sabato 28 gennaio 2023

Più che giornata della memoria, la solita giornata dell'ipocrisia


Se non fosse stato per Liliana Segre e, una volta tanto, per la Rai anche questa giornata del 27 gennaio 2023 sarebbe terminata con la solita ipocrisia diffusa della politica che celebra per un giorno e poi per gli altri 364 giorni dimentica. Quando Liliana Segre non ci sarà più anche questa giornata finirà definitivamente nel cassetto e dimenticata con tutte le tragedie annesse ad uno dei periodi più bui della storia dell'umanità.
Quando la tragedia della seconda guerra mondiale ebbe fine e Auschwitz fu liberata dall'armata rossa, l'umanità pronunciò un giuramento: "Mai più". Purtroppo quel giuramento fu tradito immediatamente. L'occidente per liberarsi del popolo ebraico si inventò lo stato di Israele decidendo il suo insediamento nel bel mezzo dei territori palestinesi. Risultato: dopo 80 anni si sono capovolti i ruoli e gli israeliani da popolo perseguitato sono passati a ricoprire il ruolo dei persecutori. Quello che Israele sta facendo al popolo palestinese, se pur in forme meno tragiche e criminali segue i principi dei nazisti nei loro confronti.
Quel MAI PIU' aveva il significato di operare per un mondo nel quale nessun popolo sulla terra dovesse patire forme di opposizione, discriminazione, deportazione, occupazione e violenza per mano di altri popoli. Bene quell'intento è fallito e diventato carta straccia. Sarebbe sufficiente fare riferimento al fenomeno dell'immigrazione per capire quanto l'indignazione e i buoni propositi siano affogati in un bicchier d'acqua. Oggi tutti coloro che tentano di fuggire alla fame, alla povertà, alla guerra, allo sfruttamento nel continente africano e non solo sono respinti nei modo più riprovevoli dal mondo occidentale. Il mediterraneo è diventato il campo di concentramento del terzo millennio dove migliaia di persone perdono la vita nell'indifferenza generale. 
E che dire delle guerre in atto in varie parti del pianeta e da un anno nel cuore dell'europa ? Il celebrare il giorno della memoria è diventato un atto ipocrita e strumentale soprattutto oggi quando i celebranti sono gli stessi che non hanno fatto niente per evitare il conflitto scatenato dal pazzo leader russo Putin, anzi lo hanno agevolato. Oggi tutti si riempiono la bocca con la parola pace ma nessuno di fatto lavora effettivamente per raggiungerla salvo ricorrere alle armi che a tutto servono salvo a garantire una pace. Chi non ripudia la guerra senza condizioni, di fatto si fa complice di altri orrori quelli che ogni guerra porta con se e tutte le parole spese in giornate come quella di ieri suonano come ipocrisia allo stato puro.

martedì 24 gennaio 2023

Sempre più vicini alla terza guerra mondiale-nucleare


 

Nonostante la totale indifferenza dei mezzi di informazione ormai assuefatti alla guerra in Ucraina, oggi è stato fatto un grande passo di avvicinamento alla terza guerra mondiale nonché guerra nucleare. Stati Uniti e Germania hanno deciso di inviare i loro carro armati, Abrams e Leopard, all'Ucraina: un passo decisivo e fondamentale in quanto si certifica anche formalmente l'entrata in guerra di Germania e Stati Uniti contro la Russia. Fino ad oggi infatti questa terza guerra mondiale sostanziale era stata mascherata dietro il paravento della fornitura all'Ucraina di armi di difesa, indispensabili per contrastare l'invasione russa. I carri armati costituiscono di fatto non armi di difesa ma armi di attacco e di invasione, come la seconda guerra mondiale ha ampiamento dimostrato, e quindi dotare l'Ucraina di queste armi significa sostanzialmente dotare Zelensky di un arsenale offensivo. Insomma ora l'Ucraina sarà in grado di condurre per procura la guerra che gli Stati Uniti volevano condurre contro la Russia di Putin. E l'Europa ? Bella domanda. L'Europa di fatto non esiste nell'affrontare questo problema come non esiste di fatto quando si devono o si sono dovuti affrontare problemi di altro tipo.

