qui quasi tutti) che si sono inventati le fondazioni per raccogliere fondi in maniera poco trasparente. Politici che dichiarano allegramente di possedere un patrimonio di 15mila euro che poi si comprano una "casetta" da oltre 1 milione di euro ottenendo un prestito di qualche centinaia di migliaia di euro e poi ci vengono a raccontare che è tutto regolare. Certo molto probabilmente tutto legale, ma se parliamo di opportunità politica o semplicemente delle qualità che dovrebbe avere un politico per essere un rappresentante delle istituzioni, forse da dire ci sarebbe molto.
Con questo quadro per qualsiasi cittadino onesto, indipendentemente dalle proprie idee politiche, dovrebbe essere complicato se non impossibile scegliere i propri rappresentanti: nessuno degli attuali partiti/movimenti politici ha qualità morali, culturali, sociali, politiche oltre che competenze adeguate per guidare le istituzioni di un paese moderno che intenda progredire e far crescere la qualità della vita dei propri cittadini.

lunedì 25 novembre 2019

Oltre le piazze ci sarà speranza ?


Le manifestazioni delle sardine sono forse l'unico esempio della storia della repubblica italiana di cittadini che scendono in piazza senza alcun simbolo di partito per dare vita ad una manifestazione politica. Qualunque cosa dicano i detrattori di questo nuovo movimento, nessun partito e nessun sindacato sta dietro a queste persone di ogni età che da un paio di settimane hanno iniziato ad occupare le piazze in nome del loro disgusto verso la politica attuale. Nessuno si deve sentire escluso da essere oggetto di questa protesta né naturalmente i partiti di destra guidati dalla Lega ma nemmeno i partiti di sinistra con ciò che è rimasto dei principi e dei valori della sinistra stessa. Tutti a loro modo hanno contribuito ad allontanare i cittadini dalla politica dando vita ad un astensionismo che ha toccato punte del 40% e tutti dovrebbero riflettere sul messaggio di questo movimento spontaneo che ormai quasi quotidianamente scende in strada in qualche città. Tutti in qualche modo hanno fatto promesse poi non mantenute al semplice scopo di ottenere il consenso, tutti hanno imbrogliato la gente semplificando problemi molto più complessi e per i quali nessuno aveva la reale intenzione di risolvere, tutti in qualche modo ha trasformato la dialettica ed il confronto politico in un'arena nella quale distribuire odio e nella quale denigrare l'avversario del momento. Tutti hanno occupato spazi come tv e radio per la semplice propaganda vuota e ripetitiva fatta di tante parole ma di pochissimi fatti. La punta massima di questa strategia politica è stata raggiunta con Matteo Salvini, inutile negarlo, che quotidianamente invade i social network coi suoi post e tweet intrisi di odio emulando lo spirito di un bullo di quartiere. Salvini, ma non solo, ha sdoganato un linguaggio intriso di violenza e di razzismo che ha consentito ai suoi sostenitori di sentirsi autorizzati a seguirne la linea senza alcun rispetto per alcuno, che fosse un avversario politico o, peggio ancora, che fosse una persona diversa (per razza, per religione, per stato sociale, etc.). In questo linguaggio Salvini da sempre ingloba il paese usando a vanvera il termine italiani come se tutto il paese fosse in accordo con le sue farneticazioni da bar dello sport (con tutto il rispetto per i frequentatori dei bar sportivi). Finalmente qualcuno ha deciso di ribellarsi a questo modo inadeguato di far politica al quale tutta la politica si è allineata senza opporre una resistenza adeguata. E l'unico modo per opporsi era quello di utilizzare mezzi e modalità opposte: il silenzio di manifestazioni politiche assolutamente pacifiche e senza simboli di partito alcuno. L'obiettivo sarebbe quello di sollecitare la parte sana della politica (che nel manifesto delle sardine è affermato esistere) per cambiare e tornare ad un clima politico più sereno e più adeguato ad un paese civile, ma soprattutto più vero nel rapporto con i cittadini. Qualcuno riuscirà a raccogliere questo messaggio e qualcuno riuscirà davvero a cambiare le carte in tavola ? Se non accadrà saprà questo movimento reagire e costringere gli attori della politica a questo cambiamento magari diventando attore lui stesso ? E' ancora prematuro capire quale sarà il cammino ma intanto è necessario riflettere sulla eventuale evoluzione del movimento e riflettere su quanto sta avvenendo. Per esempio alcune settimane fa si è votato in Umbria e la Lega di Salvini ha fatto il pieno, giovedì scorso le sardine si sono riversate in piazza a Perugia per manifestare nel giorno della presenza del leader leghista in Umbria. E' vero che il movimento ancora non era nato al momento delle elezioni umbre, ma queste persone dove erano al momento del voto. Insomma scendere in piazza pacificamente va benissimo, come si sta facendo in questi giorni, in tutta l'Emilia Romagna, ma poi come si può convertire tutto questo fermento in fatti concreti per almeno contrastare e impedire un nuovo successo del populismo dell'odio e della violenza ? Speriamo che le piazze continuino ad essere tante e la partecipazione numerosa, ma se niente cambia a partire dalle elezioni in Emilia Romagna che si farà ? Si abbandonerà tutto o si penserà a qualche altra forma di lotta ?

