giovedì 30 settembre 2021

Dal puttaniere al depravato: 10 anni di una destra ambigua e schifosa

 


Sgombriamo subito il campo da interpretazioni moraliste e/o sessiste: ognuno della propria vita privata fa quello che vuole in qualsiasi ambito soprattutto quello sessuale e non deve rendere conto ad alcuno fino a quando non provoca danni a terze persone. Quando però sei un personaggio pubblico purtroppo devi rendere conto dei tuoi comportamenti soprattutto se ricopri qualche carica istituzionale, se lavori per le istituzioni ed a maggior ragione se i tuoi comportamenti sono in contrasto con le tue azioni all'interno delle stesse istituzioni. Il problema reale sta tutto qui. 

Abbiamo avuto un presidente del consiglio che mentre si batteva per i diritti riservati però solo alla famiglia così detta tradizionale (uomo, donna e figli), mentre emanava leggi che prevedevano sanzioni pecuniarie per chi era beccato con delle prostitute, organizzava nella propria villa festini con escort (ridicolo il linguaggio che identifica una donna che vende il proprio corpo per la strada come prostituta e diventa escort se si presenta al domicilio di facoltosi signori) anche minorenni. Poi il caso a voluto che quella minorenne fosse fermata dai carabinieri ed allora l'allora presidente del consiglio se la fa sotto e addirittura telefona alla stazione dei carabinieri addirittura da Palazzo Chigi rivelando quindi all'intera nazione i propri vizietti. Quella vicenda, ancora non conclusa dal punto di vista giuridico, fu portata addirittura in parlamento con una votazione che ha rappresentato il punto più basso fino ad ora mai toccato dalle nostre istituzioni democratiche: quel capo di governo e la sua maggioranza fecero votare che, l'intervento telefonico alla stazione dei carabinieri, era stato semplicemente giustificato dal fatto che il presidente del consiglio pensava che la giovane fermata fosse la nipote di Mubarak.

A 10 anni di distanza dal caso Ruby e tutto quello che ne è venuto fuori, oggi siamo di nuovo a discutere di una caso che coinvolge le tendenze sessuali di un uomo "politico" ma soprattutto il contrasto fra ciò che ha professato in questi anni e ciò che poi viene fuori casualmente dalla sua vita privata. La forma naturalmente è diversa in quanto nel caso attuale non si tratta di un politico coinvolto direttamente ma bensì di colui che ha gestito la propaganda social di Matteo Salvini, ma la sostanza è la stessa. Luca Morisi è colui che ha creato la famosa "Bestia", il meccanismo che ha diffuso tweet e post a nome del leghista inondando i social di odio, di razzismo e di attacchi indiscriminati verso presunti colpevoli di reati. Un personaggio che è stato anche dentro le istituzioni pagato dai cittadini italiani nel periodo in cui Salvini è stato ministro dell'interno. Matteo Salvini in questi anni ha assunto il ruolo di giustiziere al di sopra delle leggi invocando pene esemplari o augurando di marcire in galera verso chiunque fosse stato accusato, accusato e non condannato in via definitiva, di spacciare droga. Oggi il suo guru, ideatore di quei tweet e di quei post, viene sorpreso a organizzare di festini a sfondo sessuale con giovanotti che, opportunamente pagati, forniscono le loro prestazioni possibilmente anche sotto l'effetto di droghe opportune. Che Morisi abbia queste tendenze e possa permettersi questi festini, sono semplicemente affari suoi, che Morisi e per lui Salvini faccia il moralista, con i soldi pubblici, e invochi pene dure contro chi fa uso di droga sono affari di tutto il paese. 

La sostanza è che in qualsiasi paese civile e democratico soggetti come Berlusconi, Salvini e altri sarebbero presi a calci addirittura da propri sostenitori e sbattuti fuori dalle istituzioni. In Italia invece questi ambigui personaggi sono in parlamento, o sono nominati a capo del governo o addirittura sono indicati come futuri Presidenti della Repubblica. Non c'è PNRR che tenga: o l'Italia si libera di questi personaggi o non potrà mai ambire a tornare un paese civile.

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