Nello specifico l'Europa sembrava unita nella decisione di aiutare l'Ucraina a contrastare l'invasione decisa da Putin, ma a fronte di questa unità di intenti ogni paese ha agito per conto proprio e in maniera autonoma. Non c'è stata una politica comune per esempio sul tipo di armamenti da inviare a Zelensky. Ora addirittura la Germania decide di inviare le proprie macchine da guerra più avanzate ed efficienti, i carri armati Leopard, che non fanno parte della categoria di armi difensive (se mai un'arma può essere definita solo di difesa) ma di armi di offesa e soprattutto di invasione. 

Ora di fatto Germania e Stati Uniti non possono più negare di essere entrati in guerra contro la Russia.

Ci stiamo avvicinando pericolosamente ad un tremenda terza guerra mondiale che questa volta sarà quasi certamente una guerra nucleare. Il sito messo in piedi da alcuni scienziati e che calcola il rischio di una guerra nucleare ci avvisa che non siamo mai stati così vicini alla distruzione totale del nostro mondo e della nostra civiltà. Per dare un'idea di questo rischio nel 1991 eravamo a circa 24 ore da un'ipotetica catastrofe mondiale, oggi la stima di questi scienziati ci dice che siamo ad appena 90 secondi. Un'avvertenza inascoltata: si forniscono armi all'Ucraina in nome di una pace che però nessuno cerca in maniera seria e consapevole.

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venerdì 20 gennaio 2023

Governo Meloni: oltre l'incompetenza anche la sfiga


 

Che il governo della presidente Giorgia Meloni fosse una brigata di incompetenti e inadeguati è apparso subito chiaro in questi primi tre mesi di legislatura. Una continua giravolta di annunci seguiti da retromarcia, giravolte e passi indietro da far impallidire qualsiasi altro governo della prima e seconda repubblica. Prima i raveparty con una norma scritta con i piedi, poi le giravolte sui Pos e sull'utilizzo del contante nella legge di bilancio, poi la questione migranti che si è ridotta a far navigare le navi delle Ong su e giù per le coste italiane ed infine la farsa finale della questione dei carburanti. Dopo aver tolto lo sconto sulle accise ed aver provocato un aumento di circa 25/30 centesimi al litro sui carburanti, la Meloni ha goffamente tentato di scaricare sui gestori questo aumento largamente prevedibile ed infine per "rimediare" ha obbligato gli esercenti dei distributori ha pubblicare ogni giorno un fantomatico prezzo medio. Non si capisce quale vantaggio avrebbe l'automobilista a sapere questo prezzo medio quando può per esempio comodamente sapere con una semplice app il costo di gasolio e benzina praticato da qualsiasi distributore del territorio nazionale. Alla fine di questa sequenza interminabile di giravolte anche la sfiga si è accanita a mettere i bastoni fra le ruote del primo governo della repubblica a guida femminile. Erano giorni che il ministro della giustizia Nordio aveva iniziato la propria battaglia contro le intercettazioni da sempre odiate soprattutto dagli amici di Berlusconi, una battaglia nella quale si era sbilanciato in un'affermazione secondo la quale le intercettazioni sarebbero inutili in quanto i boss mafiosi non usano i telefonini e qualora li usassero durante le loro telefonate parlano del tempo e non dei loro sporchi affari. Il ministro Nordio non aveva ancora terminato di concludere questo suo pensiero che dalla Sicilia arrivava una notizia bomba: il boss mafioso Matteo Messina Denaro latitante da oltre 30 anni era stato catturato. Ma l'aspetto più controverso per il ministro è stato sapere che Messina Denaro era in possesso non di uno ma bensì due cellulari e che il suo arresto era stato reso possibile proprio grazie alle intercettazioni. Sembra che il ministro abbia sbottato davanti ai suoi collaboratori: "Ma porca miseria dopo 30 anni proprio oggi la polizia ha pensato bene di arrestarlo ? Non si poteva aspettare ancora qualche giorno in modo che la gente dimenticasse le cavolate che ho appena detto sulle intercettazioni ?". Incavolato Nordio ha subito telefonato al suo collega ministro dell'interno Piantedosi il quale è caduto dal pero asserendo di non sapere assolutamente niente dell'operazione di polizia che era in corso. Un'affermazione passata inosservata che il ministro ha ripetuto in diretta televisiva: il ministro dell'interno non era a conoscenza della più importante operazione di polizia degli ultimi 30 anni. E' un paese normale quello nel quale il ministro della giustizia ed il ministro dell'interno nonché il capo del governo sono all'oscuro che si sta catturando un boss mafioso latitante da 30 anni e che lo stesso boss in questi anni ha girato liberamente nel suo paese di nascita ? Un situazione assurda che la racconta lunga sulla fiducia che le forze dell'ordine ripongono nei nostri governanti.
Ma non finisce qui perché il ministro della giustizia, non contento delle gaffe sulle intercettazioni, va in parlamento proprio il giorno della cattura di Messina Denaro e spara a zero sulla magistratura e sulle forze dell'ordine colpevoli di strumentalizzare le intercettazioni, soprattutto quelle dove sono coinvolti i politici. Il ministro conclude la sua arringa in parlamento invitando i parlamentari di non rendersi supini ai Pm che vedono la mafia ovunque. Siamo nel surreale totale ma soprattutto siamo in una situazione nella quale in qualsiasi altro paese democratico e normale un simile ministro sarebbe stato perso a calci nel sedere senza nessuna remora. Ma siamo in Italia ed allora come degna conclusione di questa vicenda allucinante si deve anche assistere che proprio mentre il boss era finalmente arrestato, il governo propone come vicepresidente del CSM, l'organo superiore della magistratura, proprio un indagato per mafia. Era sfuggito a tutti compresa quella opposizione inesistente che è impegnate in beghe interne e non può perdere tempo con queste banalità.