venerdì 22 novembre 2019

Il rigurgito razzista


Come può un essere umano diventare razzista ? E' una domanda che ci si pone soprattutto in questo periodo storico nel quale in Italia sembra esservi un risveglio di questo sentimento disumano e per certi aspetti inconcepibile. E' difficile pensare che un bambino possa avere dentro di se il seme del razzismo fina dalla nascita, basterebbe andare in qualche scuola dell'infanzia e vedere come bambini di razze diverse giochino tranquillamente insieme senza nessun problema. Ecco allora che questo seme non può che venire piantato e coltivato quando il bambino cresce e diventa adulto se non riceve educazione ed insegnamenti corretti. L'Italia, fino all'esplosione del fenomeno immigratorio, non ha mai avuto una presenza di persone di colore o di altri continenti sul proprio territorio a differenza di altri paesi come Francia ed Inghilterra che, grazie alla loro politica colonialista del XVIII e XIX secolo, hanno sempre avuto al loro interno comunità di africani e/o indiani. L'immigrazione, sicuramente mal gestita dalla politica italiana di ogni colore, ha portato sul nostro territorio persone dal continente africano e dal medio oriente in fuga dalla guerra o da paesi sfruttati dal mondo occidentale per le loro risorse naturali e quindi resi inadatti a condizioni di vita decenti per un essere umano. Questo flusso è stato usato in prima analisi per appiattire il mercato del lavoro e togliere diritti ai lavoratori grazie alla disponibilità di nuova forza lavoro con poche pretese sia salariali che come condizioni di vita. Successivamente, quando l'offerta di forza lavoro a basso costo è diventata superiore alla domanda, gli immigrati sono stati spesso "arruolati" dalla malavita organizzata soprattutto nello spaccio della droga e in attività criminali. Chi si è avvicendato al governo di questi ultimi 10 anni si è dimostrato comunque incapace di gestire il fenomeno immigrazione. La sinistra (o presunta tale) ha utilizzato l'immigrazione come merce di scambio con l'Europa per ottenere maggiore flessibilità nella finanza pubblica rispetto alle regole stringenti imposte dall'Europa stessa, la destra ha invece seguito la strada della contrapposizione fra popolazione locale e immigrati spargendo il seme dell'odio e rappresentando l'immigrato come l'unico responsabile della mancanza di lavoro, della delinquenza e della mancanza di fondi per lo stato sociale (tutto appannaggio degli immigrati). In entrambi i casi la politica di fatto ha ingannato i cittadini: i primi, la sinistra, facendo apparire l'immigrazione come un'emergenza ma non adoperandosi in alcun modo per gestire un'integrazione che avrebbe sottratto "forza lavoro" alla malavita organizzata; i secondi, la destra, dipingendo gli immigrati come un pericolo per il paese e come gli unici responsabili della mancanza di lavoro o della attività malavitose. La destra guidata dalla Lega ha avuto quindi buon gioco mettendo in contrapposizione fra loro le fasce più deboli della società e soffiando sul fuoco del razzismo che si è rinvigorito grazie ad una campagna fondata sulla menzogna e sulle così dette fake news.
In Italia: gli stranieri non sono il 30%, ma solo l'8,5% della popolazione, i musulmani non sono il 20%, ma solo il 2,3% della popolazione, la disoccupazione non è al 40%, ma solo 10,7% e non per colpa degli immigrati, i morti per terrorismo islamico sono zero quelli per terrorismo italiano o crimini commessi da italiani come i femminicidi sono migliaia, gli stranieri versano 8 miliardi di IRPEF e 13 miliardi di contributi previdenziali producendo il 9% del PIL, pari a 130 miliardi all'anno, gli omicidi non sono in aumento, ma sono diminuiti da 627 a 355 in dieci anni, le rapine non sono in aumento, ma sono diminuite da 52.210 a 30.040 in dieci anni, i furti non sono in aumento ma sono diminuiti da 1.637.000 a 1.252.000 in dieci anni.
Questa falsa percezione è stata creata ad arte da un politica, quella di destra e di Salvini, che ha sfruttato l'inadeguatezza della sinistra a gestire un fenomeno che non rappresenta più un'emergenza quanto piuttosto un fenomeno endemico da gestire piuttosto che da contrastare con la chiusura delle frontiere. Da qui nasce la recrudescenza razzista nel nostro paese, dalla paura alimentata ad arte dalla Lega che, non dimentichiamolo, è nata come un partito razzista di contrapposizione fra Nord e Sud dell'Italia. Una recrudescenza che ormai si manifesta quotidianamente sia in episodi della vita di tutti i giorni ma anche e soprattutto sui social dove il razzista protetto da tastiera e monitor si sente "autorizzato" a sparare a zero sui diversi, dove per diversi si intendono persone con colore della pelle diverso dal nostro ma anche persone di origine diverse pur essendo sempre italiane.
E' il momento di dire basta a questa propaganda fondata sulla menzogna per ottenere consenso, è il momento di dire basta ad un razzismo fuori dal tempo e dalla storia, è il momento di capire che siamo tutti su una stessa barca quella traballante di un pianeta destinato a soccombere non per la naturale evoluzione delle cose ma per mano di un essere che si ritiene intelligente e padrone dell'universo.

giovedì 21 novembre 2019

La Lega non è solo razzismo


La Lega non è solo un partito razzista, fascista, xenofobo e antisemita come vorrebbe far apparire il suo leader, la Lega è un partito che ha un programma molto peggiore del semplice razzismo e questo particolare è spesso dimenticato per rincorrere l'aspetto più esteriore e violento: quello dei post diffusi in rete da Salvini ed il suo mentore Morisi. La strategia social della Bestia è abbastanza chiara e squallida: diffondere odio con tweet e post ad effetto per distrarre da quello che è il reale progetto leghista. Un progetto che prevede si il razzismo, la guerra ai più deboli ed ai diversi ma anche un progetto che intende mettere in pericolo la democrazia, continuare a scavare il solco che divide le classi più agiate da quelle più deboli del paese fino ad arrivare al progetto originale della secessione. Forse da questi aspetti è necessario partire per promuovere un programma di contrasto a questo folle progetto.
La Lega è per l'autonomia fiscale delle regioni, il progetto più ambizioso e più pericoloso per il paese, un progetto che intende separare la parte più ricca e produttiva del paese, il Nord, da quella più debole, le regioni del Sud. Lo scopo di questo progetto è quello di arrivare finalmente a dividere il paese per raggiungere il principale obiettivo per il quale è nata la Lega: la secessione.
La Lega è favorevole alla privatizzazione del sistema sanitario per dare un colpo mortale ad una delle principali voci della spesa pubblica e quindi iniziare a distruggere lo stato sociale a favore naturalmente delle classi sociali più agiate.
Salvini, lo ha detto anche recentemente, piuttosto che introdurre qualsiasi altro tipo di tassa preferirebbe continuare con la "pace fiscale" che in termini più chiari significa altri condoni per tentare di agevolare chi fino ad ora ha frodato il fisco in barba a tutti i cittadini onesti che pagano le tasse. Una linea che la Lega intenderebbe seguire anche nel settore dell'edilizia e dei lavori pubblici con la deregolamentazione proprio degli appalti pubblici, uno dei settori dove la corruzione e la politica delle tangenti trova terreno fertile in questo paese.
Tema caro alla Lega è poi la famosa flat tax al 15%. Chi non sarebbe favorevole ad una diminuzione delle tasse, promessa da tutti coloro che sono stati al governo negli ultimi 30 anni, ma portata a termine da nessuno. Ma la riduzione delle tasse con l'introduzione della flat tax vorrebbe dire due semplice cose: favorire ancora una volta i ricchi e tagliare lo stato sociale alle classi medio-basse ed ai lavoratori.
Salvini guarda con ammirazione Orban e Putin rivelando un'idea di democrazia autoritaria incompatibile con la nostra Costituzione.
Da ministro dell'interno, Matteo Salvini, ha rivelato la sua indole autoritaria con i decreti sicurezza, una specie di bastone da utilizzare con le classi più disagiate e con le persone più deboli (migranti poveri senza dimora lavoratori sfruttati che scioperano attivisti che tentano di difendere l'ambiente) e senza rivolgere l'attenzione verso le mafie, la criminalità organizzata, gli evasori.
Infine la Lega si affianca ai negazionisti dei cambiamenti climatici mettendosi di traverso a qualsiasi tentativo di contrastare la distruzione dell'ambiente in nome di una presunta crescita del paese e del Pil.
Ecco allora che per contrastare la destra a guida leghista è sufficiente elaborare proposte di segno contrario alle proposte leghiste senza fossilizzarsi solo sul problema immigrazione che sicuramente è un tema importantissimo ma per il quale è necessario lavorare con gli altri stati europei e non solo, perché il fenomeno immigratorio non sarà fermato semplicemente con il blocco di quale nave ma cambiando la politica verso gli stati più poveri e sfruttati.

