sabato 30 giugno 2012

Assegnato l'Oscar del più ridicolo


Fra ieri ed oggi si è svolta, forse a loro insaputa, una gara per ottenere l'Oscar del politico, persona o partito, più ridicolo del paese. La partecipazione è stata numerosa è forse dobbiamo ringraziare anche l'arrivo di Caronte che ha invaso l'Italia con temperature "infernali" che hanno influito sulle prestazioni dei concorrenti. Un'influenza senz'altro positiva a giudicare dalla folta partecipazione (praticamente tutte le componento politiche dell'attuale parlamento hanno partecipato) e dalla qualità delle dichiarazioni che hanno messo in seria difficoltà la giuria dello stravagante concorso, giuria composta esclusivamente dal sottoscritto sia come componente che come presidente. Dopo un'attenta analisi degli articoli dei quotidiani, dei siti on line e dei telegiornali di Rai e La7 (mi spiace ma per principio non seguo i telegiornali delle rete mediaset da quando Berlusconi è sceso in politica e ne ho trovato innumerevoli benefici), la classifica è stata stilata ed ora la illustrero'.

6° classificato Pierferdinando Casini. Il bello della politica italiana è la sesto posto esclusivamente perchè le sue dichiarazioni non costituiscono una novità. D'altra parte Casini è il degno prosecutore della linea politica di quella che fu la Democrazia Cristiana improntata sempre all'opportunismo. Casini dopo essere stato alleato di Berlusconi nel precedente governo, dopo essere stato all'opposizione durante il governo Prodi e durante l'ultimo governo del centro destra, dopo aver appoggiato incondizionatamente il governo di destra di Mario Monti, si butta a sinistra (ammesso che il Pd possa considerarsi sinistra) e offre la propria alleanza al Pd insrendosi nel triangolo Pd-Idv-Sel. Ridicolo ?? Si ma anche coerente per cui a lui l'ultimo posto.

5° classificato a parimerito Vendola-Di Pietro. I due dopo aver dichiarato il loro amore incondizionato al Pd (la famosa foto di Vasto) e dopo aver ricevuto nel giro di pochi mesi il voltafaccia del Pd che sorride a Casini, insistono come un amante tradito ma comunque rincoglionito dal proprio amore. Vendola e Casini si mettono in ginocchio e pregano Bersani di tornare indietro e mettere da parte il nuovo amore nato con l'Udc. Poveri hanno gli occhi foderati di prosciutto e le menti annebbiate dal loro amore e non si rendono conto delle loro ridicoli appelli.

4° classificato il Partito Democratico. Dopo aver illuso i due pretendenti ormai apertamente dichiarati, Vendola-Di Pietro, è bastato che il bello, Casini, facesse l'occhiolino a Bersani affinchè questo e tutto il partito voltasse le spalle ai precedenti amori per gettarsi nelle braccia della nuova fiamma. Un partito ormai completamente inaffidabile che se la gioca alla grande con l'Udc in termini di voltafaccia o bandieruola. Mentre però per l'Udc è una scelta di vita politica, per il Pd è una nuova strada per questo gli viene assegnato il quarto posto ad un passo dal podio.

3° classificato il Pdl. Dopo l'annuncio di clamorose innovazione, che avrebbero dovuto sconvolgere il panorama politico italiano, e dopo il primo flop con l'annuncio del semipresidenzialismo ecco un'altra perla del duo Alfano-Berlusconi. Dopo il successo di Monti al vertice europeo ecco subito che il Pdl sale sul carro e si appropria del successo affermando che il presidente del consiglio è anche e soprattutto merito dell'appoggio del Pdl. Incredibile ma anche in questo caso siamo ormai abituati alle ridicolaggini di Silvio Berlsuconi e il suo delfino Alfano non è certo il personaggio che può cambiare la linea del partito.

2° classificato Renato Brunetta. Il più piccolo politico ed ex ministro della politca italiana (piccolo non solo per l'altezza fisica ma anche per lo spessore culturale) si posiziona controcorrente non solo con il suo partito ma anche con tutti gli analisti politici internazionali e con tutti i giornali politica europei e mondiali. In tutto il mondo si riconosce il successo di Mario Monti nella trattativa per tentare di dare una svolta alla politica euorpea per superare la crisi, ma Brunetta no, per lui Mario Monti ha fatto un terribile flop. Ma si sa le stronzate che un politico italiano dice sono inversamente proporzionali alla propria altezza. E' un fatto naturale e scientifico e incontrovertibile per poter salire agli onori della cronaca politica che altrimenti non si accorgerebbe nemmeno di un personaggio insulso e privo di contenuti come Renato Brunetta.

1° classificato Mario Borghezio. Dopo un'onerovole carriera costellata di un'infinita sequela di stronzate ( e qui non trovo un termine più adeguato con il personaggio) finalmente a Borghezio viene riconosciuto questo premio. L'ultima sua perla sono le dichiarazioni rilasciate dopo la vittoria dell'Italia sulla Germania affermando che Balotelli è un padano, di colore nero ma sempre padano. Risulta difficile reagire in maniera diversa a queste dichiarazioni che non siano uno sputo in un occhio. Dopo che la Lega ha introdotto nuove leggi raziali con il reato di clandestinità, dopo aver gettato in mare disperati che tentavano di scappare dalla Libia in fiamme, dopo aver in tutti i modi discriminato gli extracomunitari fino ad arrivare a vietare loro di sedere sulle panchine di alcuni parchi, nel momento in cui un calciatore di colore nero porta l'Italia a vincere contro la Germania, ecco che l'uomo di colore diventa addirittura un padano. Se questo oscar non è mertitato non saprei a chi altro assegnarlo.  

