lunedì 30 maggio 2016

Matteo Renzi risparmia i soldi del tuo opuscolo ... Io dico NO




In perfetto stile berlusconiano (ma ormai solo chi ha il paraocchi ed il paraorecchie non si rende conto delle analogie fra Renzi ed il suo padre putativo) anche Matteo Renzi si appresta alla propaganda più becera naturalmente sovvenzionata con soldi pubblici: nelle case degli italiani arriverà l'opuscoletto per promuovere il Si al referendum di ottobre decantando le tante "cose buone" fatte da questo governo. Per quel che con ta il mio opuscoletto lo rispedirò al mittente con una lettera accompagnatoria.
Caro Matteo Renzi per quanto mi riguarda Lei si è giocato quel minimo di credito che le davo quando pugnalò alle spalle il suo collega, stavo per scrivere compagno ma ho ricordato che questo termine non è contemplato nel suo vocabolario, di partito Enrico Letta. Lei si è screditato non tanto per il suo gesto quanto per aver dichiarato qualche mese prima in una intervista televisiva: "Mai al governo senza passare dalle elezioni" come a dire che con lei l'Italia della prima ed anche della seconda Repubblica sarebbe cambiata davvero. Ed invece ecco che lei prontamente rinnegò le proprie affermazioni facendo fuori addirittura un presidente del consiglio del suo stesso partito e mettendo in piedi una maggioranza esattamente uguale a quella del povero Letta, con addrittura alcuni stessi ministri. Ed allora che credito dare ad un capo di governo che dice una cosa e ne fa esattamente un'altra opposta e contraria ? Per quanto mi riguarda alcun credito e qualunque fosse stata poi la sua opera riformatrice io le sarei stato sempre e comunque contro. Per fortuna poi questa contrarietà di principio e di forma è diventata anche una contrarietà di sostanza grazie alle sue riforme che stanno riportando il paese indietro di oltre 50 anni cancellando i diritti conquistati dal ceto medio basso e per una riforma costituzionale tra le peggiori che siano state fatte in questi anni (si perché non è assolutamente vero che le riforme in questi anni non siano mai state portate a termine, altra bugia del suo percorso politico). La riforma del lavoro secondo i dettami della confindustria, il suo legame con Marchionne e company, la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale che di fatto porteranno ad una cancellazione mascherata della democrazia parlamentare in nome di un premierato non palese, costituiscono interventi ai quali sarà necessario rispondere con un No netto e preciso a partire dal referendum di Ottobre. L'occasione per cambiare davvero le cose e per mostrare che la politica avrebbe cambiato verso, lei ce l'ha avuta quando è stata dichiarata incostituzionale la legge elettorale denominata Porcellum. Quello era il momento per mettere a punto una "nuova" legge elettorale che rispondesse ai dettami della Corte e tornare immediatamente alle elezioni per affidare la riforma costituzionale ad un parlamento realmente legittimato dal voto. Lei invece ha preferito andare avanti nella peggior tradizione della politica italiana, ha riproposto una legge elettorale con tutti i difetti del Porcellum e quindi di nuovo a rischio di costituzionalità, ed ha portato a termina una riforma costituzionale approvata esclusivamente dalla sua maggioranza, che comprende in plurindagato e pluriinquisto Verdini, e quindi da un parlamento privo dell'autorevolezza necessaria. Ecco perché è necessario dire No a tutte le sue "controriforme" per ripartire da un nuovo parlamento eletto possibilmente con una nuova legge con la quale i cittadini possano davvero eleggere i loro rappresentanti. Ecco perché il No servirà sia a rispedire al mittente una riforma peggiore di quella del suo predecessore l'ex cavaliere, e segnerà quindi il vero punto di ripartenza per un paese martoriato da 25 anni di politica corrotta e inadeguata a governare un paese democratico.

sabato 21 maggio 2016

Contro l'ipocrisia e le falsità della semplificazione .. un NO fa sempre bene


Uno de grandi problemi del nostro paese è la burocrazia, ma da cosa nasce la burocrazie ed i mille lacci e lacciuoli che ne fanno un grande impedimento allo sviluppo ed alla crescita ? Sostanzialmente da una normativa complessa, faragginosa, spesso contradditoria e soprattutto interpretabile in una maniera e nell'esatto contrario. Il compito del burocrate è applicare le leggi ma questo in Italia significa ostacolare qualsiasi forma di sviluppo. L'ultimo governo Berlusconi nominò Calderoli ministro della semplificazione che altro non seppe fare che bruciare un pò di gazzette ingiallite. Renzi addiritura ha messo in cantiere una riforma costituzionale che dovrebbe avere fra i suo punti di forza, per ammissione dello stesso presidente del consiglio, la semplificazione e l'abolizione del bicameralismo perfetto. Bene andiamo a leggere un articolo cruciale di questa semplificazione, l'Art. 70 che nela Costituzione vigente recita in questo modo:

