mercoledì 6 luglio 2011

L'ennesimo tradimento del PD ....


A volte e' molto triste avere delle conferme soprattutto quando queste riguardano i propri ideali ed i propri principi consolidati nel tempo che poi vediamo dissolversi oppure calpestati da chi invece dovrebbe difenderli. Ho sempre pensato che la vicenda del Partito Democratico fosse un'enorme fregatura per tutta la sinistra e per chi aveva creduto in una vera alternativa per questo paese fondata su ideali di solidarieta', uguglianza, difesa delle classi piu' deboli. La lenta trasformazione del Partito Comunista, che rappresentava la vera alternativa, in un partito sempre piu' vicino al ceto medio-borghese ha sempre rappresentato un processo costante di distruzione progressiva di quegli ideali che erano e restano ben radicati e solidi nel mio pensiero come nel pensiero di molti altri cittadini di questo martoriato paese. L'atto finale di questa trasformazione e' avvenuto con la nascita del Partito Democratico, un evento che ha visto la distruzione definitiva del piu' grande partito comunista del mondo occidentale e l'avvio della frammentazione della sinistra italiana che si e' trovata comunque senza un punto di riferimento sostanziale. L'operazione, oltre che completamente distruttiva di ideali e principi sui quali era nato il Partito Comunista Italiano (come sia possibile conciliare quegli ideali e principi con personaggi provenienti dal mondo cattolico come per esempio la Bindi o Castagnetti ancora mi risulta incomprensibile), e' stata condotta anche nei tempi sbagliati proprio nel bel mezzo cioe' del governo Prodi che a fatica aveva vinto le elezioni dopo 5 anni distruttivi per l'Italia di Berlusconismo. Ed infatti il governo e' caduto in due anni senza nemmeno porre rimedio ad una delle piu' oscene ed antidemocratiche leggi che siano mai state approvate in Italia, quella della legge elettorale. Ma lo scempio non si e' fermato. Non contenti di aver fatto cadere il governo Prodi, Veltroni e Rutelli, hanno deciso di lasciare la vera sinistra, quella di Rifondazione e PCI, al proprio destino con il risultato di aver consegnato un'altra volta il paese a Berlusconi e di aver causato l'estromissione dal parlamento della sinistra stessa. Da quel momento e' iniziata un'opposizione all'acqua di rose, con una progressiva perdita di pezzi, per finire, appena il centro destra e' andato in crisi, al tragicomico corteggiamento della triade Casini, Fini, Rutelli. Il perdurare del governo Berlusconi-Bossi dopo la cacciata dei Fini e' anche dovuto all'inconsistenza dell'opposizione lasciata esclusivamente nelle mani Di Pietro che purtroppo e' piuttosto inefficace dal punto di vista comunicativo. Dopo le elezioni amministrative ed il referendum, con la sconfitta pesante di Berlusconi che aveva impostato la tornata elettorale sul piano personale, si pensava che il Partito Democratico prendesse in mano la situazione ed agisse in maniera tale da abbattere definitivamente il regime imposto da Berlusconi per tornare al governo e finalmente iniziare una nuova stagione per l'Italia. Per arrivare a questo risultato sarebbe stato necessario intensificare l'attivita' di opposizione prendendo spunto da qualsiasi situazione si presentasse e da qualsiasi provvedimento che il governo si fosse apprestato a presentare in parlamento. Naturalmente insieme a questa attivita' di opposizione sarebbe stato necessario immediatamente scegliere in maniera chiara un leader ed avere un programma intorno al quale riunire tutta la sinistra e non quelle frange all'interno del parlamento che gia' hanno avuto esperienze con Berlusconi (Casini, Fini). Ma il Partito Democratico non si e' smentito ed anche nel momento di maggiore debolezza di Berlusconi non ha saputo ergersi alla vera alternativa di cui questo paese avrebbe bisogno. La ciliegina sulla torta si e' avuta ieri. Nel momento in cui il governo sta portando un attacco violento al paese ed ai suoi cittadini sia con la vicenda della Tav dove ha messo in campo polizia e carabinieri per reprimere una protesta pacifica sia soprattutto con una manovra finanziaria che, in un momento di grande difficolta' dovuto alla crisi economica, va a colpire il ceto medio basso con blocco degli stipendi dei lavoratori pubblici, con il blocco delle pensioni, con la tassazione dei Bot. Il tutto senza andare a toccare i vari privilegi della casta e dei politici. Di Pietro ieri ha tentato una manovra che avrebbe dovuto in qualche modo mettere in difficolta' il governo da una parte e dell'altra introdurre finalmente il problema dei costi della politica per dare un segnale al paese che anche la casta e' pronta a fare i propri sacrifici. La proposta, l'abolizione delle province, fra l'altro fa parte del programma di governo sia del centro destra che del Partito Democratico e quindi avrebbe dovuto trovare consensi unanimi. Il Pd, sotto il ricatto della Lega che vede le Province un modo per esercitare un potere che sta vacillando, ha votato contro la proposta ... ed il Partito Democratico che cosa fa .. ? Si astiene. Questi e' un bel segnale per tutti coloro che si troveranno a pagare i costi della manovra e che soprattutto fra due anni, quando forse il governo Berlusconi sara' caduto, vedranno le loro tasche svuotate per rimettere in sesto il paese si ma anche per mantenere a questa massa di manigoldi i propri privilegi.

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