venerdì 29 giugno 2012

Dove non arriva la politica arriva il calcio


Era il 1970 e a Città del Messico si disputava la semifinale del Campionato del Mondo di calcio, allora Coppa Rimet, fra Italia e Germania. Fu un incontro storico terminato 4 a 3 per l'Italia ai tempi supplementari in un'altalena impressionante di reti. Fu quella la prima volta che la gente scese in strada per festeggiare quella vittoria, non era mai accaduto prima e spontaneamente tutti coloro che avevano visto la partita in televisione sentirono il bisogno di scendere in strada a festeggiare la gioia per una vittoria insperata. Dopo quella volta le manifestazioni per una vittoria della nazionale si sono ripetute nel 82 dopo la vittoria ai mondiali, nel 2006 ed era prevedibile che si ripetessero anche ieri sera anche se ancora la nazionale non ha vinto niente. A differenza delle alter volte pero', dove ancora la rete e facebook non erano diventati un fenomento di massa, oggi è stato divertente ed a volte anche deprimente leggere le reazioni dei .... benpensanti ... a questa manifestazione di massa. Da una parte il tifoso della nazionale che ha scaricato una miriade di post relativi all'ennesima vittoria sulla Germania, dall'altra l'intellettuale, il benpensante pronto a condannare manifestazioni di questo genere soprattutto in un momento critico come questo. Il pensiero comune fra questa categoria di persone è che l'italiano scende in piazza per festeggiare la nazionale ma non lo fa per ribellarsi al governo delle tasse ed alla situazione economica che sta mettendo sul lastrico imprenditori e lavoratori comuni. Gia' ma da una parte c'e' un collante comune, la nazionale di calcio, che lo si voglia o no, nonostante tutti gli scandali che coinvolgono il calcio professionistico, viene vista dalla maggioranza degli italiani come una emanazione della propria appartenenza ad una nazione. Soprattutto quando poi la nazionale gioca bene e sconfigge gli odiati tedeschi questo sentimento di appartenenza si rinsalda e tutti, anche i non tifosi, finiscono per guardare la partita e per gioire. Dall'altra parte ... dalla parte cioè della politica non esiste assolutamente un filo conduttore capace di rinsaldare tutti i cittadini in una protesta contro una situazione veramente disastrosa. Sebbene anche nel calcio quando si tratta di nazionale ogni italiano ha la propria soluzione, poi alla fine tutti si ritrovano a tifare Italia, nella politica è esattamente il contrario. Perfino i sindacati, che dovrebbero difendere i diritti di tutti i lavoratori, sono divisi nel nostro paese ed non sono stati capaci di dare vita ad un forte movimento di protesta contro la riforma del lavoro e l'annientamento dei piu' elementari diritti dei lavoratori. Non sono bastate queste riforme capestro, lavoro e pensioni, come non sono bastate le enormi quantita' di tasse a creare coesione fra i vari schieramenti politici che addirittura si sono uniti da destra a sinistra per appoggiare la politica del governo Monti. Questo è il problema fondamentale: mentre la nazionale di calcio unisce tutti i tifosi di qualunque appartenenza calcisticamente parlando, la politica al contrario divide ed è proprio su questa divisione che hanno fondato il loro potere i partiti tenendosi sempre più distanti dalla realtà. Ma credete che se esistesse quache personaggio di alto spessore non sarebbe capace, volendo, di convogliare il disagio e la protesta con gli stessi risultati delle vittorie della nazionale ? Sta qui il problema che al momento nel panorama politico italiano non si vede un figura di alto valore come poteva essere Berlinguer o lo stesso Aldo Moro tanto per fare due nomi di schieramenti politici opposti. Se esistesse un personaggio simile non avrebbe successo il nuovo burattinaio Beppe Grillo che spara le sue bordate esattamente allo stesso modo di come faceva Berlusconi, sostanzialmente senza dire niente. Questo dovrebbe far riflettere chi spara a zero sulle manifestazioni dei tifosi che per quanto mi riguarda possono essere messe sullo stesso piano di chi va a sventolare fazzoletti bianchi e gialli al passaggio di un uomo vestito di bianco e con scarpettine rosse protettore dei preti pedofili o di chi si raduna sotto un palco a bere alla fonte del comico imbonitore ... nessuna differenza sostanziale. 

giovedì 28 giugno 2012

Dalle lacrime alle stronzate il passo è breve


Consultando i siti dei quotidiani on line od ascoltando i telegiornali del mattino, dell'ora di pranzo e della sera ci si rende conto di quante parole vengono sprecate e buttate al vento dai politici italiani in maniera sconsiderata, tanto che, immancabilmente, arriva a stretto giro la smentita quando le reazioni fanno capire la portata della stronzata che è stata detta. Negli anni precedenti all'avvento della rete ed alla spetacolarizzazione della politica, il politico prima di fare una dichiarazione la meditava, la pensava e poi faceva uscire le parole dalla bocca. Tali dichiarazioni, nella migliore delle ipotesi, venivano riportate dai telegiornali della sera, che erano le uniche edizioni trasmesse dalla televisione, oppure al più tardi erano lette nei quotidiani del giorno dopo. In considerazione di questa relativa lentezza della diffusione della notizia, prima di rilasciare una dichiarazione, l'intervistato di turno la ragionava molto bene ed inoltre non erano molti i politici che quotidianamente si dedicavano ad esternare il loro pensiero. Tanto per fare un'analogia con una mia passione, la fotografia, la dichiarazione di un politico era soppesata e pensata come quando si scattavano foto usando la pellicola. Ogni foto era ben studiata e si curava sia la ripresa che l'esposizione in maniera dettagliata sia perchè sviluppo e stampa avevano un costo sia perchè il risultato lo avremmo potuto vedere dopo giorni e quindi sbagliare era come buttare al vento un momento irripetibile. Oggi, con la rivoluzione digitale anche in campo fotografico, quando abbiamo in mano una macchina fotografica si scatta a ripetizione senza prestare troppa attenzione all'inquadratura ed ai dai tecnici dell'esposzione. Si scatta e si può vedere subito il risultato e se non è soddisfacente si ripete immediatamente lo scatto. Con la pellicola in un paio di ore, si scattavano al massimo qualche decina di foto delle quali quasi tutte buone, oggi in un'ora se ne possono scattare qualche centinaio delle quali poi ne salveremo solo tre o quattro. La rivoluzione digitale è stata anche la causa della diffusione della fotografia per è difficile trovare qualcuno che non ha una macchina fotografica digitale con l'immancabile scadimento della qualità media. Il politico dei giorni nostri, a differenza di quello degli anni 60-70-80, si comporta come il fotografo dell'era digitale. Ha completamente perso la capacità di pensiero e spara dichiarazioni a raffica, tenendo scollegato il cervello. Tanto sa benissimo che, se dice una cavolata e succede quasi sempre, nel giro di pochi minuti questa farà il giro del paese da nord a sud e viceversa, tornando al mittente con i relativi commenti. Se la dichiarazione si rivela una ... stronzata ... dopo pochi minuti il politico può rilasciare la sua smentita o dare l'interpretazione autentica tentando da far passare da imbecilli giornali, media, rete e tutti coloro che si sono indignati per la dichiarazione stessa. Il precursore di questo mal costume è stato Silvio Berlusconi che di cazzate da quando è entrato in politica ne dice almeno tre o quattro al giorno, con relative smentite o addirittura interpretazioni completamente opposte al significato di quanto detto pochi minuti prima. Oggi Silvio parla un pò meno ma questa modalità di intervenire e di esporre il proprio pensiero non è certo stata abbandonata. In prima linea si sta piazzando la ministra Fornero alla quale quando Monti vieterà di parlare sarà sempre troppo tardi. La ministra dopo le lacrime ha tirato fuori la sua vera natura di maniaca del licenziamento, di persecutrice dei pubblici dipendenti ed oggi anche di ignorante della costituzione. Ha detto che il lavoro non è un diritto e che va conquistato dimenticando l'art. 1 della Costituzione che conoscono anche i bambini. Ma si sa ormai la sua riforma del lavoro è tutta incentrata sul dare mano libera alle aziende a licenziare senza tanti problemi ed in  virtù di questo suo convincimento si è lasciata scappare il proprio pensiero. Naturalmente dopo pochi minuti ha dato la sua versione dicendo che si riferiva al posto di lavoro e non al lavoro in quanto tale, piccola differenza ma sostanziale. Vedi a volte che succede a dimenticare per strada una parola. Non posso poi qui fare a meno di sorridere in merito alle reazioni leghiste sullo scivolone della Fornero. I leghisti hanno sottolineato che la ministra si è dimenticata di aver giurato sulla costituzione, da che pulpito viene la predica vero ? Da coloro che ministri della repubblica saltavano davanti a Palazzo Chigi al grido di chi non salta italiano è, o da coloro che hanno dato vita ad un parlamento padano, o .. beh si potrebbe scrivere un libro sugli attentati alla costituzione della lega. Il panorama è desolante ed è questo che più preoccupa della crisi che stiamo vivendo ... non si vede chi potrà davvero portarci fuori almeno che non si dia fiducia a chi piange e poi stritola i destinatari delle proprie lacrime o chi pensa di entrare in politica facendo il santimbanco ...

martedì 26 giugno 2012

Tutti bravi con i nostri soldi ...


