mercoledì 5 luglio 2023

Garantista è la Costituzione e quindi tutta la politica


 

Quando il parlamentare o il ministro o comunque il politico in generale si dichiara garantista in realtà sta dicendo una banalità e prende per i fondelli il cittadino ritenendolo un'imbecille. E' la Costituzione garantista, è il nostro sistema giudiziario garantista in quanto il presunto colpevole di un reato è innocente fino al terzo grado di giudizio. Chiunque quindi faccia politica a qualsiasi livello, qualunque rappresentante delle istituzioni NON PUO' CHE ESSERE GARANTISTA dovendo sempre rispettare la Costituzione. Non esiste il politico giustizialista in quanto non rispetterebbe la carta costituzionale guida della nostra repubblica democratica. Come sempre accade però in occasione di qualche politico invischiato in faccende poco chiare, li schieramenti si contrappongono e compaiono i garantisti ad orologeria: coloro cioè che si ergono a paladini della giustizia quando il malcapitato in faccende poco chiare fa parte del loro schieramento politico. Gli appartenenti allo schieramento opposto diventano quindi improvvisamente giustizialisti. E' il gioco perfido e inopportuno della nostra politica. Tutti però dimenticano che una cosa è la giustizia che, nel caso di presunti reati da parte di un politico, fa il suo corso fino al terzo grado di giudizio, un'altra cosa invece è la credibilità del politico invischiato in faccende poco chiare. In tutte le democrazie occidentali quando un politico è scoperto con le mani nella marmellata, sia che vi siano conseguenze penali sia che non ve ne siano, il primo passo sono le dimissioni dai suoi incarichi istituzionali. Copiare una tesi o semplicemente aver diffuso una notizia falsa sono motivi insindacabili affinché il soggetto interessato si dimetta dai suoi incarichi, dimissioni chieste proprio dalla parte politica dell'interessato. In Italia no .. siamo pieni di fantasia.

Il caso del giorno è quello della ministra Santanché. La ministra gestisce attraverso due società uno stabilimento balneare a Forte dei Marmi. Le società sono sull'orlo del fallimento i suoi dipendenti non hanno avuto la cassa integrazione nonostante le promesse, non hanno percepito il Tfr e soprattutto la ministra ha usato i sussidi ottenuti dallo Stato per il Covid non per i propri dipendenti ma per sistemare le proprie magagne. Il tutto è saltato fuori da un'inchiesta giornalistica  che, fra l'altro, ha portato alla luce altri comportamenti "allegri" della ministra. La Santanché scorrazza per Milano con una Maserati da qualche centinaio di milioni di euro non sua ma della sua società in fallimento. Scorrazzamenti che se ne fregano di varchi ZTL e di multe varie (circa 460) propinate per la guida "sportiva" dell'imprenditrice. Costretta a presentarsi in parlamento per fare chiarezza su questi comportamenti, non certo per essere giudicata, ecco che la maggioranza di destra è diventata garantista e l'opposizione giustizialista. Peccato che quella destra che oggi afferma "l'assurdità di chiedere le dimissioni di un ministro per un'inchiesta giornalistica, circa 10 anni fa chiedeva le dimissioni della ministra del Pd che era stata scoperta non aver pagato una rata di Imu dia una sua palestra. Dimenticanza confermata dalla ministra stessa che aveva subito provveduto a pagare il debito. In quel caso la ministra era stata invitata a presentare le dimissioni perché "la politica deve dare l'esempio come atto di responsabilità", oggi quell'atto di responsabilità chiesto dalla opposizioni alla Santanché diventa invece "sciacallaggio" e "invidia" verso una persona che può permettersi un tenore di vita elevato (a spese e sulle spalle dei suoi dipendenti e dello Stato aggiungerei). 

Questa è la politica italiana e come direbbe Gaber "cos'è la destra, cos'è la sinistra" ormai non si sa più e infatti molti cittadini purtroppo evitano di esercitare il loro potere democratico non andando a votare.

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