mercoledì 10 gennaio 2024

Un governo non solo fascista ma anche amico di evasori e delinquenti


 

Ogni giorno che passa conferma la natura di questo governo che ancora qualcuno si ostina a dire non essere fascista. In ogni talk televisivo i vari commentatori, ad esclusione di coloro della stessa pasta delLA presidente del consiglio, come Bocchino, si sbracciano a chiedere che Giorgia Meloni condanni l'ultima manifestazione fascista dove qualche centinaio di persone saluta con il braccio teso. E Giorgia Meloni puntualmente non condanna e non prende le distanze da queste manifestazioni ed il motivo è uno e uno solo: Giorgia Meloni è fascista così come tutti coloro che militano nel suo partito Fratelli d'Italia. Inutile affermare che lei non è fascista, che il fascismo non c'è più, che è antistorico parlare di fascismo: Fratelli d'Italia è l'erede del Movimento Sociale, che a sua volta era l'erede del fascismo, ed i suoi militanti a partire da Giorgia Meloni sono fascisti nel profondo dell'anima. Inutile continuare a chiedere alLA presidente del consiglio ciò che è contro la sua natura, il fascismo è tornato al governo del paese in modalità diverse certamente ma non meno pericolose se si presta attenzione ai provvedimenti che il governo sta varando o che si appresterà a varare.

Oltre ad essere un governo di stampo fascista, questo governo si schiera anche a fianco degli evasori fiscali e, con il recente provvedimento approvato dalla camera che abolisce il reato di abuso di ufficio, a favore di quegli amministratori che utilizzano la loro carica per agevolare amici, parenti e cedere alle lusinghe della corruzione. Si tratta di una marcia su Roma stile anni 2000 fatta di provvedimenti indirizzati verso lo smantellamento di quelle regole che dovrebbero rappresentare un'ostacolo contro la corruzione e la delinquenza amministrativa. Una prima spallata è stata data nel 2023 con la modifica del codice degli appalti introducendo il subappalto libero e alzando il tetto di spesa per una gara di appalto. Se a questi provvedimenti si aggiunge la riforma costituzione, che ha l'obiettivo di cancellare i poteri del Presidente della Repubblica mettendo tutto in mano al solo Capo di Governo, e l'autonomia differenziata, attraverso la quale si cerca di mandare in default le regioni del Sud, ecco che il disegno della nuova marcia su Roma è completo. Cambia quindi la strategia rispetto al fascismo mussoliniano ma non cambia l'obiettivo: distruggere l'assetto istituzionale democratico per mettere tutto in mano ad un uomo al comando con il controllo totale del parlamento grazie ad un premio di maggioranza abnorme.

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