Lo Stato italiano stanzia a favore dei terremotati, il Papa dona soldi ai terremotati, la conferenza espiscopale dona soldi ai terremotati, i telegiornali ed i giornali raccolgono soldi per i terremotati, gli operatori telefonici donano soldi ai terremotati ma tutti questi soldi da dove arrivano ? Tutti e solo da noi cittadini. A parte quelli relativi alle raccolte dei giornali, delle televisioni e degli operatori telefonici che trattandosi di donazioni non possono che provenire da chi li dona e quindi dal cittadino, ma anche quelli che lo Stato ed il Vaticano mette a disposizione provengono sempre da noi cittadini comuni. Lo Stato tanto per non abbandonare le vecchie e sane abitudini ha imposto la solita tassa sui carburanti nell'ordine di 2 centesimi ogni litro di carburante, stabilendo che la tassa rimarra' in vigore fino al 31 dicembre 2012. Gli italiani però, che ancora pagano sulla benzina imposte per la guerra d'africa, per l'alluvione del Vajont, per vari terremoti, per il contratto dei metalmeccanici non ricordo di quale anno, sanno benissimo che questi due centesimi non saranno più tolti. Ma lo Stato non è l'unico a fare il grande con i soldi nostri, anche la Chiesa non è da meno. La conferenza episcopale ha stanziato ben 3 milioni di euro per i terremotati dell'emilia, prelevandoli indovinate un po' da dove ? Dall'8 per mille, da quei soldi cioè che provengono ancora una volta dalle tasse del cittadino italiano anche da coloro, è bene ricordarlo, che non esprimono nessuna preferenza mettendo la firma sulla dichiarazione dei redditi. Il Papa oggi ha annunciato un'altra elargizione di 500.000 euro da parte del Vaticano non personalmente dal Papa e quindi ancora una volta soldi dei fedeli. Quindi il cittadino italiano sbirsa due centesimi per ogni litro di carburante che consuma da un mese a questa parte e non si sa fino a quando, ogni altro contribuente sborsa un altro piccolo obolo attinto dalla propria Irpef e che la Chiesa "generosamente" ha donato ai terremotati. Oltre a queste "donazioni" forzate del cittadino italiano poi si organizzano donazioni libere alle quali gli italiani sicuramente non si sotrarranno come sempre, ma forse sarebbe stato piu' coerente e onesto affidarsi solo a quelle senza mettere in piedi provvedimenti o strombazzare donazioni che poi alla fine provengono sempre dalle stesse tasche.

domenica 24 giugno 2012

Rottamatore o infiltrato ?


Oltre l'antipatia personale per Matteo Renzi che chi non e' toscano non puo' capire (ogni citta' della Toscana e' rivale di tutte le altre), resta difficile comprendere a che cosa mirino realmente le continue esternazioni del sindaco di Firenze ed i continui attacchi a tutto il Partito Democratico. E' difficile anche capire il reale spirito costruttivo delle esternazione del giovane rampante, esternazioni che hanno raggiunto il massimo dell'inaffidibilita' soprattutto dopo quella famosa cena ad Arcore con l'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Le sortite del Renzino da Forenze sembrano sempre piu' attacchi veri e propri alla gia' fragile organizzazione di quell'enorme baraccone che si chiama Partito Democratico. Attacchi che hanno anche fatto balenare in testa al cavaliere di Arcore un'idea che tanto balzana non sembra: arruolare Matteo Renzi nelle proprie file e candidarlo come futuro premier. Una fantasia scaturita dalla mente fantapolitica di Silvio ? Non tanto considerato che il sindaco di Firenze non l'ha poi rigettata con forza ma ci ha scherzato sopra, come dire scherzando scherzando alla fine si scoprono le carte. Quello che non si capisce e' il motivo per cui Matteo Renzi sia andato a fare il sindaco di Firenze piuttostop che rimanere all'interno del Partito per promuovere quel rinnovamento del quale tanto parla ma per il quale non fa assolutamente niente. Il rinnovamento in un partito che si fregia della denominazione democratico puo' avvenire in un solo modo: attraverso il voto degli elettori. Il PD dovrebbe battersi per cambiare la riforma elettorale ristabilendo il voto di preferenza e quindi lasciare la parola su chi e' da rottamare e chi e' da lasciare in pista agli elettori. Renzi invece piccona il partito ed i suoi dirigenti proprio quando il partito mostra tutta la sua debolezza prima per non essere andato alle elezioni dopo la caduta del governo di centro destra e poi con le "batoste" alle primarie per scegliere i candidati alle elezioni amministrative. Chissa' se D'Alema e Veltroni si sono resi conto del carrozzone che hanno messo in piedi, causando fra l'altro la caduta del governo Prodi, caricando sul treno del Partito Democratico qualunque sorta di personaggio. Da Rutelli alla Binetti (che alla fine sono stati coerenti abbandonando la nave) per arrivare a Matteo Renzi che invece, dopo essere salito sulla nave, l'ha sfruttata per guadagnarsi una poltrona ed ora come una scheggia impazzita tenta l'affondamento dall'interno per dare una mano al vecchio cavaliere a tornare in sella e magari salire anche lui su quel carro. Il Pd aveva la possibilit' concreta di tornare al governo del paese, ma di questo passo fra le bordate di Grillo, il nuovo Berlusconi, e gli attentati di Renzi, nel 2013 difficilmente potra' sperare in un risultato positivo, il tutto naturalmente a discapito del paese.

mercoledì 20 giugno 2012

Incompetenza o falsità ? Questo è il problema


Spesso nella storia dei governi italiani si è assistito all'assegnazione di incarichi minesteriali a personaggi che non avevano nessuna competenza relativa al ministero che veniva di volta in volta assegnato. Clamorosi erano i famosi rimpasti dell'era dei governi di centro sinistra Dc-Psi (smettiamola di chiamare quel periodo storico prima repubblica in quanto è stato dimostrato che niente è cambiato rispetto a quegli anni oltre il nome dei partiti) nei quali un ministro veniva spostato dall'agricoltura all'istruzione, dalla finanza all'interno senza che nessuno fosse in grado di capire come una persona avesse modo di occuparsi di settori cosi' diversi ed articolati fra loro. Il massimo dell'incompetenza forse si è toccato con l'ultimo governo Berlusconi nel quale l'istruzione e l'università sono stati assegnati ad una ex-guardiaparchi (Maria Stella Gelmini) che anche in quel ruolo aveva fallito, il turismo, settore nevralgico per il nostro paese, ad una animalista (la rossa Brambilla) che anche il quel settore si era già dimostrata incompetente, le politiche giovanile ad una neo fascista (Meloni) che di giovane forse aveva l'età anagrafica e le pari opportunità ad un ex-escort di alto bordo (la Carfagna). A queste vogliamo aggiungere la cultura ad un presunto poeta incrocio fra Don Abbondio e Massimo Boldi (Bondi) ed il walfare ad un prete mancato come Sacconi che per mettere tre parole in fila doveva far ricorso a Google Traduttore che a tal proposito aveva introdotto il traduttore Sacconi-Italiano e viceversa. Un governo di incompetenti che, guidato da un puttaniere, non ha saputo far di meglio che portare l'Italia sull'orlo del fallimento. La sostituzione del governo degli incompetenti con un governo di tecnici, tutti professori universitari, lasciava ben sperare almeno sulle capacità professionali per gestire l'uscita da una crisi senza precedenti. Certo c'era il rischio, come poi si è subito verificato, che le scelte operate da questi tecnici fossero guidate solo dall'obiettivo di far quadrare i conti senza guardare in faccia nessuno e senza preoccuparsi della catastrofe sociale che avrebbero causato, ma a questo avrebbe dovuto porre rimedio il parlamento apportando le opportune correzione per fare in modo che i sacrifici fossero equamente distribuiti. Speranza vana come abbiamo constato dopo poche settimane. Certo è che nessuno si aspettava che i tecnici commettessero errori cosi' grossolani come quello  causato dalla riforma delle pensioni della ministra Fornero. Soprattutto, una volta scoperto l'errore, ci si aspettava da parte di chi era reputato un tecnico con elevata professionalità, l'umiltà di ammettere l'errore e quindi apporre i giusti rimedi. la Fornero invece non solo ha sbagliato, ma ha anche perpetrato il suo errore nascondendo la verità. La vicenda riguarda quelle persone che avevano stipulato un patto con le proprie aziende per uscire anzitempo dal mondo del lavoro ed andare in pensione. La ministra con la sua riforma ha allontanato il traguardo del sospirato obiettivo dopo però che gli stessi avevano lasciato le proprie aziende ritrovandosi quindi senza stipendio ed anche senza pensione. Una vicenda allucinante che pero' ha toccato il suo punto più ridicolo quando l'Inps ha passato alla ministra i dati relativi al numero delle persone che si trovavano in questa situazione. La ministrachepiange ha fatto un salto sulla sedia leggendo quella cifra a 5 zeri, oltre 300.000 persone, ed ha impostao all'Inps di tacere. L'Inps ha eseguito se nonche' la ministracoccodrillo ha sparato una cifra molto lontana dalla realtà, circa 50.000 persone. Per un pò l'Inps ha retto poi il famoso documento è diventato pubblico ed è scattato il risentimento che ha fatto passare la ministra che piange al ruolo della ministra che mente. Infatti in parlamento e' stata costretta ad aggiornare la sua cifra aggiungendo altri 55.000 soggetti ed arrivando cosi' a coprire solo un terzo del numero reale di questi famosi esodati. E come tutte le persone che sanno di aver torto e che sanno anche di aver detto delle falsita' nelle due sedute alla camera ed al senato la ministrachemente ha fatto la parte dell'incazatta scaricando secondo un malcostume tutto italiano la responsabilita' sull'Inps che ha diffuso tabelle incomprensibili e di ambigua interpretazione. Strano perche' i numeri non sono interpretabili e 350.000 sono ben lontani dagli originari 50.000 della ministra ed ancge dai 105.000 secondo l'ultimo aggiornamento ministeriale. Di questo passo per arrivare a coprire tutti i 350.000 ci voranno almeno due legislature e nel frattempo questa gente come campa ? L'incompetenza e' una brutta cosa ma aggiunta alla falsita' potrebbe essere sanata in un solo modo: DIMISSIONI.

