giovedì 19 gennaio 2012

Qualcosa non torna ...


Nell'epoca in cui stiamo vivendo tutto è cambiato, tutto non è più come prima anche per quanto riguarda quei valori che dovrebbero avere un significato assoluto e indelebile. Una volta quando si parlava di rivoluzione si pensava ad un popolo che si ribellava al potere, a chi lo teneva soggiogato sia in termini di libertà che di finanza, ai pochi ricchi che dominavano i molti poveri. La rivoluzione nell'immaginario collettivo è rappresentata dal popolo che si ribella, che assalta i luoghi di potere, che si appropria dei beni che gli sono negati, che rovescia la società dove pochi hanno molto per passare ai molti che si suddividono tutto. Quello che accade in queste ore in Sicilia, dove uno sciopero si vuole far passare come una rivoluzione, è totalmente l'opposto della rivoluzione classica come da sempre è avvenuta nella storia di questo pianeta. Sembra un rivoluzione di una borghesia contro il popolo stesso. E' vero che le notizie che arrivano sono frammentarie, almeno per quanto riguarda gli organi di informazione istituzionali, ma sulla rete i messaggi, i video e le testimonianze sono molte e facilmente reperibili. Si parla di una regione paralizzata per mancanza di carburanti e di consequenza mancanza di rifornimento di generi alimentari anche di prima necessita. Addirittura la polizia che scorta i camion che vanno a rifornire gli ospedali. Insomma la principale vittima di quella che vorrebbe essere spacciata come una rivoluzione di popolo, è il popolo stesso. il popolo che dovrebbe appopriarsi dei beni che gli vengono negati dal potere e dalle classi più ricche della società, viene privato dal popolo stesso dei beni di prima necessità. Ed allora il sospetto che questa presunta rivoluzione sia guidata da frange fasciste di Forza Nuova, diventa quasi una certezza, come diventa quasi certezza che la manifestazione in atto sia ingigantita rispetto ai suoi reali contenuti anche grazie alla mancanza di informazione (voluta dagli stessi organizzatori ?). Di certo non si tratta di una rivoluzione intesa nel significato che si da a questa parola, ma semplicemente di una protesta di certe categorie che, è vero protestano contro il caro carburanti, ma che svolgono una protesta indirizzata verso i propri interessi e non verso gli interessi generali della popolazione. Insomma l'equivoco è voler far passare questa protesta di 5 giorni come una rivoluzione o un risveglio della Sicilia, mentre si tratta semplicemente di una categoria che intende sottrarsi ai sacrifici ai quali il cittadino comune è sottposto senza avere potere di replica. La rivoluzione vera è tutt'altra cosa e si sarebbe potuto parlare di vera rivoluzione se si fosse garantito al cittadino il rifornimento dei beni primari indispensabili, coinvolgendo tutta la cittadinanza nella protesta stessa ed infine magari andando direttamente a Roma davanti ai palazzi del potere a manifestare. In questo caso sarebbe davvero potuta diventare una rivoluzione di popolo alla quale si sarebbero accodati altri cittadini di altre regioni. Un'occasione mancata.

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