"La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere"

ora mettetevi comodi perché la semplificazione renziana ha trasformato quell'articolo nel seguente (mi raccomando fate un bel respiro prima di iniziare a leggere, potrebbe mancarvi il fiato):

La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L'esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati»


alla faccia del bicarbonato di sodio, direbbe Totò, e soprattutto della semplificazione. Per interpretare questo articolo e per capire che iter debba fare una singola legge ci vorrnno sedute interminabili della Corte Costituzionale per non parlare di ricorsi e di sentenze di incostituzionalità. E' chiaro ora perché Matteo Renzi sta buttando tutta la faccenda del referendum sul personale e sulla vita del suo governo ? Semplicemente pe impedire che ogni cittadino si prenda la briga di andare a leggere articoli come questo e capire (ammesso che qualcuno riesca davvero ca pirci qualcosa in questi periodi sconclusionati anche grammaticalmente) quanto sia raggirato dalla propaganda renziana. Nella sostanza mentre con l'attuale costituzione ogni legge segue il suo cammino fra Camera e Senato, da domani con questa riforma sarà comunquecomplicato capire quale strada dovrà percorrere ogni singola legge, a meno che il Senato, costituito da nominato e dopolavoristi, si lavi le mani da ogni impiccio a mo di Ponzio Pilato. Diffidate degli annunci soprattutto in questa giornata in cui parte il lavaggio del cervello di tutto il paese da parte di Renzi e dei suoi scagnozzi con l'intento di mascherare tutte le magagne di questa controriforma.

martedì 17 maggio 2016

Renzillo o Grillenzi .... due facce della stessa medaglia

Lo scontro Pd - M5S sta assumendo toni da spettacolo cabarettistico e ci sarebbe davvero da ridere se non si trattasse dei due maggiori partiti che stanno monopolizzando il quadro politico italiano. Caduta Forza Italia per raggiunti limiti di età lo scontro si è spostato fra un bulletto di quartiere che cambia parere ogni tre per due ed un comico che vestiti panni del politico ha portato un movimento a correre addirittura per il governo del paese (e questo la dice lunga sulla maturità politica dell'Italia e dei suoi cittadini). Le analogie fra i due sono diverse. Entrambi per esempio giocano sull'ambiguità derivante dal ricoprire due cariche o due ruoli: il Renzi presidente del consiglio e segretario del partito democratico, il Grillo comico e capo assoluto del M5S. Ecco allora che il capo del governo aprirà la campagna per il referendum cosituzionale facendosi scudo del suo ruolo di segretario del partito di maggioranza mentre avrebbe dovuto starne fuori in quando presidente del consiglio. Ma tutta la vicenda della riforma è ambigua e portata avanti contro la costituzione stessa. La materia costituzionale è materia parlamentare e non governativa ma Renzi se n'è appropriato facendola appunto propria del governo. E che dire di Grillo che durante i suoi spettacoli spara bordate dimenticando che le stesse in bocca ad un capo partito sarebbero quanto meno inopportune. Tutti e due guidano in maniera autoritaria le loro organizzazioni politiche (Renzi anche il governo), il primo con il paravento di una direzione nella quale non si sente mai una voce di dissenso (e con una stuola di ministri che se prendono un'iniziativa personale sono immediatamente smentiti), il secondo anche lui ha voluto emulare un partito tradizionale nominando un direttorio anche quello però sempre allineato e coperto sulle posizioni del capo. Renzi cambia nelle commissioni parlamentari esponenti del Pd che non sono in accordo con la sua linea politica, Grillo espelle dal suo movimento coloro che non rispettano le regole autoritarie imposte dal comico fregandosene il ruolo e la carica che ricoprono gli stessi espulsi. Entrambi sono comunque tolleranti verso chi è loro simpatico e intransigenti verso coloro che sono meno servili nei confronti del capo. Due capi autoritari che non fanno niente per nascondere la loro indole autoritaria, Renzi facendo approvare leggi al parlamento a suon di voti di fiducia e mettendo in campo una riforma costituzionale ed una legge elettorale che trasformerà una democrazia parlamentare in una dittatura partitica, Grillo per il momento gestendo il movimento a colpo di espulsioni che non lasciano prevedere niente di buono qualora arrivasse a governare il paese.

martedì 10 maggio 2016

La nuova costituzione nasce già come carta straccia per mano di M&M


La nuova costituzione, figlia di Matteo e MariaElena, nasce già come carta. La vera e unica Costituzione, quella vigente, spesso ci è diventata in virtù di quanto sia costantemente disattesa da tutto il mondo politico (basta leggere i primi tre articoli per capire che contano meno di niente), la nuova invece nasce già tale. Sia per le modalità attraverso le quali è stata approvata dal Parlamento (aula vuota con la presenza della sola maggioranza), sia per come viene utilizzata in attesa del referendum (strumento politico addirittura per la guerra interna ed esterna al Partito Democratico), sia per le innumerevoli falsità distribuite a mani basse dal duo M&M per convincere i cittadini italiani a votare Si. La carta costituzione non deve essere uno strumento di confronto politico in quanto è la legge che stabilisce le regole sulle quali si fonda la vita della Repubblica. La sua approvazione a carico della sola maggioranza rischia di aprire un contenzioso fra i vari partiti politici ognuno dei quali si sentirà in dovere di cambiarla nel momento in cui raggiungese il governo del paese. Questo è il primo cattivo auspicio sotto il quale nasce questa riforma costituzionale. L'utilizzo poi come strumento di ricatto è quanto di più vergognoso si possa immaginare nella dialettica e nel confronto politico. Renzi fino ad ieri ha legato l'approvazione della riforma alla sua carriera di governo e politica, ma ieri è sceso ancora più in basso utilizzando la riforma come merce di scambio all'interno del suo partito: tregua con la minoranza del Pd fino ad ottobre per poi andare subito al congresso qualora vinca il Si. Ma d'altra parte da chi è abituato a comprare voti a suon di 80 euro che cosa ci si poteva aspettare ? La sua vestale, la ministra Boschi, non è da meno dopo la sua etichettatura di fascista a chi voterà No affiancandosi così al voto di Casa Pound. Dimenticando, ma meglio dire Ignorando, che la Cosituzione non è una legge di una parte o di un'altra parte politica ma è sostanzialmente di tutti e quindi ognuno vota secondo la propria coscienza civica e non certo politica. Poi ci sono le falsità che vengono sparate a raffica da Renzi e dai suoi seguaci per sostenere il Si e contro i presunti "conservatori" quelli del No. Anche domenica sera ne ha sparate un paio etichettando come contrari a limitare il numero di parlamentari ed i costi della politica coloro che sono per il No. Ora il numero di parlamentari viene ridotto solo per il senato e di 1/3 così come i costi della politica sono ridotti minimamente per questa voce ma a che prezzo ? Un senato non elettivo e formato da consiglieri regionali e sindaci che svolgerebbero in questo modo una specie di secondo lavoro. Si poteva semplicemente ridurre senatori e deputati lasciando per esempio il senato elettivo. Altra affermazione falsa: chi è per il no vuole mantenere il bicameralismo perfetto. Il problema sta nel fatto che il bicameralismo non è abolito ma mantenuto per certe categorie di leggi ed ogni volta che il senato lo richiede. Quindi oltre a rimanere il bicameralismo si è introdotto un ulteriore elemento di confusione mentre attualmente la procedura è molto chiara. Sul bicameralismo poi come strumento per rallentare l'approvazione delle leggi si potrebbe discutere all'infinito: il rallentamento delle legg dipende esclusivamente dalla politica e dai partiti. Un esempio per tutti: le unioni civili che erano in letargo da decenni senza che mai si affrontasse l'iter parlamentare, ora che il Pd e Renzi (ogni tanto qualcosa di buono fa anche lui) si sono decisi la legge sarà approvata in poco tempo, se pur con la fiducia. La tenzone è appena iniziata e da qui ad ottobre ... e se piove di quel che tuona vedremo ancora tanto ma tanto fango.