lunedì 18 giugno 2012

La nuova dittatura tedesca


La democrazia in Europa è ormai agli sgoccioli ed il tentativo di cancellarla sta avendo successo almeno in qualche paese a partire dalla Grecia. La nazione che è impegnata in questa opera distruttrice è sempre la stessa: la Germania. Certo non utilizza gli stessi metodi messi in campo da Hitler, non invade gli stati con le proprie armate, non deporta nei campi ci concentramento, ma il fine è sempre lo stesso: avere il predominio su tutta l'europa ed assoggettare tutti gli stati al proprio potere economico-finanziario. Quello che è accaduto in Grecia è molto indicativo di questa nuova mira espansionistica tedesca e per certi versi anche la situazione italiana ne è un esempio. Per il momento solo la Francia sembra essersi sotratta a questa nuova dittatura, ma il resto d'europa è in grave pericolo. In Grecia si sono annullate delle elezioni per indirne altre che alla fine hanno avuto un esito più adeguato ai voleri tedeschi. Se non è cancellare la democrazia questo evento non so che cosa ancora dovremmo aspettarci. Si è vero non ci sono deportazioni e campi di concentramento, ma quante famiglie greche sono ridotte alla fame ? Quante persone sono senza un lavoro ? L'assistenza sanitaria è stata interrotta e chi non ha risorse economiche adeguate non è nemmeno in grado di comprarsi i farmaci per la propria salute. In Italia non siamo ancora arrivati al punto della Grecia ma chi ci dice che se le elezioni non avranno un certo risultato non siano annullate anche da noi ? Intanto quello che è avvenuto a settembre è già un pericoloso avvertimento. Caduto il governo Berlusconi non si è andati a nuove elezioni ma si è scelto di nominare un governo di tecnici al quale hanno dato il proprio appoggio tutti ad esclusioni degli ininfluenti Lega ed Idv. Tutto è avvenuto nel rispetto della nostra costituzione, ma in quale altro paese democratico e con un sistema bipolare quando la maggioranza si dimette dal governo, l'opposizione sceglie di non andare a nuove elezioni ma piuttosto di appoggiare un nuovo governo inseme alla ex maggioranza ? Un fatto estremamente anomalo che è stato trascurato nella sua gravità, che ora, alla luce di quanto accaduto in Grecia, appare come premonitore di quanto potrebbe avvenire anche in Italia. L'europa sempre proprio non esistere e tutti sottostanno ai voleri della cancelliera tedesca che, attraverso il ricatto della negazione degli aiuti economici, di fatto pilota le elezioni nei vari paesi in crisi. La Grecia è stata la prima Nazione a subire la nuova invasione tedesca ... per gli altri stati le truppe virtuali sono al confine, in attesa di vedere come si comporteranno. Il tutto con milioni di vittime costituite dalle frange dei disoccupati che subiscono anche loro una deportazione virtuale lasciati senza lavoro e senza risorse economiche.

domenica 17 giugno 2012

E dopo la sfilata che si fa ?


Una volta, negli anni caldi delle lotte sindacali, le manifestazioni si svolgevano durante la settimana associate solitamente ad uno sciopero generale o meno a seconda del tipo di rivendicazione, ed in piazza scendevano un numero di persone vicine al milione. Oggi anche il sindacato è profondamente cambiato e nella migliore delle ipotesi le manifestazioni e gli scioperi, quando ci sono, si svolgono di venerdi' oppure il sabato come ieri. Per quanto mi riguarda il sindacato è morto ed ha smesso di svolgere la propria funzione quando, ai tempi del governo Craxi, svendette la dignità di lavorare firmando un accordo capestro sull'abolizione della contingenza. Da quel momento in poi c'è stato da una parte un progressivo attacco ai diritti dei lavoratori conquistati con tanta fatica e dall'altra la lenta ma inesorabile trasformazione dei sindacati storici, la triade CGIL-CISL-UIL, in centri di poteri fino a costituire un'altra casta quella appunto dei sindacalisti. Sono infinite le storie sia a livello nazionale che locale di sindacalisti che hanno sfruttato la loro posizione di leader per raggiungere una propria posizione di potere o peggio ancora per arrivare alla carriera politica. D'altra parte che senso abbia avere in un paese democratico tre sigle sindacali ognuna delle quali legata ad una corrente politica sinceramente è difficile da capire se non con la spartizione del potere. I diritti dei lavoratori non possono essere trattati come merce di scambio politico o ideologico, un salario decente, un contratto di lavoro decente, ammortizzatori sociali adeguati ritengo che non dovrebbero avere un colore politico ma piuttosto dovrebbero costituire dei valori assoluti. Ed invece solo per brevi periodi i sindacati storici sono stati uniti nelle lotte e nelle rivendicazioni, mentre la regola è quasi sempre stata la divisione e la consequente lottizzazione. Di certo è che ormai il sindacato opera quasi come un altro partito politico e si è sempre di piu' allontanato dalle reali esigenze dei lavoratori proprio come i partiti si sono allontanati sempre di piu' dalle esigenze del paese reale. In un momento come quello attuali dove tutte le conquiste dei lavoratori raggiunte negli anni 70 sono state minate alle fondamenta arrivando addirittura alla cancellazione dell'art. 18, un sindacato che si possa definire tale avrebbe dovuto organizzare una manifestazione permanente ed una lotta dura contro le controriforme del governo attuale. Ed invece si organizza una manifestazione in un sabato di giugno che ha tutto il sapore di una festa paesana, dove i tre leader sfilano sorridenti e dove le solite parole vengono ripetute come un mantra ormai consunto ed inutile. Oggi è domenica, della manifestazione non parla nessuno sotterrata perfino dalle notizie dell'infortunio del calciatore Balotelli, e lunedì si torna a lavorare con i problemi dei precari, della miriade dei contratti atipici che impediscono ai giovani di avere un futuro e con un valore aggiunto per arrivare prima al baratro: la libertà di licenziare proprio in un momento nel quale il livello di disoccupazione ha raggiunto livelli inaccettabili. La prossima manifestazione organizzatela di domenica e magari al mare .... almeno chi partecipa potrà anche farsi un bagno.

venerdì 15 giugno 2012

La domanda è: perchè pagare il canone ?


