mercoledì 22 gennaio 2014

In principio fu Berlusconi poi arrivarono Grillo e Renzi


Il fulcro di una democrazia che si possa considerare tale sono i partiti, che poi li si voglia chiamare movimenti, formazioni politiche o in qualsiasi altro nome di fantasia, ha poca importanza. Sono sempre i partiti dai quali parte l'impegno del cittadino in politica e che rappresentano la palestra per coloro intendono impegnarsi appunto nell'attività politica. E' naturale quindi che all'interno di queste organizzazioni la democrazia sia essenziale altrimenti tutto il castello cade. Tutto ha funzionato fino all'inizio degli anni 90 quando sull'onda degli scandali di tangentopoli, qualcuno ha pensato che anche il partito nella sua tradizionale organizzazione fosse ormai superato. Il primo partito nato dopo tangentopoli che ha cambiato la sua natura da organizzazione democratica a organizzazione padronale è stato Forza Italia fondato in pochi mesi dal condannato grazie soprattutto al proprio potere economico. Il partito è diventato quindi una specie di organizzazione sul tipo di una setta dove tutti seguono le indicazioni del boss, del capo, dove non c'è discussione, non c'è dibattito, non c'è soprattutto dissenso. Il capo detta la linea politica, detta l'agenda in una maniera così dittatoriale tanto da arrivare fino ad "istruire" gli affiliati sulle loro dichiarazioni e sui loro interventi al di fuori dell'organizzazione. In questi anni abbiamo assistito a decine e decine di dibattiti in tv dove chiunque fosse il rappresentante di Forza Italia a partecipare, le parole, le dichiarazioni, i principi enunciati erano sempre e comunque gli stessi. Sulla stessa linea si sono mossi subito altri partiti fino a che questo tipo di organizzazione ha finito per contagiare anche il Partito Democratico fondato appositamente per smantellare l'organizzazione tradizionale e dare vita ad un partito di tipo padronale. Il percorso è stato un pò più lungo ma alla fine ci sono arrivati anche loro ed oggi con Renzi quel percorso si è concluso. Si è vero esiste una direzione ed una segreteria ma il sindaco di Firenze ha già fatto vedere che questi organi esistono solo sul piano formale ma non sostanziale. Facendosi scudo con i voti ricevuti alle primarie, Renzi ha chiuso la partita facendo accordi con il nemico di sempre e non accettando che tali accordi potessero essere discussi. Cuperlo giustamente ha dichiarato: se le primarie sono una specie di investitura senza se e senza me a che serve la direzione nazionale ? Insomma quello che decide il segretario è legge e non solo non si accetta la discussione all'interno del partito, ma addirittura nemmeno all'interno del parlamento in quanto Renzi ha detto che non saranno ammesse modifiche alla sua proposta di legge elettorale salvo andare a nuove elezioni. Questa è una delle stortura dell'interpretazione che viene data, per proprio tornaconto, alle primarie dal fonzie del Pd: mi hanno votato quasi tre milioni di persone e quindi io devo rispondere solo a loro. Più o meno lo stesso ragionamento del condannato: mi hanno votato circa 6 milioni di elettori e quindi non posso essere sbattuto fuori dal parlamento anche se sono un pregiudicato. Entrambi tralasciano un piccolo particolare: che tre milioni o sei milioni di voti non sono comunque un plebiscito e per fortuna esistono altri elettori che hanno idee e pensieri diversi ... che vogliamo fare ? Il panorama dei partiti ad personam è completato dal Movimento 5 Stelle che tenta di mascherare la sua vera natura attraverso consultazioni on line effettuate fra gli iscritti sui problemi che ogni volta il Movimento dovrebbe affrontare in parlamento. Questo eccesso di democrazia alla fine risulta essere deleterio perchè mentre in parlamento si discute e si prendono decisioni su qualche questione, i grillini perdono tempo nelle consultazioni e finiscono o per arrivare sempre tardi oppure ad arrivare alla discussione con la presunzione di essere gli unici tenutari della verità proprio in virtù delle loro consultazioni. Naturalmente dimenticano che in primo luogo le loro consultazioni vedono la partecipazione di un numero di votanti irrisorio, qualche decina di migliaia di persone (anche se poi loro spacciano il risultato come il volere degli italiani), in secondo luogo che la democrazia prevede che si possa discutere ed anche modificare le proprie proposte fra i vari attori e le varie componenti del parlamento. La democrazia nel nostro paese non è messa pericolo solo da leggi come quella elettorale (che sia il porcellum o l'italicum poco cambia la sostanza è sempre la stessa) ma dagli stessi partiti che non sono più quei luoghi dove si faceva la vera politica, si dibatteva, ci si confrontava e quando usciva una linea era quella e tutti la rispettavano e la difendevano. Oggi sono diventati delle specie di sette i cui affiliati dovrebbero solo difendere e portare avanti il pensiero del capo, che sia eletto o autonominato poco importa.

Nessun commento: