mercoledì 8 aprile 2015

La Corte di Strasburgo ci condanna e noi andiamo avanti a tweet


La condanna della Corte di Strasburgo in merito ai fatti del G8 di Genova e all'irruzione nella scuola Diaz dove fu perpretata una caccia all'uomo anzi al ragazzo senza precedenti ha scatenato ..... una selva di tweet da parte dei nostri politici. Sarà anche il secolo della comunicazione e dei social network ma non si risolvono certo i problemi o si fa politica lanciando messaggi da 140 caratteri che lasciano il tempo che trovano. Matteo Orfini, presidente del Pd, si sveglia e accusa ... se stesso, il suo partito ed il suo segretario ... di aver messo l'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro, all'epoca dei fatti del G8, alla guida di Finmeccanica. Lancia il suo tweet nei meandri della rete piuttosto che andare dal presidente del consiglio, nonché segretario del suo partito, il PD, è dirgli a muso duro di rimuovere il torturatore di Genova da quell'incarico. Un incarico che gridava e grida vendetta e che l'avrebbe gridata anche senza la sentenza di Strasburgo. Ma Orfini è già recidivo perché anche all'epoca della nomina di De Gennaro da parte di Letta e della sua riconferma da parte di Renzi, lanciò un tweet di protesta, che naturalmente di perse anche quella nella rete. Il presidente del Pd non è comunque l'unico oggi a cinguettare in rete. Nicola Morra del M5S chiede le dimissioni subito, Luca Casarini tweetta direttamente a Renzi in merito al suo silenzio sulla questione e naturalmente il twittatore per anatonomasia non si lascia sfuggire l'occasione per rispondere alla sua maniera: scrivendo il niente. Il paese risponde con la legge sul reato di tortura in parlamento, annuncia Renzi. Bella risposta dopo 14 anni che sarebbero diventati chissà quanti senza la sentenza della corte europea. Insomma il dibattito politico si esaurisce in qualche messaggio che lascia il tempo che trova. Forse i politici, coloro che potrebbero fare qualcosa, dovrebbero impegnarsi in qualcosa di più concreto come per esempio non aspettare di essere messi alla gogna dall'europa o dalla corte costituzionale per rimanere all'interno dei confini nazionali. Il tweet è uno strumento che può andare bene per il cittadino comunque che almeno ha uno strumento per far sentire la propria voce, ma il tweet del politico a cosa serve ? A chi è indirizzato se non a se stesso ? E' lui che sta in parlamento, è lui che ha accesso agli strumenti per incidere sulla legislazione del nostro paese, il tweet del politico è semplicemente autoreferenziale e non produce alcun effetto che quello di mettere i luce l'ipocrisia, l'inettitudine e l'inadeguatezza del politico stesso.

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