13 luglio 1966. Alla televisione trasmettono Italia-Cile partita del girone finale dei mondiali del 1966 (è il primo ricordo nitido di una partita vista in televisione), ma nessuna trasmissione televisiva ne ha parlato fino a che la partita non ha avuto inizio.  Il collegamento televisivo inizia circa 5 minuti prima dell'inizio della partita. Le squadre entrano in campo, si ascoltano gli innni nazionali poi i due capitani procedono alla scelta del campo e si parte. Il telecronista è solo nella sua cabina all'interno dello stadio ed impegnato a descrivere cio' che avviene in campo. Si potrebbe togliere il video e lasciare l'audio e comnunque non si perderebbe una sola azione della partita magilmente descritta dalle sue parole. D'altra parte le dirette delle partite di calcio sono iniziate da poco tempo e il telecronista proviene dal mondo della radio dove per forza ogni azione deve essere descritta magistralmente per rendere partecipe il radioascoltatore. Con la televisione lo spettatore segue direttamente l'azione ma le parole del commentatore hanno una loro precisa funzione come quella di indicare i nomi dei giocatori che di volta in volta entrano in possesso della palla. Solo questo fa il telecronista e le sue parole si integrano perfettamente con quanto avviene in campo. Fine del primo tempo. Un breve telegiornale per ricordare le notizie della giornata e poi riprende la telecronaca. Fine della partita, piccolo commento di 30 secondi da parte del telecronista e la trasmissione si chiude non oltre il minuto dalla fine della gara.

14 giugno 2012. Alla televisione trasmettono la partita Italia-Croazia del girone finale degli europei del 2012. Nei giorni precedenti la gara almeno per un paio di ore al giorno si è parlato di questa partita. La partita inizia alle 18 ma alle 17 inizia il collegamento con lo stadio. Nello studio televisivo ci sono cinque persone: il conduttore, l'opinionista, il calciatore, l'ex allenatore, il giornalista. Per 45 minuti si parla di formazione, di schemi, di probabile risultato e di altre amenità del genere. Due collegamenti con lo stadio dove si giocherà la partita per commentare l'ingresso degli spettatori minuto per minuto con il conteggio dei tifosi da una parte e dall'altra e con l'immancabile collegamento con l'inviato proprio dentro lo stadio. Tornando nello studio un cretino con un tablet ci dimostra, utilizzando schemi animati e metafore perverse (l'attacco ad un castello medioevale) come l'Italia dovrebbe tentare di superare la Croazia e viceversa. Alla fine il solito gioco dei pronostici che vanno nella direzione opposta a quanto ognuno degli interpellati ha cercato di dire fino a quel momento. In tutto quindi 8 persone che per 45 minuti ci sfondano talmente le ... scatole .... che quando finalmente ci si collega con lo stadio per l'ingresso delle squadre in campo sembra che la partita ormai sia finita e non si sa con quale risultato. Finalmente arrivano le immagini dallo stadio ma ci sono ancora 15 minuti da trascorrere. Mentre le immagini trasmettono uno spettacolo coreografico circense, il telecronista, coadiuvato dall'immancabile esperto (solitamente un ex calciatore o ex allenatore), si esibisce in commenti, pronostici e amenità varie, intervallate dai commenti tecnici dell'esperto e del giornalista che si trova ai bordi del campo. Finalmente le squadre entrano in campo quando il telespettatore è ormai esausto. Inni nazionali e finalmente dopo un'ora di trasmissione la partita ha inizio. Dimenticavo: naturalmente nei 60 minuti preliminari alla partita una quantità innumerevole di spot pubblicitari, quelli che una volta erano raggruppati nel Carosello serale e che costituivano un vero spettacolo di cabaret. Durante la partita la telecronica non si occupa più solamente di quanto avviene in campo, ma sono snocciolate statistiche assurde sugli andamenti delle gare precedenti, su quante volte ha vinto una squadra quando è stata arbitrata dallo stesso arbitro della partita, su quante volte un giocatore sputa per terra (si perchè ormai i cameramen ed i registi fanno a gara a scovare il giocatore che sputa) e altre amenità del genere. Se si tenesse il video spento ai giorni d'oggi ad un certo punto si sentirebbe il telecronista annunciare una rete senza sapere come si è arrivati a segnare, proprio come accade alla radio. Naturalmente gli interventi dell'esperto tecnico sono frequenti e spesso sparati senza una logica tanto che ci si domanda: ma questo esperto ha mai giocato a calcio ? Solitamente si trattandosi di ex calciatore o allenatore, ma probabilmente coloro che fanno a fare i commentatori sono stati colpiti da alzhemeir precoce e non ricordano niente del proprio passato calcistico. Termina il primo tempo e si torna nello studio per altri commenti banali e inutili, spot pubblicitari naturalmente con la riproposizione delle immagini delle azioni salienti in maniera ossessiva. Se la partita alla fine del primo tempo termina 1 a 0 per una delle due squadre dalle immagini televisive risultano almeno 10 goal, tante sono le volte che come minimo quella azione viene riproposta. Inizia il secondo tempo e lo schema seguito dai commentatori è sempre lo stesso, magari con qualche notizia statistica in più andata a pescare fra il primo ed il secondo tempo. La partita termina e tutto sembra finito. Ma sarebbe troppo bello. Subito viene preso al volo l'allenatore o un giocatore con l'immancabile intervista prima di tornare negli spogliatoi. un'intervista inutile perchè il malcapitato ancora in piena trance agonistica dice sempre e stesse banalità. Finalmente si torna nello studio e le danze proseguono magari spostandosi su un'altra rete per dare spazio al telegiornale, a questo serve il digitale terrestre. Ma se pensate che sia finita qui siete degli ottimisti. A tarda sera arriva l'immancabile trasmissione di approfondimento sulla giornata calcistica del torneo europeo. E qui si tocca veramente il fondo ammesso che non ci siamo già arrivati. Si perchè in questo caso il cretino computerizzato che ci mostra gli schemi utilizzati da una squadra piuttosto che da un'altra, è affiancato dal cretino comico con battute al cui cospetto perfino la jena ridens si metterebbe a piangere. Ma a quel punto oscuriamo la tv con il sano proposito di riaccenderla solo all'ora della prossima partita .... forse.

L'aspetto più deprimente è che noi manteniamo in piedi tutto questo carrozzone con i nostri soldi.

Chi è il più ridicolo dei due ?