mercoledì 20 novembre 2019

Sardine e .... gattini


Il nenonato Flash Mob delle Sardine ha ottenuto un primo risultato: mettere in difficoltà la Bestia salviniana. Sono circa tre giorni che il dispensatore di odio twitta contro il neonato movimento di protesta gattini in tutte le salse. E' una palese dimostrazione di incapacità politica di rispondere con fatti alle contestazioni pacifiche e silenziose di questi ragazzi che finalmente hanno mostrato al paese che ci si può liberare della pseudo politica leghista. Un politico che siede in parlamento, ex ministro, leader del partito che sembra avere il maggior consenso nel paese, dovrebbe avere a disposizione tutti gli strumenti adeguati per rispondere a questa contestazione che sembra stia dilagando. Ma è inutile avere gli strumenti se non si hanno poi le capacità per utilizzarli, e Salvini questa capacità certamente non la possiede. Fino a che si tratta di lanciare messaggi ad effetto e volgari contro l'emigrante, contro chi delinque purché di colore, contro il rom o la nave Ong di turno, allora tutto funziona alla perfezione. In questo caso però per rispondere ad una folla silenziosa che circonda i luoghi della sua propaganda ci vogliono argomenti, ci vogliono progetti, ci vogliono risposte che non siano gridate ed urlate ai quattro venti, non basta più baciare il rosario. Ed ecco allora che il "capitano coraggioso" pronto a sfidare a petto nudo il diverso, il povero, il debole, all'improvviso diventa un gattino che solo nelle immagini che pubblica mostra i denti aguzzi che tentano di agguantare la povera sardina. Oltre l'immagine ad effetto però non si va. Ed allora la Bestia tenta di trasformarsi in polipo e di sguinzagliare i suoi tentacoli all'interno dei gruppi social che si sono prontamente formati raggiungendo migliaia di iscritti in poche ore. Ecco questo è il pericolo dal quale ora si devono difendere le sardine perché la Bestia è pronta a seminare zizzania e odio con post subdoli con l'intento di creare scompiglio all'interno dei branchi di sardine. Le provocazioni sono a volte ingenue ("pensavo che questo gruppo non si occupasse di politica") a volte più subdole ("va bene la protesta ma ora chi si vota in Emilia Romagna ?") ed il rischio di "abboccare" è elevato (d'altra parte stiamo parlando sempre di pesci) ma per fortuna poi ci sono le piazze e le strade delle città che fanno diventare tutto più reale e concreto rispetto alla piazza virtuale dei social. L'iniziativa per il momento ha avuto il pregio di far venire allo scoperto una parte non indifferente del paese che è insofferente non solo alla politica leghista, ma anche alle modalità utilizzate per la propaganda tambureggiante fatta di odio, razzismo, xenofobia e antisemitismo. Dopo le prime manifestazioni di piazza di Bologna e Modena e dopo quelle che arriveranno nei prossimi giorni (Sorrento, Reggio Emilia, Palermo, Rimini, Parma, etc. etc.) si potrà fare un consuntivo della partecipazione e ci sarà da affrontare il problema di come incanalare questa protesta per ottenere risultati a breve termine. Si perché va bene manifestare in silenzio, pacificamente e senza simboli di partito ma poi ci saranno le urne (Reggio Emilia e Calabria) ed è lì che la protesta dovrà dare una risposta concreta, altrimenti la protesta rimarrà sterile e rischierà di fare la fine dei girotondi.

venerdì 15 novembre 2019

La vera Bestia


La Bestia è il nome che è stato dato alla macchina infernale messa in piedi da Matteo Salvini per la sua propaganda elettorale continua 24 ore du 24. Una macchina che, anche grazie all'ausilio di account twitter falsi, troller e bot invade i social post spesso deliranti, in più occasioni falsi e fuorvianti e comunque sempre privi di contenuti ed esclusivamente propagandistici. I troller ed i bot poi servono per rilanciare le farneticazioni messe in rete dallo staff del leader leghista. Poi però ci sono le dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini quando intercettato ed intervistato da qualche giornalista nelle sue scorribande in lungo e in largo per l'Italia nell'attività frenetica di continua campagna elettorale. Dalla Sardegna al Veneto, dall'Umbria all'Emilia Romagna per finire poi in Toscana e Calabria. Ed è proprio in occasione di queste dichiarazioni dal vivo che si capisce chi sia la vera bestia: lui proprio lui il Matteo verde. Raccapriccianti le dichiarazioni in merito alla scorta di Liliana Segre ed alle minacce che riceve quotidianamente. "Anche io ne ricevo ogni giorno" a minimizzare se non annullare il significato delle minacce alla signora Segre: minacce razziste, antisemite di stampo nazista rivolte ad una sopravvissuta ai campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Come può una mente normale equiparare quelle minacce con quelle che riceve un politico, che per professione semina odio a piene mani, nella sua attività di propaganda ? Non c'è nessun filo logico se non quello di un uomo profondamente razzista fino nel profondo dell'anima. Ma non basta. Ieri la prima sentenza di condanna per i carabinieri che provocarono la morte di Stefano Cucchi. A suo tempo Salvini si lanciò nella solita tremenda e violenta dichiarazione piena di odio: "La sorella di Cucchi mi fa schifo. Difficile pensare che ci siano carabinieri che pestano per il gusto di pestare". Ieri finalmente la prima sentenza che stabilisce quello che doveva essere evidente per tutti: Stefano Cucchi morì perché pestata a morte da alcuni carabinieri. E Salvini che fa ? Beh avrà chiesto scusa per quelle dichiarazioni violente può pensare qualsiasi persona sana di mente. Eh no il Matteo verde sentenzia che quella è la dimostrazione che la droga fa male ed alla replica del giornalista che gli fa notare che Cucchi non è morto per la droga ma per le botte ricevute da qualche carabiniere lui controbatte: "Perché non posso dire che la droga fa male ?". Ecco questa è la voce della bestia umana che risiede in quell'orrenda persona che è Matteo Salvini. Ognuno può avere le idee politiche che vuole, ci mancherebbe, ma è inconcepibile che una persona sana di mente possa dare seguito e credito a un personaggio come Matteo Salvini.

