lunedì 18 settembre 2017

Ora tutti hanno il loro "golpe" da denunciare


Spesso in questo millennio le parole della lingua italiana sono utilizzate a sproposito rispetto al loro reale significato. Si va da circostanze innocenti sebbene significative ad altre più gravi e pericolose. Per fare un esempio nel social network più famoso sul pianeta, Facebook, il termine inflazionato e che va oltre il significato reale è la parola "Amico". Ogni contatto che abbiamo su questo social è indicato con il sostantivo amico, un termine mutuato dalla lingua inglese, che su Facebook è utilizzato a sproposito dato che l'amico di Fb può tranquillamente essere un perfetto sconosciuto. Per andare su questione un pò più serie un altro termine inflazionato ed utilizzato a sproposito è spesso la parole "eroe". Questo termine viene non di rado utilizzato per stigmatizzare una persona che semplicemente fa il proprio dovere, comportamento che diventa un fatto eccezionale in un paese come l'Italia dove spesso i conportamenti sono al limite della legalità. Un termine che in questi giorni è tornato in voga nella politica è una parola che identifica un avvenimento drammatico e violento come può essere un colpo di stato: la parola è Golpe. Recentemente è stata utilizzata dal leader della Lega Matteo Salvini, in occasione del sequestro cautelativo dei beni del suo partito nella vicenda relativa all'utilizzo illegale che ne fece l'allora segretario Umberto Bossi, e dal Partito Democratico in ordine alla vicenda Consip che vede coinvolti sia alcuni apparti del governo che alcuni magistrati in un caos del quale ancora non sono chiari molti aspetti. Era qualche anno che un politico non utilizzava questo termine ed allora il buona vecchio Berlusconi, rincuorato dal fatto che anche il Partito Democratico è caduto fra i destinatari di un golpe in Italia, ha ricordato che lui ne ha subiti addirittura cinque nella sua carriera politica. Dal primo quando la magistratura gli fece pervenire un avviso di garanzia durante un summit internazionale a Napoli, all'ultimo quando è stato cacciato dal Senato per una condanna definitiva ed in virtù di una legge che anche il suo partito aveva votato. In quelle occasioni il Partito Democratico si prese gioco del cavaliere e, giustamente, ridicolizzò la sua accusa di aver subito un golpe; ora però che le presunte vittime del persunto golpe sarebbero esponenti del Pd renziano, il voltafaccia del partito è stato immediato ricorrendo all'utilizzo a sproposito del termine golpe. Naturalmente in Italia, per fortuna, non ci sono stati golpe o colpi di stato di alcun tipo a partire della vicenda Craxi, che fu il primo ad utilizzare questo vocabolo in occasione della sua condanna nella inchiesta di mani pulite. Ci sono solo inchieste della magistratura scatenate dal comportamento spesso illegale della politica italiana, che quindi si ribella anche solo quando la magistratura fa semplicemente il proprio dovere indagando chi è sospettato di tali comportamenti. Ecco allora che il politico passa allegramente da "fare piena luce e in tempi brevi" se l'inchiesta riguarda suoi avversari politici, a "inchiesta ad orologeria o addirittura golpe" se l'inchiesta riguarda la sua persona o il suo schieramento politico. E questi ruoli si scambiano allegramente senza distinzione di colore politico in virtù di una parola ormai cancellata dal vocabolarioa della lingua italiana: coerenza.

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