La domanda sorge spontanea: ma che paese è quello in cui da giorni ormai si discute su una battuta di un calciatore "ignorante" che fa fatica a mettere in fila tre parole che abbiano senso e le esternazioni di uno pseudo giornalista che si sente chiamato in causa ogni volta che si parla di omosessualità ? La risposta a questa domanda non è certo edificante soprattutto in un momento storico come quello attuale nel quale i temi di discussione certamente non mancano in tutti i settori della vita politica, sociale e culturale del paese. Da giorni ormai non si parla altro che delle dichiarazioni di Cecchi Paone in merito alla presenza di omosessuali nella nazionale di calcio e sulla risposta di Cassano che ha risposto "Sono problemi loro ma spero di no altrimenti sai gli attacchi da tutte le parti". Sinceramente fra i due il più imbecille è sicuramente lo pseduo giornalista mentre il povero, si fa per dire considerato i quattrini che guadagna, Cassano ha voluto semplicemente fare una battuta che per lui era spiritosa. Ma nel mazzo ci metterei anche il cretino del giornalista che ha fatto la domanda ad un giocatore del "livello culturale" del barese sapendo che il sempliciotto ci sarebbe cascato come una pera cotta. Il tutto, in conclusione, dipinge una panorama veramente squallido del nostro paese che ormai da giorni parla solo di questo. Ecco uno dei motivi per i quali il futuro è piuttosto scuro se non proprio nero e le speranze di risollevarsi sono ridotte al lumicino. Spesso si è detto e sostenuto che la cultura dovrebbe costituire una leva per risollevarsi da una crisi economica e finanziaria mondiale senza precedenti, ma sembra, almeno in Italia, che la crisi sia anche di tipo culturale e questo è forse l'aspetto più preoccupante. Quando si scatenano dibattiti sul nulla, perchè le dichiarazioni di uno come Cassano costituiscono il nulla, ogni cittadino dovrebbe riflettere in quanto il circo mediatico si scatena su un argomento solo per un motivo: per fare ascolto e state certi che questo ascolto c'è. Non credo che il mondo dell'omosessualità in Italia abbia bisogno di questi teatrini per far valere e riconoscere i propri diritti e non essere discriminato, non ha bisogno di Cassano ma certamente nemmeno di Cecchi Paone che usa la propria omosessualità per farsi pubblicità e per promuovere la sua attività di pseudoscrittore.

mercoledì 13 giugno 2012

Anticorruzione: ennesima farsa




Già il fatto che si senta la necessità di emanare una legge contro la corruzione dei politici, dei rappresentanti del popolo in parlamento, è di per se umiliante non solo per la classe politica ma anche per l'intero paese e per i suoi cittadini. Si perchè il politico corrotto a volte lo si scopre dopo la sua elezione, ma quante volte nelle liste dei partiti sono stati inseriti personaggi che avevano problemi con la giustizia fino ad arrivare addirittura a candidare dei condannati anche in via definitva ? In moltissime occasioni questo è accaduto e senza distinzione di colore politico. Ed in questi casi, se il partito ha avuto la sfacciataggine di inserire certe figuri nelle proprie liste, che dire del cittadino che li ha votati e ha consentito loro di andare in parlamento ? Forse a mio avviso l'elettore è più condannabile del partito perchè avvalla un malcostume tutto di tipo italiano. Malcostume aggravato poi dalla immunità parlamentare in quanto il corrotto, una volta arrivato in parlamento, si trincea dietro la così detta volontà popolare e viene subito preso in custodia dalla casta dei politici che si ergono contro la magistratura rea di voler sovvertire l'ordine democratico. Un gioco perverso scatenato si dai partiti che si affidano a certi figure poco raccomandabili ma avvallato dal cittadino nella cabina elettorale. Per combattere questo sistema nasce allora l'esigenza di una legge che eviti fin dalla stesura delle liste elettorali l'inserimento di uomini che hanno problemi con la giustizia. Ma qui viene fuori tutta la contraddizione della vicenda che non vede sboco per una legge che dovrebbe essere molto semplice. Si perchè questa legge dovrebbe essere emanata da coloro verso i quali la legge è rivolta. Il parlamento pieno di politici corrotti tenta di stendere un provvedimento contro i politici corrotti quindi contro se stesso ed infatti la legge non vede la luce. Mille cavilli, mille distinguo, mille intoppi per un decreto che potrebbe essere tranquillamente costituito da un articolo e due commi: "Qualsiasi cittadino anche solamente indagato di aver commesso qualunque tipo di reato non può essere inserito in qualsiasi lista elettorale. Un rappresentante del parlamento oggetto di indagine o di procedimento giudiziario da parte della magistratura per un qualsiasi tipo di reato decade immediatamente dal suo incarico" Ecco questa è la legge chiara, limpida, senza possibilità di interpretazione. Una legge che in qualsiasi paese civile non avrebbe bisogno di essere scritta ma dovrebbe far parte del patrimonio sociale del paese a qualsiasi livello ed a maggior ragione della classe politica chiamata a governare il paese stesso. E qualora qualcuno tentasse di sovvertire questo principio dovrebbe essere immediatamente allontananto dal proprio incarico a furor di popolo come avviene in qualsiasi paese civile e democratico dove un politico si dimette anche solo per aver copiato un compito durante la propria carriera scolastica. Il sistema politico italiano è si in grande percentuale corrotto ma il popolo italiano nella sua stragrande maggioranza sopporta questa situazione a dimostrazione che il pesce quando puzza puzza ed a volte è difficile capire se inizia dalla testa o dalla coda.

sabato 9 giugno 2012

Come sommare le mele con le pere ...


Una delle prime nozioni che ci introducono alla matematica riguarda un concetto molto semplice che riguarda l'operazione più semplice fra le quattro di base: la somma. Il concetto è che non si possono svolgere somme relative ad entità diverse. Detta in questo modo potrebbe sembrare una regola di difficile comprensione ma in realtà si tratta di una semplicissima regola che ci viene esemplificata in questo modo: non si possono sommare mele con pere, arance con susine e via dicendo. L'operazione di somma si può eseguire sulle stesse entità. Un semplicissimo concetto che spiegato come la prima regola della matematica in prima elementare rimane impresso per tutta la vita e rappresenta una pietra miliare della crescita di ognuno di noi. E' una di quelle certezze sulle quali si è fondata la crescita e lo sviluppo di ognuno di noi. Quando poi arriva la politica e sovverte questo ordine precostituito, è come se venisse minato un pilastro delle fondamenta sulle quali abbiamo costruito la nostra vita, ed allora il disorientamento provoca un senso di angoscia. E' forse anche questo uno dei motivi per i quali molti giovani e meno giovani ai disaffezionano dalla politica arrivando perfino a non esercitare un diritto sacrosanto, democratico e di civiltà, il voto. Nel nostro paese la politica ci abituati continuamente al sovvertimento di regole semplici come quelle della somma. Soprattutto quando la politica deve assegnare posti di responsabiltà a qualsiasi livello, che si tratti di ministri o di dirigenti che devono andare a gestire enti pubblici di varia natura, molto spesso ci si è trovati a sommare le mele con le pere e cioè ad assegnare incarichi completamente al di fuori di quelle che sono le professionalità della persona. Senza andare tanto indietro nel tempo, un classico esempio lo abbiamo avuto nell'ultimo governo Berlusconi quando è stato assegnato il ministero dell'Istruzione e dell'Università a Maria Stella Gelmini che nella sua carriera politica aveva ricoperto e male la carica di assessore al territorio della provincia di Brescia. Ma andando indietro nel tempo di casi eclatanti come questo se ne possono citare a centinaia soprattutto ai tempi dei governi democristiani e socialisti. Ecco perchè quando ieri Monti, il presidente del consiglio dei tecnici, si è incazzato a proposito della spartizione fra i partite delle nomine per l'Agcom e la Privacy, ed ha dichiarato che avrebbe pensato lui alla nomina del Presidente della Rai, è venuto spontaneo pensare che la regola della somma sarebbe stata finalmente rispettata. Non essendo un politico ci si aspettava che la nomina riguardasse finalmente una persona competente piuttosto che il solito personaggio di gacciata compiacente al govenro del momento. Niente di tutto questo anche il governo tecnico ha sovvertito la famosa regoletta ed alla fine ha sommato per con mele nominando come presidente della Rai una banchiera, che se fosse un lavoratore normale sarebbe già in pensione e naturalmente supercattolica. Ora, naturalmente i fatti potranno smentire la successiva affermazione, ma che c'azzecca questa tipa con la Rai ? Credo che siano in pochi a capirlo. Il sospetto è che il buon Monti abbia voluto fare un dispetto ai partiti con l'intenzione di affossare definitivamente la televisione pubblica che, dopo i vari governi Berlusconi, è diventata una succursale di Mediaset con una decadimento generale della qualità dei programmi ad eccezione di alcuni programmi che si contano sulle dita di una sola mano. Anche questa volta insomma la regola che ci hanno insegnato in prima elementare è stata sovvertita .... certo che se Einstein fosse stato un politico chissà che pazza teoria avrebbe sviluppato .... !!!