giovedì 14 novembre 2019

Un paese inadeguato a se stesso


Le recenti vicende drammatiche di questi giorni, che purtroppo sono figlie di un passato recente e meno recente, danno il senso di un paese inadeguato per essere considerato un paese civile, moderno ed al passo con i tempi. La punta dell'iceberg di tale inadeguatezza è naturalmente la classe politica che ha la responsabilità di governare il paese, ma la classe politica riceve questa responsabilità dai cittadini e quindi di conseguenza in ultima analisi sono i cittadini stessi ad essere inadeguati per il proprio paese. Da dopo tangentopoli in poi si sono succeduti al governo del paese tutti i partiti politici che sono entrati in parlamento, dalla Lega (il partito più vecchio presente nelle istituzioni), a Forza Italia, a Fratelli d'Italia (il partito più a destra del paese), al Partito Democratico, ai vari partitelli che si sono formati e sciolti come neve al sole, a Leu, il partito più a sinistra in questo momento, per arrivare alla formazione più giovane, il Movimento 5 Stelle. Insomma non esiste nel parlamento attuale una formazione politica che non sia stata al governo o che non ci sia arrivata nella corrente legislatura. I problemi drammatici di questi giorni sono quindi figli di tutti e nessuno si può tirare fuori. Prendiamo il caso dell'Ilva o ex Ilva. Tutto è iniziato con l'incidete all'alto forno del 2015, o meglio tutto è iniziato per chi non conosceva quella fabbrica di morte. Di morte per gli abitanti di Taranto ma di morte anche per i lavoratori: 48 dal 1993 al Luglio 2019, quasi 2 morti ogni anno. Ma prima del 2015 nessun politico si occupa dell'Ilva, ma dal 2015 in poi inizia un vero e proprio calvario che probabilmente terminerà il prossimo gennaio con lo spegnimento dei forni e la chiusura della fabbrica, diventata Arcelor Mittal, annunciata dai proprietari indiani. E dopo l'annuncio che accade ? Mentre un paese normale cercherebbe di affrontare unito il problema, si utilizza come al solito l'evento per fare polemica politica. Alle "minacce" politiche del governo al grido "La Mittal non può chiudere la fabbrica", rispondono le polemiche dell'opposizione che accollano all'attuale governo la prossima chiusura della ex-Ilva. Risultato: migliaia di persone a spasso, la politica che si scanna ed i cittadini che vanno dietro a chi urla di più. E solitamente chi urla sta sempre all'opposizione da dove è facile urlare sul niente per pi quando si troverà al governo concludere niente. Vogliamo parlare di Venezia ? La vicenda è più tragica. Dopo l'alluvione del 1966 si discute, progetta e si propone per tentare di salvare Venezia ma concretamente ci vogliono 27 anni per partire con un progetto, il Mose, che non convince parecchie persone. Nel 2013 quando l'opera invece di essere terminata subisce un primo stop a causa di indagini, arresti e via dicendo e così il prossimo termina passa al 2020. Ma ora dopo l'alluvione dei giorni scorsi il termine si sposta al 2021 anche se in molti ancora hanno dubbi più che fondati sul funzionamento della diga. L'opera è realizzata per l'80% e dovrebbe essere interesse di tutti per arrivare alla conclusione, anche perché Venezia è patrimonio di tutti e tutto il mondo ci guarda con occhi stupiti. Naturalmente la polemica arriva puntuale dal solito personaggio pronto a sfruttare il momento: Salvini dichiara che i 3 miliardi previsti per incentivare l'uso delle carte elettroniche al fine di contrastare l'evasione fiscale, andrebbero dirottati subito su Venezia. Sciacallaggio politico allo stato puro e naturalmente con il consenso di molti cittadini che per un selfie con il leghista venderebbero non solo l'anima.
La storia non finisce qui. Si potrebbe parlare del ponte di Genova, si potrebbe parlare del terremoto dell'Aquila e del terremoto di Marche, Umbria e Lazio e di tanti altri problemi che in altri paesi sono risolti in un tempo accettabile mentre da noi o rimangono irrisolti o risolti in tempi biblici. Di fronte a questo fallimento Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Partito democratico non dovrebbero più esistere come accadrà al Movimento 5 Stelle al quale sono stati sufficienti 16 mesi per bruciare il consenso acquisito con una legislatura di opposizione. Politici come Salvini, Meloni, Berlusconi, Casini, Renzi, Orlando dovrebbero essere già a casa da un pezzo e invece siamo ancora qui a parlare di questi personaggi.