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martedì 17 gennaio 2023

La politica festeggia ma non si sa cosa

 


In queste ore seguenti la cattura (o la consegna volontaria) del boss Messina Denaro latitante da oltre 30 anni, la politica tutta festeggia. La destra si appropria di meriti che non ha (con i governi di destra la mafia è sconfitta), la sinistra e affini può solo festeggiare senza appropriarsi di un bel niente. Renzi dichiara che la cattura di Messina Denaro è stata la sua ossessione, nessuno lo ha notato durante il suo disastroso governo.

Ma veniamo al dunque. Davvero qualcuno pensa che un boss ricercato da "tutto lo Stato" abbia potuto scorrazzare, non in giro per il mondo, ma in giro per la Sicilia sembra fra Trapani e Palermo indisturbato ? Davvero qualcuno pensa che questa latitanza sa stata possibile senza qualche protezione di alto livello ? Davvero tutti i politici che gridano alla vittoria della Stato senza che lo Stato abbia agevolato questa latitanza ? E che dire dell'immagine di un boss che viene arrestato e portato via senza la minima resistenza e addirittura senza manette. Questa immagine fa il paio con quella della cattura di Reiina quando non si procedette alla perquisizione del suo covo magari per paura di trovare quello che forse non si troverà mai: le prove della connivenza fra una parte dello Stato e la mafia. E così oggi assistiamo alla cattura di uno dei boss più efferati della mafia che viene portato via come un semplice ladro di polli o come un qualsiasi delinquentello da strapazzo beccato a borseggiare qualche pensionato in fila per pagare il ticket. Qui non si tratta di complottismo ma di realtà, una realtà dimostrata dai fatti. Quello Stato che in pochi anni è riuscito a debellare le Brigate Rosse senza ricorrere a leggi speciali, non riesce da decenni a debellare un'organizzazione malavitosa come la mafia, perché ?  