mercoledì 6 giugno 2012

Forse non lo sapete ancora ma non rappresentate più nessuno


Ormai le ultime residue speranze che il parlamento italiano rappresenti il paese sono definitivamente affossate ed anche i più ottimisti devono alzare bandiera bianca. Non è stata sufficiente la crisi economica che ha messo in evidenza da una parte l'incapacità da parte della ex maggioranza di centro destra a gestirla e dall'altra la paura delle opposizione di andare alle elezioni e prendere in mano le redini del paese. La politica ha abdicato in favore di un governo appoggiato da tutto il quadro istituzionale ad esclusione della Lega piuttosto che andare a nuove elezioni come sarebbe dovuto accadere in qualsiasi democrazia. Nemmeno le elezioni amministrative di maggio ha convinto i partiti a cambiare rotta nonostante le batoste rimediate da Pdl, Lega ed Udc quasi scomparsi in tutte le amministrazioni, e nonostante il Pd e Idv abbiano ragrannelato un numero di voti inferiori alle precedenti amministrative. Tutti voti andati a finire o al movimento a 5 stelle od al partito di maggioranza relativa: l'astensionismo. Nemmeno gli innumerevoli scandali legati all'utilizzo dei rimborsi elettorali hanno convinto i partiti a rivedere il loro atteggiamento in parlamento. Ed ecco oggi il voto che salva il senatore De Gregorio del Pdl dagli arresti domiciliari per le indagini sui fondi pubblici dell'Avanti. Un comportamento tenuto anche dalla Regione Lombardia distrutta da scandali e inquisiti che ha salvato dalla sfiducia il proprio governatore Formigoni, quello delle vacanze di gruppo dove tutti pagano le spese ad esclusione di Formigoni stesso. Ma non è finita qui. Oggi si votava sia alla Camera che al Senato per la nomina dei membri che andranno a far parte dell'Agcom e dell'autorità per la Privacy. I candidati alle nomine erano stati invitati a presentare i propri curricula in nome della trasparenza, curricula che sono stati bellamente ignorati dai due rami del parlamento che hanno proceduto alla elezioni dei membri in nome di una semplice spartizione fra Pdl, Udc e Pd. Spesse volte, anche da parte di questo governo, si fa richiamo alla parità fra sistema pubblico e privato, ma in quale azienda privata si sarebbe consentito ai suoi dirigenti di continuare ad amministrare dopo un palese fallimmento ? L'attuale politica italiana ha fallito ed ora naviga a milioni di anni luce dal paese, dal cittadino comune, dalla realtà della situazione economica e sociale del paese. Questa politica, questo parlamento non rappresenta più nessuno, tirerà la carretta fino alla prossima primavera e poi, se gli astensionisti si decideranno a manifestare il proprio voto, sarà definitivamente licenziata.

martedì 5 giugno 2012

Dalla repubblica delle veline a quella delle psicopatiche


La seconda Repubblica e' stata caratterizzata da un uomo politico di indubbie capacita' da imbonitore che ha saputo raggirare la maggioranza degli italiani facendosi votare per ben tre volte nonostante le indubbie incapacita' a governare. L'ultima sua stagione di governo e' stata scandalosa sia per le attivita' private, diventate pubbliche nel momento in cui lui ha usato il proprio potere per nascondere le marachelle legate alla prostituzione minorile, sia soprattutto per aver portato al governo ed alla ribalta politica escort e veline assegnando incarichi di governo a personaggi di comprovata incapacita'. Una stagione quindi caratterizzata dell'entrata in politica ed al governo di personaggi, soprattutto di sesso femminile, assorti a tali incarichi soprattutto per le loro capacita' di intrattenimento e per la loro generosita' verso il dittatore di Arcore. Terminata quella stagione che ha rischiato di portare il paese al fallimento totale, il governo dei tecnici e dei professori si pensava potesse far dimenticare del tutto quei tre anni e mezzo fra i piu' nefasti della storia della repubblica italiana. Purtroppo ci si e' resi subito conto che incombeva un altro genere di ministro e guarda caso sempre al femminile: lo psicopatico. La principale esponente di questa categoria e' senz'altro la ministra Fornero che si e' presentata alla conferenza stampa per la presentazione della prima manovra del governo Monti, scoppiando in lacrime. Un pianto isterico sollecitato dai provevdimenti che lei stessa aveva proposto a carico dei pensionati. Una rezione che, oltre a suonare come una clamorosa presa in giro per la categoria colpita dai provvedimenti della ministra, dimostrava la precaria stabilita' psichica della professoressa che Monti avrebbe dovuto rimuovere immediatamente per manifesta incapacita' a ricoprire un ruolo cosi' delicato. Ma d'altra parte se del precedente governo facevano parte guardiaparchi e veline, perche' del governo dei tecnici non avrebbe potuto far parte una psicopatica ? Purtroppo le turbe pischiche si sono velocemente aggravate portando la ministra, dopo poche settimane, ad un vero e proprio accanimento verso i lavoratori prima del settore privato e poi subito dopo del settore pubblico, dando sfogo alla sua mania persecutoria al grido di licenziare, licenziare, licenziare. La sua ossessione e' diventata la modifica dell'art. 18, ultimo baluardo per mantenere in questo paese un minimo di tutela verso il mondo del lavoro in un momento in cui si mietono vittime in gran quantita' sia fra gli imprenditori sia fra i lavoratori dipendenti. Un attacco incomprensibile con l'obiettivo, proprio nel momento in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli record, di rendere piu' facile e senza tanti impedimenti il licenziamento anche per cause economiche.  Dopo aver vinto questa battaglia anche per la scarsa opposizione da una parte del Partito Democratico, che ha votato la riforma, e dall'altra dei sindacati, che non sono andati oltre qualche ora di sciopero, la ministra non si e' accontentata. Proprio in questi giorni, dopo averlo gia' fatto in passato, sta indirizzando la propria mania repressiva verso il pubblico impiego chiedendo a gran voce la liberalizzazione dell'istituto del licenziamento. Un accanimento verso il lavoratore di ogni settore della vita produttiva e pubblica del paese che puo' essere spiegato solo con qualche turbe psicosomatica, gia' evidenziata con quel pianto isterico della prima conferenza stampa. Ma la ministra Fornero non e' l'unica colpita da questo genere di turbe, anche se sicuramente dal punto di vista della sintomatologia e' quella che mostra le manifestazioni piu' gravi. La segue a ruota la ministra della giustizia che oggi propone l'impiego dei detenuti per aiutare le popolazioni terremotate. Una proposta sintomatica che dimostra quanto anche questa ministra sia stata colpita da squilibri psichici probabilmente dovute al peso di un incarico, quello di governo, forse troppo impegnativo per persone abituate a svolgere tutt'altro tipo di lavoro. Immaginate centinaia se non migliaia di detenuti sguinzagliati per i paesi distrutti a svolgere attivita' per le quali non hanno la minima preparazione e soprattutto immaginimiamo l'esercito di guardie penitenziarie che dovrebbero essere impegnate a controllare l'attivita' dei detenuti stessi. In pratica per il lavoro che potrebbero svolgere 100 persone se ne impiegherebbero 150 di cui 50 addette al controllo. Una proposta del genere non puo' che venire da una mente non tanto stabile. A questo punto sorge spontanea la domanda: meglio essere governati da una velina o da una psicopatica ? ... Ai posteri il giudizio finale .. per ora la scelta non e' semplice.