domenica 8 maggio 2016

Scende in campo la Boschi, un'altra figlia di Berlusconi


La Boschi scende in campo nella campagna per il referendum costituzionale di ottobre e lo fa da vera statista e madre costituente: "Sappiamo che parte della sinistra non voterà le riforme costituzionali e si porranno sullo stesso piano di Casa Pound e noi con Casa Pound non votiamo". Ecco questo è un assaggio di ciò che ci aspetterà in questo mesi: il capo del governo tratta la costituzione come una faccenda personale, la sua vestale Maria Elena battezza come fascisti che voterà contro al sua schiforma. Questi sono gli argomenti che i nuovi statisti, i nuovi padri costituenti portano a sostegno della loro pessima riforma costituzionale a dimostrazione che nemmeno loro hanno argomenti per difendere ciò che è indifendibile e non possono far altro che limitarsi o a metterla sul personale o ad offendere chi è contro di loro. Il tutto in perfetto stile berlusconiano che qualche tempo fa asserì che non poteva pensare ci potessero essere tanti coglioni che avrebbero votato a sinistra. Ecco questo è il livello attuale della politica italiana che nemmeno in occasione di una riforma costituzionale è in grado di sollevarsi dal pettegolezzo, dall'offesa gratuita, dallo squallore di un dibattito che si risolverà in una continua rissa. Che poi a parlare di sinistra sia la Boschi che, per sua stessa ammissione, non conosce Enrico Berlinguer ("è di un'altra generazione" ammise una volta) ma si ispira a Amintore Fanfani perché nativo della sua stessa terra, la dice lunga sulle sue capacità di "capire" che cosa sia destra e sinistra. Paradossale poi che da chi sostiene che la divisione fra destra e sinistra non abbia più senso e sia una divisione appartenente al passato, ora tiri fuori a proprio uso e consumo proprio lo stesso concetto che la sinistra che voterà No si schiererà praticamente a fianco dei fascisti. Grazie Maria Elena Boschi per questa sua affermazione che alla fine convincerà anche gli ultimi suoi fans del suo livello politico e di quanto sia pericoloso affidare la nuova costituzione a personaggi come lei e Renzi.

mercoledì 4 maggio 2016

Dai 12 apostoli ai 500.000 portaborse: il nuovo messia pronto a diffondere il verbo


E chi si poteva immaginare che dopo 2000 anni un nuovo messia si apprestasse a diffondere il suo verbo e con ben 500.000 circa di nuovi apostoli. Tutto questo nell'era della comunicazione, di internet, di facebook, di twitter, di videoconferenza ed altre diavolerie del genere. Ma si sa quando c'è da fare sul serio meglio puntare su strategie di comunicazione consolidate ed allora al diavolo la tecnologia: preparatevi perché i nuovi apostoli sono pronti a scendere in campo o meglio in strada a a bussare alla vostra porta. Un dispiegamento di forze non indifferente a dimostrazione che più sono grosse le baggianate da inculcare nella testa della gente, più è necessario aumentare la potenza di fuoco per mettere in atto una specie di lavaggio del cervello. So che il confronto può essere blasfemo, ma il buon Dio per mano di suo figlio si limitò a 12 fedeli discepoli per portare il verbo in ogni angolo del mondo conosciuto a quell'epoca. Un territorio comunque ben più grande dell'Italia. Ma ciò che portavano a conoscenza delle genti non aveva bisogno di megafoni, di strilloni o di particolari rappresentazioni sceniche. In questo caso il discorso è diverso: c'è da far credere alla gente che ad ottobre andrà a votare per la più grande rivoluzione che il nostro paese abbia mai visto dopo la resistenza. Finalmente avremo la nuova costituzione che tutti attendevamo e quindi c'è da far digerire il fatto che, anche se non è quello che ci si aspettava, è pur sempre qualcosa. Già devono convincerci che il Senato sarà abolito, anche se poi il giorno dopo del voto, qualora vinca il Si, ci accorgeremo che invece il Senato continuerà ad esistere con la sola differenza che non saranno i cittadini ad eleggerlo. Ci devono convincere che il bicameralismo perfetto sarà abolito, salvo poi sempre il giorno dopo di un'eventuale vittoria del Si, accorgersi che il bicameralismo per certe categorie di leggi continuerà ad essistere e che la confusione sarà aumentata. Devono convincerci che sarà abbattuta la spesa per la politica grazie all'abolizione, finta, del Senato ma poi ci accorgeremo che la stessa spesa sarà abbattuta di un'inezia perché tutta la macchina organizzativa del Senato rimarrà in piedi. Ci devono convincere che sarà tutto più semplice, più snello, più moderno e più veloce, salvo sempre poi rendersi conto alla prima occasione che la burocrazia e la macchina amministrativa sarà sempre la stessa, complicata e lenta, perché non è la costituzione che la frena o che fa proliferare la burocrazie ma sono le leggi poco chiare, troppe e sempre interpretabili a creare burocrazia e pastoie amministrative. Perfino il maestro di Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, aveva capito questo semplice concetto ed aveva "inventato" il ministro per la semplificazione. L'ex cavaliere però aveva altri interessi e quel ministero era solo per assegnare un incarico ad un dentista lombardo che non seppe fare altro che bruciare un pò di Gazzette ormai impolverate, ma le cui leggi non furono minimamente cancellate o semplificate. Purtroppo per fare buone leggi e per semplificare, in un paese come l'Italia dove la corruzione dilaga a tutti i livelli, occorrono persone preparate, intelligenti oltre che un controllo ripetuto prima della loro emanazione, per cui eliminare sul serio il bicameralismo perfetto sarebbe una vera iattura. Renzi lo sa ed infatti non lo ha eliminato ma lo deve solo far credere ai beoti del popolo. Quindi italiani preparatevi perché sta per arrivare alle nostre porte un esercito ben più fastidioso di quello dei testimoni di Geova, che almeno dalla loro parte hanno un credo religioso, mentre nuovo esercito invece avrà un credo fatto di falsità da distribuire ad una schiera di persone con l'anello al naso, secondo il loro pensiero e quello del nuovo Messia.

