giovedì 24 settembre 2009

Dall'assamblea dell'Onu segnali contrastanti e la solita magra figura dell'Italia.

L'assamblea generale dell'Onu ha visto intervenire i leader politici del mondo intero ed ha fornito diversi spunti di riflessione che dovrebbero però essere analizzati senza ipocrisia e preconcetti, un esercizio che mi sembra non faccia parte del nostro mondo dell'informazione.
Inziamo dalla solita magra figura che il presidente del milan ha fatto fare al nostro paese. Berlusconi esordisce con queste parole "Obama ha detto ciò che avrei voluto dire io" e con questa frase tutti i presenti hanno spento i loro auricolari della traduzione simultanea. Un goffo tentativo di occupare la scena, un atteggiamento ruffiano come lui è abituato ad avere da chi lo circonda, un esempio di mancanza di idee e di un disegno politico che vada oltre i propri interessi personali. Interessi che spaziano dalla giustizia (dalla quale si tiene lontano con leggi ad hoc), dalla finanza (dove riesce con decreti truffa e vergognosi come quello dello scudo fiscale e portare enormi vantaggi ad i suoi amici evasori fiscali), ai propri desideri erotici (dove da utilizzatore finale mette a repentaglio la sicurezza del paese per festini a sondo sessuale). Quindi ogni analisi su quanto Berlusconi ha detto è priva di senso (gli stessi giornali gli dedicano a mala pena mezza pagina).
Obama ha fatto certamente un discorso nuovo per un presidente americano, diverso da tutti i suoi predecessori a partire da Bush padre, colui che ha iniziato la strategia della guerra contro il mondo islamico. Un discorso che non può che far ben sperare, ma si sa bene che in America può accadere di tutto come è già accaduto nella storia di questo paese a quei presidenti che hanno tentato di trasformare gli stati uniti in un vero paese democratico. Quindi è importante che certi discorsi di pace, di distensione e di collaborazione siano stati fatti, ma ora bisogno vedere se nella fase di passaggiod alla teoria alla pratica, Obama otterrà gli stessi consensi.
Veniamo ai due leader maggiormenti contestati da tutti i giornali per i loro discorsi retorici e per certi versi violenti, ma che andrebbero analizzati tentando di distaccarsi dalle figure controverse di questi due personaggi. Si tratta di Ahmadinejad che ha portato il solito attacco ad Israele accusandolo di politiche disumane verso i palestinesi, e di Gheddafi che ha definito l'Onu il vero terrorismo mondiale. Dichiarazioni forti ma che è innegabile contengano un fondo di verità. Che Israele tratti i palestinesi in maniera disumana è un fatto oggettivo e sinceramente l'accusa di antisemitismo, che ogni volta viene tirata fuori quando qualcuno critica la politica di Iasrele, non fa altro che negare l'oggettività della situazione palestinese. Tutto ciò non per giustificare la azioni terroristiche paletinesi, che sono da condannare, ma altrettanto condannabili sono le azioni di Israele che risponde con un terrorismo di stato. Un terrorismo sempre coperto dalla comunità internazionale, Onu in primis, che non si è mai preoccupata di far rispettare le decine di risoluzione prese contro lo stato ebraico, due pesi e due misure considerato che Afghanistan ed Iraq sono stati trattati in maniera molto diversa. E parlando di Onu arriviamo alle dichiarazioni di Gheddafi. Come dare torto ad leader libico quando l'Onu risponde ad un terribile attentato terroristico che ha causato oltre duemila morti, con l'invasione di una intero paese portando una guerra che ormai va avanti da oltre 8 anni e della quale non si vede la fine ? Il bilancio delle perdite di vite umane è ormai altamente sbilanciato, anche se non è sicuramente questa una valutazione da fare, ma è un argomento di appiglio per tutto il mondo islamico. La guerra si è dimostrata inutile per combattere il terrorismo, se non si rimuovono le cause che danno vita al terrorismo stesso, ma rimuovere le cause significa cambiare il modello di sviluppo dell'intera società di questo pianeta. Il modello attuale ha fallito sia per le stragi che ha provocato ma anche dal punto di vista economico, ma i dubbi che queste crisi facciano cambiare rotta sono forti, per questo prima di osannare il discorso di Obama sarà bene attendere fatti concreti.

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