venerdì 22 gennaio 2016

Come cambiare una repubblica democratica parlamentare senza modificare la costituzione


Il percorso che ha intrapreso il giovanotto di Firenze è pericoloso e con alto rischio di essere smantellato nei prossimi anni causando un ulteriore perdita di tempo nella eventuale modernizzazione dello Stato. Il ragazzo infatti cone le sue pseudo riforme e leggi varie tenta di trasformare l'ordinamento della Repubblica Italiana senza mettere mano alla legge che ne determina l'organizzazione istituzionale: la Costituzione. O meglio ci mette mano per degli aspetti secondari, tipo la controriforma del Senato, ma poi li associa ad altre leggi che di fatto cambiano pesantemente la democrazia parlamentare voluta dai padri costituenti. Stesso atteggiamento nel grande pateracchio delle unioni civili dove si tenta di far passare le unioni di persone omosessuali con l'equiparazione al matrimonio, quando già la corte costituzionale ha sancito che di matrimonio si può parlare solo fra persone di sesso diverso. In questo secondo caso, quello delle unioni civili, un percorso veramente moderno e appunto civile sarebbe stato quello di modificare l'articolo 29 delle costituzione e quelli collegati. Personalmente non conosco le motivazioni che hanno portato la corte costituzionale a quella sentenza in quanto dagli articoli della costituzione che parlano di matrimonio non si evince che questo istituto debba essere solo fra persone di sesso diverso. In presenza però di quella sentenza forse sarebbe stato davvero opportuno, nonché corretto dal punto di vista legislativo, fare prima qualche ritocchino alla Costituzione per non incappare ancora in una dichiarazione di incostituzionalità della futura legge relativa alle unioni civili. 
Stesso problema riguarda la riforma del senato abbinata alla legge elettorale. Togliendo l'elezione del senato e introducendo l'Italicum per l'elezione della Camera in realtà non si elegge più il parlamento ma con lo spropositato premio di maggioranza al partito che supera il 40% al primo turno o che vince il ballottaggio, di fatto l'elezione politica si riduce alla elezione del capo del governo. E' vero che la sua nomina sarà ancora a carico del Presidente della Repubblica, ma con una maggioranza assoluta alla Camera e con un Senato di nominati, il partito vincitore delle elezioni ed il sue candidato premier potranno governare per 5 anni senza avere un'opposizione in alcuna istituzione centrale. Il risultato sarà di trasformare una repubblica parlamentare in un premierato senza toccare la costituzione che di fatto regolamenterà un assetto istituzionale inesistente. Nemmeno Berlusconi aveva osato tanto.
Ora nella migliore delle ipotesi se le due riforme andranno in porto e se non ci pensaranno i cittadini a rispedirle al mittente nei referendum che si terranno (sicuramente per il senato e la legge elettorale ma considerato lo schieramento del paese per le unioni civili anche in questo campo avremo un referendum), ci troveremo con un ordinamento che nel giro di qualche anno sarà ancora una volta dichiarato incostituzionale e si tornerà punto e a capo.
Ultima riflessione: si è sicuri che la Costituzione Italiana debba essere modificata ? Nel caso delle unioni civili o del matrimonio certamente si ma per il resto ? Se si voleva eliminare il bicameralismo perfetto, che ha funzionato per quasi 70 anni, lo si poteva fare tranquillamente modificando le competenze di Camera e Senato o addirittura, molto più pericoloso in un paese come l'Italia, addirittura eliminare il Senato stesso, ma quella che si sta approvando è certamente una controriforma sia per la costituzione ma anche e soprattutto per la democrazia del nostro paese.

Nessun commento: