domenica 11 febbraio 2024

Dalla transizione ecologica all'accelerazione verso la distruzione del pianeta

 


Bombardamenti Kiev


Bombardamenti Gaza


Protesta trattori

Nei terribili anni della pandemia, per fortuna solo due e mezzo, sembrava che si fosse risvegliato nei cittadini ma anche nelle istituzioni un fervore ecologico per iniziare finalmente quella transizione che avrebbe dovuto portare all'abbandono dei combustibili fossili e di tutte quelle pratiche dannose per l'ambiente. Poi appena usciti dall'emergenza il mondo è letteralmente scoppiato e tutti quei buoni propositi sono stati presto dimenticati. 
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e la conseguente guerra hanno subito messo in crisi il debole tentativo di passare dalle energie fossili a quelle rinnovabili. Carbone, petrolio e gas sono tornati alla ribalta con tutti i paesi occidentali impegnati nel cercare fonti di approvvigionamento alternative a quelle russe. Contemporaneamente tutti i deboli tentativi di ridurre le emissioni si sono infranti contro l'impiego massiccio di navi ed aerei da guerra, carri armati, bombe e missili di ogni tipo. L'Europa è anche tornata indietro sulle sue decisioni in merito alle auto elettriche, che non rappresenterebbero certo la soluzione finale, ma se non altro avrebbero costituito un altro tassello verso un cambio di rotta in tema ambientale.
Subito dopo è arrivato il 7 ottobre e l'invasione di Israele della striscia di Gaza che oltre a provocare un disastro ambientale sta provocando un disastro umanitario con gli ex perseguitati della seconda guerra mondiale che hanno vestito i panni dei loro carnefici. Uno stato, ritenuto democratico, che risponda ad un atto terroristico con una guerra tesa a distruggere un intero popolo è veramente terrificante. Soprattutto se lo stato in questione è sorto dopo una guerra mondiale che ha visto il genocidio perpetrato nei suoi confronti. Bombe e missili stanno mettendo a ferro e fuoco la striscia di Gaza aggiungendo al disastro ambientale un vero e proprio genocidio del popolo palestinese.
A questi disastri ambientali ma soprattutto umanitari causati dalla politica scellerata della più potente forza mondiale, gli Stati Uniti, con la complicità di un'Europa incapace di ribellarsi alla supremazia criminali americana, si aggiunge in questi giorni un altro tassello: la protesta degli agricoltori. Anche questa protesta ha come obiettivo il profitto a discapito dell'ambiente. Intendiamoci gli agricoltori sono solo l'ultimo e più debole di un anello di una catena, quella alimentare, che fa affari sulla pelle dell'ambiente e dei cittadini. Le rivendicazioni degli agricoltori sono comunque contro l'ambiente infatti le norme contro cui lottano "i trattori" prevedono l’obbligo di destinare almeno il 4% dei terreni coltivabili a funzioni non produttive, l’obbligo di effettuare rotazioni delle colture, ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%, divieto di utilizzare pesticidi nei pressi delle abitazioni. Se si tornerà indietro su queste misure si tratterà di un'altra retromarcia nella famosa transizione ecologica. Che poi gli agricoltori, soprattutto quelli italiani ma non solo, sono fra le prime vittime dei cambiamenti climatici e se alzano bandiera bianca anche loro in nome di un maggior profitto per il nostro pianeta non ci sarà più davvero speranza.Naturalmente guerre e proteste degli agricoltori non sono minimamente confrontabili in quanto a danno non solo ambientali ma entrambi sono un segnale inequivocabile che del clima e dell'ambiente poco importa a tutti.





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