sabato 2 giugno 2012

Festa delle Repubblica 2012 fra ipocrisia e burlesque


Recuperare i disastri di 20 anni di berlusconismo sarà un'impresa ardua che necessiterà di molto tempo e molti anni ammesso che tali disastri siano recuperabili. Disastri che non sono solo quelli relativi alla crisi economica negata fino a qualche mese fa, ma riguardano la vita sociale, politica e culturale di una paese che in pochi anni ha praticamente distrutto tutti i propri valori. la responsabilità principale di questo sfascio non è però di Berlusconi che alla fine, in maniera molto cinica e subdola, ha seguito il suo progetto ed il suo disegno: quello di sottrarsi ad una miriade di processi che lo avrebbero portato di filata in galera. La responsabilità non è solo dei cittadini, che gli hanno dato il proprio appoggio per ben tre volte senza un ragionevole motivo, e dei politici che per proprio tornaconto lo hanno seguito in virtù di una poltrona che il cavaliere non ha negato ha nessuno, ma anche dei pariti di opposizione. L'opposizione infatti si è fatta trascinare sul terreno di Berlusconi ed è risultata pesantemente sconfitta in questi anni senza possibilità di appello e lasciando campo aperto al politico più inquisito della storia della Repubblica. Sono questi venti anni che hanno portato alla festa della Repubblica più squallida, più assurda, più ipocrita che la storia repubblicana del nostro paese ricordi. Nel momento attuale in cui il cittadino comune è subbissato da tasse insostenibili, in cui il disastro del terremoto ha "costretto" lo stato ancora una volta a sotrarre denaro al cittadino in maniera indiscriminata, risparmiare anche 100 euro per festeggiare la festa della Repubblica sarebbe stato onorare la Repubblica stessa. Ma nemmeno Napolitano ha capito quanto fosse importante questo messaggio e ha insistito nei festeggiamenti. In questa assurda vicenda i politici alla fine hanno fatto la loro bella parte cercando di sfruttare a proprio vantaggio il dramma del terremoto. Il sindaco di Roma è colui che si è distinto maggiormente non partecipando alla cerimonia mentre qualche giorno fa sfilava dietro uno striscione in una manifestazione contro l'aborto. Ma anche i politici come Bersani che si sono recati nei territori dell'Emilia non è che abbiano brillato per coerenza. E che dire della Lega, un partito di governo nelle ultime due legislature, che organizza un congresso prorpio il 2 giugno ? Insomma la gara per la palma del più ipocrita è aperta e molto incerta. Ad alleggerire questo clima pesante ci ha pensato sempre lui, Silvio Berlusconi, che dopo la proposta "pazza" di ieri, pronunciata in manioera molto seria, oggi fa il solito passo indietro accusando i mezzi di informazione di avre preso seriamente una sua battuta. E' il solito giochetto molto noto a coloro che non si sono sottoposti al lavaggio del cervello delle sue televisioni, ma che oggi appare, finalmente, abbastanza chiaro anche ai suoi ex sostenitori che sembra si siano svegliati dal loro letargo. Ed a proposito dei soldi sperperati in questa giornata: che dire della megaraduno con 80.000 persone allo stadio di San Siro per accogliere il Papa ? Quello stadio è di proprietà del Comune di Milano e per quella inutile rappresentazione sicuramente il Comune stesso, la Provincia di Milano e la Regione Lombardia hanno dovuto sborsare un bel pò di soldi. Ne vogliamo parlare ? O bisogna parlare solo dell'insano gesto di Napolitano di persistere nello buttare soldi dalla finestra per una festa che almeno quest'anno meritava di essere ricordata ma senza nemmeno spendere un euro per devolvere tali fondi ai terremotati emiliani.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio ...


In questo caso il lupo nemmeno il pelo perde o meglio lo perde ma lo rimpiazza, potere del denaro e della tecnologia medica. Era un pò di tempo che il lupo in questione non si faceva vivo e nel giro di pochi giorni ne ha sparate due una più grossa dell'altra. Ma ormai anche i suoi più irriducibili fedeli non si fanno incantare dalle cazzate che spara il loro ex condottiero. Certo ci sono voluti venti anni per capirlo ma alla fine anche loro sono arrivati alla conclusione che l'uomo del predellino era salito sul quel gradino, dopo essere sceso in politica, con il solo obiettivo di tenersi alla larga dalla galera. Impresa sempre più ardua considerato lo stile di vita del superinquisito ex presidente del consiglio. Si pensava questo lungo silenzio fosse servito almeno per smaltire l'incredibile quantità di cavolate del suo enorme repertorio, ed in vece ne aveva ancora qualcuna in serbo. Una settimana fa ha proposto la sua ricetta per uscire dalla crisi politicae risollevare le sorti del Pdl e del paese: trasformare l'Italia in una repubblica presidenziale alla francese e naturalmente candidarsi alle eventuali elezioni presidenziali. Una proposta caduta nel vuoto che solo il suo delfino Angelino Alfano, collegato direttamente con Bluetooth e in Wi-Fi con il suo capo, aveva sponsorizzato. Ma Alfano si sa non vive di vita propria e parla sotto dettatura del buon  Silvio. Oggi sempre lui ha avanzato invece la sua strabiliante proposta per risolvere la crisi economica e finanziaria: stampa in proprio euro per immettere piu' moneta in circolazione. Di fatto trasformare l'Italia in una repubblica falsaria. Questa volta nemmeno Alfano ha potuto appoggiare questa proposta delirante ed il segretario del Pdl, quando Berlusconi ha illustrato questa strabiliante proposta economica, ha finto una interruzione nel collegamento audio ed adducendo la scusa di non aver sentito le parole pronunciate dal presidente, si e' astenuto dal commentare. A dire il vero a commentare sono stati solo i telegiornali perche' poi nemmeno Scilipoti ha osato mostrarsi favorevole a questa increbile scemenza. Ma il Berlusca non e' l'unico che spara cavolate anche se lui naturalmente detiene il primato ed e' imbattibile in questo campo. Oggi lo ha seguito a ruota Calderoli della Lega, si sono vivi anche loro nonostante abbiano dovuto restituire tutte le loro lauree e diplomi, che ha dichiarato di gesteggiare il 2 giugno non partecipando alle celebrazioni istituzionali ma andando ad aiutare i terremotati. Una preghiera alle popolazioni dell'Emilia, noi vi aiutiamo in tutti i modi, ma voi fateci un favore: se Calderoli arrivasse davvero prendetelo a palate nella zucca. Passiamo ad un altro che solitamente dice cose ovvie o prive di senso, il pupone Rutelli, che oggi ha esternato pure lui sparandone una di quelle che gli hanno fatto guadagnare il terzo posto: il Senato deve concedere l'autorizzazione all'arresto di Lusi perche' altrimenti arrivano i forconi al parlamento. Cioe' si deve concedere questa autorizzazione non per un principio di uguaglianza verso i cittadini qualunque e per consentire alla magistratura di fare il suo lavoro, ma per evitare le botte. Io Rutelli lo menerei a prescindere. Poi c'è chi le cazzate le spara di gruppo e non singolarmente ed à questo il caso del Partito Democratico. Ricordate le dichiarazioni contro la riforma del lavoro della ministra Fornero e contro la modifica dell'art. 18 ? Dove à finita tutta quella indignazione ? Nel voto di approvazione della riforma al Senato. Stessa sorte ha seguito il Pdl che dopo il contentino della ministra per far votare a favore il Pd, le dichiarazioni che in quel modo la riforma non poteva essere votata si sono sprecate per giorni. Risultato ? Anche il Pdl ha votato a favore della riforma del lavoro. Insomma la gara per chi le spara più grosse è ancora aperta anche se sembra impresa ardua battere Berlusconi ora che gli è tornata la parola, ma i concorrenti sono diversi e tutti agguerriti quindi qualche colpo di scena non è da escludere nei prossimi giorni.