mercoledì 12 luglio 2023

Il paese fra camerati e pitonesse

 



Era solo questione di tempo affinché questi personaggi combinassero qualche casino. La storia di fascisti dei due camerati e la storia di opportunista e affarista senza scrupoli della pitonessa non poteva che sfociare in questioni che ne attestano l'incompatibilità con le cariche istituzionali ricoperte. Non c'erano dubbi che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa e non ci sono dubbi che gli episodi dei quali sono stati protagonisti i tre non saranno gli ultimi. Era facile prevederlo sia per la loro fame di potere dopo anni trascorsi all'opposizione, sia per la loro idiosincrasia con la Costituzione e con le regole della democrazia. Con l'eccezione di Del Mastro, e forse nemmeno per lui, niente di penalmente perseguibile ma sicuramente tutti inadeguati a stare nelle istituzioni democratiche. D'altra parte la loro storia, a parte la Santanché, è una storia di camerati ancora legati a quel ventennio del quale nemmeno LA presidente del consiglio si è ancora liberata del tutto. Del Mastro incapace di capire che le questione delle quali viene a conoscenza per il suo ruolo di sottosegretario non sono questioni delle quali parlare al bar con gli amici, soprattutto se gli amici si chiamano Donzelli altro fascistello da strapazzo inadeguato anche a gestire la portineria di un magazzino. La Russa è sicuramente il più inadeguato in quanto ancora totalmente legato al ventennio fascista, che mal digerisce la democrazia e quindi la figura più antitetica con il ruolo della seconda carica dello Stato. Comprensibile il suo dolore di padre rispetto alle vicende del figlio, ma per questo inadeguato nel distinguere il suo ruolo di padre da quello di Presidente del Senato. La Russa ha effettuato l'indagine e ha assolto il figlio nel suo processo patriarcale accusando la ragazzina che ha trascorso la notte con capo Apache. La Santanché è la figura più squallida e più ambigua dei tre. Imprenditrice spregiudicata che lucra sui suoi dipendenti e collaboratori, oltre che falsa con il Parlamento, con i cittadini italiani e con la stessa sua presidente. Presidente che ha sicuramente le sue colpe: come può un'imprenditrice che gestisce uno stabilimento balneare ricoprire il ruolo di ministra del turismo proprio quando quel ministro dovrebbe decidere sulle concessioni balneari ? Non esiste in nessuna parte del mondo. Naturalmente i tre non si dimetteranno perché questo paese ormai ha scambiato la giustizia con l'opportunità o con i doveri che un qualsiasi politico che ricopre un incaico istituzionale dovrebbe rispettare. Siamo nel paese nel quale l'arte di arrangiarsi è quasi un corso di laurea e quindi questi figuri ce li terremo facendo la solita figuraccia a livello internazionale.

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