venerdì 21 marzo 2014

Riforme o annientamento della democrazia ?


Veniamo da altri tre giorni di sbornia a base di chiacchere renziane, questa volta senza diapositive, sparate a raffica sui leader europei che dai commenti riportati dalle agenzie forse ci hanno capito meno di noi italiani. In Italia si è goà capito la natura di questa rampante presidente del consiglio, che ha imparato molto da suo maestro, il condannato ex-cavaliere, superandolo addirittura nelle sparate verbali accompagnate da tanto di scenografia. Renzi dice tutto e l'esatto contrario di tutto, come si è potuto capire a partire dal famoso #lettastaisereno per poi qualche settimana dopo piantare un coltello alle spalle del sereno Letta, per arrivare all'incontro con la Merkel durante il quale con il capo cosparso di cenere garantiva il rispetto del 3% dopo averlo demonizzato per mesi e continuare in questa demonizzazione il giorno dopo alla camera. Insomma o Renzi ne spara così tante da non ricordarsele oppure è un gran parac..o, buona la seconda. Anche la parola riforme è una delle parole più utilizzate nei suoi discorsi, ma non basta mettere questo termine ogni 10 parole in un discorso e non basta nemmeno farle le riforme, quello che conta è la sostanza, il contenuto, il significato che si da a questa parola, e le riforme di Renzi sono quanto meno discutibili. Se le analizziamo si può notare come queste riforme hanno un filo conduttore: eliminare anche quel poco di democrazia che ancora esiste nel nostro paese. Si parte dalla legge elettorale che sostanzialmente lascia in mano alle segreterie dei partiti la scelta dei candidati, e poca importa se qualcuno farà le primarie, oltre a tagliare fuori una buona fetta dei cittadini che rimarranno senza rappresentanza grazie alle soglie che lasciano prevedere un parlamento con tre partiti. Che dire poi dell'abolizione del Senato, abolizione in quanto camera elettiva, il Senato rimarrà con altri compiti ma soprattutto sarà un consesso ancora una volta di nominati e non scelto dai cittadini, che, per quanto si limiteranno i compiti di questa camera, rappresenta ancora una volta una coltellata alla democrazia. Stessa sorte per le province che non saranno abolite del tutto, ma rimarranno degli enti con dei poteri decisionali, ma comunque enti di di nominati che prenderanno decisioni sulla testa dei cittadini dai quali non sono stati scelti. Infine il decreto sul lavoro, convertito in legge proprio oggi, che non fa altro che aumentare la precarietà e quindi la sudditanza di migliaia di giovani rispetto ai datori di lavoro. Insomma sono queste le riforme di cui abbiamo bisogno ?

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