giovedì 11 maggio 2023

Per la stabilità serve un'unica riforma: cambiare le teste dei politici italiani

 


Il problema sostanziale della politica italiana è quello di non capire esattamente quali siano le richieste provenienti dall'elettorato e dai cittadini in generale. Orami poi è diventata prassi comune quella di "cambiare la Costituzione perché ce lo hanno chiesto gli elettori". In realtà gli elettori come non lo avevano chiesto a Berlusconi ne 2006, non lo avevano chiesto nemmeno a Renzi nel 2016 e tanto meno alla Meloni ora nel 2023. La giustificazione di questa ossessione nel "rimodernare" la Carta Costituzionale  è la stabilità. Ma davvero si pensa che eleggendo direttamente il Presidente del Consiglio o il Presidente della Repubblica si possa raggiungere quella stabilità tanto ricercata ? La stabilità non è un risultato che si ottiene cambiando la Costituzione ma cambiando i politici e i partiti che oggi sono nella quasi totalità partiti padronali guidati da un condottiero senza partecipazione del basso e senza che ognuno di loro segua un progetto politico. Il risultato di questo disastro è l'instabilità causata da un sistema politico che fa promesse durante le campagne elettorali che poi immancabilmente non mantiene. L'astensionismo dilagante in qualsiasi turno elettorale ne è la dimostrazione. Il governo Meloni è l'ennesima dimostrazione di questa situazione drammatica. Dopo mesi spesi a urlare per instaurare un blocco navale che impedisse l'arrivo dei migranti, dopo aver sputato contro il governo Conte a causa dello stato di emergenza dichiarato per fronteggiare la pandemia, dopo aver sputato in tutti i modi sull'europa, una volta vinte le elezioni si è trasformata da feroce antisistema a perfettamente integrata nel sistema. Record di sbarchi con il suo governo, assoggettamento all'Europa come tutti i precedenti governi, dichiarato lo stato di emergenza per fronteggiare l'immigrazione, e via dicendo. Per non parlare delle giuste aspettative delle donne sulla prima presidente del consiglio donna, e lei che fa ? Contrasta in tutti i modi l'aborto, vota contro la parità salariale, si oppone alla pillola anticoncezionale gratuita, si astiene in Europa dal voto per l'adesione alla Convenzione sulla violenza alle donne, cancella opzione donna. Se si aggiungono altri ammennicoli come la reintroduzione delle accise tolte da Draghi dopo aver pubblicato video inferociti contro questo balzello, o le sue sparate sulla Rai sganciata dai partiti quando invece si appresta ad occuparla cacciando anche degli innocui conduttori di quiz televisivi, il quadro è completo.

E allora non rimane che ricorrere allo stravolgimento della Costituzione mettendo in discussione l'unica figura che ha garantito in questi anni un minimo di stabilità: il Presidente della Repubblica. E le lezioni he hanno ricevuto sia Berlusconi che Renzi non hanno insegnato niente: la riforma proposta dalla Meloni è un mix delle riforme berlusconiana e renziana rigettate dai cittadini e quindi questa farà la stessa fine. Nel frattempo però si perderanno mesi nella discussione, nell'impegnare il parlamento in sedute estenuanti mentre in questo momento il paese avrebbe bisogno di lavorare solo per centrare l'obiettivo del PNRR. Un obiettivo che rischia di non essere raggiunto perchè ? ... Perché Conte ha ottenuto troppi soldi. Contro questo sistema politico non ci sono riforme che tengono, l'unica riforma sarebbe quella di rinnovare totalmente i partiti ed i politici, ma ci vorrebbe una rivoluzione e gli italiani preferiscono non andare a votare che provare a cambiare veramente il sistema

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