giovedì 7 novembre 2019

Un paese senza futuro


I recenti avvenimenti del paese Italia dimostrano che siamo un paese destinato all'estinzione e che si mantiene in piedi grazie solo ad una minoranza di cittadini che possono essere definiti eroi: quelli che pagano le tasse, che fanno onestamente il loro lavoro (equamente distribuiti fra pubblico e privato), che non credono a scatola chiusa alle dichiarazioni dei politici, che insomma hanno una testa pensante.
Che futuro dovrebbe avere un paese nel quale è minacciata la sicurezza di una arzilla vecchietta di 90 anni sopravvissuta da Auschwitz grazie alle intemperanze di una parte della politica che siede addirittura in parlamento.
Che futuro dovrebbe avere un paese che inizia ad occuparsi di un insediamento industriale, portatore di morte, solo perché si verifica un incidente mortale e in 7 anni non riesce a prendere una decisione univoca cambiando le carte in tavola ogni 6 mesi.
Che futuro può avere un paese nel quale un movimento nato come il nuovo che avanza, che avrebbe dovuto rappresentare il cambiamento, che avrebbe dovuto dare un colpo mortale alla casta, forma un governo prima con il partito più vecchio e più fascista del parlamento, per poi allegramente passare della parte opposta formando un altro governo con lo stesso presidente con il partito figlio (non riconosciuto) del partito comunista italiano.
Che futuro può avere un paese dove un politico che nella sua carriera non ha mai ottemperato agli impegni assunti (assenteista al comune di Milano, assenteista al parlamento europeo), che è leader di un partito ladro certificato grazie ad una sentenza definitiva, diventa ministro, viene scoperto a trafficare con una paese come la Russia e continua ad essere idolatrato da milioni di seguaci.
Il problema di questo paese non è solo la qualità della politica che lo governa quanto la qualità del popolo che ha generato questa classe politica. Un popolo che per il 35% si disinteressa della politica non andando a votare perché "nessuno mi rappresenta" ignorando che in questo modo delega ad altri la propria rappresentatività. Un popolo la cui maggioranza appoggia dei partiti come Fratelli d'Italia e la Lega che non si riconoscono nella Costituzione, che si ispirano a principi storici che hanno provocato milioni di morti ed hanno tentato di sopprimere la libertà. Un popolo che inneggia ad un politico che si permette di equiparare le minacce fascio/naziste ad una scampata ad Auschwitz con le "minacce" che riceve lui nell'esercizio della sua funzione politica e che sono poi il frutto delle proprie esternazioni piene di odio verso gli avversari.
Insomma non si trovano motivi validi per essere "ottimisti" sul futuro di questo paese.

lunedì 4 novembre 2019

Razzismo figlio dell'ignoranza e dello sdoganamento politico


Nonostante gli episodi di razzismo sia siano intensificati in questi ultimi mesi, il razzismo non è nato all'improvviso da un giorno all'altro ma è sempre stato presente anche se sotto traccia nel nostro paese. Oggi grande indignazione per l'episodio di Verona dove Balotelli è stato oggetto di sfottò razzisti che lo hanno portato ad uno sfogo plateale, ma nel calcio il "razzismo" è sempre stato presente. Che dire della propensione dei tifosi non solo ad incoraggiare la propria squadra ma anche e soprattutto a coprire di insulti e sfottò le squadre ed i tifosi avversari ? Non è anche questa una forma di razzismo che mette una contro l'altra tutte le tifoserie delle varie squadre italiane ? Che necessità c'è di offendere gli avversari piuttosto che esclusivamente incoraggiare la propria squadra ? Oggi al razzismo calcistico contro gli avversari si è aggiunto il razzismo nella sua peggiore forma, quello contro il diverso dove per diverso si intende un essere umano con la pelle di colore diversa e/o di nazionalità diversa. Ma anche questo tipo di razzismo è sempre stato presente anche se non manifestato sia perché l'Italia ha conosciuto il fenomeno immigratorio in ritardo rispetto ad altri paesi, ma anche per un certo timore a manifestare questo orribile sentimento verso altri esseri umani come noi stessi. Il razzismo, in Italia come in ogni parte del mondo, è una bandiera tipica dei partiti di destra, partiti che sono rimasti ai margini della vita politica nel mondo occidentale fino alla caduta del muro di Berlino e con esso delle "famigerate" ideologie. In Italia razzisti e fascisti sono, pur presenti nel panorama politico, sono rimasti sotto la cenere fino agli anni 90 quando il buon Berlusconi portò per la prima volta nel suo governo la Lega e Alleanza Nazionale (partito fascista figlio del MSI di Almirante). Fino a quel momento nessuno si prendeva la briga di mettere in discussione determinate feste come il 25 aprile o il 1 maggio e nessuno si permetteva di fare parallelismi assurdi fra fascismo e comunismo. Poi da quel primo governo Berlusconi in poi è stato una sdoganamento continuo fino ad arrivare alla recrudescenza in atto da un anno e mezzo grazie a Matteo Salvini ed al suo linguaggio violento, razzista e xenofobo. Se oltre a questo sdoganamento politico, ci mettiamo l'ignoranza storica cronica il gioco è fatto: la Lega, il peggiore partito della destra italiana, si permette di mancare di rispetto ad una sopravvissuta di Auschwitz come Liliana Segre, raggiunge un consenso da mettere paura per gli sviluppi futuri. Razzismo, xenofobia e antisemitismo sono addirittura arrivati in Parlamento con il voto al Senato sulla Commissione proposta dalla Segre stessa, grazie anche all'incapacità dei partiti di sinistra di arginare questo fiume in piena che rischia di travolgere la nostra democrazia (il Pd intende lasciare ad una commissione di 27 persone il libero arbitrio di censurare post razzisti sul web senza far intervenire la magistratura, una scelleratezza unica). Non sarà facile uscire da questo vortice nel quale ci siamo infilati, soprattutto se chi dovrebbe portarci fuori dimostra incapacità totale nell'arginare le stupidaggini, le falsità e l'odio distribuito a mani basse da un personaggio come Salvini.

