giovedì 3 novembre 2011

La crisi peggiore con la classe politica peggiore

L'impressione di questi giorni è che i paesi più in crisi siano governati da politici incompetenti che agiscono in maniera approssimativa. Il capitalismo è sicuramente in crisi profonda e ciò che sta accadendo ne è la prova certa compresi i tentativi che si stanno facendo per uscira da una situazione drammatica. Per recuperare i danni causati dalla finanza e dai vari stati con le loro politiche allegre e scellerate, si vanno a colpire le classi più deboli, quelle dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori pubblici e dei pensionati, di tutti coloro cioè che non hanno la benchè minima responsabiltà del nascere e dello svilupparsi della più grave crisi economica-finanziaria che il pianeta abbia mai conosciuto. Parallelamente all'attacco delle classi più deboli, si tentano sforzi immani per il salvataggio delle banche, degli istituti cioè che sono i maggiori responsabili del crollo dell'economia e della finanza. Il capitalismo quindi tenta di salvarsi facendo ricorso allo statalismo, in linea con i principi del socialismo, ma lo statalismo allo stesso tempo si appiglia agli stessi principi del capitalismo sfruttando la parte più debole della società. Ecco che per salvare le banche interviene lo Stato che a sua volta per mettere in campo questa operazione si accanisce contro coloro che a loro volta sono le principali vittime della crisi: lavoratori dipendenti e pensionati. Taglo delle spese sociali, riduzione degli stipendi, licenziamenti anche nel settore pubblico questi sono i provvedimenti che gli stati più a rischio mettono in campo e che gli stati più forti chiedono per aprire i rubinetti degli aiuti. In una situazione così complessa e critica il ruolo della politica è fondamentale ed è proprio in questo momento che le capacità di governare dovrebbero essere di alto livello. Ecco allora che i nodi arrivano finalmente al pettine soprattutto in Grecia ed in Italia, mentre la Spagna per il momento ne è uscita con le dimissioni di Zapatero e le nuove elezioni che si terrano fra pochi mesi. In Grecia dopo aver ottenuto gli aiuti necessari per uscire dalla crisi dall'Europa, il premier dichiara a sorpresa che sottoporrà l'accordo sugli aiuti a referendum e nel giro di poche ore la borse fanno un tonfo incredibile costringendo il capo del governo greco a ritornare frettolosamente sui propri passi. In Italia la situazione è molto più tragico-comica rispetto a tutti gli altri paesi europei in crisi. Un governo che per tre anni non ha combinato niente se non occuparsi dei problemi del capo del governo, due manovre nell'arco di un mese emanate dietro pressione ed indicazione dell'europa e sotto la pressione del presidente della repubblica, altri tre mesi di completa inattività nel tentativo di mettere a punto un piano per lo sviluppo. Il tutto accompagnato da un presidente del consiglio che si è "sputtanato" ed ha "sputtanato" l'Italia in tutto il mondo e questo non solo negli ultimi tre anni e mezzo del suo ultimo mandato governativo ma anche durante il secondo governo di centro destra del quinquennio 2001/2006. Oltra alla propria incapacità la maggioranza di centro destra in queste ultime settimane ha messo in campo anche un serie impressionanti di divisioni interne sia fra i due partiti della coalizione Lega e Pdl, ma anche all'interno dei due singoli partiti. A questa incontrovertibile incapacità il governo Berlusconi aggiunge anche la propria infinita presunzione di riuscire a fare in 15 mesi quello che non ha saputo fare in tre anni e mezzo. Insomma la crisi è senz'altro grave come non mai, ma si è verificata, almeno in Italia ma anche in Grecia, in un momento in cui i paesi sono governati dalla peggiore classe politica che il paese abbia mai avuto. Se ne uscirà ? La prima condizione è quella di mandare a casa Berlusconi ... ma poi per chi dovrà prendere le redini del governo arriveranno i problemi seri da risolvere e allora ne vedremo delle belle ....

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