domenica 21 maggio 2023

La protesta giovanile in Italia tra indifferenza e repressione

 


E' la solita storia che va avanti dagli anni 60 in poi: il potere e le generazioni più adulte se ne fregano delle istanze giovanili, delle loro richieste e delle loro proteste. Anzi spesso le forme di protesta adottate sono fagocitate dal capitalismo che le trasforma in fonti di business e di guadagno. E' accaduto con le proteste del 68 quando i giovani hanno iniziato a farsi crescere i capelli, a indossare i jeans, gli eschimo, i maglioni ed la società capitalista che ha fatto ? Ha ignorato le istanze e le richieste ed ha trasformato il modo di vestirsi in una moda. I capi di abbigliamento hanno smesso di rappresentare un simbolo della protesta ma sono diventati una fattore di distinzione per ricchi e classi più agiate. E le richieste di quella generazione ? Qualche contentino che poi lentamente è stato fagocitato dal potere. Basta vedere che ne è stato dal diritto allo studio: dall'università aperta a tutti ad un'università ormai relegata ad un semplice esamificio con tasse di iscrizione e costi esorbitanti. Tutte le proteste a partire da quegli anni in poi sono finite miseramente con pochi risultati nonostante le proteste più o meno diffuse. 

Oggi siamo ancora di nuovo ad assistere ad una situazione simile con un aggravante: un governo fascista che mal sopporta le contestazioni e che criminalizza i giovani che protestano con una campagna diffamatoria senza precedenti (grazie anche ai social ed alla potenza di fuoco del potere). Le proteste dei giovani sono nate qualche anno fa sul tema dell'ambiente e sui cambiamenti climatici e sono rimaste inascoltate da tutti i governi. Fino a qualche tempo fa si è trattato di proteste pacifiche, manifestazioni colorate, ma per questo inutili per raggiungere l'obiettivo e semplicemente utilizzate per ridicolizzare i manifestanti. Oggi si è alzato il livello della protesta con le iniziative di attaccare le opere d'arte dentro i musei e per le strade mediante il riversamento di vernici lavabili sulle stesse opere. Gesti che hanno provocato l'indignazione generale ma che non hanno provocato nessuna iniziativa a favore dell'ambiente. Tutti a guardare l'aspetto formale del gesto ma senza porre l'attenzione alla sostanza della protesta. Addirittura in Italia si parla di ritornare al nucleare tanto per capire quanto sia distante l'attenzione del governo attuale ai problemi ambientali. Poi c'è stata la protesta contro il caro affitti per gli studenti universitari fuori sede. Altra protesta iniziata pacificamente ma che ha sortito l'effetto di un fuoco di fila serrato contro i manifestanti: giornalisti, politici e ministri di destra si sono scoperti tutti ex-studenti che facevano decine di chilometri per recarsi all'università e che pensavano a studiare e non a protestare. Nonostante anche in questo caso si trattasse di manifestazioni pacifiche  nessuno si è preoccupato di capire ed eventualmente intervenire sul problema sollevato dai giovani.

Poi è arrivato il disastro in Romagna e l'attacco ai giovani è proseguito da parte del potere che ha iniziato a invitare i ragazzi ad andare a spalare il fango invece di protestare, ignorando naturalmente che migliaia di ragazzi erano già sul posto a prestare la loro opera.

Questo "massacro" mediatico di ragazzi che cercano semplicemente di portare all'attenzione del potere i problemi, non solo loro come nel caso degli affitti ma di tutto il pianeta, alla lunga non può che portare ad una reazione più violenta ed è quanto accaduto ieri al salone del libro di Torino. La ministra Roccella, quella che vuole ostacolare il ricorso all'aborto, quella che insieme al governo ha bloccato le adozioni dei bambini di coppie omogenitoriali, è stata violentemente contestata fino a non consentirle di presentare il suo libro. Apriti cielo naturalmente. Si è chiamata in causa la democrazia quando la democrazia è stata continuamente attaccata dal governo in questi suoi primi mesi di vita. Un governo che nel paese non ha la maggioranza dei consensi ma che si trova al potere semplicemente per una legge elettorale assurda e criminale che non rispetta il voto dei cittadini. Un governo che ha messo subito in atto le sue politiche fasciste e che non ammette dissensi. Un governo che continuando a tirare la corda prima o poi rischia di spezzarla. 

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