domenica 3 novembre 2019

Le frottole verdi e quelle bianche


In politica il popolo italiano è abituato a sentirsene raccontare di tutti i colori, anche prima dell'avvento dei social, ma sembra aver ormai acquisito una specie di difesa immunitaria che lo rende immune dalle sparate dei politici italiani. Nella precedente legislatura abbiamo avuto Renzi che ne ha sparate diverse dal "Letta stai sereno" al "se perdo il referendum smetto di fare politica". Poi è stato sostituito dal bugiardo e racconta frottole per eccellenza che è Matteo Salvini, presentatosi al governo con la promessa di eliminare le accise al primo consiglio dei ministri per poi proseguire con le sue sparate quotidiane soprattutto in tema di migranti (l'invasione, porti chiusi/aperti ed in ultimo l'aumento degli arrivi da quando non c'è più lui a difendere i confini). In questi giorni è tornato in auge anche il Matteo di Rignano, che dopo aver promosso la nascita del nuovo governo M5S-Pd ed aver lasciato il Pd per formare il suo partitello, ha ripreso con le esternazioni attaccando quotidianamente il governo salvo poi dichiarare che durerà fino al 2023. A occhio e croce Conte rischia la fine del povero Letta salvo che, se sarà così, non sarà certo il buon Matteo Renzi a sostituirlo ma bensì il Matteo fasciorazzista della Lega. La battaglia di questi giorni è sulle microtasse previste nella legge di bilancio del governo Conte 2 per portare a casa il blocco dell'aumento dell'Iva. Una battaglia di propaganda piuttosto che una scelta seria per la finanziaria 2020. Infatti la famigerata Iva sbandierata come uno spauracchio avrebbe potuto essere gestita secondo parametri "razionali" piuttosto che svenarsi nel cercare quei soldi necessari a bloccare questa eredità tramandata di governo in governo. Si sarebbe potuto per esempio aumentare l'Iva di beni non essenziali e diminuire quella di generi di prima necessità come richiesto da più parti ed utilizzare quei 23 miliardi per ridurre le tdasse sul serio. Certo un provvedimento del genere sarebbe stato dettato dalla razionalità e non dalla pancia ed oggi come oggi quindi non digerito dalla maggioranza dei cittadini che ragionano ... forse nemmeno con la pancia. Detto questo il governo si appresta ad approvare qualche piccolo balzello per riuscire a far quadrare i conti e naturalmente apriti cielo. Non solo da parte del Matteo verde che dall'opposizione vede la sua azione facilitata perché può sparare a zero senza proporre soluzioni alternative, come d'altra parte faceva anche da ministro. Il Matteo bianco invece inizia la guerra contro il governo che appoggia demonizzando la tassa sulla plastica dimenticando almeno due aspetti: ma non è stato il suo governo ad introdurre la tassa sulle buste di plastica ? ma non è lo stesso Renzi a schierarsi a favore di Greta nella lotta contro la distruzione dell'ambiente ? Insomma come al solito il Matteo bianco cambia parere e posizione ogni mezza giornata e le spara a vanvera gareggiando in questa gara allo sparacavolate con il suo omonimo verde. Intendiamoci la lotta contro l'inquinamento e l'opera di distruzione dell'uomo sull'ambiente non può essere portata avanti da un singolo paese o con queste microinterventi di efficacia discutibile, ma sparare a zero senza proposte alternative è semplicemente uno dei tanti giochetti politici indirizzati verso il consenso piuttosto verso una reale soluzione ai problemi.

sabato 2 novembre 2019

Immigrazione: da Salvini a Lamorgese niente cambia


L'ex ministro dell'odio e della propaganda, Matteo Salvini, continua la sua eterna campagna elettorale sfruttando come sempre il tema a lui caro, quello dell'immigrazione, ma in realtà è la solita musica fatta di bufale e notizie false: porti aperti, invasione, meno male che il decreto sicurezza c'è. Tutte una serie di fandonie buone solo per coloro che si bevono i tweet del leader leghista. Partiamo dall'ultima fandonia quella del decreto sicurezza. In realtà sulla base di quel decreto, a dispetto del suo nome, l'insicurezza sta aumentando. Grazie al decreto infatti gli immigrati irregolari arriveranno a 680.000 entro la fine dell'anno per raggiungere il numero di 750.000 nel 2021. Tutto grazie alla cancellazione della protezione umanitaria e della chiusura di diverse strutture di accoglienza con la consequente messa in strada di migliaia di immigrati. Questi sono i numeri che smentiscono i discorsi ed i tweet dell'odiatore seriale. Stessa storia sulla questione dell'invasione e dei porti chiusi/aperti. Come ormai è noto i porti non sono mai stati chiusi se non nella testa del leader dei uno dei tre partiti fascio/razzisti presenti in parlamento, la Lega appunto. Il Salvini da ministro teneva in mare le navi delle Ong fino a quando o un magistrato, o l'emergenza sanitaria, o il coraggio di un comandante portavano all'attracco della nave ed allo sbarco del suo carico di esseri umani. Oggi è cambiato solo il fatto che la nave Ong viene fatta attraccare quando si è raggiunto un accordo sulla redistribuzione degli immigrati senza costringere la nave a stare inutilmente in mezzo al mare come faceva il ministro dell'odio. Rimane il fatto che il traffico di navi Ong è più o meno lo stesso dei 14 mesi gestiti dal consumatore di nutella e mojito. Per quanto riguarda l'invasione, sebbene ci sia stato un aumento degli sbarchi soprattutto di quelli autonomi (grazie alla nuova strategia che prevede partenze dalla Tunisia), i numeri dicono che fino al 31 ottobre gli sbarchi in Italia sono stati 9.427 contro i 23.370 di tutto il 2018, Quindi siamo in linea, anzi al di sotto, dei numeri dello scorso anno nonostante le esternazioni del leader leghista. Quindi niente di nuovo sotto il solo: la politica sull'immigrazione del nuovo governo Conte nonostante la Lega sia stata sostituita dal Pd non è cambiata, Matteo Salvini continua nella sua propaganda anzi ora che non ha più impegni governativi (prima li aveva ma se ne fregava ugualmente) l'ha intensificata senza modificarne la sostanza fatta di bufale un tanto al chilo. Insomma con il nuovo governo non ci siamo nemmeno liberati delle esternazioni social di un energumeno che gioca con la superficialità e l'ignoranza di una parte notevole del paese.

