mercoledì 1 agosto 2012

Nuove professioni: il consulente del diritto dell'ingiuria


Una volta quando si litigava le ingiurie e gli improperi partivano senza problemi ed alla fine la contesa verbale terminava in un sano pareggio, oggi è tutto più complicato anche litigare. Prima di lanciare un 'vaffa' o un  'pirla' o un 'sei senza palle' è necessario avere a disposizione il codice civile o meglio ancora la raccolta aggiornata all'ultimo secondo delle sentenze della Suprema Corte o della Cassazione che ci informano sulle espressioni consentite e quelle punibili per legge. Le persone economicamente più solide stanno assoldando, in caso di una sonora litigata con amici o parenti, un giurista che assolve la funzione di consulente dell'offesa. E' di oggi infatti la notizia che la Suprema Corte ha sentenziato che rivolgere ad una persona l'espressione "Non hai le palle" è reato e quindi si può essere condannati ad un risarcimento dei dannialla persona offesa. Se invece alla stessa persona avessimo dedicato un sonoro "Vaffa", questo sarebbe stato ammissibile perchè la cassazione a suo tempo stabilì che questa espressione è ormai facente parte dell'ioma comune e quindi non può più essere considerata un'offesa. Viene allora il dubbio che anche il "non hai le palle" se venisse usato più frequentemente potrebbe diventare una espressione comune e quindi non condannabile. Ma ormai districarsi nel lessico dell'ingiuria senza incorrere in possibili sanzioni sta diventando un vero problema come d'altra parte lo è capire qualcosa nella complessa legislazione italiana sia di tipo civile che penale. Sta tutto qui il vero problema della giustizia italiana, altro che processo breve meno breve o lungo, prescrizione si o prescrizione no e via dicendo, il vero problema sta nella giungla legislativa che, oltre ad essere costituita da migliaia di norme, leggi e leggine, consta anche di testi legislativi poco chiari e facilmente interpretabili a proprio piacimento anche da parte di un avvocato di medio livello. Questa è l'origine dell'inefficienza della giustizia italiana che vede alla fine enti supremi come la Corte di Cassazione occuparsi di problemi veramente ridicoli come quelli di stabilire se una espressione ingiuriosa sia un reato oppure no, il tutto in un paese dove per esempio ancora sono impuniti tantissimi atti criminali come la strage di Bologna della quale domani ricorre il 32esimo anniversario. Una strage della quale il famigerato Licio Gelli, capo della P2, si permette oggi di affermare che fu causata da un mozzicone di sigaretta. Se ci fosse una giustizia seria quet'uomo dovrebbe finire in galera per ingiurie verso tutte le vittime ed i loro parenti, per via direttissima e senza nemmeno processo o sentenze della corte di cassazione.

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