giovedì 10 dicembre 2020

Le giravolte renziane applaudite dal centro destra (che novità)


 L'ipocrisia e la falsità dei politica di casa nostra è proverbiale: sono sempre pronti a dire tutto ed il contrario di tutto in virtù della posizione occupata al momento e cioè se facciano parte della maggioranza o della opposizione. Pronti sempre a sostenere una posizione e l'esatta contraria  seconda che si stia da una parte o dall'altra. Questo comportamento è anche agevolato dal difetto di memoria che mostra sempre l'elettorato italiano, sia della memoria a breve termine che peggio ancora di quella a lungo termina. Ecco allora che chiunque può permettersi di fare una bella filippica in parlamento a favore della democrazia, delle istituzioni, del parlamento stesso salvo poi tornare un pò indietro nel passato e scoprire che il protagonista della filippica faceva l'esatto contrario. E' il caso di Renzi, ma è solo l'ultimo in ordine di tempo e comunque sempre secondo al Pallone d'Oro dell'ipocrisia e delle giravolte, il sempre verde Matteo Salvini (toh i due hanno lo stesso nome, sarà un caso ?). Non per niente il Renzi, prode difensore della democrazia, ieri è stato applaudito a scena aperta proprio dalla Lega e dal centro destra, quella parte politica che nasce proprio dalla negazione della democrazia. Inizia la battaglia politica intorno al Recovery Fund ed ai 209 miliardi che fanno gola a tutti gli esponenti politici di maggioranza e di opposizione. Conte sta tentando di portare la gestione di quei miliardi fuori dalle stanze dei partiti con la mossa dei manager e di una task force di oltre 300 esperti, probabilmente troppo numerosa per una struttura efficiente, ma anche se fossero stati 10 le polemiche ci sarebbero state ugualmente. I partiti si vedono sfuggire di mano quella torta che pensavano di dividersi. Ecco allora che Renzi attacca frontalmente Conte minacciando la crisi di governo "Conte deve cambiare la struttura di missione sul Next Generation UE perché non è democratica, esautora il Parlamento e il Governo e se non lo fa votiamo contro" L'ipocrisia sta nel fatto che per provocare la crisi usa le armi della democrazia e del Parlamento. Proprio lui che da segretario del Pd cancellò la democrazia del partito stesso costringendo alle dimissioni da presidente Cuperlo, cacciando di fatto i suoi oppositori interni (Bersani e Speranza) quando attaccò il mondo del lavoro cancellando lo statuto dei lavoratori e l'art. 18. Che dire poi degli innumerevoli presidenti di commissione tolti dai loro incarichi perché contrari alle riforme che il governo Renzi portava avanti in Parlamento a suon di canguri e tagliole esautorando di fatto Camera e Senato. Ruppe con tutti e con tutto fino al disastro, suo, del referendum trasformandolo in un voto contro o a favore della sua persona. Oggi colui che si è "intestato" il fatto di non aver consentito a Salvini il raggiungimento dei pieni poteri (ma che in realtà significava solo salvare la sua poltrona che sarebbe scomparsa in caso di elezioni) minaccia di riportare lo sciacallo della Lega ed i suoi alleati sulla poltrona di Palazzo Chigi. Magari senza passare dalle elezioni, che ancora una volta vorrebbero dire la cancellazione del Matteo di Rignano, ma certamente con una maggioranza nella quale i due Matteo sarebbero finalmente insieme al padre putativo Silvio Berlusconi da portare poi alla Presidenza della Repubblica.

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