sabato 25 settembre 2010

Se anche la Marcegaglia si inc..za

"Quando si dice che siamo andati meglio di altri Paesi non è vero, siamo stati fortemente colpiti dalla crisi". Ecco il solito comunista di turno che mette in dubbio ciò che affermano il governo ed il suo capo e cioè che la crisi se c'è stata ormai è superata e tutto va per il meglio. In realtà a fare questa dichiarazione non è il solito esponente della sinistra disfattista ma bensì Emma Marcegaglia, presidente di confindustria, colei cioè che fino ad oggi è sempre andata a braccetto con Berlusconi. Ma allora la crisi c'è stata davvero e non solo c'è stata ma non è ancora terminata ed i suoi effetti si fanno ancora sentire eccome. La presidente poi invita il governo ad occuparsi dei problemi dell'occupazione piuttosto che della compravendita dei parlamentari che ormai occupa le pagine dei giornali da qualche mese a questa parte. Insomma anche la Marcegaglia parla come tutta l'opposizione e chissà se ora il buon Silvio la taccerà di essere comunista. L'Italia è in ginocchio su tutti i fronti ed ora vacilla anche sul fronte politico a causa delle dichiarazioni del ministro della giustizia di un microstato caraibico che si chiama Santa Lucia. Siamo in balia di chiunque ormai anche a livello internazionale. Ma Berlusconi avrà ancora una settimana di "duro lavoro" e non potrà certo occuparsi della crisi, dell'economia, della disoccupazione o di altre baggianate come per esempio il ritorno dei rifiuti per le strade di Napoli (finalmente tornano allo scoperto in molti erano preoccupati nell'ignorare dove Bertolaso avesse imboscato questo patrimonio ormai fondamentale per la città campana). Intanto oggi tutto il paese sta con il fiato sospeso aspettando il video messaggio del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che dirà tutta la verità niente altro che la verità sulla vicenda poco chiara della casa di Montecarlo. Ma anche lui invece di perdere tempo a divorziare dal suo amico/nemico e contribuire alla deforestazione con il suo silenzio in virtù delle campagna giornalistiche del Giornale non poteva consegnare al paese questo videomessaggio verità due mesi fa ? O forse voleva aspettare la fine dell'estate per presentarsi bello abbronzato e fare un figurone mediatico. Ma gli appuntamenti che aspettano il paese non si esauriscono con le dichiarazioni di Fini. Si dovranno attendere ancora quattro giorni per arrivare a Mercoledì 29 quando Berlusconi finalmente si rechereà alla camera per chiedere la fiducia dei finiani e di tutta la sua disastrata maggioranza ad un programma di governo rivisto e corretto. Riuscirà ad avere questa benedetta fiducia e continuare quindi a governare ? Ma soprattutto se non è riuscito a combinare niente in questi quasi tre anni di governo, e sono parole della Marcegaglia non del solito giornale o politico di sinistra, come pretenderà di portare a termine questo nuovo mini programma che poi tanto nuovo non è. Ma soprattutto in che condizioni arriverà il cavaliere a questo appuntamento dopo l'attività frenetica della campagna acquisti e cessioni relativa alla sua squadra parlamentare, insomma saranno giorni veramente cruciali qui o si governa o si muore. In mezzo a questo caos istituzionale c'è invece un partito che ci sguazza alla grande e sferra un attacco senza precedenti allo Stato, alla identità nazionale passando dalle parole e dalle dichiarazioni folcloristiche ai fatti. Nella scuola di Adro rimangono i simboli della Lega perchè il sindaco non riconosce l'autorità del ministro dell'istruzione che lo aveva invitato a toglierli, ma non contento di aver messo in piedi questa scuola di partito, costringe i bambini di famiglie extracomunitarie di religione mussulmana a disertare la scuola in quanto non saranno disponibili pasti adeguati per questi bambini. In Veneto invece si proibisce l'uso dell'inno di Mameli in qualsiasi cerimonia ufficiale anche della bocciofila di turno, in quanto si afferma l'Italia non esiste. Per non parlare di fatti più gravi come l'occupazione della Lega di Unicredito dopo aver costretto Profumo alle dimissioni, Bossi l'aveva detto qualche mese: ci prenderemo le banche del Nord. Al solito in molti avevano reagito a queste dichiarazioni con la solita sufficienza "E' un ragazzo.." avevano detto di Bossi, sbraita sbraita ma poi non fa niente, eccoli serviti. Insomma la crisi non è solo economica, come certificato ormai anche da confindustria, ma totale ed in questo caos politico-istituzionale la Lega Nord occupa spazi lasciati liberi sia da chi dovrebbe governare che da chi dovrebbe vigilare sull'azione del governo.

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