mercoledì 30 giugno 2021

Il partito dell'evasione fiscale assolda anche Mario Draghi

 


L'Italia è il paese europeo con il primato dell'evasione fiscale e, nonostante le dichiarazioni di intenti di ogni governo di questi ultimi 30 anni, nessuna parte politica è riuscita a mettere in campo un contrasto efficiente a questa piaga ormai endemica. La stessa Corte dei Conti nel settembre scorso certificò che nel periodo 2000-2019 a fronte di circa 1000miliardi di tasse affidate agli agenti per la riscossione, ne sono stati incassati appena 133, il 13% circa. L'evasione fiscale in Italia non è punita da punto di vista penale come avviene in altre democrazie occidentali, basti pensare che nel paese con il più alto tasso di evasione europeo sono in carcere non più di un centinaio di detenuti contro il 8mila della Germani e gli oltre 10mila degli Stati Uniti. L'unico strumento che la politica riesce a mettere in campo sistematicamente riguarda o forti sconti a chi viene colto in fragrante (clamoroso l'episodio di Valentino Rossi sanò il suo debito con l'erario di oltre 100milion di euro ottenendo uno sconto di oltre il 70%)  oppure sanatorie che con la scusa di racimolare qualche euro si traducono in flop clamorosi. Per non parlare dei condoni concessi periodicamente che oltre a chiudere i contenziosi aperti "invogliano" chi può a non pagare le tasse in attesa del successivo condono. Il governo Conte in piena pandemia mise in campo un provvedimento, il famoso Cashback, per incentivare l'uso delle carte di credito e di debito con un duplice obiettivo: incentivare i consumi crollati per il Covid e per la crescita degli acquisti on line da parte e limitare l'uso del contante attraverso sistemi di pagamento tracciabili e quindi difficilmente offuscabili tramite l'evasione. Il provvedimento prevedeva un rimborso del 10% relative alle spese sostenute con forme di pagamento elettronico fino ad un massimo di 150 euro in sei mesi. In questi sei mesi il sistema ha funzionato grazie anche al taglio delle commissioni per pagamenti sotto i 5 euro con carte di debito ed anche a detta della Confesercenti c'è stato un aumento significativo delle vendite. Contro il provvedimento fin dalla sua nascita tutto il centro destra, strenuo difensore da sempre degli evasori, che ha mosso subito al governo l'accusa di voler tracciare e controllare i cittadini attraverso i pagamenti elettronici. Una motivazione che potrebbe avere un suo fondamento se riguardasse tutti i sistemi di tracciamento non ultimo l'utilizzo degli smartphone attraverso i quali siamo controllati e monitorati 24 ore su 24. Dopo la caduta del secondo governo Conte Salvini e soci (Matteo Renzi), supportati dalla Meloni, hanno subito iniziato a incalzare Draghi per cancellare il Cashback che sarebbe entrato nei secondi sei mesi di vita. Alla fine anche Draghi ha ceduto dandola vinta ai difensori degli evasori fiscali. Intendiamoci il problema degli evasori in Italia non si sarebbe certo risolto con il cashback o con i pagamenti elettronici ma rimane il fatto che l'Italia oltre ad essere il paese europeo con la più alta evasione fiscale, è anche il paese dove l'utilizzo dei pagamenti elettronici è molto al di sotto della media europea. Insomma anche il governo Draghi si allinea con i difensori degli evasori fiscali o quanto meno con coloro che si guardano bene di mettere i bastoni fra le ruote di chi evade le tasse.

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