mercoledì 21 luglio 2021

Con la riforma leghista della giustizia si chiude un caso di omicidio in meno di 12 ore


Ma davvero qualcuno pensa di approvare una riforma della giustizia seria con questo energumeno ? Eccola servita l'idea di giustizia che ha in mente Salvini. 

Un assessore leghista alla sicurezza se ne va in giro con una pistola in tasca carica e, per sua stessa ammissione, senza sicura. In seguito ad una discussione con un marocchino, con palesi problemi mentali come hanno dichiarato alcuni testimoni, lo spintona e da quella pistola "parte un colpo" (strane queste pistole dotate di vita propria). Il colpo centra il marocchino e non è che lo ferisce o lo colpisce di striscio bensì centra il malcapitato e lo uccide. La giustizia alla Salvini è velocissima e immediata. Trascorse poche ore il leader leghista ha già emesso la sentenza senza ascoltare né i testimoni né tantomeno i carabinieri né l'autore dell'omicidio: legittima difesa ed il caso è risolto e naturalmente chiuso.

Questa è la giustizia salviniana e leghista, una giustizia degna del far west americano dove lo sceriffo di turno in quattro e quattr'otto decideva sull'uccisione di un qualsiasi povero diavolo e dove la legittima difesa era invocata con estrema leggerezza: era sufficiente che l'ucciso avesse fatto il gesto di alzare una mano o semplicemente toccato il proprio assassino per giustificarne l'uccisione in seguito ad un colpo di pistola o fucile.

A parte l'episodio, che cade proprio nel bel mezzo della discussione relativa alla riforma della giustizia appena approvata dal governo, le reali intenzioni della Lega e di Salvini non sono certo quelle di arrivare in fondo ad una riforma essenziale per accedere ai fondi del PNRR europei. Da una parte la Lega ha costretto il governo a varare un riforma che tenta di eliminare il problema principe della giustizia in Italia, la lunghezza dei processi, con il solito strumento, che si chiami prescrizione o che si chiami improcedibilità poco cambia, dall'altra sta raccogliendo le firme per un referendum il cui unico obiettivo è, nella migliore delle ipotesi, bloccare la riforma stessa, nella peggiore, far cadere il governo. Quando mai si è visto un partito di governo proporre una riforma in parlamento ed allo stesso tempo, prima ancora che la riforma stessa sia approvata, indire una referendum che in parte va contro la riforma stessa. In questo giochetto sulla pelle del paese che potrebbe portare alla perdita dei fondi europei, si poi stretto definitivamente il sodalizio fra i due Mattei, quello verde lombardo, e quello bianco, ma cangiante a seconda del momento, toscano. Già il Matteo Renzi ha firmare i referendum in nome del povero Enzo Tortora che si sarà ribaltato chissà quante volte nella propria tomba, confermandosi in questo modo il peggiore politico della storia della Repubblica, superando in questa classifica i due leader fino ad oggi incontrastati: Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.

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