martedì 3 maggio 2016

"Ci sono 10.000 comitati pronti per il Si" ... ma parla solo lui e spara cavolate


Ormai è chiaro che Matteo Renzi tratterà la campagna per il Si come una faccenda personale  e ieri se n'è avuta la conferma quando è andato ad aprire la campagna a Firenze, parlando dei fantomatici 10.000 comitati pronti ognuno formato da circa 50 persone ma che nemmeno Chi l'ha visto sa dove siano. Certamente spunteranno come funghi ma forse, considerato che si parla di costituzione, sarebbe stato più opportuno dare la parola a qualcuno di questi comitati. Ma il Matteo che si appropria in maniera abusiva di qualsiasi avvenimento positivo che coinvolga italiani (ha perfino twittato sulla promozione in serie A del Crotone e del successo di Claudio Ranieri nel campionato inglese) non poteva lasciare il palco a dei semplici cittadini che si impegnano per il referendum costituzionale. La scena deve essere sua alla faccia della democrazia e delle istituzioni. E naturalmente ha aperto la campagna da par suo e cioè propinando una bella sfilza di cavolate, forse anche sull'onda del primo maggio. Aveva, infatti, iniziato domenica vantandosi prima di aver fatto lavorare il Cipe e qualche funzionario anche per il primo maggio (quelli che si scandalizzano per qualche supermercato aperto nella festa dei lavoratori non hanno niente da dire ?) e poi appropriandosi ancora una volta di un piano finanziario di investimenti per la ricerca di fatto già approvato nientepopodimeno che dal governo Letta e già iscritto nel bilancio del ministero competente. Quindi dopo due anni che questo piano viene rimandato, il bulletto di Firenze sceglie il primo maggio per svelare il suo buon cuore "Ho chiesto ai dirigenti pubblici di sacrificare questo giorno festivo per approvare progetti concreti e cos' dare un segnale di speranza a chi un lavoro non ha". Retorica, falsità e bullaggine allo stato puro in perfetto stile fiorentino, quel popolo cioè che alla domanda "Ma tu sei toscano" risponde "No io sono di Firenze". Un solo giorno di cavolate non poteva bastare per la superbia del capo del governo e così la giornata del primo maggio è stata prolungata anche al lunedì 2 con lo show sulla campagna per il referendum costituzionale. Naturalmente lo show era infarcito di una buona dose di cavoli a merenda. "Dopo 63 gioverni finalmente il parlamento si è svegliato ed è iniziato il processo che porta alle riforme". Peccato che dal 1990 ad oggi siano stati ben 13 i disegni di legge di riforma costituzionale, ma tanto chi vuoi che se li ricordi. "Il bicameralismo paritario non è quello che volevano coloro che scrissero la Costituzione". Addirittura Renzi si improvvisa anche medium e interroga i defunti padri costituenti i quali gli confidano il loro vero progetto in merito alla carta costituzionale. Roba da Zelig o da cabaret oppure da popolo "ignorante" e decerebrato che si beve tutto quello che gli viene detto dal palco. "I senatori hanno deciso di abolire il Senato". Questa è la più grossa fra le bufale sparate dal presidente del consiglio, ma si sa a forza di dire una bugia quella diventa la verità. Il Senato non è stato abolito è solo stato abolito il voto dei cittadini per eleggerlo e nemmeno il bicameralismo è stato abolito in quanto ben 22 categorie di leggi emanate dalla Camera dovranno comunque passare al senato.
Sarebbe sufficiente questo per dire a Renzi ed ai suoi comitati ma andate a fare quello che si fa in un cesso prima che sia costretto tutto il paese ad andarci. Quindi No tutta la vita ma non tanto per dire No come sostiene il segretario del Pd ma semplicemente per dire No a questa riforma.