giovedì 31 ottobre 2019

Sul tragico passato non si scherza


Fino a che ci si scanna, politicamente parlando, sulle tasse, sui bonus, sul reddito di cittadinanza, sulla legge elettorale, insomma su tutti i "problemini" della vita quotidiana va bene, si può anche giocare a chi ce l'ha più duro, ma quando si parla della storia che ci siamo lasciati alle spalle non si scherza più. Su questi temi che riguardano la condanna e il mettersi al riparo da rigurgiti nazisti, fascisti, xenofobi, antisemiti si dovrebbe essere tutti d'accordo senza se e senza ma, soprattutto se si tratta di rendere onore ed omaggiare chi è uscito "vivo" da quel periodo storico. Qui la politica non c'entra, ma prende il sopravvento la democrazia e il bisogno di non far ricomparire dopo oltre 70 anni quei fantasmi che hanno portato morte e distruzione in europa. E invece eccoci ancora a confrontarci con razzismo, antisemitismo e tutto ciò che ne consegue. Il tutto poi non per strada, non in uno dei tanti quartiere degradati delle nostre città ma bensì all'interno dell'aula del Senato, il luogo più alto della vita democratica del nostro paese. Ieri si votava per insediare una commissione che si dovrebbe occupare proprio di questo rigurgito fascista, razzista e xenofobo che da qualche tempo è risorto in Italia. Commissione proposta dalla senatrice Liliana Segre, una sopravvissuta al terrore di Auschwitz per le sue origini ebree. Ora votare a favore o contro l'insediamento di questa commissione ci può stare, ma quando l'aula del senato si appresta ad omaggiare la senatrice non ci sono né se né ma che possono giustificare il rimanere seduti: ci si alza in piedi, se si vuole non si applaude, ma si rende omaggio ad un personaggio come la senatrice Segre. Ecco invece che la parte più becera dell'aula, quella del centro destra che va da Fratelli d'Italia a Forza Italia passando per la Lega, rimane impassibile seduta a denti stretti come se niente fosse. Ora che questa parte politica, nonostante le dichiarazioni di intenti, sia di natura razzista e fascista è dimostrato ampiamente in ogni occasione (ultima la manifestazione di San Giovanni a Roma dove insieme ai tre partiti sfilavano i fasci di CasaPound), ma che questa dimostrazione avvenga proprio all'interno dell'aula del Senato lascia attoniti ed esterrefatti anche coloro che hanno sempre sostenuto la natura della destra italiana. A voglia Salvini poi a dire che lui non è razzista, non è antisemita, non è xenofobo .... bene se non è tutto questo, ieri poteva almeno alzarsi in piedi, ma la sua vera natura è di tutt'altro genere ed insieme alla Meloni (mettiamo da parte il povero Berlusca che ormai è come uno di quei gommoncini che i grandi yacht si portano a traino in caso di bisogno) forma un duo molto ma molto pericoloso. E ieri il pericolo lo abbiamo toccato con mano. Speriamo ora che anche i più scettici si siano resi conto che il fascismo, il razzismo sono all'interno delle nostre istituzioni democratiche e che se non si pone un argine serio, saranno presto dolori seri.

mercoledì 30 ottobre 2019

La democrazia questa sconosciuta


L'Italia è quel paese dove ogni 6 mesi si vota: che si tratti di elezioni politiche, europee, regionali, comunali, referendum ogni governo centrale si trova ad affrontare una tornata elettorale a cadenza più o meno semestrale. L'aspetto più controverso di queste elezioni continue è che ogni genere di voto viene sempre interpretato dalle forze politiche come se si trattasse di un voto nazionale pro o contro il governo. Che si voti per le europee o per il piccolo comune sperduto di poche migliaia di anime, non fa differenza. L'aspetto più comico è che l'interpretazione della votazione cambia a seconda se una forza politica sia al governo o all'opposizione. Non hanno fatto eccezione le recenti elezioni in Umbria. Il centro destra, uscito nettamente vincitore, per bocca del solito Salvini annuncia che gli italiani, badate bene gli italiani e non circa 600 mila persone, hanno votato per mandare a casa il governo che ora è più illegittimo che mai. Naturalmente il centro sinistra la pensa esattamente in maniera opposta: il voto in Umbria ha valore solo regionale e non avrà conseguenze sul governo nazionale. A parti invertite i pareri sarebbero stati opposti. Cioè se il governo nazionale fosse stato di centro destra e avesse vinto in Umbria il centro sinistra, Salvini avrebbe detto quello che oggi dice Conte e Di Maio-Zingaretti avrebbero fatto le stesse dichiarazioni di Salvini. Fa parte della famosa "coerenza" del politico italiano che quando sta all'opposizione dice una cosa salvo poi dire l'opposto se va al governo. C'è poi un altro aspetto che investe il concetto di democrazia e che fa trapelare l'idea fasulla che tutti i partiti, soprattutto coloro che lo vorrebbero ad ogni costo, hanno del federalismo. Che senso ha per esempio avere uno stato diviso in regioni se poi si pretenderebbe che in ogni regione si avessero delle amministrazioni dello stesso colore del governo centrale ? Dare ad ogni elezione regionale e/o comunale un'interpretazione nazionale non solo è sbagliato ma renderebbe inutile la presenza appunto di regioni e/o comuni. Pretendere che ogni regione sia governata dalla stessa maggioranza che governa a livello nazionale sarebbe un colpo alla democrazia e soprattutto alla Costituzione che tiene naturalmente separate le due entità, Stato e Regioni. Secondo l'interpretazione di tutta la politica italiana, ad ogni elezione di un'amministrazione locale che non si sovrappone esattamente al risultato della elezione politica nazionale, si dovrebbe procedere allo scioglimento delle camere e riandare al voto politico. Una scemenza ma soprattutto un'interpretazione anticostituzionale che purtroppo è comune a tutti i partiti dell'arco costituzionale e non. Questo è un altro segnale del livello veramente infimo raggiunto dalla qualità socio-culturale- politica della nostra classe dirigente.

