martedì 12 luglio 2016

Anche senza entrare nel merito .... non può che essere No


Spesso nella dibattito sulla riforma costituzionale targata Renzi-Boschi-Verdini la necessità di discutere del merito sembra l'unica strada per farsi un'idea reale del contenuto della riforma stessa. E' vero perché entrare nel merito significa andare a sviscerare i vari articoli e poi capire le implicazioni che avrebbero sulla vita politica del paese. Quando però chi ha promosso questa riforma la presenta inanellando una serie di falsità e inizia proprio da una discussione non sul merito ma su supposizioni, parole d'ordine, o altre amenità non supportate dai contenuti, anche il dibattito non sul merito ha la sua importanza. Analizziamo allora gli aspetti relativi alla forma con la quale questa nuova costituzionale è presentata al paese.
Il primo aspetto, non secondario anche se formale, è la "illegittimità sostanziale" del parlamento che ha approvato la riforma. Camera e Senato infatti sono stati eletti con una legge elettorale dichiarata, dopo le elezioni, incostituzionale dalla Corte Costituzionale. La Corte si è affrettata a inserire nelle motivazioni della sentenza il principio che comunque il parlamento avrebbe pieni e legittimi poteri, ma che ora questo parlamento si spinga anche ad approvare una riforma costituzionale sembra veramente troppo. Dopo la sentenza della Corte sarebbe stato opportuno che il parlamento avesse approvato una nuova legge elettorale privata dei vizi di incostituzionalità (cosa che puntualmente non ha fatto in quanto l'Italicum presenta gli stessi vizi) per poi andare immediatamente al voto. Invece tutti, maggioranza e opposizione, si sono guardati bene da considerare questa strada. 
Ma veniamo ora alle diverse falsità attraverso le quali Renzi e soci hann presentato questo pasticcio della nuova costituzione.
"Finalmente un governo che fa le riforme". Tralasciamo il fatto che le riforme costituzionali sono una prerogativa del parlamento e non certo del governo, che fino ad oggi non ci siano state riforme della costituzione è falso. Il centro sinistra ha riformato da solo il titolo V, il centro destra ha approvato una riforma della costituzione che poi è stata bocciata dai cittadini (non si capisce come mai chi allora votò contro quella riforma ora è a favore di questa che ne è una brutta copia), centro destra e centro sinistra hanno inserito, in maniera scellerata, il pareggio di bilancio in costituzione. Queste sono le ultime tre riforme costituzionali in ordine di tempo a dimostrazione che l'immobilismo della politica italiana nel portare a termine le riforme è un falso storico.
"Chi è per il No sta personalizzando il referendum". Fino a prova contraria è stato Matteo Renzi a dichiarare che se il No avesse vinto lui non solo si sarebbe dimesso da presidente del consiglio ma avrebbe addirittura smesso di fare politica. Se non è personalizzazione questa che  cosa è ? La modifica della costituzione è una prerogativa del parlamento e di nessun altro, non certo del governo, già il fatto che un ministro (Boschi) ed un presidente del consiglio (Renzi) portino in parlamento una riforma della costituzione è una vera e propria personalizzazione. Perfino Berlusconi si comportò in maniera molto più intelligente di Renzi facendo approvare la sua riforma a fine legislatura e lasciando al parlamento neo eletto la gestione del "trauma" relativo alla vittoria del No. Renzi invece non solo la mette sul piano personale ma minaccia anche la fine della legislatura (che lui non può decidere) e le sventure più atroci in caso di vittoria del No. La personalizzazione è talmente evidente che la data del referendum, ora che i sondaggi danno in vantaggio il No, è continuamente allontanata sperando nel recupero.
"Chi vota No vuole mantenere i privilegi dei politici ed è contro le riforme". Altra bugia grossa come una casa. Questa riforma non abolisce alcun privilegio ma anzi estende i privilegi dei senatori (come l'immunità) a dei semplici consiglieri regionali e chi voterà No non è contro le riforme ma contro questa riforma che dovrà essere votata a scatola chiusa. I tentativi di spacchettamento per approvare alcune parti buone di questa nuova costituzione sono stati rispediti al mittente proprio per sfruttare il mantra del No come un segno di contrarietà alle riforme. Non è così. Che il paese abbia bisogno di riforme è incontrovertibile ma su quali riforme siano necessarie è tutto da verificare.

Questi sono aspetti più formali che sostanziali, ma da questi aspetti traspare la inaffidibilità di chi ha portato a termine questa riforma costituzionale e la promuove come se si trattasse di pubblicizzare un nuovo prodotto da immettere sul mercato piuttosto che di una nuova costituzione che dovrebbe segnare il destino politico del paese.  

Nessun commento: