venerdì 30 settembre 2022

La vittoria dei nuovi fascisti ? Una vittoria annunciata da 30 anni

 


La vittoria di Meloni e del suo partito fascista è il risultato di quasi 30 anni di politica disfattista della sinistra e del Partito Democratico che ne rappresentava la maggiore espressione. Il fascismo in Italia, nella sua nuova espressione, è tornato nel 1994 con il primo governo Berlusconi che portò nel suo governo alcuni esponenti di Alleanza Nazionale-Movimento Sociale Italiano. Da quel momento è iniziato il tracollo della sinistra e del suo maggior partito che ha iniziato a contrastare il belusconismo scendendo sullo stesso suo piano dal punto di vista dialettico. Berlusconi e la destra di Lega e Alleanza Nazionale hanno aperto la stagione della demonizzazione, ridicolizzazione e offesa dell'avversario, un atteggiamento al quale la sinistra ha tentato di rispondere con le stesse armi abbandonando la cultura, il sociale e le classi più disagiate. Per sfuggire al declino e per avvicinarsi all'alta borghesia con l'obiettivo di arrivare al governo l'allora DS, figlio del PDS e prima del PCI, diede vita al Partito Democratico raccogliendo di tutto di più, dai radicali di Rutelli ai democristiani di Rosy Bindi e della Binetti. Un'operazione che mise in crisi l'allora secondo governo Prodi causandone poi la caduta anche in virtù di una maggioranza risicata. La scelta scellerata è continuata con le elezioni del 2008 nella quali Veltroni ebbe la presunzione di portare il partito da solo abbandonando i partiti di sinistra e andando incontro ad una inevitabile sconfitta e consegnando ancora il paese a Berlusconi. Il Pd torna al governo nel 2013 ma dopo l'abbandono di Bersani, l'ultimo leader di sinistra di questo partito, si lascia campo prima a Letta poi al rottamatore Renzi che sancisce il definitivo abbandono dei lavoratori e delle classi più deboli. Dal 1993 in poi sia i governi Berlusconi che quelli di D'Alema e Prodi prima e Letta-Renzi poi hanno continuato con la politica che ha messo in ginocchio il paese: quella dei tagli. Tagli alla sanità, tagli all'istruzione, tagli ai servizi, tagli al walfare per arrivare alla cancellazione dei diritti essenziali dei lavoratori e della liberalizzazione dei lincenziamenti. Insomma il fascismo del terzo millennio oltre ad essere una fascismo diverso da quello che ha vissuto l'Italia negli anni 30-40, è un fascismo attuato e messo in pratica anche da quel partito erede del più grande partito comunista europeo. La vittoria di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia non è che il naturale punto di arrivo di una politica che ha visto da una parte nascere un grande movimento populista come il M5S ma senza principi (non siamo né di destra né di sinistra) né progetti reali di società, dall'altra l'allontanamento del più grande partito della sinistra italiana il PD allontanarsi dai lavoratori e diventare il partito dell'alta borghesia. L'aspetto più inquietante e deludente di queste ore dopo la sonora batosta è che il Pd non ha la minima idea di come risollevarsi da questa debacle e l'unica iniziativa presa da Letta, che giustamente si dimetterà, è quella di indire un congresso che si prefigura come una lotta interna per raggiungere la poltrona di segretario. Non hanno capito niente ed i personaggi che si stanno proponendo alla "gara" sono tutti personaggi che non hanno né spessore, né idee, né progetti per una stagione di riscatti. Chi ha a cuore il paese, la democrazia e i diritti civili deve solo sperare che qualcuno nel centro destra durante la prossima estate non si ingozzi di mojito e chieda pieni poteri.

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