mercoledì 23 ottobre 2019

L'ITALIA: IL PAESE DOVE PIU' SEI UN PERSONAGGIO CONTROVERSO E PIU' HAI POSSIBILITA' DI AVERE SUCCESSO IN POLITICA


In Italia una frase comune quando qualche scandalo colpisce un politico è: in un paese normale sarebbe stato cacciato o sarebbe stato costretto a dimettersi o sarebbe stato preso a calci nel sedere. E' famoso il caso di quel ministro tedesco (Shavan) che alcuni anni fa fu costretto a dimettersi perché si scopri che aveva copiato la tesi di dottorato. Un caso che fa sorridere i nostri politici che spesso sono invischiati in faccende molto più serie e gravi. Si va da Berlusconi con le sue notti brave ed i suoi bunga bunga, a Renzi invischiato in faccende familiari controverse, fino ad arrivare oggi alla faccenda del coinvolgimento della Lega e del suo segretario in affari poco chiari con la Russia di Putin. Naturalmente nessuno dei sopra citati ha ritenuto opportuno dimettersi accampando le scuse più puerili e incomprensibili per un osservatore esterno. Berlusconi si giustificava oltre che negando anche con la scusa che si trattava di faccende private (salvo poi alzare il telefono una sera per chiamare una stazione di polizia affinché liberassero la "presunta" nipote di Mubarak). La scusa di Renzi era che le faccende nelle quali erano coinvolti i genitori erano naturalmente questioni loro (salvo poi intrecciare gli affari renziani con quelli della Consip, l'agenzia per gli acquisti della P.A.). Salvini, dopo essersi difeso con delle colossali bugie che basterebbero a farlo andare una volta per tutte a lavorare, continua a sbraitare di non aver preso un rublo facendo finta di ignorare che è sufficiente la richiesta della tangente per passare dei guai (senza contare le intercettazioni telefoniche del suo collaboratore Savoini che esplicitamente chiede soldi per la Lega). Naturalmente tutti si trincerano dietro la scusa che "senza una condanna in via definitiva non c'è nessuna ragione che giustifichi le dimissioni". E d'altra parte come dare torto a questi presunti politici ? Berlusconi era difeso a spada tratta dai suoi fan ed anzi era additato dal "cittadino medio" come un furbo perché sfruttava la sua posizione per accaparrarsi i favori di qualche giovane ragazza ricompensata profumatamente. Renzi si è permesso addirittura di formare un altro partito dopo che il Pd aveva assicurato la fiducia al governo Conte e nonostante questo ennesimo sgarbo c'è gente che gli da ancora credito. Ma il fenomeno da baraccone è senz'altro Salvini che nonostante i suoi guai russi continua a imperversare a suon di selfie accolto a braccia aperte come salvatore della patria. Salvini fra l'altro è quello che, stordito dai suoi mojito, a suon di girare l'Italia nella varie regioni dove si svolgono votazioni al grido "Li mandiamo a casa", ha finito per mandare a casa se stesso. Nonostante questa scempiaggine c'è una notevole fetta del paese che gli da credito. Ora la domanda è: ma quando mai l'Italia diventerà veramente un paese moderno, al passo con gli altri, serio e affidabile ? Non c'è riforma che tenga per trasformare questo paese destinato a rimanere il fanalino di coda del mondo occidentale ... e la colpa non è della politica.

giovedì 17 ottobre 2019

Ecco quale è il vero problema



D’accordo. Mettete per un attimo da parte Renzi. Dimenticate il duello. Eliminate Vespa, lo studio, la scenografia, i giornalisti (poco più che tappezzeria), le vostre idee e convinzioni.
Ciò che resta laggiù, sulla sinistra dello schermo, è il peggior politico che si sia mai affacciato sulla scena politica italiana.

Non utilizzerà più di 80 vocaboli (rutti compresi), ripete come un disco rotto offese da asilo Mariuccia (“genio incompreso”), ha un repertorio di tic, sbuffi e sospiri che ti costringe a subire in sottofondo, fa battute che faticherebbero a sfondare in un club di terza serata (“Abbiamo scoperto che Salvini si traveste da Befana il 6 gennaio per spaventare gli immigrati sugli autobus”), ha un unico argomento (“Gli italiani mi votano, guardi un po’”), ripete ossessivamente elenchi di fatti e personaggi di cui nulla sa e nulla gli frega, agita cartelli dai caratteri cubitali che sembrano - sono - scritti per rivolgersi a bambini di seconda elementare (e poi accusa gli altri di trattare gli italiani come minus habens), non legge, non studia, non approfondisce, è ignorante fino al parossismo e se ne vanta, ha in spregio ogni forma di cultura e conoscenza intellettuale, come se fossero vezzi da radical chic, esteticamente è un oltraggio al decoro e al buon gusto, sciatto, volutamente sgradevole, qualunque cosa vesta o indossi sembra l’abito prestato all’ultimo minuto dal cugino tagliato male e fuori misura, si sforza di sembrare stupido per essere più vicino al “popolo” e neanche si rende conto che gli viene benissimo naturalmente, non risponde a una sola domanda nel merito, evade ogni singolo argomento e, quando non sa più cosa dire, cita numeri a caso sull’immigrazione, parla ossessivamente di “vita reale” quando uno così, nella vita reale, conciato in quel modo, con quella spocchia, quel curriculum, quella conoscenza delle lingue, farebbe fatica a trovare un lavoro da commesso part time in un fast food.

Bene. Questo, questo qui, oggi è votato da un elettore italiano attivo su tre. Uno-su-tre. Perciò la prossima volta che lo vedete in tv e sentirete questa insopportabile sensazione di spavento e disagio, sappiate che il problema non è quello che si vede alla sinistra dello schermo, ma i milioni di italiani che sono dietro quello schermo ad applaudire e darsi di gomito e che noi non vediamo o fingiamo di non vedere. Ecco qual è il problema.
Dalla pagina di Lorenzo Tosa (https://www.facebook.com/lorenzotosa.antigone/)

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Ognuno può avere le proprie idee politiche di destra, di centro, di sinistra (perché destra e sinistra esistono ancora), moderate, riformiste, conservatrici, rivoluzionarie, tutte rispettabili, il problema che in questa specie di politico è difficile trovare un'idea politica. La difficoltà non sta solo nel fatto che di idee politiche non ne ha (oltre che prendersela con gli immigrati, con le tasse, con chi commette reati, a patto che non siano forze dell'ordine, etc. etc.), ma anche e soprattutto nell'incapacità di eventualmente esporle le sue idee. La sua eterna litania contro i giornaloni e/o i professoroni rappresenta un'indice di ignoranza sconfinata, di mancanza di qualsiasi base culturale, di povertà di strumenti adeguati per fare davvero il politico (da questo punto di vista non è l'unico purtroppo in Italia). Immaginate un Salvini calato nel XX secolo, senza twitter, facebook ed il suo smartphone quando l'unico modo per esporre il proprio pensiero era la dialettica, il dibattito, il confronto. Beh Salvini sarebbe stato fatto a pezzi e pezzettini da qualsiasi studentello di scuola meda superiore con un minimo di cultura formata sui libri non solo quelli di testo scolastici. Magari ci può anche stare che un politico, pur essendo incapace di esprimersi e rappresentando un esempio classico di analfabeta funzionale, possa sopperire a questo suo deficit con l'azione, con i provvedimenti, con le soluzioni reali ai problemi dei cittadini. Ma Salvini nemmeno questo sa fare e i suoi 14 mesi da ministro dell'interno ne sono stata la dimostrazione.
Alla fine comunque il problema preoccupante è il consenso che, nonostante il suo infimo livello di uomo politico, riesce a raggiungere, che la dice lunga sul grado di cultura medio del nostro paese.