lunedì 2 maggio 2016

Inizia la corsa verso il referendum costituzionale: dire No per veramente cambiare


Quel furbastro di Matteo Renzi oggi ha iniziato la campagna verso il referendum di ottobre per la riforma costituzionale o meglio per la controriforma. Il buon Matteo salta a piè pari le prossime elezioni amministrative ben sapendo che potrebbero risolversi in una sonora sconfitta per il Partito Democratico. In epoche precedenti, quando governava quel povero diavolo dell'ex cavaliere, il Partito Democratico si sarebbe lanciato su queste elezioni al grido: sono un test per il governo, se Berlusconi perde le amministrative deve andarsene a casa e via dicendo. Oggi invece, che le parti sono invertite, il Pd ed il suo segretario, compione di coerenza, preferisce ignorarle ben sapendo che il test elettorale amministrativo con città come Roma, Napoli e Milano, potrebbe essere una sonora batosta. Meglio allora buttarsi a corpo morto sul referendum costituzionale, quello che Matteo Renzi ormai sta trasformando in un referendum sul suo governo, giocando sporco per due motivi. Una riforma costituzionale non è certo un atto di governo ma piuttosto una prerogativa parlamentare, ma Renzi sa benissimo che mantenendo una correttezza politica potrebbe uscirne sconfitto. Trasformare il referendum costituzionale in un referendum su Matteo Renzi è una porcata forse più grande della famorsa legge elettorale del buon Calderoli, in quanto le riforme costituzionali sono un patrimonio comune del paese e non dovrebbero essere svilite sul consenso o meno di un capo di governo. Il presidente del consiglio però sa benissimo che la sua riforma è un'emerita schifezza, con qualche eccezione, sia nei contenuti quanto nella forma, scritta con i piedi ma soprattutto pericolosa per la democrazia, indigesta per Renzi come per Berlusconi se pur per ragioni diverse, e quindi buttarla sul personale è forse l'unico modo per uscirne vincitore. Nella sua apertura Matteo Renzi vuole far apparire coloro che sono contrari alla sua controriforma come coloro che dicono solo No e che non vogliono cambiare, in realtà coloro che dicono No dicono solo che non vogliono cambiare nel modo previsto dal capo del governo e dalla sua assistenza, la ministra Boschi. Il problema centrale sta nel Senato che non viene abolito ma anzi è trasformato in una camera del dopo lavoro con senatori assoldati fra consiglieri regionali e sindaci senza passare per l'elezione diretta da parte del popolo. Sarebbe stato meglio abolirlo oppur ridefinire i suoi compiti. E poi siamo sicuri  che l'eliminazione del bicameralismo perfetto sia un bene in questo momento storico ? Quante sono le leggi che, nonostante il doppio passaggio parlamentare, sono poi risultate o scritte male o addirittura incostituzionali ? E quante leggi sono state approvate in tempi velocissimi nonostante il bicameralismo perfetto ? Un'infinità. Dice che con questa riforma si riducono il numero di parlamentari, in realtà si diminuisce solo il numero dei senatori mentre si poteva fare molto di più riducendo anche quello dei deputati ed in parte quello dei senatori. Se poi si abbina questa modifica costituzionale con la nuova legge elettorale sempre pensata da Renzi, l'Italicum, si rischierà di avere nelle prossime legislature un partito che senza opposizione potrà fare il bello e cattivo tempo come in una vera e propria dittatura. Ecco perché sarà importante dire No al referendum costituzionale per rimandare al mittente il progetto di uccidere la democrazia.