lunedì 3 giugno 2013

Letta asfalta la strada per Berlusconi al Quirinale


Che il matrimonio Pd-Pdl potesse portare a consequenze poco raccomandabili per il paese era da mettere in conto ma che ora addirittura il presidente del consiglio Letta, uomo del Pd, si mettesse addirittura a preparare la strada per un futuro Berlusconi presidente della repubblica era fuori da ogni possibile immaginazione. Siamo comunque sempre alle solite: invece di impegnare tutte le energie del governo per affrontare e cercare di venire fuori dalla gravissima crisi economica del paese, si pensa quasi esclusivamente a riforme della costituzione che non hanno nessuna importanza e che soprattutto non serviranno a risolvere i reali problemi che stanno distruggendo il paese. La proposta di passare all'elezione diretta del Capo dello Stato oltre ad essere priva di significato in una democrazia non presidenzialista, è anche intempestiva (il presidente della repubblica è stato appena eletto) ma soprattutto non avrà e non potrà avere nessuna consequenza sul problema del lavoro. E' una di quelle riforme all'italiana che cerca di copiare quanto avviene in altri paese, Francia e Stati Uniti per esempio, dove però il presidente è anche il capo dell'esecutivo. Che senso ha eleggere un presidente di una repubblica quando questo presidente non è la figura istituzionale che poi governa il paese ? L'unico motivo che sta dietro a questa proposta potrebbe essere quello di portare Silvio Berlusconi alla presidenza della repubblica e questo sarebbe davvero l'ultimo atto di uno stato che da venti anni è maltrattato da un uomo senza scrupoli con un unico obiettivo: rimanere lontano dalle patrie galere. Letta propone questa riforma per evitare, dice lui, un'altra tormentata elezione come l'ultima di due mesi fa, senza pensare che per evitare sceneggiate del genere basterebbe eliminare la presenza di un carrozzone senza anima come il Partito Democratico. Ma anche questa proposta ha un unico obiettivo: distrarre il paese dai problemi reali e soprattutto allontanare la famosa riforma elettorale, che tutti vogliono a parole ma che nessuno realmente vuole, come ha dimostrato il voto sulla proposta Giacchetti che avrebbe tolto di mezzo subito il famoso porcellum. Insomma il governo è una santa alleanza Pd-Pdl sulla carta ma in pratica chi governa effettivamente è sempre lui, il tizio, per mano del suo delfino Alfano, con in mano il ricatto dello staccare la spina in qualsiasi momento. Anche in questa situazione il Partito Democratico dimostra tutta la propria incapacità ad assumere ruoli importanti alla guida del paese e quando sarà sciolto questo partito sarà sempre troppo tardi. 

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