E la politica non finisce di prendere per i fondelli il paese intero nemmeno in questo frangente. La destra al governo esulta quando poi nei suoi provvedimenti agevola la mafia e la camorra con l'innalzamento al tetto del contante e con la volontà dichiarata di abolire le intercettazioni, quelle intercettazioni che "avrebbero" portato alla cattura di Denaro. Berlusconi gioisce, lui che ha fondato un partito con il suo amico Dell'Utri, condannato come fiancheggiatore della mafia. Rita Dalla Chiesa gioisce ricordando il padre, ucciso dalla mafia, tralasciando il fatto che milita in un partito fondato proprio dalla mafia. Insomma lo spettacolo è vergognoso e l'unica immagine da ricordare sono gli applausi di alcuni cittadini alle forze dell'ordine, anche loro vittime di uno Stato colluso da sempre.

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lunedì 16 gennaio 2023

E il governo Meloni si prende i meriti della cattura del boss Messina Denaro latitante da 30 anni


E' un classico della politica italiana e di chi siede al governo arrogarsi successi che niente hanno a che fare con la politica dello stesso governo. Giorgia Meloni non si sottrae a questa regola e la giornata odierna con la cattura del boss mafioso Messina Denaro, latitante da oltre 30 anni, capita proprio a fagiolo. Durante la predisposizione della legge di bilancio tutti i ministri e tutta la maggioranza ci ha fracassato i gemelli di Maria dichiarando che in così poco tempo, tre mesi appena, il governo non avrebbe potuto fare miracoli. Oggi invece all'improvviso il governo si ritrova super efficiente e si fa bello della cattura del boss mafioso dichiarando che con la destra al governo la lotta alla mafia sarà al centro (non si sa di che cosa) seguendo le tracce di Falcone e Borsellino. I due poveri magistrati avranno fatto non si sa quanti giri nelle loro tombe sentendosi nominati da questi scellerati che mentre si prendono meriti sottraendoli a chi davvero ha questi meriti, magistratura e forze di polizia, non più tardi di 20 giorni fa approvavano una legge di bilancio per la quale mafiosi, camorristi ed evasori hanno stappato bottiglie di prosecco. Era pronto lo champagne ma avendo avendo portato il tetto all'uso del contante solo a 5mila euro piuttosto che ai 10mila come era previsto, mafiosi e camorristi si sono limitati ad un buon prosecco. La stessa Meloni corre a Palermo ad onorare la cattura e si intesta il successo della magistratura palermitana. Perfino Berlusconi ha avuto il coraggio di lanciare un messaggio per festeggiare la cattura di Messina Denaro, Berlusconi che ha fondato un partito insieme a Dell'Utri condannato proprio per concorso esterno in associazione mafiosa e che ha avuto per anni fra i  propri dipendenti un mafioso, Vittorio Mangano. Ma questa è la politica italiana: invece di onorare magistratura e forze dell'ordine che da anni inseguono questo boss, tentano di prendersi i meriti della cattura. E tanti allocchi cascano nel trabocchetto anche grazie a giornalisti o presunti tali tipo Sallusti che indiretta televisiva afferma che "la sinistra rosica perché non si è potuta intestare questa cattura". 

giovedì 12 gennaio 2023

In democrazia chi vince le elezioni HA diritto a GOVERNARE ma non a PRENDERE PER IL CULO i cittadini

 


In Italia ormai da oltre 30 anni simo stati abituati ad un classe politica che per vincere le elezioni fa promesse di ogni tipo e garantisce la soluzione a qualsiasi problema, salvo poi tradire promesse e dimenticare le soluzioni una volta arrivati al governo. Berlusconi vinse le elezioni con la promessa di un milione di posti di lavoro e pensioni minime a 1000 euro, Renzi non ha mai vinte elezioni ma ha imbrogliato da par suo con la storia delle statuto dei lavoratori per non parlare del tiro mancino con il quale ha ingannato Letta, il M5S ha tradito i suoi elettori entrando nella scatola di sardine che avrebbe dovuto smantellare, ed infine oggi Giorgia Meloni compie anche lei, PRIMA PRESIDENTE DONNA ma non diversa dai suoi colleghi uomini, il suo tradimento su alcune promesse come le accise della benzina e la questione migranti.
Sul problema dei migranti la fascista di Fratelli d'Italia è andata blaterando per mesi sull'unica soluzione secondo la sua visione: il blocco navale e affondamento delle barche che si avvicinavano alle coste italiane. Poi arrivata al governo naturalmente non ha messo in atto quella dichiarazione di guerra totale ma ha adottato un'altra politica se vogliamo più ipocrita e squallida: si fanno sbarcare tutti coloro che le ONG salvano ma costringendo a qualche giorno di navigazione in più aprendo porti sul medio ed alto adriatico e tirreno. Una soluzione "legale" ma al tempo stesso criminale che tende a farla "pagare" alle famose ONG che salvano persone che altrimenti morirebbero ma che il governo di destra vuole far passare come "taxi" del mare pur non essendo mai riuscito a provare questa affermazione.
Tragicomica poi la vicenda dei carburanti sui quali il governo sta prendendo in giro i cittadini. In questi giorni sta girando il famoso video di Giorgia Meloni che un anno fa mostrava come su 50 euro di carburante, al benzinaio vanno 15 euro mentre lo stato si prende gli altri 35 euro. L'invasa Giorgia gridava allo scandalo e annunciava l'eliminazione delle famose accise (tasse imposte sul costo dei carburanti) una volta al governo. Stessa promessa del buon Salvini prima di arrivare al governo insieme al M5S. Ed invece che fa il governo di destra FdI, Lega e FI ? Udite udite: invece di cancellare le accise come promesso, cancella quello sconto del 30% proprio sulle accise che aveva fatto il governo Draghi. Tutto legittimo a parte le promesse fatte prima di vincere le elezioni salvo poi prendere per i fondelli il paese intero, i gestori delle stazioni di servizio e la Guardia di Finanza. A causa della cancellazione dello sconto Draghi dal 1 gennaio i carburanti sono aumentati 20/30 centesimi al litro, quanto erano diminuiti dopo lo sconto Draghi. Naturalmente proteste da parte di tutti i cittadini e che provvedimenti ha preso il governo ? Eccoli:

1. Incontro con il Generale della Guardia di Finanza per incentivare la lotta alla speculazione, ma il Generale ha informato il governo che la speculazione era frutto della politica del governo stesso.

2. Obbligo di esporre da parte dei gestori del prezzo medio rilevato giorno per giorno. Obbligo cervellotico e inutile considerato per esempio che oggi esistono della app che ci indicano i prezzi delle stazioni di servizio in tutto il paese.

3. Tetto al prezzo dei carburanti in autostrada. Ma chi fa benzina o gasolio in autostrada visto che il prezzo è da sempre maggiorato del 15/20% rispetto alle altre stazioni di servizio.

Infine, ciliegina sulla torta, presa per i fondelli finale.
Ieri LA presidente del consiglio appare in video per comunicare che il governo non ha potuto rinnovare lo sconto sulle accise in quanto i proventi da questo balzello saranno poi utilizzati per le famiglie che si trovano più in difficoltà. Quindi si tolgono dalle tasche dal ceto più povero circa 50/100 euro al mese per poi restituirne circa 10/30 euro se va bene e in quale modo non si sa. Per aiutare chi si trova in difficoltà ci sono due modi: prendere i soldi dove ci sono e non dove non ci sono per poi rimettere in quelle tasche gli stessi soldi.

Ora cara GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI siete un governo di destra, avete vinto le elezioni e quindi avete diritto di governare secondo i vostri principi che sono quelli di favorire imprenditori, i padroni per intenderci, e le imprese a danno dei lavoratori dipendenti come il vostro credo vi dice di fare. Bene ... 
GOVERNATE SECONDO I VOSTRI PRINCIPI MA NON PRENDETE PER IL CULO IL RESTO DEL PAESE CON PROVVEDIMENTI INUTILI E GIUSTIFICAZIONI FALSE E INADEGUATE