venerdì 17 marzo 2023

Anche la CGIL tradisce lavoratori e ceti medio bassi


 Mentre in Francia il sindacato mette a ferro e fuoco il paese per una riforma delle pensioni che prevede un innalzamento di due anni dell'età pensionabile, in Italia il maggior sindacato del paese strizza l'occhio alla prima presidente del consiglio fascista della storia repubblicana. Un fatto inaudito e senza precedenti che certifica le politiche di questi primi sei mesi del governo Meloni tutte indirizzate contro i lavoratori e soprattutto i ceti sociali più disagiati. 

- Innalzamento del tetto al contante, 
- 12 condoni presenti nella legge di bilancio
- il taglio dei finanziamenti sulla sanità
- l'abolizione del RdC
- l'abolizione del superbonus
- la riforma delle aliquote Irpef 

Tutti segnali di una politica che segue una direzione chiara: favorire gli evasori, favorire i ceti più ricchi, favorire le imprese a discapito dei lavoratori. Quale è la risposta a questo attacco frontale del governo ai ceti medio bassi ? L'invito alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a parlare al congresso della CGIL. Un  intervento nel quale la presidente del consiglio non arretra di un millimetro dalle sue politiche ed anzi si permette anche di prendere per i fondelli quei delegati del sindacato che in contrasto con la scelta di Landini, scelgono di abbandonare la platea del congresso. La Meloni parla di ascolto e dialogo mentre lei, da perfetta fascista quale è, non ascolta e tanto meno dialoga. Senza un'opposizione forte e senza un sindacato altrettanto forte purtroppo per l'Italia si prospettano 5 anni nei quali le disuguaglianze aumenteranno. I servizi pubblici subiranno tagli consistenti per trovare le coperture necessarie a coprire i minori introiti dalle tasse, coperture che il governo pensa (come tutti i governi) di trovare attraverso alla lotta all'evasione, lotta che parte perdente in partenza a causa degli immancabili condoni che invitano i cittadini ad evadere.

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